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Melius Club

Il saccheggio di Milano


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Inviato

di roma non so, qua al nord ci sono vari esempi di edilizia popolare privata anche di un qualche valore.

ma erano le case per gli operai dei contigui opifici, dietro c'era sempre un discorso economico - pratico - produttivo che teneva su tutto il discorso. l' edilizia pubblica di pura sussistenza è un autentico buco nero

senza ritorno. qui uno degli esempi più famosi, il villaggio crespi d' adda, ora patrimonio unesco, abitato ancora oggi.

Crespi-dAdda.jpg

Enrico VIII
Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

qui la garbatella

Belle e ben tenute

Enrico VIII
Inviato

Un esempio di case per operai ed impiegati, costruite dignitosamente e ancora ben tenute, è la famosa Metanopoli di Mattei, a San Donato Milanese, costruita da ENI. 

 

Qui una breve storia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Metanopoli

Inviato
5 ore fa, mozarteum ha scritto:

L’importante e’ non fare edilizia economica e popolare che degrada subito

E sta gente dove la mettiamo 

Inviato
41 minuti fa, senek65 ha scritto:

E sta gente dove la mettiamo

Che poi si degrada e sporcano in giro? 
A Milano, ormai si vogliono costruire solo immobili di lusso, questi li mandiamo nell’interland. 

mozarteum
Inviato

Borghi dell’hinterland molto meglio che case popolari alla corviale.

neroacustico
Inviato

e ari daje ... 

Inviato

Come a lsolito i cialtroni della Lega in testa la Sardoni hanno chiesto le dimissioni di Sala.

Ma perche' non restituiscono i 48 milioni scomparsi nel nulla e tutta la sua feccia di governo che ha la Garnero incollata al cūlus sulla sedia che era quella che chiedeva che ognuno doveva dimettersi quando era all' opposizione ,oppure Del Mastro altro radio scarpa che va in gira con il suo amichetto Donzelli a circolare di notizie riservate.

Almeno la più"furba" ,Meloni ,non ho detto la più' brava ,ha detto di aspettare gli eventi ,sapendo che in casa sua ,di ignorantissimo e pressappochismo ne hanno da vendere

maurodg65
Inviato

Sé questa inchiesta finirà con un nulla di fatto, come molte altre nei confronti della classa politica bipartisan, ci si dovrà interrogare seriamente sulla magistratura e sulla sua azione, che sembra essere diventata più politica che giudiziaria, auguriamoci che così non sia.

Roberto M
Inviato

La situazione si aggrava, e non di poco.

“Inchiesta sull'urbanistica a Milano, le carte: «Da noi un piano ombra del territorio, ah ah. E con alte parcelle...»

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_17/inchiesta-milano-carte-marinoni-511a832e-5993-44d4-bec1-9d7abf018xlk.shtml

 

I pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini definiscono Marinoni (dimessosi ad aprile scorso) uno «spregiudicato faccendiere» che, «incline alla corruzione, gode di relazioni privilegiate negli uffici politici e dell’amministrazione»: fino a far «inquinare da una corruzione sistemica» la Commissione Paesaggio del Comune, in cui Marinoni era stato designato nel 2021 «su scelta dell’assessore Tancredi e del sindaco Sala», il quale ne condividerebbe le «strategie» a parere dei pm. Qui starebbe la matrice della «degenerazione della gestione urbanistica dell’amministrazione comunale», la quale, invece di essere un «presidio di tutela dell’interesse pubblico», sarebbe stata «asservita alle utilità di una cerchia ristretta elitaria di soggetti» in un «sistema gravemente corruttivo che ha come risultato lo svilimento dell’interesse pubblico

Inviato

(...) Quello che si nasconde sotto il tappeto dei numeri positivi della città, però, sono le grandi crepe del «modello Milano». Guardando le dichiarazioni dei redditi, ad aumentare a Milano sono soprattutto i super ricchi e ricchi, (...) Ma è anche vero che il 10 per cento più povero guadagna meno del resto della Lombardia. E il costo della vita più alto rispetto al resto del Paese abbatte ancora di più il potere d’acquisto di chi in città vive e lavora.

Insomma, i poveri di Milano sono più poveri del resto d’Italia.

Con la differenza che non sono solo gli indigenti a non reggere più il costo della vita, ma anche quelli che fanno lavori normali, magari con retribuzioni stabilite dai contratti nazionali.

Autisti, insegnanti, infermieri, poliziotti non reggono più la città. I concorsi pubblici vanno spesso deserti, mancano tranvieri, professori e pure medici di base. Da più di un anno, Atm, l’azienda dei trasporti milanese, cerca 450 autisti da assumere. Finora ne ha trovati solo 330, costretta a tagliare le corse dei mezzi di superficie con ricadute sui servizi. Ma anche i più giovani con gli stipendi italiani da entry level, senza una famiglia alle spalle, spesso si trovano a rinunciare a un posto di lavoro a Milano, e magari fanno le valigie verso Paesi con stipendi e servizi migliori.

 

Lo scoglio principale su cui si scontrano i redditi dei milanesi o di chi a Milano vorrebbe vivere è la casa.

Stando a un’analisi dell’Ufficio Studi di Tecnocasa, dal 2013 al 2023 i prezzi delle case milanesi sono cresciuti del 38 per cento.

E nel 2024, secondo Nomisma, i prezzi sono saliti ancora del 3,2 per cento. Il problema è che mentre i valori delle case crescevano, i redditi non hanno fatto altrettanto. Tra l’Expo del 2015 e il 2021, i prezzi di acquisto degli immobili sono aumentati del 41 per cento e i canoni affitto del 22 per cento, mentre le retribuzioni solo del 12 per cento.

Lo scarto si è visto soprattutto a partire dal 2020, anno della pandemia. Dopo lo shock del Covid, Milano è ripartita. Ma, con il ritorno dell’inflazione, non è più riuscita a tenere il passo con chi vive in città. Se la regola è che, per essere abbordabile, la spesa per la casa non deve superare il 30 per cento del reddito, Milano è già ben oltre il 37 per cento.

Dall’indagine della Cisl milanese “Milano quanto mi costi?”, viene fuori che a essere in difficoltà non sono solo i poverissimi, ma anche la classe media che arriva a redditi di 50mila euro lordi l’anno. 

La città ha scommesso al rialzo sull’immobiliare, in balìa di un mercato fuori controllo. Sono arrivati capitali stranieri e i fondi sovrani. 

 

Secondo gli ultimi dati Istat, elaborati da Repubblica, dal 2015 al 2024 a Milano sono stati edificati 17 milioni di metri cubi di nuove costruzioni residenziali e 29 milioni di strutture non residenziali: più della Toscana e del Piemonte insieme. Negli ultimi dieci anni, per rendere l’idea, il capoluogo lombardo ha concentrato un decimo delle nuove volumetrie costruite in tutta Italia. Tra il 2022 e il 2023, sottolinea l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in città sono stati cementificati diciannove ettari di terreno permeabile. Un obiettivo, quello del «consumo di suolo zero», sistematicamente ignorato dalle amministrazioni comunali.

(Lidia Barattta, Francesco Fasanella su linkiesta.it)

 

Fico no? 

Anzi: taaaac, pheeeego!

 

 

 


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