Grancolauro Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio Il 08/02/2025 at 13:07, mozarteum ha scritto: Mila era meno descrittivo. Deepseek descrive la nona e i singoli movimenti ad un “primo livello” (turbinio, serenita’ ecc. cio’ che si percepisce ad un ascolto generico). Manca del tutto l’affabulazione, la penetrazione escatologica, insomma il “mistero” della musica che nella nona sinfonia e’ nel grado sommo. Vero, è un Mila molto approssimativo quello restituito dall'IA, anche se un po' ci piglia in quanto a uso di metafore e a concezione antirazionalistica della musica e dell'arte in genere.
mozarteum Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio Sarebbe curioso sapere come l’avrebbe interpretata Theodor W Adorno, all’opposto. chissa’ che ne dice deepseek
analogico_09 Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio 6 minuti fa, Grancolauro ha scritto: Mi sa che è vero, anche se questo non esaurisce la questione. Questo potrebbe essere in parte vero, Damiano, però come mai molti altri brani di Beethoven di altri grandi musicisti sfiuttati a morte da ogni sorta di audiovisivo, banalizzati se non anche "umiliati" dalle pubblicità, musiche sublimi usate per fare da sfondo alle moine erotiche di una sgallettata - ho ricordi risalenti a quando avevo 5 anni.., magari non a questi livelli di spregiudicato sfruttamento, cose più ingenue come la pancia non c'è più... accompagnato dal "mattino" di Grieg.... - non fanno tuttavia pensare a qualcosa di superato o di esaurito, di troppo enfatico? Potremmo aprire un topic dedicato a queste musiche loro malgrado fatte diventare "peripatetiche"...
Lolparpit Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio A me il fugato dell’ultimo movimento, che porta all’esplosione finale, dà un’adrenalina tremenda a ogni ascolto: Poi, va bene, sul IV movimento e la gestione di voci e coro, un Verdi l’avrebbe pensata diversamente (e infatti la stroncava, ma i primi 3 mov li giudicava sublimi). 1
mozarteum Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio Ad aprile sara’ la quinta nona che ascoltero’ con Petrenko. Magistrale qui come nessuno. La parte corale e’ un neobarocchismo squarciato da intuizioni armoniche che proiettano dritti all’Ottava di Mahler. Sorvolo di quasi un secolo, come negli ultimi quartetti. Inchiniamoci senza fare i criticoni dalla scala b del condominio del tuscolano, destinati alla polvere
mozarteum Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio Che poi Beethoven non brillasse con le voci e’ vero. Ma ci sono cose eccezionali anche li’. Per inciso, qui Lise Davidsen un portento dal vivo, appena sentita in Ariadne auf Naxos a Vienna e qualche anno fa nell’Olandese volante a Roma a Santa Cecilia diretto magistralmente da Mikko Frank. Ricorda molto la Nilsson per la lama lucentissima del registro acuto che attraversa la sala con facilita’ e il buon registro grave. 1
analogico_09 Inviato 9 Febbraio Inviato 9 Febbraio 1 ora fa, mozarteum ha scritto: Sorvolo di quasi un secolo, come negli ultimi quartetti. Su questo non c'è ombra di dubbio. Benchè composti prima della Nona, i quartetti sfuggono ad ogni classificazione temporale trattandosi di puro linguaggio musicale antiletterale, l'unico a "parlare. Varrebbe da dire che i quartetti siano più avanti con i tempi ma visto appartengono ad ogni tempo, presente, passato e futuro, non lo dirò. 2 ore fa, Lolparpit ha scritto: A me il fugato dell’ultimo movimento, che porta all’esplosione finale, dà un’adrenalina tremenda a ogni ascolto: Poi, va bene, sul IV movimento e la gestione di voci e coro, un Verdi l’avrebbe pensata diversamente (e infatti la stroncava, ma i primi 3 mov li giudicava sublimi). Non è certamente per avallare ciò che sosteneva Verdi, ci mancherebbe altro, la mia insignificante osservazione che ho già condiviso in questa discussione è che pur nutrendo un "dubbio" per le specifiche parti corali (non interamente.., una leggera spuntatina avrebbe giovato) e la solistica trovo gli altri movimenti, compreso il quarto con il poderoso fugato, grandiosi, in realtà considero tale l'intera opera solo mi concedo un insignificante diritto "mugugnetto" che non mi aliena il grande piacere di ascoltare tale monumento musicale. 1
