mozarteum Inviato 21 Gennaio Inviato 21 Gennaio Il titolo in francese non mi viene bene con gli accenti in tastiera, ma stravedo per questa composizione tripartita. Devo dire che Liszt come Berlioz (i due hanno in comune una vena visionaria eccitata in forme madornali) appartiene a quei compositori “abnormi” che soggiogano annullando qualunque pretesa di analisi di valore. Si amano o no. Ecco gli anni di pellegrinaggio si adorano addirittura. Romanticismo febbrile, tensione erotico/spirituale come solo i grandissimi sanno fondere (e penso al Wagner del Parsifal o del Tannhauser) Direi Berman, Brendel Ciccolini per le integrali, forse anche Cziffra. Per il sonetto del Petrarca direi Lipatti. A voi l’ardua scemenza
garmax1 Inviato 21 Gennaio Inviato 21 Gennaio 20 minuti fa, mozarteum ha scritto: voi l’ardua scemenza Inizio io, ho l'integrale eseguita da Lazar Berman e l'anno scorso ho ascoltato dal vivo eseguiti da Alexander Kantarow. Una cascata di note e ascoltati dal vivo sono impressionanti
maverick Inviato 21 Gennaio Inviato 21 Gennaio nonostante siano indubbiamente dei capolavori non sono mai riuscito a farmeli piacere. Nonostante abbia provato più volte, sotto le indiscutibili e autorevoli dita di Brendel , Barenboim e qualche altro vate della tastiera. Ma niente, non riesco ad imprimermi in testa i temi, le atmosfere di questi composizioni. Evidentemente è un mio limite, e mi taccio.
analogico_09 Inviato 22 Gennaio Inviato 22 Gennaio 4 ore fa, mozarteum ha scritto: Devo dire che Liszt come Berlioz (i due hanno in comune una vena visionaria eccitata in forme madornali) appartiene a quei compositori “abnormi” che soggiogano annullando qualunque pretesa di analisi di valore. Si amano o no. Pienemante d'accordo, o spaccano oppure oppure stancano, io li apprezzo molto entrambiper alcune opere "amo"... Amo gli studi trascendeentali da Paganini, fantasia da una lettera di Dante, le leggende di san francesco.., gli anni del pellegrinaggio, mi intriga particolarmente il periodo "mistico", la totentanz, il mefisto-waltzer, le opere composte a Roma come abata e a Tivoli, inoltre studi fantasie, parafrasi varie, il pianoconcerto ner 1, virtuosismi smaglianti ma anche musiclità, un profondo senso della poesia... ora non riesco ad inquadrare gli interpreti più elettivi, per così dire.., sono molti i pianisti che danno il meglio con Liszt, Michelangeli, Campanella, Arrau, rapsodie ungheresi, Brailowsky, gli altri interpreti gia citati.., Oltre il piano non di meno sontuosi sono i poemi sinfonici, Faust, le Preludes, Mazeppa, misteriosa e profonda la musica "religiosa": la via crucis, la lugubre gondola per piano , Brendel, e per piano e cello.... questa con due interpreti straordinari, per me inarrivabili... Scusate se sono andato oltre l'opero indicata da moz. 1
talli. Inviato 22 Gennaio Inviato 22 Gennaio Il primo amore non si scorda mai e quindi Berman su tutti. Tra i "nuovi" Lortie e aggiungiamo anche un italiano ... Enrico Pace
Grancolauro Inviato 22 Gennaio Inviato 22 Gennaio Se parliamo di integrali di queste suite, ai miei tempi i punti di riferimento obbligati erano Arrau per chi amava trasparenza e rigore interpretativo, Lazar Berman per chi prediligeva eloquenza e invenzione. C’è stato un periodo in cui Jorge Bolet fu molto apprezzato per la sua scelta di spogliare Listz di tutti i suoi aspetti meramente esteriori, pirotecnici, clowneschi perfino a volte. Ma a mio modo di vedere non fu una scelta felice, perché in Liszt superficie e sostanza coincidono. Oggi i riferimenti sono diventati altri, mi sembra. Ciascun pezzo della III suite ha poi i suoi grandi eroi.
