SimoTocca Inviato 14 Gennaio 2023 Autore Inviato 14 Gennaio 2023 E sempre parlando di voce umana…anche se con un salto temporale di 400 anni… segnalo questo nuovo album appena uscito ieri della casa discografica Alpha. Un album a mio avviso splendido, oltre che intelligente per impaginazione, perché la protagonista, Véronique Gens, ha una voce che si presta in maniera assolutamente perfetta ad interpretare questa tragedia lirica in un solo atto scritta da Poulenc, nel 1958 su testo di Jean Cocteau. La Voix humaine l’ho amata dopo averla ascoltata, molti anni fa, dal vivo dalla splendida voce di Renata Scotto…. Da allora, molti anni, tutte le volte che ho ascoltato un disco della Voix sono sempre rimasto abbastanza deluso… fino a che non ho ascoltato stamani questo nuovo album! Perché la voce di Veronique Gens ha una tessitura drammatica, ma anche della consistenza della “seta più fine” degna di quella della Scotto… ed è sostenuta in maniera assolutamente “intelligente” dall’Orchestre National de Lille nelle mani sante del suo nuovo direttore stabile Alexandre Bloch. Bellissima la qualità audio, anche nella successiva Sinfonietta di Poulenc, in pratica una sinfonia vera e propria anche se con tono “leggero” e non drammatico come la Voix… 1
SimoTocca Inviato 14 Gennaio 2023 Autore Inviato 14 Gennaio 2023 E…ancora parlando di musica classica ingiustamente poco conosciuta… bisogna parlare della musica di Franz Schmidt, un compositore austriaco che pur avendo cordiali rapporti con Mahler e Schoenberg è finito un pò “nel dimenticatoio”: forse per il suo stile compositivo, un pò demodè rispetto alla seconda scuola di Vienna, e molto tradizionale (del resto Schmidt era stato allievo di Bruckner…), forse per il suo “non dissociarsi” dal nazismo dopo l’anshluss, l’annessione dell’Austria al terzo Reich…. Ma è pur vero che Schmidt morì poi dopo poco, nel 1939, e accantonando il progetto di una cantata che celebrasse il Reich, a favore di due opere di musica da camera per il pianoforte suonato con la sola mano sinistra. È proprio di quegli anni, che vanno dalla fine del primo conflitto mondiale allo scoppio della seconda guerra, che vedono un fiorire di opere per pianoforte scritte solo per la mano sinistra… perché? Perché il pianista austriaco Paul Wittgenstein, pianista nonché nobile e mecenate, aveva perso la mano destra nelle trincee della Grande Guerra! E quindi in quegli anni commissionò una serie di composizioni pianistiche solo per la mano sinistra… Ecco il concerto di Ravel… quello di Prokofiev… e questi due piccoli capolavori di musica da camera! La musica di Schmidt ha qualcosa di “decadente”, nel senso viscontiano del termine, qualcosa che ricorda la dissoluzione imminente di una cultura … E il quadro di Klimt in copertina rende bene l’aria culturale che si respirava a Vienna in quegli anni… Bella la registrazione in formato 24/88…pianoforte ben posizionato nello spazio… clarinetto mai troppo in evidenza… archi del quartetto morbidì e setosi..
analogico_09 Inviato 14 Gennaio 2023 Inviato 14 Gennaio 2023 1 ora fa, SimoTocca ha scritto: Se poi rimanete colpiti dalla bravura dell’ensemble corale (e gli esperti come @analogico_09 valuteranno meglio di me) vi invito a ricercare i numerosi album di Stile Antico che sono presenti e disponibili, peraltro quasi tutti in altissima qualità audio HiRes (questo in formato 24/192). Troppo buono, Simo, grazie dell'eserto ma son solo un po' pratico di cori, da ex corista. Conosco lo Stile Antico, indibbiamente splendido e magnifico. Non ho questa Messa di Byrd, non la loro, ma conosco incisioni di Des Prez , De Victoria e d'altri capolavori assolutamente magnifici. Hanno tutto: bellezza e profondità di suono, musicalità, espressione. Trovo "impressionante" il sublime musicale e interpretativo in modo particolare di questo De Victoria di cui ho il CD
analogico_09 Inviato 14 Gennaio 2023 Inviato 14 Gennaio 2023 1 ora fa, SimoTocca ha scritto: Perché la voce di Veronique Gens ha una tessitura drammatica, ma anche della consistenza della “seta più fine” degna di quella della Scotto… Davvero.., che bella voce quella di Veronique.., ha un incanto quasi d'altri tempi... la butto lì... Belle scelte che stai facendo, come sempre!
