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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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Inviato

@G.Carlo

Salve,

su Qobuz sono presenti le due integrali con Bernstein ed i Wiener, sia nella versione “rimasterizzata “ 24/192 che nella precedente 16/44 .

Non so cosa effettivamente abbiano inserito nel cofanetto , spero la versione “non rimasterizzata” perchè , come ormai succede sempre più spesso, le ultime versioni si possono apprezzare solo in auto .

 

Saluti, Fabrizio

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  • 2 settimane dopo...
Inviato

@G.Carlo La rimasterizzazione del cofanetto beethoveniano DG con Bernstein a capo dei Wiener è fatta a regola d’arte e surclassa, per qualità audio, le versioni precedenti uscite in CD (e lo dico avendo di ciascuna sinfonia almeno due doppini per ogni CD, perché ho i CD singoli della prima uscita intorno ad inizio anni ‘90, poi il cofanetto con i CD dedicato a Beethoven integrale e poi il “cofanettone” in memoriam, quello in due volumi..).

No, questa rimasterizzazione in 24/192 è molto superiore a quanto si ascolta in CD… con un valore artistico immenso, peraltro, perché si ascolta una quinta e una settima sinfonia eseguite in “antitesi” alla rapidità di Carlos Kleiber… quindi da assopararne nota per nota la diversità a 180 gradi. E poi.. e poi qui c’è la più bella Eroica mai registrata, senza se e senza ma…. 

E… parlando di nuove uscite di album rimasterizzati …ecco.. rimango in tema per segnalare che proprio oggi è uscito il Requiem di Verdi diretto da Karajan nuovamente rimasterizzato (usando le registrazioni analogiche DG ai tempi della quadrifonia sperimentale). Da questi master la DG ha ricavato i nuovi vinili (assai costosi peraltro).

Poi via via sembra che anche per lo streaming vengano sostituiti gli album già in HiRes in 24/96 con questi nuovi master in 24/192…

Devo dire che, pur ascoltato con l’impianto cuffia estivo” (a Firenze oggi sono 36 gradi all’ombra) il suono è migliorato moltissimo… non solo rispetto al CD, ma anche al precedente master in 24/96 ..

Una impressione di netto miglioramento anche per “l’ambiente circostante la grande orchestra e il grande coro”, un ambiente finalmente presente con i suoi riverberi …

Lo dicevo, eh Giorgio @giorgiovinyl, che piano piano la DG avrebbe pubblicato anche in HiRes e streaming i nuovi master tratti dai nastri analogici…😉

Speriamo prosegua su questa strada..

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Inviato

Salve,

Non contenti di avere ucciso Bernstein, Beethoven ed i Wiener, ora si accaniscono contro Karajan, Verdi e la Freni : una mattanza .

Ieri ho trascorso l’intera giornata assieme ad un qualificato “ addetto ai lavori” , uno che ha registrato per Decca, Deutsche Grammophon, Harmonia Mundi etc…

A casa di un amico , approffittando del suo eccellente sistema ( anche se sarebbe stato sufficente un sistema entry ben settato ) abbiamo ascoltato le “nuove “ produzioni dalle piattaforme di streaming confrontandole, dove  possibile, con precedenti produzioni o con analoghi files 16/44.

Abbiamo convenuto sullo scempio che sta avvenendo…ma mi ha spiegato che i motivi sono meramente di carattere economico e commerciale ; da un lato il budget ridottio rispetto a qualche anno fa  disponibile  per la produzione, dall’altro le modalità di fruizione da parte della stragrande maggiornza dei “nuovi “ utenti, di chi compra  : cuffiette, dock station ed auto .

A resistere rimane ormai uno sparuto numero di etichette minori ed il processo sembra ormai  irreversibile.;

Anche in questo settore ha vinto il “Fast Food “

A me dispiace che da questo luogo , da quello che dovrebbe essere IL “ presidio” della buona musica e del buon ascolto escano fuorvianti suggerimenti al posto di gridi  di allarme..

Mi dispiace anche che persone, appassionati di musica, frequentatori di concerti , dei quali invidio le frequentazioni ed ammiro le competenze musicali, non se ne accorgano pur avendone tutti gli strumenti, rischiando  di diventare inconsapevoli  complici di un “ misfatto “.

Chi vuole si prenda la briga di ascoltare il Requiem HR postato sopra a confronto con una edizione di qualche anno fa in formato standard.

 

Saluti, Fabrizio 

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giorgiovinyl
Inviato
16 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Lo dicevo, eh Giorgio @giorgiovinyl, che piano piano la DG avrebbe pubblicato anche in HiRes e streaming i nuovi master tratti dai nastri analogici…😉

Speriamo prosegua su questa strada..