Lolparpit Inviato 22 Gennaio Inviato 22 Gennaio @maverick piccolo consiglio, anche se non richiesto: prova a concentrarti sul singolo pezzo con ascolti ripetuti, evitando la suite nella sua interezza. Per esempio Orage, tempestosa cavalcata di ottave che ricorda gli studi trascendentali, oppure il successivo Vallee d’Obermann, intensamente lirico e contemplativo (bellissima la melodia). Oppure, del secondo ciclo, il sonetto n. 104 di Petrarca, liricissimo, o la scanzonata Tarantella. Infine nel terzo ciclo gli ultimi pezzi, più raccolti e introversi…poco a poco, piano piano, si interiorizzano i pezzi e si comincia con gli altri. Anch’io ho come riferimento Berman (anche i live), oppure l’eloquio eloquente di Arrau. Ho sentito dire bene dell’integrale di Angelich, ma non la conosco. Tra i giovani mi è piaciuto Piemontesi. Poi sui singoli pezzi tanti hanno fatto cose egregie: Horowitz nel Sonetto di Petrarca, ABM nell’egloga, Volodos… 1
faber_57 Inviato 23 Gennaio Inviato 23 Gennaio 17 ore fa, Grancolauro ha scritto: Oggi i riferimenti sono diventati altri, mi sembra. Mi dai qualche nome? Anche io amo Berman, ma sono brani così belli che un cuoco diverso può essere interessante .
Lolparpit Inviato 23 Gennaio Inviato 23 Gennaio 16 ore fa, Grancolauro ha scritto: Ma a mio modo di vedere non fu una scelta felice, perché in Liszt superficie e sostanza coincidono. Condivido pienamente. Una piccola riflessione a margine sui gusti di Liszt riguardo alla letteratura italiana. La più bella e ispirata musicalmente, almeno per me, delle tre composizioni su Petrarca riguarda il Sonetto n. 104 (vale a dire il 134 del Canzoniere), questo che copio-incollo: Pace non trovo, et non ò da far guerra; e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio; et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra; et nulla stringo, et tutto 'l mondo abbraccio. Tal m'à in pregion, che non m'apre né serra, né per suo mi riten né scioglie il laccio; et non m'ancide Amore, et non mi sferra, né mi vuol vivo, né mi trae d'impaccio. Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido; et bramo di perir, et cheggio aita; et ò in odio me stesso, et amo altrui. Pascomi di dolor, piangendo rido; egualmente mi spiace morte et vita: in questo stato son, donna, per voi. L'esibita retorica è la sostanza stessa del sonetto, che una delle tante variazioni con cui Petrarca descrive il tormento d'amore per Laura. Il sonetto è tutto costruito su opposti (pace/guerra; temo/spero; ardo/son ghiacchio; volo/giaccio; cielo/terra...) e su figure di posizione (il v. 1 è un perfetto chiasmo, il v. 2 è un'enumerazione di coppie oppositive etc.). Insomma: Liszt, del quale ignoro il livello di conoscenza della nostra lingua e del volgare trecentesco, si è ispirato a uno dei sonetti dalla scrittura più smaccatamente retorica del nostro poeta, di quelli che piacciono ai professori per spiegare agli studenti le figure retoriche di posizione, di significato, l'importanza dell'ordo verborum in un poeta abile e raffinato come Petrarca...insomma, tutto questo per dire che letture antiretoriche, che vogliono sfrondare la superficie, con Liszt non funzionano, perché tolgono non il superfluo ma l'essenziale. 1
Grancolauro Inviato 23 Gennaio Inviato 23 Gennaio @faber_57 Molto apprezzata, e sicuramente da ascoltare, è l’integrale di Bertrand Chamayou, davvero bella per il suono rotondo, a tratti quasi chopiniano, e l’espressività trasognata, perché di un grande sogno alla fine questi pezzi parlano. 1
Grancolauro Inviato 23 Gennaio Inviato 23 Gennaio Se parliamo poi della terza suite, lascatemi ricordare il compianto Zoltan Kocsis, interprete geniale scomparso prematuramente. Potrei poi raccontare di una dolce fanciulla di cui mi innamorai all’istante ascoltandola suonare (meravigliosamente) I giochi d’acqua a villa d’Este, ma meglio soprassedere 🙂
minollo63 Inviato 23 Gennaio Inviato 23 Gennaio @Grancolauro …ehhh, bei tempi quelli ! (Un po’ per tutti) Ciao ☮️ Stefano R.
Grancolauro Inviato 23 Gennaio Inviato 23 Gennaio @minollo63 già, bei tempi! Tormentati diciamo… ciao
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