SimoTocca Inviato 15 Gennaio 2023 Autore Inviato 15 Gennaio 2023 Dopo molti suggerimenti di musica “nuova e poco frequentata” voglio oggi fare una pausa di riflessione con due grandi “classici”. Il primo è un album, non recentissimo ma da abbastanza poco tempo disponibile effettivamente in streaming, della piccola casa discografica Fuga Libera. Approfitto delle due sinfonie di Haydn, la 80 e 81, che precedono la famosa serie delle sinfonie parigine, dalla 82 alla 87, qui registrate da questa piccola orchestra belga in maniera storicamente informata e con strumenti originali. In sintesi: per chi ha amato le sinfonie di Haydn dirette da Frans Brüggen con la sua orchestra filologica, questo nuovo album è una delizia assoluta. L’orchestra a ranghi ridotti consente una resa agile, nervosa, scattante oserei dire, di ogni passaggio e riesce a far apprezzare meglio il serrato dialogo fra legni e archi che rende piacevolissime all’ascolto queste due sinfonie. Completa l’album il famoso concerto numero 11 (Haydn ne ha scritti molti, ma l’unico ad essere davvero eseguito e super registrato è questo in re maggiore..) per pianoforte e orchestra. Molte le registrazioni famose, fra cui quella di Michelangeli e della Argerich…. ma in questa viene utilizzato un fortepiano originale… e l’equilibrio tonale e dinamico fra solista e orchestra cambia di parecchio. La registrazione peraltro (del 2016?) fatta a regola d’arte e in formato 24/96 suona in maniera straordinariamente reale… Uso questo album per invitarvi ad esplorare il resto del catalogo Fuga Libera disponibile in streaming, in quanto registrazioni di grande qualità artistica e….audio!! Provare per credere…
SimoTocca Inviato 15 Gennaio 2023 Autore Inviato 15 Gennaio 2023 L’altra pausa di riflessione di oggi la prendo su un cofanetto già segnalato qui sopra, ovvero l’integrale delle sinfonie di Beethoven registrata da Nezèt-Seguin con la Chamber Orchestra of Europe per la Deutsche Grammophon. Ci torno sopra per diversi motivi: intanto perché è un cofanetto uscito “tutto insieme”, cioè subito interamente disponibile per lo streaming, e questo ha reso un po’ difficile la “degustazione” lenta, cioè ascolto e riascolto, di ogni singola sinfonia. Tanto è vero che le critiche musicali non sono state molto favorevoli…ma, mio avviso, più per un ascolto “necessariamente” frettoloso che per una analisi musicale davvero “approfondita e vissuta” da parte dei critici. No, non che io voglia mettermi sopra gli esperti professionisti della critica, ci mancherebbe! Ma, ecco, secondo me queste sono interpretazioni “poco capite”. Perche? Perché la COE, a differenza del ciclo registrato con Harnoncourt, suona in questo caso in maniera “storicamente più informata”. Addirittura? Sì, pur non usando strumenti originali, il numero dei musicisti, l’assenza di vibrato negli archi, i tempi metronomici veloci, rendono queste interpretazioni più filologiche di quelle di Harnoncourt degli anni ‘90. Poi certo Harno ha lasciato in eredità la quarta e la quinta sinfonia registrate con il suo Musicus Concentus Wien, poco prima di morire, che sono un capolavoro di interpretazione filologica in tutti i sensi (chi non le conosce lo ascolti l’album della