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Melius Club

Mi sforzo ma non so che titolo dare alla discussione (ammesso che ce ne possa essere una)


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Chung Ortombina se l’e’ portato alla Scala.

Direttore notevole molti anni a capo dei Cecilier che hanno lanciato tanti big di oggi (da Thielemann a Gatti a Chung a Pappano quest’ultimo nel sinfonico).

Senza scomodare il primo livello, ci sono ottimi nomi di valorosi direttori.

Mariotti e’ in scadenza a Roma, ma ci sono Rustioni, Lanzillotta, Sagripanti, e poi Noseda, Renzetti Luisi se vogliamo restare in Italia

Grancolauro
Adesso, mozarteum ha scritto:

Chung Ortombina se l’e’ portato alla Scala.

Direttore notevole molti anni a capo dei Cecilier che hanno lanciato tanti big di oggi (da Thielemann a Gatti a Chung a Pappano quest’ultimo nel sinfonico).

Senza scomodare il primo livello, ci sono ottimi nomi di valorosi direttori.

Mariotti e’ in scadenza a Roma, ma ci sono Rustioni, Lanzillotta, Sagripanti, e poi Noseda, Renzetti Luisi se vogliamo restare in Italia

Tutto giusto, ma questi illustri signori non sono cortigiani di palazzo, purtroppo mi vien da dire

5 ore fa, Velvet ha scritto:

Però io un titolo alla discussione lo metterei, altrimenti non si indicizza bene su google e la direttoressa non potrà mai leggere i messaggi d'amore dei suoi fansss.

@Admin io non posso modificare il post iniziale. Voglio che però sia compreso lo sconforto che regna nell'ambiente. Il post della Fenice è arrivato a 7700 reazioni e 4100 commenti :classic_biggrin: di cui la stragrande maggioranza poco lusinghieri per usare un eufemismo.

@mozarteum @Grancolauro  Chung sono stato fra i primi ad ascoltarlo ed apprezzarlo… perché è stato direttore principale di un’orchestra sempre ritenuta “secondaria” ma in realtà eccellente: l’Orchestra Regionale della Toscana (fra i direttori principali Luciano Berio, poi appunto Chung, Peter Maag e più di recente il giovane e strepitoso Daniele Rustioni..).

Così come sono stato tra i primi ad ascoltare (nel 2018 e poi 2019) Beatrice Venezi sul podio dell’ORT.

Allora non sapevo (così come gran parte del pubblico) non sapeva niente delle tendenze politiche della Venezi (io anzi avevo inteso che fosse una femminista di sinistra, sentendola parlare e fare alcuni discorsi..).

Ci aspettavamo molto, ma molti del pubblico rimasero delusi dal suo modo di dirigere… non tanto perché “agitato” (chi come me ha visto sul podio Daniel Oren che da giovane, una trentina d’anni fa, addirittura “saltava” come un pallavolista..ecco..è abituato a tutto..) ma perché molto impreciso e totalmente non in grado di “guidare”.

Questa mia impressione da “completo profano”, quella cioè di non saper dirigere, mi fu poi confermata da alcuni degli amici musicisti che suonano in quella bellissima orchestra-famiglia che è l’ORT.

Intendiamoci: con una buona orchestra non è mai un “disastro”, neppure quando il direttore non è all’altezza… ma..ecco.. da ascoltatore posso dire che la differenza fra un buon direttore e uno poco capace si coglie dopo pochi minuti…anzi, alle volte bastano una manciata di secondi…😉

P.S. @mozarteum Roberto, appunto io quel brano pucciniano l’ho ascoltato dal vivo diretto dalla nostra… quello che hai postato penso provenga dal disco che ha registrato, nel 2019, appunto con l’ORT…

La mia orchestra se la cava anche senza direttore .. o ignorando un direttore che non è all’altezza… 😆😉

 

 

IMG_1634.jpeg

7 ore fa, Felis ha scritto:

Voglio che però sia compreso lo sconforto che regna nell'ambiente. Il post della Fenice è arrivato a 7700 reazioni e 4100 commenti :classic_biggrin: di cui la stragrande maggioranza poco lusinghieri per usare un eufemismo.

Quelli positivi probabilmente sono da parte di gente che nella vita ascolta Sfera Ebbasta ma si sente in dovere di marcare il territorio difendendo con la spada il solco tracciato dall'aratro politico. 

  • Melius 2
13 ore fa, garmax1 ha scritto:

Abbastanza anzianotto però... 

gli anni passano, pensa che lo sentii la prima volta una 45ina d’anni fa lui fresco di premio Cantelli.

un direttore di gran livello secondo me soprattutto nell’opera. Fa parte di quella tradizione di podio lirico di spessore che ha avuto in passato Gavazzeni, Patane’, Nello Santi, e prima ancora Serafin Votto Mario Rossi. 
Tornando a Renzetti ho prenotato il suo Tristano a Genova a febbraio

Questa me l'ero persa..."tirare fuori il meglio dai miei musicisti...":classic_biggrin:, non commento...
Sembra Giucas Casella dei tempi d'oro...(con una certa propensione alla direzione d'orchestra, come ben si vede dalla postura):
.
maxresdefault.jpg

 

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analogico_09
8 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Ci aspettavamo molto, ma molti del pubblico rimasero delusi dal suo modo di dirigere… non tanto perché “agitato” (chi come me ha visto sul podio Daniel Oren che da giovane, una trentina d’anni fa, addirittura “saltava” come un pallavolista..ecco..è abituato a tutto..) ma perché molto impreciso e totalmente non in grado di “guidare”.

 

 

Detto in altri termini corrisponde a quanto da me ipotizzato nel precedente post e durante la prima discussione dedicata alla Venezi. Non è per il troppo agitar di braccia, ce n'è a iosa di direttori "ballerini" ma a tempo giusto, mentre mi pare notare come i veneziani gesti siano impacciati e "micro" disarticolati e, come già osservato in proprio, senza chiedere lumi a direttori o musicisi amici o sconosciuti,  "guidati" dall'orchestra. 

analogico_09
33 minuti fa, Velvet ha scritto:

Consuntivo del fotografo: 1 ora di shooting, 57 ore di post-produzione a Photoshop. 

 

Daje.., argomento fotoscottante... vuoi scatenare la guerra anche qui!? :classic_laugh:

analogico_09

Sua passion predominante per Puccini mi pare tradisca un'inclinazione ideologica. Potrebbe rivelarsi più popolare ma rischioso alquanto... vi fosse la convinzione che la musica di Puccini sia più "facile" da eseguire ed interpretare per le suadenze melodiche più "piane" e sensuali, di immediata fruizione popolare,rispetto ad altre partiture di musicisti che scavano nelle miniere tonali più controverse e contrastate (tra cui quelle citate da mozarteum).
Non facciamoci ingannare dalle apparenze, le più celebri filigranature melodico-accordali virate al modale di Puccini al più piccolo sfasamento direttivo, esecutivo, interpretativo, vocale e strumentale, oltrechè corale, rischiano lo schianto irreparabile e scoperto, mentre con wagner, per esempio, è tutto così "dissonante", rarefatto a tratti astratto che si sbagliasse un passaggio potremmo non accorgercene.
La ferita che si aprirebbe dalla partutura pucciniana verserebbe molto più sangue di quanto ne scatururebbe dalla  ferita wagneriana. Detto così a braccio ed esemplicifcando, giusto per rendere, si spera, l'idea. 

 

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