Grancolauro Inviato 14 Febbraio Inviato 14 Febbraio Il 09/02/2025 at 16:39, mozarteum ha scritto: Sarebbe curioso sapere come l’avrebbe interpretata Theodor W Adorno, all’opposto. chissa’ che ne dice deepseek Ho provato a chiederlo a ChatGPT. Questa la risposta: "Theodor W. Adorno aveva una relazione complessa con la musica di Beethoven e, in particolare, con la Nona Sinfonia. Il suo approccio critico combinava l'analisi musicologica con la filosofia sociale e la teoria estetica. Ecco alcuni punti chiave di una possibile valutazione adorniana della Nona: 1. Il Potenziale Utopico e la Contraddizione Immanente Adorno vedeva nella musica di Beethoven, e nella Nona Sinfonia in particolare, un'espressione della dialettica tra l’ordine imposto dalla forma musicale e le tensioni che lo destabilizzano. La Nona incarna l’utopia di una riconciliazione universale, ma questa riconciliazione rimane problematica. L’“Inno alla gioia” nel finale esprime il desiderio di fratellanza e unità, ma rischia di essere visto come una risoluzione forzata, che sopprime le tensioni reali piuttosto che risolverle organicamente. 2. Critica alla Sintesi Finale Adorno era scettico rispetto alla sintesi raggiunta nel quarto movimento. Nella sua lettura, la celebrazione collettiva dell’umanità potrebbe essere percepita come una forma di falsa coscienza, un’illusione ideologica che nasconde le contraddizioni della società. Questo lo porta a considerare il finale della Nona come un momento di regressione rispetto alla tensione dialettica che caratterizza gli altri movimenti. 3. Il Carattere Tardo della Nona e la Frammentazione della Forma Adorno aveva grande ammirazione per il “Beethoven tardo”, in cui vedeva una crescente frattura della forma classica e una maggiore espressione dell’individualità e della disillusione. La Nona contiene elementi di questa tendenza, ma il suo epilogo gioioso sembra contraddirne le tensioni interne. Questo la distingue da altre opere tarde di Beethoven, come gli ultimi quartetti, che per Adorno rappresentano una critica più radicale alle convenzioni musicali. 4. Appropriazione Ideologica della Nona Un aspetto fondamentale della critica adorniana riguarda l'uso ideologico della Nona Sinfonia. Adorno era molto attento alla possibilità che la musica potesse essere cooptata da regimi autoritari o da una cultura di massa che ne svuotasse il contenuto critico. La Nona è stata interpretata in molti contesti politici (dai regimi totalitari alla cultura borghese), dimostrando come la sua apertura simbolica la renda vulnerabile a usi distorti. Conclusione: Dialettica tra Emancipazione e Falsa Riconciliazione Nel complesso, Adorno probabilmente vedrebbe la Nona Sinfonia come un’opera di straordinaria grandezza, ma anche intrisa di una contraddizione irrisolta. Da un lato, essa incarna l’aspirazione umana a una società riconciliata; dall’altro, questa riconciliazione è espressa in una forma che rischia di apparire troppo semplificata o persino ingannevole. La tensione tra emancipazione e ideologia è dunque il cuore del problema adorniano con la Nona Sinfonia." Un po' superficiale, come al solito, ma non dice stupidaggini mi sembra. Il che resta sempre sorprendente...
Grancolauro Inviato 14 Febbraio Inviato 14 Febbraio Il 09/02/2025 at 16:43, analogico_09 ha scritto: Potremmo aprire un topic dedicato a queste musiche loro malgrado fatte diventare "peripatetiche"... Si potrebbe in effetti! Il vissuto personale conta in queste cose. L'Inno alla gioa non riesco più ad ascoltarlo dopo essermelo sorbito per anni alla scuola media, storpiato col flauto dolce da una masnada di selvaggi, e io tra loro. Non ce la faccio, è più forte di me. E lo stesso vale per il Peer Gynt di Grieg. Persi per sempre, per quanto mi riguarda. 2
analogico_09 Inviato 15 Febbraio Inviato 15 Febbraio @Grancolauro Come ti capisco" Sono i metodi di insegnamento musicale ancora vigenti nel belpaese. A migliorare le cose mo' ci pensa la riforma "Uto Ughi"... 1
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