Sony, assolutamente imperdibile). Ma ecco la sua lettura di Beethoven con la COE non mi ha mai entusiasmato. Questa di Nezèt segue peraltro una nuovissima edizione degli spartiti, con una modifica notevole nella nona (lo scherzo dura la metà!) e sull’uso dei contrabbassi… Ma ecco, non sono questi dettagli a rendere interessante questo ciclo. È invece interessante la lettura più “trasparente” e rapida di ciascuna sinfonia. È interessante la qualità dell’orchestra, fondata da Claudio Abbado, che non teme confronti con le assai più note compagini di Vienna o Berlino. Peraltro il primo violino è una musicista straordinaria, Lorenza Borrani, cresciuta alla Scuola di Musica di Fiesole e che spesso ha suonato con l’ultima orchestra di Abbado la Mozart, che spesso ho ascoltato dal vivo apprezzandone tutta l’intelligenza interpretativa di una vera grande musicista (e Dio solo sa quanto sia importante il primo violino nel dare qualità a tutta l’orchestra…!). Ci torno sopra quindi anche per invitare, me stesso prima di tutto, ad ascoltare con maggiore attenzione con il tempo necessario (ma oltre lo slow food…dovrebbe tornare di moda lo slow listening! Fatto che lo streaming non incoraggia è vero… ma lo streaming è solo uno strumento e sta a ciascuno di noi il suo utilizzo corretto…!) ciascuna sinfonia. Ci torno sopra infine perché anche la qualità audio non è stata apprezzata dai critici come invece merita (IMHO): registrazioni che fanno ascoltare davvero le dimensioni reali del l’orchestra, volutamente meno “grande del solito, con bassi meno in evidenza perché… ci sono meno archi bassi! Ma quando suonano…ecco, si sentono bene le “bordate”… e anche i timpani non scherzano! Insomma a mio avviso un bellissimo ciclo beethoveniano, che dice diverse cose nuove. Certo il Beethoven “2000” di Abbado con i Berliner a Roma è su un altro piano… ci mancherebbe! Ma ecco…la strada è quella e lo “stile generale anche”. Un Beethoven moderno, come il ciclo a Lipsia di Chailly, e non un Beethoven “antico come quello di Thielemann (Sony) a Vienna o Nelsons (DG) sempre a Vienna. Meglio degli ultimi due questo di Nezèt-Seguin…meglio e non di poco! Insomma un cofanetto da ascoltare piano piano e rivalutare… a mio avviso… E se sono il solo a dirlo… lo dico lo stesso: una bellissima integrale moderna!
SimoTocca Inviato 17 Gennaio 2023 Autore Inviato 17 Gennaio 2023 L’ultima Sinfonia di Shostakovich, la numero 15, è una sinfonia in cui il compositore sembra “congedarsi” dalla vita. Eppure come è diversa dalla nona di Mahler, così emotivamente devastante anche per chi ascolta… No, questa quindicesima di Shostakovich ha un carattere assai diverso… qualche direttore l’ha definita “cupa”, ma a mio avviso è invece un saluto “ironico” è forse anche scanzonato alla propria vita. Vita difficile, quella di Shostakovich, piena di rose (soddisfazioni, certo!) ma anche di spine (le purghe di Stalin le più..pungenti!). Ma quanta spensieratezza, ironica certo e a volte caustica, nel primo movimento dove Shosta “cita” la carica del Guglielmo Tell di Rossini… arrivano i nostri dei film Western: una festosa girandola di effetti sonori iniziati dal flauto, accompagnato dal tintinnio dei campanelli e dal