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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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Inviato
Il 24/2/2025 at 19:19, SimoTocca ha scritto:

le nuove registrazioni di Ravel di Jin Cho…

Ascoltato più volte nel corso dell’ultima settimana. Secondo me una bellissima interpretazione del concerto per la mano sinistra, molto difficile tecnicamente, superato in assoluta scioltezza da parte del pianista coreano. La registrazione poi è, a mio avviso, semplicemente strepitosa. Si colgono tutti i colori e la dinamica sia del piano che dell’orchestra, con una trasparenza e una presenza incredibili (e io sono sempre stato molto critico nei confronti delle incisioni della DG). Molto consigliato!

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Inviato

Si parlava qualche tempo fa, con Damiano  @Grancolauro e diversi altri di questa “registrazione fantasma” di Pollini.

Tutti noi conosciamo gli Etudès di Chopin interpretati da Pollini nel 1972 immortalati su disco dalla Deutsche Grammophon, un disco diventato presto riferimento “universale” e che ha consacrato Pollini come interprete Chopiniano di classe assoluta.

Ma pochi di noi sapevano che Pollini, subito dopo la vittoria al Concorso Chopin, nel 1960, aveva già registrato per la EMI una integrale degli Etudès (oltre al primo concerto di Chopin e alcuni brani sparsi scelti fra Notturni e Polacche). Il giovane Pollini 18enne però non dette poi il suo consenso alla EMI per la pubblicazione e così queste registrazioni erano rimaste nascoste e segrete fino al 2012 circa, quando l’etichetta Testament stampò un CD (rimasto invero abbastanza poco noto…).

Ecco adesso che la EMI/Warner pubblica oggi, in formato HiRes le registrazioni EMI analogiche del 1960 rimasterizzate a 24/192.

La nuova qualità audio consente, a mio avviso, di cogliere appieno le differenze fra queste interpretazioni del Pollini 18enne con quelle assai famose per la DG del 1972.

Anche se andrebbe sottolineato che Pollini non aveva dato il suo consenso e quindi sarebbe da ipotizzare il perché un giovane pianista emergente avrebbe “rotto” con la più grande casa discografica di allora (l’inglese EMI) che per questo suo rifiuto strapperà anche il suo contratto in esclusiva. Forse non voleva essere etichettato come pianista “solo Chopiniano”? Un po’ debole come scusa di rottura, no? Forse perché il giovanissimo Pollini era già un perfezionista maniacale e non si riteneva soddisfatto di questa registrazione? Più plausibile… ma manca “documentazione” per confermare questa ipotesi.

Sta di fatto che dopo queste registrazioni Pollini si prende “un decennio sabbatico”, per studiare e approfondire (anche con Benedetti Michelangeli, che sembra aver lasciato un bel segno, ascoltando le interpretazioni successive del 1972…).

A mio avviso però questi Etudès sono lo stesso bellissimi, e se usati come pietra di paragone anche con quelli recentissimi di artisti emergenti come Yuncham Lim (premiati come album dell’anno 2024 da Grammophone e BBC music magazine) ci dicono che il giovanissimo Pollini era già un genio assoluto.

Un ascolto bellissimo e, per i fan di Pollini, irrinunciabile…

 

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  • Melius 1
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Grancolauro
Inviato

@SimoTocca Grazie Simone per la segnalazione! Aggiungo soltanto che circola sul web anche una registrazione degli Studi di Chopin eseguiti da un Pollini quattordicenne (era il 1956), a casa di amici di famiglia pare; una registrazione per certi versi ancora più impressionante sotto vari punti di vista.

Qui gli studi dell’opera 10, quelli dell’opera 25 non li trovo più anche se non c’erano tutti se non ricordo male. 