Considerando quanto costano i vinili The Original Source questa è proprio una bella notizia… 😂

Inviato

@fabrizio Fabrizio, ma non è questa la sede (leggi la discussione) adatta a quanto stai dicendo.

Questa discussione è dedicata esclusivamente alla segnalazione delle nuove uscite di classica in HiRes. 
Pertanto, pur essendo in totale disaccordo con le tue affermazioni (ed è un disaccordo che nasce, prima di tutto, dall’aver ascoltato ben tre volte, dal vivo, il Requiem di Verdi negli ultimi 12 mesi ed avendo quindi ben presente come suonano dal vivo grandi orchestre e grandi cori e solisti) rinuncio a controbattere con fior di argomentazioni sia pratiche che teoriche alle tue affermazioni completamente fuor di logica e dalla realtà dei fatti.

No, su questo Thread non c’è spazio per discussioni “tecniche”, ma c’è posto solo per la musica.

Un grazie anticipato per aver compreso le linee guida che animano questa discussione, da parte mia e da parte di tutti gli amici che la frequentano per avere “idee” di ascolti nuovi.

P.S. Però sì, mi sono preso la briga di ascoltare il “CD”, che possiedo in formato fisico sia nell’edizione di cui tu posti la foto sia nel cofanettone integrale dedicato a Karajan per l’opera e la musica sacra dalla DG).

Ma ti rispondo citandoti su un’altra discussione, appropriata a quanto si sta dicendo dal punto di vista tecnico.

 

  • Melius 1
Inviato

Tornando a bomba al tema del Thread, ecco: ci ho messo una settimana per ascoltare il cofanetto e meditarci su.

Sì, perché uno dei “problemi” dell’ascolto della musica in streaming è quello di un primo ascolto e il conseguente primo giudizio, tralasciando un secondo ascolto di rivalutazione…

Io che provengo dall’ascolto di vinili e (sopratutto) CD so perfettamente quanto invece sia importante dare una “seconda occhiata” a qualcosa che magari al primo ascolto non ci ha conquistati. Penso ad alcune registrazioni di Abbado che hanno richiesto più e più ascolti per essere capite e poi amate, magari amate più di ogni altra! 
Ecco perché i tempi, nuche in epoca di streaming, DEVONO rimanere lenti, slow…come lo slow food.. perché solo la lentezza, la meditazione su quanto ascoltato, consente di ristabilire il “primato della qualità”. Audio?? Macché, la qualità audio conta meno assai, molto meno della qualità artistica!! Senza la qualità artistica la qualità audio è insignificante.

Perché questo cappello? Perché da anni seguo dal vivo, non solo a Firenze (dove è venuto peraltro con i Berliner Philharmoniker, mica bruscolini..) ma anche in giro per l’Europa, un direttore che ho “scoperto” come di grande valore quando era giovanissimo e nessuno, o quasi, se lo filava. 
Yannick Nezèt-Seguin, che ha “ereditato” (anche) l’Orchestra fondata da Abbado, la Chamber Orchestra of Europe (COE).

Una orchestra portata ad essere una delle migliori del mondo da Abbado, appunto, e da Harnoncourt (e dici poco!).

Adesso con Nezèt-Seguit la COE ha registrato le quattro sinfonie di Brahms.

È una lettura abbastanza personale quella del direttore canadese, a mio avviso molto bella e degna di essere ascoltata e poi riascoltata.

Orchestra a livelli Top.

Vi invito ad un ascolto lento….😉
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Inviato

@SimoTocca

Rimarchiammo anche che la registrazione è eccellente come naturalezza e spazialità. Ricordo che siamo in un forum di audiofili.

Sul resto concordo.

  • Thanks 1
  • 3 settimane dopo...
Inviato

In questo mese di “pausa estiva”, con poche nuove uscite, c’è il tempo per ascoltare qualche “uscita recente o addirittura recentissima” che era passata “inosservata” (oppure era stata osservata con interesse ma messa “in stand-by” per l’ascolto a causa di mancanza di tempo…).

E sarebbe stato un peccato perdersi questo “Triplo” di Beethoven eseguito da 3 giovani solisti inglesi,  già “vere Star” internazionali della classica, con un giovane direttore,che ritengo essere fra i due o tre migliori del momento, sul podio della “sua nuova” orchestra, la Philharmonia, podio prestigiosissimo (sono stati direttori di quell’orchestra personaggi tipo Karajan, Giulini, Klemperer, Muti, Sinopoli ..).