pizzicato degli archi. E poi una girandola di allegria, rossiniana, per tutto il primo movimento, dove si esprimono tutti i numerosissimi strumenti che prevede l’autore: gli archi, i fiati e i legni, ovviamente, ma anche la presenza di triangolo, timpani, castagnette, tamburo militare, piatti, cassa, tam-tam, campanelli, celesta, xilofono e vibrafono! E in questa festa di suoni oltre a Rossini, il Leit Motiv dello squillo di tromba del Guglielmo Tell torna più volte nel I movimento, si colgono anche citazioni stravinskiane. Il secondo e il terzo movimento mantengono il carattere ironico, non più allegro ormai, ma ironico sì. È piuttosto il quarto e ultimo movimento che si apre con la citazione, anzi proprio con “il copia e incolla” del tema del Leit Motiv wagneriano del Fato nel Ring, con la musica drammatica del Götterdammerung, la marcia funebre di Sigfrido, la caduta degli Dei, la fine di tutto… della vita, del mondo conosciuto, fors’anche dell’Universo intero. Come dire: davanti alla morte anche Shostakovich torna serio? Sì e No! Perché nell’elaborazione del tema wagneriano spuntano ammiccamenti e sorrisi (il tamburo militare con un ritmo più da danza che marziale) un po’ amari, quelli della fine, ma pur sempre sorrisi. E proprio verso le ultime battute (dal minuto 12 circa di questo album) i violìni sviluppano il tema di Sigfrido in una specie di Waltzer… dove al minuto 14.20 entra la Celesta e poi percussioni varie a cambiare il Waltzer in un ritmo sincopato…che ricorda assai quello di un orologio…. rintocchi che rallentano come un orologio che si ferma per aver finito la carica… un effetto in cui la malinconia dell’addio alla vita mantiene una specie di sorriso… sembra di sentire quasi un orologio a cucù nelle ultime battute… Insomma, la forma personalissima di Shostakovich nel dire addio e salutare…..un sorriso ironico fino all’ultimo. Questa bellissima sinfonia stamani l’ho ascoltata nella recente edizione della Ural Philharmonic diretta da Dmitry Liss, un altro nell’album registrato alla perfezione in formato 24/96 della piccola casa musicale Fuga Libera. P.S. Trovo questa interpretazione di Liss così appropriata che secondo me è decisamente più bella rispetto a quelle più famose, quelle di Haitink per dire o di Gergiev…o a quella recente di Nelsons a Boston… bella e appropriata per introspezione al pari di quella, da me già citata di Sanderling jr. (Michael) per la Sony… 1 1
SimoTocca Inviato 18 Gennaio 2023 Autore Inviato 18 Gennaio 2023 Sì ..lo so… uffa., ancora il concerto per violino di Beethoven? Beh… se ne è parlato molte volte …d’accordo… ma quando esce una interpretazione straordinaria va dato onore al merito! La giovane Vilde Frang ha idee molto chiare: suono moderno, ma intenzioni filologiche, e l’orchestra di Brema, nelle mani di Kausisto, direttore e violinista, è un partner d’eccezione! Suono bellissimo, poca affettazione, molto molto gusto, molta soddisfazione all’ascolto… E poi… se Beethoven vi ha stancato (ma…come dicevano di Londra…un uomo che è stanco di Londra è stanco della vita… vale anche per Ludovico!!) c’è sempre il giocoso, quasi giostraioso, concerto di Stravinsky…! E poi …la qualità audio è superlativa! Vi basta??