 

SimoTocca
Inviato

@senek65 Ho iniziato ad ascoltare…. Pensavo a registrazioni “storiche”… invece qualità audio eccellente! Ed è interessante ascoltare un approccio a questi noti capolavori non “convenzionale”, e con qualità artistica eccellente da parte direttore e dell’orchestra… 

E a proposito di qualità audio e artistica eccellente, non posso non segnalare questo “cofanetto” Linn, con Marcelaru che dirige Rachmaninov.

L’ascolto della più famosa sinfonia, la seconda, è stato assolutamente e pienamente soddisfacente, con una qualità orchestrale delle singole sezioni stellare. Non me l’aspettavo: la WDR, seppure buona e famosa orchestra tedesca, suona come e meglio della Philadelphia, che pure i capolavori sinfonici di Rachmaninov ha tenuto a battesimo!

E sopratutto Marcelaru, ha le idee chiare su come affrontare il “piacione” Rachmaninov: un equilibrio sonoro che enfatizza i legni e gli ottoni, gli archi sempre setosi e carezzevoli, le percussioni esplosive…

Per una lettura che non “si compiace di se stessa”, ma che cerca un senso oltre la bellezza appariscente.

Favolosa la ripresa del suono Linn…

 

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senek65
Inviato

@SimoTocca io lo trovo molto bello. Non ho sentito tutto, ma la terza di Beethoven e la sesta di Tchaikovsky mi sono piaciute moltissimo

SimoTocca
Inviato

Via via che la Deutsche Grammophon fa uscire uno dei (costosi in maniera esosa) vinili della sua serie Analog Remastering (sembra che la DG usi anche le riprese microfoniche fatte in quegli anni  in precisone della futura quadrifonia, poi morta sul nascere..) poi puntualmente esce anche il file in HiRes sui servizi di streaming…

È il caso di questo bellissimo album dedicato a Ravel e che vede Seji Ozawa sul podio della sua “nuova” (allora, negli anni ‘70!) orchestra di Boston.

Il “folletto”, così veniva chiamato Ozawa, aveva avuto un background musicale francese nella sua educazione musicale, anche grazie ai suoi anni a capo dell’Orchestre de Paris, e così in Ravel si muove a suo agio come un pesce nell’acqua. E dico pesce perché riesce a rendere tutti i toni cangianti pensati da Ravel per l’orchestra nel suo Valses noble et sentimetales… 

Dal canto suo l’orchestra di Boston ha sempre avuto il suono più bello, “educato” ed europeo di tutte le grandi orchestre americane, e così questo album ne riesce come capolavoro, anche grazie alla registrazione DG, bellissima, adesso in 24/192 (che finalmente rende giustizia alla Boston Symphony, come invece il CD non era riuscito a fare…).

Una bella uscita per festeggiare il 2025 anno di Ravel…

 

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SimoTocca
Inviato

Peraltro a breve dovrebbe uscire, con la Boston Symphony e il suo direttore Andris Nelsons, l’integrale di Shostakovich, non solo tutte le sinfonie (forse l’integrale più bella disponibile da sempre, forse…) già pubblicate, ma anche i concerti per violoncello (con Yo Yo Ma), quelli per violino e quelli per pianoforte (con la Yuia Wang..).

in attesa di queste delizie appena registrate vi segnalo un’altra uscita della Oistrakh Edition rimasterizzata dalla EMI/Warner, dove il mio violinista preferito esegue sia Mozart che Prokofiev con la Philharmonia Orchestra con Alceo Galliera sul podio.

Questa registrazione del secondo concerto di Prokofiev è da sempre stata il mio “gold standard”, pietra di paragone per tutte le altre, ma fino ad ora (almeno su CD) era penalizzata da una qualità audio modesta.

In questa nuova veste HiRes 24/192, il suono del violino di Oistrakh è finalmente diventato “degno”, ma sopratutto è la favolosa orchestra londinese ad aver acquistato spessore dinamico, e dettaglio di suono assolutamente pregevole.

Ecco perché vi segnalo all’ascolto questo album appena uscito in questa veste HiRes..