Ne abbiamo parlato altre volte del Triplo concerto, della sua storia compositiva, del suo significato nel catalogo del Titano Beethoven, e di quali sono le edizioni di riferimento (almeno il mio riferimento).

In fondo ascoltando una nuova registrazione del Triplo parto sempre dal pregiudizio che sia difficile fare meglio delle mie due “prime scelte”, e cioè di Richter-Oistrakh-Rostropovich con Karajan sul podio dei Berliner per la EMI

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..e Anda-Schneiderhan-Fournier con Fricsay sul podio dell’altra orchestra di Berlino per la DG.
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Davanti a questi due “monumenti” della discografia, monumenti davvero in ogni senso, è sempre difficile non dico fare meglio (impossibile) ma anche solo ottenere un pareggio….

Qualche anno fa sono rimasto molto colpito, e quindi ho segnalato qui sopra, il bellissimo album tradizionale-ma anche filologico, con Carmignola-Gabetta-Lazic con Antonini sul podio della sua orchestra di Basilea per la Sony

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…e più di recente la versione “filologica quasi per intero” della mitica Isabelle Faust & Co.

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Insomma … una specie di Poker d’assi… difficile da superare…

Ma per “freschezza” di approccio, libertà di fraseggio, unione dei musicisti come suonassero sempre insieme musica da camera… ecco sono rimasto stupito e felice dell’ascolto di questo nuovo Triplo. 
Il giovane Kenneth-Mason riesce a dire, col suo violoncello, qualcosa di nuovo senza per forza essere rivoluzionario. Ma ecco… approccio giovane e senza reverenza per i miti passati, qualche libertà di rubato e un suono cantabile “moderno”, mai troppo pastoso. Come è noto dei tre solisti è il violoncello quello “che comanda” nel Triplo, ma avere un pianista portentoso come Grosenor aiuta a mantenere una pulsione ritmica che altrimenti si potrebbe perdere. Anche la Benedetti sembra avere lo stesso identico approccio e afflato dei primi due. 
In sintesi perché mi è piaciuto questo nuovo album Decca? Perché si tiene il più lontano possibile da un approccio “rococò”, rischio che corrono molte altre edizioni (e a volte sul crepaccio del “rococò” ci passato vicino anche le due mitiche versioni anni ‘60 e ‘70 sopra citate), e lo fa con un linguaggio musicale giovane e fresco.
È quindi un’altra bella edizione che si affianca alle 4 sopra citate … e, credetemi, non è poco…😉

 

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P.S. Bella la registrazione in HiRes 24/96, molto bella..

 

  • 5 settimane dopo...
Inviato

E con il mese di Settembre ecco un diluvio di novità sui siti di streaming ….

Ma, anche per importanza storica, voglio iniziare prima dalla segnalazione di un “classico” rimasterizzato, la Sinfonia Fantastica di Berlioz diretta da HvK.

Negli anni ‘60/‘70 del novecento il capolavoro di Berlioz conobbe una specie di “rinascita”: da sinfonia un po’ sempre snobbata dai puristi della classica diventò una delle opere più eseguite e registrate. Un po’ anche per merito del programma di divulgazione musicale per i ragazzi che vedeva Leonard Bernstein in TV a spiegare la musica classica. Famosa rimane appunto la puntata dedicata a Berlioz, col titolo Berlioz “take a trip”, dove per “TRIP” si intende il viaggio allucinatorio tipico da assunzione di LSD…. Ovviamente nel caso di Berlioz il trip era con le sostanze allucinogene disponibili al suo tempo, e cioè l’Oppio e derivati.

Da allora non si contano le edizioni belle e di riferimento di questa sinfonia “visionaria” e che richiede un organico orchestrale sterminato.

La registrazione di Karajan è stato uno dei miei primi vinili acquistati con la “paghetta” dei miei genitori e certamente questo condiziona il mio mio giudizio.

E però… è però.. se c’è un autore dove la cura del suono, anche solo fine a se stessa, lo smalto e il virtuosismo orchestrale ..ecco sono tutti elementi che giocano la parte del leone.

E allora chi meglio di Karajan e dei Berliner? In pratica nessuno.. o quasi. Forse Abbado con la Chicago Symphony negli anni ‘80, Chung con la sua Orchestra della Bastiglia, Boulez a Cleveland.

Forse….

Perché il suono letteralmente plasmato da HvK rimane forse il suono più bello e adatto a questo viaggio allucinatorio musicale.

Ma… ma la qualità della registrazione era da sempre un po’ il limite (il vinile non suonava male, certo.. ma ecco..non era proprio una registrazione audiofila).