SimoTocca Inviato 25 Gennaio 2023 Autore Inviato 25 Gennaio 2023 Sono solo dieci musicisti a fare questa piccola orchestra barocca… dal nome italiano… ma non sono italiani! Infermi d’Amore si chiama questa piccola orchestra barocca e il loro (primo?) album è dedicato alla musica barocca veneziana… Vivaldi, certo, ma anche Veracini e Marcello (con la prima registrazione mondiale di un suo concerto per violino). Pochi musicisti..ma buoni! Trasparenza assoluta e virtuosismo vertiginoso, specie da parte del “capo” Vadym Makarenko”. Un album di una piccolissima casa discografica registrato in maniera impeccabile in 24/192 e con una qualità artistica a mio avviso eccellente (sono certo che prenderà almeno una citazione di merito in una delle riviste internazionali famose…). Insomma… è musica “facile e piacevole” da ascoltare, suonata con “tutti i crismi” e registrata alla perfezione….che si può volere di più dalla vita? 😉 1
SimoTocca Inviato 27 Gennaio 2023 Autore Inviato 27 Gennaio 2023 Pur essendo opera di un genio, Brahms, le due Serenate sono poco eseguite dal vivo e poco registrate. Certo …forse basterebbero le interpretazioni Abbado…. oppure anche quelle di Tilson-Thomas… ma ecco nuove uscite dedicate a questi due piccoli gioielli musicali, piccoli per organico strumentale e solo per questo, che sono le due serenate…ecco, sono sempre benvenute! Vi segnalo dunque questo album, della piccola casa discografica Mirare, che vede una giovane orchestra da poco fondata, l’Orchestre Consuelo, e un giovane direttore (già pluripremiato violoncellista!) Victor Julien-Laferrière che potrebbe avere un futuro roseo, se queste sono le premesse! Il piccolo organico consente di apprezzare le trasparenze e i giochi di contrappuntò voluti da Brahms, che in crisi creativa, dopo il “tonfo” della première del suo primo concerto per pianoforte, sembra ripiegarsi in un ritorno alla musica di Mozart. È un ripiegamento che tuttavia ha tratti anche giocosi (fatto non così frequente nell’ musica di Brahms), forse anche perché il modello mozartiano è giocoso di suo… Bello poter ascoltare le due serenate in un unico album… con buona qualità audio in formato 24/96 peraltro…
SimoTocca Inviato 27 Gennaio 2023 Autore Inviato 27 Gennaio 2023 Altra uscita di oggi “fuori dal solito coro” è questo album dedicato alla musica da feste danzanti della Ville Lumière di fine ottocento-inizio novecento… L’etichetta francese Bru-Zane è una piccola casa discografica interamente dedicata ad opere e musica francese… che però ha sede legale a San Polo Venezia! Essendo protagonisti di questo album il famoso direttore Roth con la sua orchestra filologica, con strumenti originali del periodo cioè, Les Siècles, ecco mi pareva giusto segnalarvelo… Un album che potrebbe essere il contraltare a quello di fine anno viennese.. ma addirittura ancora più variegato e più giocoso…
SimoTocca Inviato 27 Gennaio 2023 Autore Inviato 27 Gennaio 2023 Roba “vecchia”, ma meglio dire di prezioso antiquariato invero, è invece questo album della Eterna, che vede un giovane Kurt Masur alle prese con una delle sue prime registrazioni a Lipsia: le sinfonie per archi di Medelssohn. Anche di questi piccoli gioielli, scritti da un ragazzino (e forse con il mai abbastanza citato aiuto della sorella, rimasta sempre ingiustamente nell’ombra in quanto…donna!) ci sono poche registrazioni in giro… Per cui ben venga questa nuova rimasterizzazione in HiRes 24/96 delle registrazioni Eterna …quando ancora la cortina di ferro era al massimo della sua altezza e le due Germanie erano divise… Una bella rimasterizzazione, a dire il vero, perché adesso gli archi sono davvero godibili… e in più a Lipsia conoscono bene la musica del loro concittadino-direttore!
