Possiamo combattere la musica creata dall’intelligenza artificiale?

15 Giugno

L'intelligenza artificiale è una fase ulteriore nel cammino della creazione di rumori modulati, diversamente definiti musica.

Nel 1979 Giorgio Moroder produsse un LP ( E=MC2 ) dove i microfoni furono usati per voce e batteria, il resto tutto elettronico, dritto nel mixer/registratore multitraccia. Nel 1981 The Human League realizzarono DARE, tutto elettronico, batteria LINN automatica e microfoni solo per le voci. Qualche anno dopo a Detroit i produttori di musica house - acid lasciavano alla batteria elettronica Roland la creazione dei loop ritmici. Bastava togliere e mettere le batterie et voilà, un nuovo pattern ritmico inedito era pronto. Microfoni, zero. Andando avanti si imparò a fare a meno dei vocalist, bastava campionare la voce dal disco di qualcuno altro ( Brian Eno e David Byrne - My Life In The Bush Of Ghosts ). I Kraftwerk avevano già teorizzato il tutto (The Man Machine). Più o meno dagli anni '90 il "registratore multitraccia" tipico è un computer con un software, la consolle di mixaggio è virtuale sul monitor. Stupirsi, oggi, che esistano dei cosi che generano autonomamente rumori modulati francamente non mi stupisce, anzi. E' l'evoluzione di altri cosi chiamati genericamente sequencer, un po' più evoluti. Lasciamo perdere la filosofia : la musica è stata la prima arte a fruire di un certo grado di automazione.

Cosa vuol dire : ben poco. Se andiamo a riesaminare le partiture di Vivaldi ci accorgeremo che già nel 1600 esistevano campioni mondiali di copia ed incolla.

Morale : se camminando per le vie del centro incrocio un musicista che con la chitarra suona e canta Blowin' In The Wind,

nonostante la conosco a memoria, mi fermo. Se mi piace ascolto. Imperfezioni comprese, perché sono le componenti umane fondamentali. Di perfezioni da intelligenza artificiale, vere o presunte, non saprei francamente cosa farci.