 

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  • Melius 1
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SimoTocca
Inviato

E ancora… appena uscito per questa nuova etichetta, la Supreme Classics, questo album che vede il vecchio leone Riccardo Muti sul podio …di una banda di soli fiati… banda sì..ma che banda!! Sono i fiati dei Berliner e dei Wiener riuniti! 
Il programma sono famose overtures italiane (Verdi, Rossini…).

Ne esce un bel programma assolutamente poco convenzionale, in cui si ammira il virtuosismo di questi fiati che “a momenti” fanno dimenticare che non sono presenti gli archi!!

Peraltro una bella qualità audio, il 24/96…

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  • Melius 1
SimoTocca
Inviato

E ancora… segnalo il concerto di Sibelius eseguito da Capuçon con Daniel Harding alla testa dell’Orchestre della Suisse Romande. Perché lo segnalo? Non perché sia l’interpretazione di riferimento, ma la segnalo perché vi è una impronta interpretativa molto molto personale, con una lentezza ipnotica del tempo iniziale, ed un suono che da Mare del Nord, diventa quasi Mediterraneo… 

Nella folta schiera di esecuzioni supreme di questo concerto (Oistrakh su tutti, ma non solo..) ascoltare una lettura così diversa e personale può essere illuminante..o almeno lo è stato per me..

La ripresa del suono è bella … con il violino un po’ troppo in primo piano.. ma l’orchestra ha un bel suono ed è schierata bene nello spazio…

 

 

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  • Melius 2
  • 2 settimane dopo...
SimoTocca
Inviato

I Preludi di Chopin possono vantare una discografia così ampia e straordinariamente qualificata che probabilmente supera quelle, pur egualmente sterminate, di tutti gli altri suoi capolavori musicali.

Hanno registrato i Preludi miti come Rubinstein e Arrau, Horowitz (seppure assai parzialmente) e Richter, Ashkenazy e Sokolov e… moltissimi altri nomi imprescindibili del pianoforte.

In occasione della mia recente segnalazione della nuova uscita discografica Decca dei Preludès, firmata dal giovane pianista giapponese Mao Fujita, avevo anche citato i miei riferimenti discografici, e cioè Pollini (il cui album del 1975 dovrebbe presto uscire come rimasterizzazione HiRes della DG), Argerich (DG, già in HiRes) e Pogorelich (ancora DG). Riferimenti che da sempre formano il “podio” nelle mie preferenze personali.

E però… e però ci sono pianisti che “zitti zitti e pian pianino” suonano da vivo e registrano album che diventano a loro volta riferimenti. Zitti zitti intendo: con minor notorietà mediatica e minor pubblicità, rispetto ad un Lang Lang per dire..

Jan Lisiecki, che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo ancora ragazzino sotto la bacchetta di Abbado e poi ancora più da grandicello diverse volte, è fra questi pochi pianisti che sono di livello artistico superlativo ma che godono chissà perché di una minore notorietà.

Lisiecki fa uscire per la DG questo suo album che ha una impaginazione intelligente ed interessante, in cui i Preludi di Chopin sono affiancati da altri Preludi “sparsi”, da Bach a Messiaen passando per Rachmaninov.

Un doppio album che sinceramente mi ha “conquistato”, perché Lisiecki affianca alla sicurezza tecnica virtuosistica, mai esibita, una concezione molto personale dell’opera che esegue, pur rispettandone la “lettera” sullo spartito.

Ecco perché segnalo questa ennesima interpretazione dei Preludès di Chopin: perché a mio avviso  aggiungono una nuova visione personale e bellissima di questo capolavoro.

Registrazione superlativa della DG in HiRes (ça va sans dir…)

 

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  • Melius 1
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Inviato

Lungamente atteso, è finalmente uscito in 24/96 e 24/192...