Ecco che la DG ne fa uscire una versione appena rimasterizzata che ha trasformato “la zucca in carrozza”, come in Cenerentola di Disney, con una specie di magia.

Suono magnifico in HiRes 24/192 ed interpretazione di riferimento assoluto.

Cosa si vuole più di così per riprendere le attività dopo le vacanze estive? 😉

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  • Melius 1
Inviato

Mi aspettavo grandi cose dal connubio Semyon Bychkov - Filrmonica Ceca, prestigiosa orchestra che era caduta un po’ in oblio. In realtà ero rimasto un po’ deluso, non tanto dalle registrazioni Decca (l’integrale delle sinfonie di Tchaikovsky) ma dall’inizio del ciclo Mahler proprio con la Pentatone. 
Ecco che però, su un terreno congeniale come Dvorak, dove l’orchestra di Praga gioca davvero “in casa” (ad iniziare dalla sala dove ə stata effettuata la registrazione e che si chiama sala Dvorak…😉), ecco che il risultato finale è davvero molto bello e ragguardevole.

Un suono “vecchia maniera”, pastoso, uniforme… con i legni molto tipici “slovacchi”, e gli archi sempre molto dolci e raffinati.

Le trilogia finale delle sinfonie di Dvorak, insieme ad alcuni poemi sinfonici, trova in questo cofanetto Pentatone, a mio avviso, un connubio perfetto fra tradizione e modernità, sia per il taglio interpretativo che per il bel suono orchestrale.

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Inviato

Lo so, lo so… invecchiando si diventa un po’ nostalgici, il passato è sempre migliore del presente, anche perché spesso un po’ mitizzato nel ricordo, e… insomma, questo cofanetto del giovane pianista giapponese, classe 1998, non lo segnalo per i Preludi di Chopin.

I preludi di Chopin hanno da sempre una discografia ampia e di GRANDISSIMO spessore (prima o poi ci si dedicherà una discussione, eh Damiano @Grancolauro?).

Del resto difficile far meglio del mio mitico (appunto..) terzetto di riferimento, il giovane Pollini, la giovane Argerich e il giovane Pogorelich (tutti in casa DG, che per il pianoforte ha sempre avuto un occhio di riguardo e un suono splendido, concordo in questo con @mozarteum).

Però il giovane Mao Fujita è bravo davvero (l’ho ascoltato dal vivo con soddisfazione), fa uscire un bel suono dal suo pianoforte a coda, e impagina i 24 Preludi di Chopin con i 24 di Scriabin e con i 24, ancora più recenti e a me sconosciuti, del compositore giapponese contemporaneo Yashiro.

Un cofanettone che richiede un certo tempo per ascoltarlo… ma non un impegno di concentrazione eccessivo perché la musica scorre “libera e bella”, e I piccoli quadri musicali alternano sempre toni, ritmi e colori che variano dal giocoso, al tragico, al malinconico…

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P.S. Mentre i preludi di Chopin  registrati dalla Argerich sono già in formato HIres, quelli di Pollini dovrebbero essere rimasterizzati a breve.

Si attende fiduciosi questo “evento” da casa DG…

 

Inviato

E per “uscire” dal “solito ascolto”….ecco due consigli che più diversi di così …

Il primo album è musica classica contemporanea per pianoforte e orchestra d’archi….

Minimalisti… Che è sempre una definizione parecchio imprecisa, anche per la letteratura americana degli anni ‘80… figuriamoci per la musica… 

Fra i brani proposti in questa interessante impaginatura musicale, l’adagio di Kancheli mi ha molto colpito… , così come il brano di Pärt e il Concerro per pianoforte e orchestra di Kilar…

Tutta musica che non conoscevo neppure “di striscio”… e scommetto anche nuova di pacca per molti di voi…

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Il secondo album potrebbe essere una segnalazione “impropria” perché non si tratta propriamente di musica classica… ma se la “Band” è stata pensata ed è capeggiata dal Corno solista dei Berliner Philharmoniker… ecco… dire di no sarebbe essere più realista del re! 
Si chiama Sarahbanda… ed un gioco di parole fra il nome della Willis, Sarah, che è appunto il corno dei Berliner.. ed il resto della Banda che è fatta da musicisti cubani! A parte la violinista … anche lei di grande formazione classica…

E del resto l’album esce per i tipi della casa discografica Alpha, una delle più importanti case di classica degli ultimi 10 anni…

Tecnica di registrazione eccezionale … piacevolezza allo stato puro .. in 24/192…
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Inviato

Per bilanciare il “facile ascolto” di Sarahbanda propongo questa splendida registrazione della Notte Trasfigurata di Schönberg.

