Questo è un messaggio popolare. Lolparpit Inviato 16 Settembre Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Settembre Il 11/09/2025 at 21:03, Velvet ha scritto: Ha fatto un brano che non ho riconosciuto ma ad orecchio direi Bach. Che sia questo? La potrei ascoltare per ore. Noto l'ammirazione dei musicisti che la guardano... 1 3
Velvet Inviato 16 Settembre Autore Inviato 16 Settembre @Lolparpit proprio questo. Bravo. Splendido..
maverick Inviato 16 Settembre Inviato 16 Settembre È uno dei bis che sta portando in giro negli ultimi mesi, l'ha fatto anche a Ferrara. Uno dei suoi cavalli di battaglia, assieme alle kinderszenen di Schumann, la 141 di Scarlatti, la giga della 2 partita di Bach... tutte cose sentite e ammirate per anni; non ci si stanca mai, è vero.
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 16 Settembre Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Settembre Il 15/09/2025 at 14:03, maverick ha scritto: Ma non mi viene in mente alcun artista che a 84 anni abbia mai conservato una tecnica così brillante e intatta come in gioventù Già, mi chiedo anch’io come sia possibile. Forse dipende proprio dal suo modo di suonare. Di lei mi sorprende sempre la straordinaria leggerezza e la velocità dell’articolazione delle dita, accompagnata da movimenti del gomito e del poso che “scaricano” il peso evitando che il braccio si irrigidisca. È un modo di suonare che stressa pochissimo muscoli e articolazioni, e che quindi risente meno del deperimento naturale del corpo. Ma quel magico sistema di leve che lavorano all’unisono per mantenere la mano sospesa, senza peso, è difficilissimo da realizzare. Alla Argerich viene naturale fin da quando era bambina. Un prodigio della natura. Qui si vede abbastanza bene. 3
senek65 Inviato 17 Settembre Inviato 17 Settembre 11 ore fa, Grancolauro ha scritto: Già, mi chiedo anch’io come sia possibile. A me capitò di sentire un Aldo Ciccolini quasi novantenne, pochi mesi prima della morte, sostituire al volo la Pires: faceva perfino fatica a camminare, ma una volta seduto al piano fu semplicemente meraviglioso. Pareva che mani e braccia fossero rimaste inattaccate dal tempo.
Lolparpit Inviato 17 Settembre Inviato 17 Settembre 15 ore fa, Grancolauro ha scritto: Di lei mi sorprende sempre la straordinaria leggerezza e la velocità dell’articolazione delle dita, Non a caso ha lasciato grandi interpretazioni di Ravel, Gaspard de la nuit (Ondine leggerissimo e velocissimo), e il concerto in sol con Abbado, che si colloca tra le interpretazioni leggendarie, validissima alternativa a quella celeberrima di ABM con Gracis. Forse è la qualità migliore e più rara della grande Martha. Poi alcuni aspetti della sua tecnica sono al limite delle possibilità umane, le note ribattute ad esempio. 15 ore fa, Grancolauro ha scritto: accompagnata da movimenti del gomito e del poso che “scaricano” il peso evitando che il braccio si irrigidisca. In effetti...mi hanno sempre affascinato certi movimenti apparentemente bruschi, un po' spicci, con la mano e le dita quasi scaraventate sui tasti. Alla Martha riesce di tirare fuori tanta energia, consumando poco e senza usurare il mezzo meccanico: da studiare per un futuro più green! 1 1
Grancolauro Inviato Giovedì alle 06:52 Inviato Giovedì alle 06:52 21 ore fa, senek65 ha scritto: Pareva che mani e braccia fossero rimaste inattaccate dal tempo. Ti ricordi cosa suonò in quell'occasione? Sono convinto che questa longevità, per musicisti di questo calibro, dipenda soprattutto dal cervello. E' lui alla fine che comanda. Non a caso spesso il deperimento tecnico si accompagna a perdita di lucidità
senek65 Inviato Giovedì alle 07:39 Inviato Giovedì alle 07:39 @Grancolauroho recuperato questo programma della serata : Mozart Concerto n. 20 in re minore per pianoforte e orchestra K. 466; Mozart Concerto n. 23 in la maggiore per pianoforte e orchestra K. 488, Mozart Sinfonia in si bemolle maggiore K. 319. La cosa più stupefacende fu uno bei bis: che non so cosa fosse, ma che valeva da solo il prezzo de biglietto. 1
regioweb Inviato Giovedì alle 12:03 Inviato Giovedì alle 12:03 4 ore fa, senek65 ha scritto: La cosa più stupefacende fu uno bei bis: che non so cosa fosse, ma che valeva da solo il prezzo de biglietto. me li ricordo bene, fece un intermezzo di Brahms e una sonata di Scarlatti 1
senek65 Inviato Giovedì alle 12:37 Inviato Giovedì alle 12:37 33 minuti fa, regioweb ha scritto: me li ricordo bene, fece un intermezzo di Brahms e una sonata di Scarlatti Serata memorabile 1
Velvet Inviato Sabato alle 07:46 Autore Inviato Sabato alle 07:46 Il 16/9/2025 at 23:44, Grancolauro ha scritto: Ma quel magico sistema di leve che lavorano all’unisono per mantenere la mano sospesa, senza peso, è difficilissimo da realizzare. Visto dal vero fa una certa impressione questo suo "carezzare" la tastiera che sembra non arrivare al punto dove i martelletti toccano e invece ci arrivano eccome. Viene quasi il dubbio che la tastiera degli Steinway su cui suona sia tarata e regolata sulle sue esigenze di leggerezza. Perchè se non è così la cosa ha del magico.