 

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  • Melius 2
SimoTocca
Inviato

Oggi una valanga di novità… non me lo aspettavo per “fine mese”, perché in genere succede all’inizio del mese … 

Stupisce che la DG abbia pubblicato “tutti insieme” gli album che completano le splendide uscite dell’integrale sinfonica di Shostakovich fatta la Nelson con la sua orchestra di Boston: La Lady Mecbeth opera integrale con grandi nomi fra le voci, i concerti per pianoforte con la “solita” Yuia Wang, ormai fissa in America (fra Dudamel a Los Angeles e Boston con Nelson, sta registrando moltissimo per la DG!) e ancora i concerti per violoncello, con YoYoMa, e quelli per violino… ma appunto avremo occasione di parlarne con “calma e gesso”, perché prima di parlare di queste uscite…voglio ascoltarle! 
Per adesso invece vi segnalo questa splendida registrazione Linn con la sua orchestra “scozzese” della casa che impegna un repertorio tanto moderno e piacevolissimo, quanto intelligente ed appagante.

Come è sempre intelligente e “intellettuale” la direzione del direttore “nordico-nordico” Thomas Sondengard, un nome da tenere d’occhio…

 

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SimoTocca
Inviato

Ho visto oggi, del tutto casualmente, che su Qobuz ci sono numerosi album Decca/Mercury di Antal Dorati come direttore appena rimasterizzati in HiRes.

Lo volevo segnalare perché il suono è davvero splendido in questa nuova veste!

Sto ascoltando questo album dedicato a Haydn (la prima integrale sinfonica dedicata ad Haydn è proprio quella Decca con Antal Dorati sul podio della Philhamonia Hungarica!).

Qui, in questo album Mercury l’orchestra è diversa ma la “mano del direttore” è come sempre molto “felice” in Haydn.

A mio avviso Antal Dorati è stato un direttore un po’ sottovalutato, forse perché negli anni ‘60 e ‘70 del novecento i grandissimi direttori erano davvero molti: da Karajan a Böhm, da Giulini a Solti, da Fricsay a Klemperer, da Reiner a Walter, da Bernstein a Ormandy…. Insomma ecco che Dorati che dirigeva orchestre “minori” (quella di Minneapolis e quella ungherese citata, anche se ogni tanto anche orchestre blasonate come la London Symphony… che però famosa è diventata dopo l’arrivo di Claudio Abbado..) veniva un po’ “snobbato”… 

Prendo l’occasione di queste uscite per “rivalutarlo”, anche perché se la qualità audio degli altri album rimasterizzati è pari a questo che sto ascoltando… ecco ci sarà da “leccarsi” i baffi!

Giudicate anche voi..

 

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SimoTocca
Inviato

…che poi quando l’orchestra era importante come la London Symphony, il repertorio registrato era considerato “minore”… come queste quattro Rapsodie Ungheresi di Liszt…

Fatto questo, invece, che rende oggi (con millanta registrazioni delle sinfonie di Beethoven o di Schubert o di Mahler) quasi più “appetibile” e prezioso un album come questo…

Molto bella la modalità di registrazione Mercury, naturale come ricostruzione spaziale anche all’ascolto in cuffia!

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Inviato

Segnalo l'uscita della monumentale messa in si minore di Bach diretta da Rafael Pichon con l'ensamble Pygmalion. 

Una esecuzione con strumenti antichi ma comunque solenne e con cori corposi il giusto. 

Un riferimento a mio parere, registrazione Harmonia Mundi perfetta! 

Ps: sto ascoltando quella che è per me una delle composizioni musicali più belle e più emozionanti in assoluto "Vespro della Beata Vergine" eseguito da Pichon e uscito nel 2023 mi pare che possa superare la bellezza e perfezione del mio riferimento che è Alessandrini. 

Grandissimo gruppo Pygmalion e Pichon. 

Mi scuserà @SimoToccase riparlo di un disco sicuramente già segnalato! 

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