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Termini audiophili


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salvatore66
Inviato

Per suono caldo si intende un suono dove non prevalgono le alte frequenze e un po' ambrato, giusto?  Cioè; non proprio luminoso o brillante 

Inviato
12 minuti fa, salvatore66 ha scritto:

Per suono caldo si intende un suono dove non prevalgono le alte frequenze e un po' ambrato, giusto?  Cioè; non proprio luminoso o brillante 

Esatto!

 

  • Thanks 1
Inviato
18 minuti fa, salvatore66 ha scritto:

Per suono caldo si intende un suono dove non prevalgono le alte frequenze e un po' ambrato, giusto? 

Non è detto: per me ad esempio la definizione di suono caldo si contrappone a quella di uno troppo analitico, "freddo" appunto.

salvatore66
Inviato

E suono freddo non vuol dire troppo carico di acuti e medio/alte frequenze? @Tronio

Discopersempre2
Inviato

A volte trovo il linguaggio dell' audiofilo simile al "politichese" dei nostri politici.

 

Inviato

Un termine che non riesco a decifrare è " suono raffinato "

Grancolauro
Inviato

Non trovate interessante che quando si provano a descrivere le caratteristiche timbriche del suono si ricorra a metafore tratte dalla percezione mediante altri sensi? Non è curioso? Abbiamo un sacco di parole per descrivere esperienze visive, tattili, olfattive, ma quando si parla di ciò che ascoltimo il lessico a disposizione è poverissimo... forse perché la musica è misteriosa, inesprimibile con parole? mah...

Si potrebbero censire, queste matafore.

Eccone alcune

metafore tattili: suono caldo, freddo, ruvido, fluido, spesso, sottile

metafore del gusto: suono dolce, aspro, acido,

metafore visive: suono brillante, chiaro, scuro, ombroso

Fornire una definizione di suono "caldo", dal momento che si tratta di una metafora, proprio non si può direi.

 

Grancolauro
Inviato
6 minuti fa, fabbe ha scritto:

Un termine che non riesco a decifrare è " suono raffinato "

Anche questa è una metafora! Serve a comunicare una esperienza che facciamo evocando esperienze simili, più familiari e comprensibili da tutti. Pensa quando parliamo di "suono frizzante", oppure di "esplosione di suono" di un'orchestra. Stessa roba più o meno

  • Moderatori
paolosances
Inviato
57 minuti fa, Coltr@ne ha scritto:

Se può servire, se no cancellate

È il pensiero di Mario Bon,non certo il pensiero di "un passavo per caso..."

  • Thanks 1
Inviato
1 ora fa, salvatore66 ha scritto:

E suono freddo non vuol dire troppo carico di acuti e medio/alte frequenze? 

No

salvatore66
Inviato

@Tronio spiegati allora perché secondo il link di Mario Bon postato sopra e' proprio cosi

Inviato

Il suono raffinato e’ quello che coglie oltre alle note anche il contenuto armonico delle stesse in modo preciso e ricco

extermination
Inviato
5 minuti fa, mozarteum ha scritto:

contenuto armonico delle stesse in modo preciso e ricco

Questa sarebbe da argomentare. Parli di inviluppo ADSR o che altro?

speaktome74
Inviato
1 ora fa, fabbe ha scritto:

Un termine che non riesco a decifrare è " suono raffinato "

È un suono "diverso" 

Inviato

@salvatore66 ricordo anche questo di Giussani

 

 

Iniziamo ricordando alcune cose presenti già da tempo anche in altre parti di questo sito:
Le bande di frequenza che è possibile esaminare per andare a verificarne gli effetti sull’ascolto possono essere talmente tante… E poi: “…isolate o più insieme…?”, “…in più o in meno…?”, “… Quante combinazioni/permutazioni…?”
Le più importanti, così all’impronta, con annesse laconiche definizioni non esaustive potrebbero essere una/due ottave circa centrate attorno alle frequenze seguenti:
A: 50, B: 160, C: 400, D: 1000, E: 2000, F: 3150, G: 5000, H: 10000 Hz, I: 12500, L: 16000 (per chi li sente…)

A: I “bassi profondi” e l’ampiezza/immanenza delle grandi orchestre/gruppi specie dal vivo. Se è abbinata alla L è ancora meglio.
B: Potenza. Ma anche “gommosità”, se esuberano/mancano altre frequenze. Il difetto può essere corretto aumentando le gamme da D a G, ma ovviamente ci sono dei limiti…
C: Scatolarità, effetto cartone (“scatola da scarpe”, specie sulle voci maschili), quando troppo. Leggerezza del tom (batteria), del sax baritono, delle note “medio-basse” della chitarra, quando poco. E annessi e connessi. Se è troppo poco C e troppi A e B può contribuire al famoso “basso gommoso”.
D: Se è poco si perde “effetto presenza” se è troppo aiuta ad emergere i difetti della C.
E: Se è poco diminuisce “effetto presenza” se è troppo interviene il “pungente/fastidio”.
F: Caratterizzazione ed “articolazione” degli strumenti solisti e delle voci, specie femminili.
G: Apertura della timbrica degli strumenti aventi spettri “bassi ma non bassissimi”. Se è troppo “archi alla corda”.
H: Apertura/spaziosità del 99% degli strumenti e dei “rumori”, applausi compresi. Se è eccedente comporta il famoso effetto durezza, freddezza, fastidio, “effetto cupole rigide” e/o “meno setosità” della gamma alta.
I: Queste cominciano ad essere alte frequenze “vere”, solo armoniche “aifai” e rifinitura, anche “spaziale”.
L: Come I, anzi meglio, ma solo per chi li sente davvero. Ariosità… Leggerezza e setosità dell’estremo alto.
C, F & G insieme: transienti più o meno “veloci”…

 

salvatore66
Inviato

@Coltr@ne Bene, grazie mille del contributo, molto interessante 

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