luckyjopc Inviato Domenica alle 05:13 Inviato Domenica alle 05:13 Il modo di suonare mi ricorda il vecchio horowitz,senza sforzo apparente
Lolparpit Inviato Domenica alle 06:53 Inviato Domenica alle 06:53 @luckyjopc Sono d'accordo, ma solo per i risultati e l'apparente facilità. Per la posizione della mano sono molto diversi: Horowitz era un'anomalia, con le dita tenute tese e allungate, il palmo tenuto piuttosto basso etc. La Argerich ha una posizione della mano decisamente più consigliata: la mano è bella arcuata, le dita curve il giusto, il palmo alto, polso allineato con l'avambraccio, schiena dritta, tutto molto rilassato. E' bello vedere i pianisti all'opera, come tengono la mano e indagarne le ragioni. Senz'altro dipende dalla conformazione fisica: chi ce l'ha più grande, col palmo largo, chi ce l'ha piccolina (Beremboim ha le mani piccole e un po' tozze; Pogorelich ha mani grandi). E poi l'impostazione: Sokolov suona seduto altissimo sullo sgabello, curvo sul pianoforte, fa movimenti molto ampi degli avambracci e trasmette molta tensione quando suona (adesso, invecchiando, è più normale). Michelangeli compostissimo, seduto come un pilota d'aereo da guerra etc. 1
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 12 ore fa Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 ore fa Il 20/09/2025 at 09:46, Velvet ha scritto: Viene quasi il dubbio che la tastiera degli Steinway su cui suona sia tarata e regolata sulle sue esigenze di leggerezza. Perchè se non è così la cosa ha del magico. Non credo che la Argerich usi una taratura "speciale" della meccanica del pianoforte, né mi risulta che viaggi col suo piano personale, cucito su misura. E' pura magia. O meglio: un magico connubio tra mente, corpo e tecnica pianistica. Il 21/09/2025 at 08:53, Lolparpit ha scritto: E' bello vedere i pianisti all'opera, come tengono la mano e indagarne le ragioni. Condivido, è bello e istruttivo. Nel caso della Argerich, poi, il gioco si fa difficile. La mia impressione - qui lo dico e qui lo nego, accetto volentieri confutazioni - è che si tratti di una questione di "baricentro". Provo a spiegarmi. Prendiamo ad esempio la scuola russa di Neuhaus, vale a dire gente del calibro di Gilels, Richer, Zak, Nicolaeva ecc. Per questi pianisti il baricentro, quando si sta alla tastiera, si colloca tra spalla e gomito: il peso parte da busto e si trasferisce alle dita sfruttando la mobilità del gomito che resta sempre morbido, mobile. C'è molta verticalitò del movimento, ma è il tutto corpo a suonare, per così dire, "pesando" sulle dita. Il grande vantaggio di questo approccio sta nel controllo e nella qualità del suono, nella sua profondità. Ma questo richiede grande sforzo fisico. Nel caso della Argerich, la scuola è quella che va Thalberg a Rossomandi per arrivare al suo maestro, Vincenzo Scaramuzza. Qui il baricentro del movimento è posto più avanti, nel polso. Quindi, grande articolazione delle dita, polso sempre morbido e mobile, completo rilassamento di spalla e gomito che non contribuiscono a "pesare" sul tasto; busto sempre rilassato, come se si stesse al bar a bere un caffè. Le parti del corpo impegnate quando si suona sono molte di meno, quindi meno fatica e più riserva di energia quando serve. Verticalità limitata al movimento della mano e del polso per il fraseggio, accenti e variazioni di intensità nell'articolazione delle dita. Insomma una meccanica del movimento votata all'essenzialità e all'efficacia. Difetti (si fa per dire): suono più "leggero", minore controllo e minore varità timbrica. Ma velocità e brillantezza strabilianti! 3
Lolparpit Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa Per fare un confronto e vedere come si cava il suono ecco Gilels alle prese con un celebre preludio di Rachmaninov, quello delle ‘campane di Mosca’: Bella l’escursione dinamica, bello come fa emergere il canto, e le zampate leonine con cui prende i possenti accordi. Lo suonavo anch’io, ma ammetto che Emil ha qualcosa in più. 1
Grancolauro Inviato 1 ora fa Inviato 1 ora fa Qui si vede bene come Richter sfrutta la mobilità del gomito e del braccio per trasferire il peso del busto alla mano, con un movimento spesso molto verticale una tecnica completamente diversa da quella di Michelangeli e di Pollini, che trasferivano invece il peso alla mano sempre in aderenza, con movimenti più orizzontali che verticali. Meno impatto e spinta ma suono più organico, con un decadimento più lento e una maggiore tensione espressiva.
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