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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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Inviato

@Valerio Russo Ciao Velerio… grazie della precisazione. 
Il Concerto for Orchestra è appunto l’unico album CBS di Boulez già disponibile in HIres…anche in streaming (come dicevo poco sopra..), quindi SACD o HiRes, poco cambia… rimane il fatto che è il solo album disponibile per adesso in alta definizione…

Si spera che a breve non sia più così..🤞

Inviato

No, non è uscito questa settimana… ma qualche mese fa… 

Però.. ecco vorrei segnalare anche qui, come ho già fatto in un altro thread, questo album.

Lo so, lo so… del primo concerto di Beethoven ne esistono già molte interpretazioni meravigliose, tanto da chiedersi cosa si possa “avere da dire” di più o di diverso…

E lo so, anche, che nomi quali Pollini-Jochum, Pollini-Abbado, Michelangeli-Giulini, Argerich-Sinopoli… solo per citare quelle per me piu iconiche ..

Però in questa nuova registrazione c’è una novità: non è solo la solista ad essere donna, c’è anche la direttrice sul podio! Penso sia la prima volta su un disco di una importante casa discografica.

Non so se sia per questo, ma di certo so che questo album presenta una lettura molto personale, con un taglio poetico e sognante, un taglio finora mai ascoltato.

Del resto Alice Sarà Ott è una ancora giovane pianista ma già di chiara fama, e la direttrice, Karina Canellakis, nel giro di un paio di anni, ha registrato autori impegnativi suscitando sempre commenti e critiche molto positive.

La qualità audio di questa registrazione DG, in HiRes 24/96, è a mio avviso spettacolare!

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Inviato

Lo segnalo qui, perché uscita discografica relativamente recente, ma ho scoperto questo album mentre partecipavo ad una discussione sui concerti per corno e orchestra iniziato da @officialsm.

Ma lo segnalo qui non solo perché è una produzione recente della Linn, che vede impegnato il giovane Ticciati (origine italiana..ma inglese di nascita..) con la bella orchestra scozzese, spesso registrata dalla Linn (che appunto è ugualmente scozzese…), ma anche perché non la musica registrata non vede solo il corno come solista.

Certamente è da dire che il corno solista, Alec Franck-Gemmil, è musicista di grande talento e fa apprezzare bene, senza mai scivolare nel virtuosismo inutile, le raffinatezze sonore ideate da Strauss per il corno solista.

Ma a parte il primo concerto per corno, che è abbastanza famoso insieme al secondo, in realtà presento qui questo album per raro Duett Concertino, una composizione assai meno famosa che è un Dopple Konzert per clarinetto e fagotto, con orchestra d’archi e arpa.

Non avevo mai ascoltato il Duett e devo dire che mi ha sorpreso per la fattura squisita: il perché sia poco noto e poco eseguito rimane un mistero per me!

Qualitá audio della registrazione degna della migliore tradizione Linn … suono caldo e spaziale, con ripresa microfono a dell’orchestra e dei solisti sempre molto naturale…

In HiRes 24/96..

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Inviato

«Sono soltanto schegge uscite dall'officina di un vecchio, forse con l'unico desiderio di divertire», così disse Strauss a proposito di questo Duetto-Concertino per clarinetto, fagotto, orchestra d'archi e arpa composto in gran parte a Montreux, per il piccolo complesso della Radio Svizzera Italiana. Il Duetto-Concertino appartiene all'ultima stagione creativa di Strauss, collocandosi dopo il testamento operistico di Capriccio (1941) e l'epitaffio delle Metamorphosen (1945), subito prima dei Vier letzte Lieder (1948). Sono gli anni in cui si consuma la tragedia della guerra, e con essa il destino della musica tedesca, di cui Strauss raccoglie con un gesto doloroso di estrema sintesi i valori e i tesori, additandone la persistenza oltre le miserie del mondo. E come spesso accade in lui, soprattutto nei momenti di più lucida disperazione, a pagine di profonda densità espressiva, che sembrano voler cristallizzare la pietà di una grande visione tragica, s'intrecciano lavori di più leggera e distesa tessitura, quasi parentesi di letizia creativa con cui riprender forza e coraggio, forse per negare o irridere l'orrore della distruzione, l'evidenza della catastrofe. Il Duetto-Concertino è uno di questi lavori, un'oasi serena e solo a tratti nostalgica in mezzo ai lutti e alle angosce dell'esilio

Inviato

@Aless Grazie per la presentazione, bella e interessante, del Concertino di Strauss, opera che io non conoscevo! Conoscere meglio la collocazione storica e culturale di un’opera, sia essa musicale, letteraria, pittorica o quanto altro, aiuta sia a capirla meglio sia a “gustarla” meglio.