SimoTocca Inviato 27 Gennaio 2023 Autore Inviato 27 Gennaio 2023 È invece nuova di zecca l’uscita di Antonini per il suo progetto Haydn 2032 con la sua orchestra italiana, Il Giardino Armonco (l’altra è quella di Basilea). E posso dire che per la sinfonia 31, quella con segnale del Corno, mai ho ascoltato suono più appropriato: gli strumenti originali rendono giustizia a questa sinfonia che trova nuova freschezza e nuovo splendore…non solo il primo tempo quello con il corno quasi solista dico! Ma anche il secondo movimento per esempio dove il minor numero di strumenti accentua il senso di dialogo (il secondo tempo l’adagio, che a me sembra in realtà una danza di minuetto, sembra una sinfonia concertante fra violoncello, viola, violino, flauto…) fra strumenti, il senso di un discorso musicale che adesso si comprende alla perfezione. Uno dei volumi più riusciti di questo progetto la cui conclusione è prevista per il 2032 …! Bellissima la registrazione Alpha (aò, ma questa Alpha sta superando la Deutsche Grammophon per uscite belle, interessanti e registrate benissimo! A tedè, dateve una svegliata!) Un ascolto interessante e piacevolissimo…
SimoTocca Inviato 28 Gennaio 2023 Autore Inviato 28 Gennaio 2023 Questa nuova uscita della ECM, che vede András Schiff al clavicordo invece che al pianoforte per eseguire la musica di Bach sono sicuro che sarà di grande interesse per Peppe @analogico_09. Anche qui sopra ci sono stati lunghi dibatti sulla liceità ed opportunità di eseguire J.S. Bach al pianoforte. In questo album il grande pianista, che a Bach ha dedicato una integrale discografica eseguita al pianoforte, suona appunto un Clavicordo, strumento che è impossibile ascoltare nelle sale da concerto per il suo suono esile, ma che è strumento perfetto per essere suonato a casa in una stanza comune. E sembra che Bach così facesse e anzi proprio il Clavicordo fosse il “Klavier” a cui si riferisce spesso. Interessantissime le note esplicative dello stesso Schiff, scritte nel lungo libretto che accompagna l’album ECM, che ripercorre la sua storia personale di musicista e la storia dello strumento. Storie che si intrecciano quando nel 1965 il giovane pianista viene chiamato a suonare proprio il clavicordo insieme al suo insegnante del Conservatorio di Budapest. E della successiva amicizia con il clavicembalista e pianista e direttore inglese Malcolm, che dischiuse a Schiff il mondo di Bach e Scarlatti e lo lanciò nel mondo dei grandi pianisti. Suono interessantissimo e ricco di,sfumature, quasi quello di una chitarra…con il vantaggio rispetto al clavicembalo di poter prolungare il suono, e anzi modularne le armoniche, mantenendo un tasto premuto… Insomma…un ascolto barocco in piena regola…della musica di Bach… La registrazione HiRes 24/96 consente di apprezzare le più piccole sfumature dello strumento.. 1
aggelos Inviato 29 Gennaio 2023 Inviato 29 Gennaio 2023 di domenica mattina mi sono detto..e perchè no! ho ascoltato tutto questo album che non eccelle per qualità sonora, ma "l'Italiana" di Mendelssohn ed il suo concerto per violini ed archi.. mi sono piaciuti assai. Non è proprio una uscita recente, ma ne vale la pena riascoltare questo sfortunato artista. Non ho mai capito di cosa soffrisse, SLA?
garmax1 Inviato 29 Gennaio 2023 Inviato 29 Gennaio 2023 Il 28/1/2023 at 10:53, SimoTocca ha scritto: questo album il grande pianista, che a Bach ha dedicato una integrale discografica eseguita al pianoforte, suona appunto un Clavicordo, Bellissimo suono! Lo preferisco al pianoforte, quasi il suono di una chitarra
giorgiovinyl Inviato 29 Gennaio 2023 Inviato 29 Gennaio 2023 Il 27/1/2023 at 14:27, SimoTocca ha scritto: E posso dire che per la sinfonia 31, quella con segnale del Corno, mai ho ascoltato suono più appropriato: gli strumenti originali rendono giustizia a questa sinfonia che trova nuova freschezza e nuovo splendore…non solo il primo tempo quello con il corno quasi solista dico! Ma anche il secondo movimento per esempio dove il minor numero di strumenti accentua il senso di dialogo (il secondo tempo l’adagio, che a me sembra in realtà una danza di minuetto, sembra una sinfonia concertante fra violoncello, viola, violino, flauto…) fra strumenti, il senso di un discorso musicale che adesso si comprende alla perfezione. Disco bellissimo, Antonini, che era già partito bene, con il tempo è andato a migliorarsi, smussando qualche asperità iniziale senza perdere però in slancio e freschezza. Per la 31, una delle mie sinfonie haydiniane preferite, però non va dimenticato Harnoncourt con il Concentus Musicus...
SimoTocca Inviato 29 Gennaio 2023 Autore Inviato 29 Gennaio 2023 @giorgiovinyl Giustissimo Giorgio, Harnoncourt certo… ma anche Hogwood…. Però…che qualità audio questa registrazione Alpha in 24/192!!! FE-NO-ME-NA-LE!!
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