Una musica a programma del padre della Dodecafonia che però esplora l’amore, Amore, con una drammaticità ma anche dolcezza di accenti che… sì, mi ha conquistato fin dal primo ascolto.

Ed ero un ragazzino allora… e sul podio c’era un certo Bruno Maderna… compositore ma anche direttore eccellente specie di musica moderna e contemporanea..

Schönberg descrive in musica una storia di amore… ci sono questi due amanti che passeggiano in un bosco di notte… Lei deve dire a Lui una cosa importante… che sì, Lei aspetta un figlio… ma no, il figlio non è di Lui… 

In questi nostri tempi bui e feroci chissà come sarebbe finita… invece Lui ama Lei… e la ama fino ad accettare il fatto, accettare il bimbo in arrivo… e la musica si conclude con un abbraccio malinconico ma dolce…

La mia versione di riferimento sarebbe quella di Karajan.. ma la registrazione DG anni ‘70 non è splendida, neppure rimasterizzata in HiRes.

Ci sarebbe poi Sinopoli con la Philharmonia… ma anche qui la registrazione, DDD in 16/44, non è così splendida…

Mentre qui Luisi (ogni tanto lo rimpiango, quando era direttore a Firenze…) e la sua orchestra Danese  fanno un gran lavoro, splendida interpretazione e splendida tecnica orchestrale, ma anche i tecnici DG fanno un lavoro eccellente… e quindi finalmente una registrazione del capolavoro di Schönberg che è anche “audiofila”… 😉

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P.S. E poi che bella questa copertina! “munchiana”…

  • Melius 1
Inviato
Il 18/09/2024 at 17:18, SimoTocca ha scritto:

Ci sarebbe poi Sinopoli con la Philharmonia…

… ci sarebbe anche Boulez

Questa pagina, la prima opera numerata di Schoenberg, nasce per sestetto d’archi. Nella versione originale lo sviluppo dell’opera assume sfumature diverse che precedono l’espressionismo

Inviato

Non è in HiRes, non è una novità ... ma questo Orgelbuchlein è, sia come interpretazione che come qualità sonora, davvero notevole. Consiglio vivamente l'ascolto anche ai "non addetti ai lavori", magari un corale per volta, senza fretta ....

E' uno dei pochissimi dischi incisi da Renè Saorgin, un grandissimo organista del passato scomparso una decina di anni fa.

Un caro saluto,

Max

.-.-.-.-.-.-.

 

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Inviato

@Aless Certamente Boulez è uno dei riferimenti assoluti per la musica del ‘900 e bella è la sua registrazione per la CBS ai tempi della sua “tenuta” della New York Philharmonic. Sarei (saremmo) in attesa che la Sony pubblichi quelle registrazioni in HiRes (di certo la rimasterizzazione dell’intera collezione è stata fatta in formato HiRes, ma ancora, a parte il Concerto for Orchestra di Bartòk, nessun album è stato reso disponibile in formato HiRes (peraltro “bassino”, in 24\48).

Quando (e non se, perché di certo accadrà) avverrà sarà un evento che non mancherò di segnalare qui sopra, visto che Boulez è senz’altro uno dei miei direttori di riferimento.

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Inviato

Questa mattina sono a segnalare un album eccellente dedicato a tre sinfonie di Haydn scritte (come la maggior parte, fatta eccezione per le Parigine e le Londinesi) per la sua orchestra di corte, al castello degli Esterhazy.

L’orchestra protagonista di questo album, il Concerto Copenaghen,  è famosa per essere una delle migliori filologiche, e così il direttore Mortensen è noto per essere anche un musicologo serio e preparato.

Si sa che su questo terreno, le sinfonie di Haydn, eseguite in maniera “filologica” (con strumenti originali o meno), si trova impegnato già il nostro eccellente Antonini col progetto della casa discografica Alpha per registrare il corpus sinfonico integrale prima della’anniversario del 2027.

Purtuttavia, seppur filologiche, quella di Mortensen e quella di Antonini, sono due visioni lontane e diversissime per i risultati sonori.

Questa di Mortensen accentua il fatto che il teatro di corte fosse abbastanza piccolo e anche l’orchestra fosse adeguata a quelle dimensioni.

Ma il suono che esce dal Concerto Amsterdam è sempre molto dolce e setoso, al contrario di quello delle orchestre di Antonini che accentua invece altri lati sonori (ugualmente interessanti e affascinanti, si intende..).

L’ascolto a mio avviso merita…anche per la qualità audio eccellente, in 24\96, che la BERLIN CLASSICS è riuscita ad ottenere.

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