Ci penso mentre sto ascoltando I Pini di Roma di Respighi, eseguiti da Esa-Pekka Salonen e la sua (ancora per poco) orchestra di San Francisco.

Salonen per esempio legge Respighi con un occhio più ai successivi sviluppi musicali, già iniziati abbondantemente anche prima di Respighi ma quasi ignorati dal compositore che sembra preferire una certa antica melodia e cantabilità italiana alle nuove idee musicali emergenti nella mitteleuropa con Mahler e poi Schönberg.

Ecco che però se si accentua il ritmo di base, le percussioni, si ha quasi una scomposizione dei Pini e una rilettura in chiave molto “modernista” da Salonen (a sua volta compositore, non solo direttore).

Un’esperienza di ascolto interessante… 

Registrazione della “casa” SFS, con le “solite” brutte copertine che caratterizzano le produzione in proprio di ciascuna grande orchestra … vedi gli album “proprietari” dei Berliner, quelli dei Wiener (che peraltro non sono mai in HiRes, oltre ad avere la copertina brutta! 😡), quelli della Cleveland o della London.. o del Concertgebouw di Amsterdam.

L’orchestra di San Francisco era l’unica che “un po’ si salvava” da questo scempio …sotto la tenuta di Tilson-Thomas dico…perché aveva copertine abbastanza belle e interessanti..

Ora non più… e anche la qualità audio delle registrazioni mi pare molto più “ondulante” e incerta rispetto a quella di 4/5 anni fa… boh?

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Inviato

Kurt Weill ha segnato la storia del teatro musicale del novecento per le sue collaborazioni con Brecht (L’Opera da tre soldi, certamente la più famosa). Ma è rimasto quasi sconosciuto come “sinfonista”… e sarebbe stato un peccato!

La sua prima sinfonia scritta a 20 anni (si diceva sopra di Hans Rott, genio precoce) è il suo esordio, esordio profondamente influenzato dagli insegnamenti dal suo maestro Ferruccio Busoni che lo aveva accolto al suo corso alla scuola di Berlino, anni ‘20 del novecento.

Questa sinfonia era andata perduta in quanto, per l’avvento del nazismo, tutte le opere di Weill (ebreo e di sinistra) erano state proibite e i suoi spartiti messi al rogo.

Ma una copia era stata inviata in un Convento in Italia, senza frontespizio, per cui è finalmente riemersa dall’oblio.

La seconda sinfonia è molto diversa, ma non meno affascinante.

Completa questo album berlinese (le sinfonie), una delle collaborazioni con Brecht meno note, forse perché scritta non nella seconda patria e destinazione finale di Weill, l’America, ma durante la sua breve permanenza a Londra.

Poteva non essere berlinese DOC l’orchestra? No, vero? E…la direttrice polacca è una musicista fenomenale, tanto da essere stata nominata dall’orchestra sinfonica di Berlino sua direttrice principale.

La DG ha fatto un gran lavoro tecnico e la registrazione ə effettivamente eccellente per la qualità audio, in 24/96.
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Inviato

Oggi c’è una nuova uscita che meriterà un ascolto approfondito e mi riservo quindi tutto il tempo che occorre (i due concerti di Brahms con uno dei miei giovani pianisti preferiti a Vienna con Thielemann sul podio, che nello stesso repertorio ha diretto a Dresda il vecchio Pollini…).

Se qualcuno ha ascoltato e vuol postare faccia pure…

Io invece stamani ho iniziato da un album che i “puristi” di Bach da eseguirsi sul cembalo dovrebbero ascoltare. E dovrebbero fare un monumento a Cristophe Rousset, in quanto geniale musicista, ancor prima che virtuoso clavicembalista.

Quando hai tempo, Peppe @analogico_09, ascoltalo e facci sapere il tuo parere.

Il mio è: semplicemente fantastico! Perché? Perché Rousset riesce a far suonare il suo strumento in maniera quasi “lirica”, un suono che fa emergere sì il contrappunto bachiano, ma anche il ritmo e la melodia.

Bellissimo ascolto e bellissima qualità audio della registrazione …. e qui, badate, non ammetto repliche! 😉😆

https://i.postimg.cc/FKFdT5Zb/IMG-1571.png
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  • Melius 1
Inviato

Volevo segnalare l'uscita della Messa in Si minore eseguita da La Cetra Basel con Andrea Marcon alla direzione:

.

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  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

@UpTo11 Bravissimo! L’avevo adocchiata poco tempo fa annunciata su una rivista (BBC Music? Diapason? Non ricordo..) ma non l’ho poi mai trovata fra le novità di Qobuz! 
Se è disponibile la ascolto appena possibile! Da Andrea Marcon mi aspetto molto! 😉

analogico_09
Inviato
Il 4/10/2024 at 13:06, SimoTocca ha scritto:

Quando hai tempo, Peppe @analogico_09, ascoltalo e facci sapere il tuo parere.

Il mio è: semplicemente fantastico! Perché? Perché Rousset riesce a far suonare il suo strumento in maniera quasi “lirica”, un suono che fa emergere sì il contrappunto bachiano, ma anche il ritmo e la melodia.

Bellissimo ascolto e bellissima qualità audio della registrazione …. e qui, badate, non ammetto repliche! 😉😆

 

 

Grazie della segnalazione, Simone, condivido in pieno le tue osservazioni, ascoltato, soddisfatto e non chiederò il rimborso... :classic_biggrin: Ecco come le magnifiche perle musicale tornano al loro "nativo" splendore interpretate con lo strumento d'elezione, ovvero "cromosomico", "diteggiato" da un interpete, cembalista di altissimo livello tecnico e musicale.

Qualità audio eccellente, anche da Tidal.

 

 

analogico_09
Inviato
Il 1/10/2024 at 09:31, SimoTocca ha scritto:

Kurt Weill ha segnato la storia del teatro musicale del novecento per le sue collaborazioni con Brecht (L’Opera da tre soldi, certamente la più famosa). Ma è rimasto quasi sconosciuto come “sinfonista”… e sarebbe stato un peccato!

 

Su Weill mi hai anticipato di un soffio.., avevo pensato di segnalare nel topic da te aperto sulle musica "sconosciute", non ricordo il titolo giusto, un disco con le due uniche sinfonie composte da Weill noto a livello popolare più per le memorabili, straordinarie musiche organiche per il teatro di Bertold Brecht, pressochè sconosciuto per le sinfonie, specialmente per la notevole seconda diretta alla prima da Bruno Walter. In questa opera si percepisce tuttavia il lato grottesco e sarcastico del teatro (cabaret) popolare politico-mordace, la forte spinta creativistica piena di originalità che caratterizzava i tempi, l'ansia sociale, politica ed esistenziale di fronte alla minaccia del nazismo, preannunciato e temuto, infine giunto, già intuita nella sinfonia nr. 1 del 1921, opera anch'essa molto bella, più "dissonante" e "drammartica", "inquieta" della seconda: timori che serpeggiavano nel periodo in cui il nazismo andava preparandosi.., "allarme" percepito anche  nelle altre case della musica e delle letterature, del cinema espressionista tedesco e non, etc.
Un periodo del secolo 20 tormentato, fatto di ingegno, di "bellezza" e di terrore... (come il periodo medicero rinascimentale... :classic_rolleyes:) Questo mi sembra si percepisca anche nell seconda sinfonia (1933-34). Giusto due parole a quanto da te già scitto nel delinerare in modo centrato la figura di Weill che non fu solo un compositore di musiche da "operetta" come in maniera detrattiva la chiamavano i critici del tempo , alla fine ne parliamo qui e sta bene uguale.

 

Il disco che intendevo segnalare è un vecchio disco della EMI Voce del Padrone stampa italiana che acquistati molti anni fa quando queste sinfonie non le conosceva proprio nessuno, me compreso, perlomeno in Italia. La cover porta la scritta "prima incisione discografica...", credo del 1969, eccellenti inpterpretazioni di Gary Bertini con B.B.C. S.O. non esattramente una prima uscita ma permettimi l'eccezione... :classic_wink:

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interessanti le seguenti osservazioni che estrapolo dalle note di copertina su come la seconda sinfonia venne accolta all'epoca dalla critica...

 

DSCF96532.thumb.JPG.457210dc066c4452d21a8bb8a9641217.JPG

Inviato

@G.Carlovero! Sono io che ho sbagliato e ho scritto 24/96 invece che 24/192…

Grazie per la precisazione..

@UpTo11 La Messa in Si Minore di Bach diretta da Andrea Marcon è di una bellezza commovente! Meritava aspettarla! L’orchestra filologica, con l’organo ben in evidenza, il coro, le voci soliste (tutti giovani.. con la soprano che mi ricorda vagamente la grande Emma Kirby che registrava con Hogwood).

Una registrazione capolavoro (anche come tecnica audio) che potrebbe diventare il mio riferimento ! Peppe devi ascoltare anche questo album… prendi ferie! 😉😆

E @analogico_09 la segnalazione di Weil ero invero anche io dove farla… ma si può fare anche in entrambe le discussioni!

Che tempi, quei primi anni del ‘900…. che protagonisti! 😉

analogico_09
Inviato
2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

La Messa in Si Minore di Bach diretta da Andrea Marcon è di una bellezza commovente! Meritava aspettarla! L’orchestra filologica, con l’organo ben in evidenza, il coro, le voci soliste (tutti giovani.. con la soprano che mi ricorda vagamente la grande Emma Kirby che registrava con Hogwood).

Una registrazione capolavoro (anche come tecnica audio) che potreb😆be diventare il mio riferimento ! Peppe devi ascoltare anche questo album… prendi ferie! 😉

**Che tempi, quei primi anni del ‘900…. che protagonisti! 😉

 

 

L'ho già ascoltato, sapevo della registrazione di Marcon, letta la segnalzione di  @UpTo11 l'ho cercata in Tidal, e già con i Kirye sublimi, ascetici con un senso della frase estremamente musicale ho iniziato a lievitare. Coro davvero stupendo, suono, timbrica, colore, insieme perfetto, solisti di canto, orchestrazione, direzione, ogni altra cosa è meravigliosa piena di pathos... ma la musica è un miracolo: un'opera così antica chissà quante volte eseguita ed ascoltata, ecco che senza cambiare una sola nota o segno della partitura originale torna a rivivere come se fosse la prima volta mentre l'ascoltatore riscopre l'entusiamo e gli stupori emozionali delle prime scoperte musicali.

Con l'Osanna sono andato letteralmente in "circolo.., il brano più complesso e stupefacente.., non ho più pensato alle suddivisioni fittizie in "generi", ascoltavo Bach, ascoltavo jazz, ascoltavo tutta la musica del mondo.

p.s. - ci sarebbe qualche cosa da dirte sulla non sempre perfetta perfezione di alcuni momenti quale l'intonazione, ma è così pieno di umanita, di sentimento, di alta, ispirata espressione musicale tutto l'insieme trascinante che un piccolo "neo" finisce per far risaltare ancora di più la bellezza dell'intero "corpo" interpretativo. Come capita con la bellezza femminile... le dee delle statuarie perfezioni fisiche a volte trasmettono freddezza anche "psichica"...

 

** E già, un secolo dopo, oggi, ecco come siamo messi.., il nostro miglior presente è il nostro miglior, meraviglioso passato che ci giunge così come è e come sempre sarà senza dovergli rifare il look...  😉

analogico_09
Inviato
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Con l'Osanna sono andato letteralmente in "circolo.

 e c - volevo scrivere Sanctus...

Inviato

@UpTo11  Bravo!! Mi hai “bruciato sul tempo”! 
Sto ascoltando adesso il Requiem di Mozart, e lo trovo molto appropriato, molto “tradizionale”, nonostante l’orchestra filologica (una delle migliori attuali, Il Gardellino dico).

Mi stupisce la notevole somiglianza con quello diretto a Berlino da Abbado, per i tempi, la dinamica e “gli accenti” orchestrali e vocali messi quasi “nello stesso posto”.

Abbado, correva il 1999 se non sbaglio, allora non venne capito del tutto, ma stava seguendo la filologia, alla sua maniera come poi avrebbe fatto con l’Orchestra Mozart (Moz @mozarteum, Abbado ha fondato l’ultima orchestra dedicandola a Mozart e dicendo che era una dichiarazione d’amore: come non dire che Abbado di Mozart è stato un interprete sublime?? Considerando che proprio a Mozart, oltre che a Mahler, Abbado ha dedicato gli ultimi anni della sua vita…).

Ripeto: trovo sorprendente l’analogia fra questo album e la registrazione live di Abbado a Barlino per il decimo anniversario dalla morte di Karajan.

Anche i dettagli svelano la somiglianza fra queste due interpretazioni, come per esempio l’organo che è “flebile” ed in secondo piano, e l’effetto “cappella” della posizione del coro.

Molto diverso l’altro Requiem di Mozart uscito in contemporanea, la settimana scorsa, quello di Pichon.

Se ne è parlato in una discussione apposita e non ci torno qui sopra, ma  in quel caso l’approccio filologico porta a risultati finale completamente diversi (pur bellissimi, anche in quel caso).

Avere la possibilità di ascoltare entrambi gli album, peraltro con tecnica di ripresa audio bellissima e qualità audiofila in HiRes (24/192 quello di Van Reyn, in 24/96 quello di Pichon) e confrontarli è un modo per arricchirsi culturalmente e al contempo avere piacere doppio!

IMG-1607.png
P.S. Poi…passerò ad ascoltare Buxtehude … ma…ma… il giorno dovrebbe avere 48 ore e non 24! 😉

 

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