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The Substance


analogico_09

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analogico_09

 

 

31 minuti fa, selby998 ha scritto:

Questa frase è infelice. Nella sostanza, tenuto conto del contesto, è indubitabilmente rivolta a quanti hanno espresso un giudizio negativo sul film: è scritto "noi" ma va letto "voi". E' l'equivalente, certamente più rifinito, del lapidario "Non capisci niente" che spesso conclude una disputa dialettica su film, libri, dischi etc...

Ora stai esagerando di brutto con gli insulti. Le tue "equivalenze" sono arbitrarie, sbagliate e provocatorie, io ti avevo neppure nominato e d hai iniziato la ridicola crociata contro il sottoscritto. Entri via via nei panni del moralista, del giudice, del censore dello psicologo, del supervisore ipovedente, dell'indovino, dell'inquisitore, del professore etc, attaccandoti alle parole e seguitando a metterla sul personale dove non hai argomenti utili da portare nella discussione, mentre la mia espressione che "quoti Spesso un'opera d'arte non piace perchè sia essa brutta od indegna, ma perchè il limite della comprensione è in noi stessi., estrapolata dal contesto per giunta,  è chiarissima come il sole, significa quel che significa, parlo in genere, in generale, per questo ho scritto in plurale, è priva dei retropensieri che apparteranno a te e che proietti indebitamente  sugli altri in maniera scomposta e maliziosa. 

Ho semplicemente scritto quel che penso e non solo io, su una questione che ha caratteristiche di plausibilità, ci siamo soffermati spesso su che siamo "noi" a volte a mancare all'arte, così come pure spesso mancare al tempo non già il tempo a noi. Sarò libero di pensarla come mi pare, civilmente, educatamente, argomentatamente, oppure devo stare con tuo fiato al collo del censore? 

Dovresti davvero darci un taglio e smetterla di insultare venebdo alla "mani" virtulai, poichè privo di argomenti spargi la fuffa, stai mandando in vacca il topic per ergerti da protagonista senza dire una sola parola sul film, problema tuo, non puoi entrare a gamba tesa  e prendertela con gli altri, e viste le risibili amentità che vai scrivendo sul mio conto mi prendo anch'hio il permesso, vossignoria permettendo, di suggerirti di tenere più a bada la tcoda di paglia, perchè si va accendendo sempre si più col rischio che possa svampare con essa pure tu. 

 

 

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analogico_09

Dopo aver contribuito con le nostre idee  (mentre nulla impedisce che si possa seguitare a farlo al netto delle polemiche polverose) premesso che per quanto mi riguarda non leggo mai le recensioni dei film prima di averli visti e solo dopo aver metabolizzato la mia propria idea - proviamo ad ampliare un poco le vedute "critiche" sul film, all'uopo suggerisco una lettura molto interessante di The Substance in chiave psicanalitica presente nel sito seguente nel quale mi sono imbattuto poco fa.

 

https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/recensioni-cinema/the-substance-di-c-fargeat-recensione-di-a-buonanno/

Già che ci sono ... altra (analoga?) angolazione... 

 

https://it.ign.com/the-substance/214435/review/the-substance-la-recensione

 

interessanti anche le recenzioni più strettamente "cinefile" dei due "Spietati" autori di una recensione da "9" e di una recensione da "7" 

 

https://www.spietati.it/the-substance/

 

Solo un suggerimento, ci mancherebbe... non serve specificare che si è liberi di leggere o meno, di commentare o meno. 

 

 

 

 

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shoegazer_82
Il 11/11/2025 at 13:21, best_music ha scritto:

Nei giorni scorsi nella discussione su Pasolini ricordai come alla visione di certe scene del suo "Le 120 giornate di Sodoma" provai pena (al di là del significato artistico che mi è poi stato pazientemente spiegato)  per chi quelle scene aveva immaginato. [...] Leggendovi sembrerebbe che un' esperienza simile mi aspetterebbe se fossi incuriosito dal "significato artistico" di questo film.

:

Ma anche no, grazie.

 

ma va, le 120 giornate di Pasolini sono uno dei film più maledetti di sempre, non c'è gore o body-horror contemporaneo che riesca a trasmettere quel malessere terminale da girone dantesco, il confronto col filmetto della Fargeat neppure si pone

 

anche per me comunque è un no: premesso che per dare al film un carico da dieci meta-filmico (con tutte le sue implicazioni edipiche, riflessione sul narcisismo primario della donna, rapporto fusionale) andava presa Andie MacDowell (madre della splendida Margaret Qualley, per chi non lo sapesse), anziché Demi Moore, molte soluzioni registiche mi sono parse molto più che desuete, dal forzato minimalismo, al cromatismo fauvista fino a quegli insistiti grandangoli spiaccicati sui volti stile Terry Gilliam, è un film che mi sarebbe parso vecchio (formalmente) già ad inizi 2000

 

alla fine la Fargeat si conferma la peggiore del lotto d'oltralpe, la cosa più interessante che ho visto di lei forse il mediometraggio Reality+ in cui si affronta la vera scissione contemporanea dei nostri corpi, cioè quella tra reale e digitale; non mi è neppure chiaro chi parla di film femminista, dato che - seppur gli uomini siano rappresentati macchiettisticamente come idioti totali - la protagonista comunque non riesce a non cercarne la continua e ossessiva validazione (e addirittura si "reincarna" riproponendo la peggiore versione di sé, ovvero quella di un mero corpo ad uso maschile)

 

Il 09/11/2025 at 19:28, analogico_09 ha scritto:

Ultima cosa: i "francesi" ci stracciano" e alla grande..

 

sono piuttosto d'accordo, se penso a Gaspar Noè (francese acquisito), l'enorme Leos Carax, Claire Denis, Bruno Dumont e ci metto anche Julia Ducournau; la Fargeat ci sta pure, anche se a me personalmente non dice nulla, più che altro come impatto mediatico/critico non banale

 

  • Melius 1
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analogico_09
Il 16/11/2025 at 12:49, shoegazer_82 ha scritto:

la Fargeat ci sta pure, anche se a me personalmente non dice nulla, più che altro come impatto mediatico/critico non banale

 

 

Concordo a mia volta con te sulla "nuova onda" registica autoriale ed autorevole del cinema francese. 

Per quanto riguarda The Substance mi sembra sia già qualcosa se film da te giudicato sostanzialmente in negativo, previo argomentazioni condivisibili o meno pur tuttavia laboriose ed apprezzabili (apprezzo la "letteratura" con la quale cerchi di combinare la sostanza critico-cinefila che non condivido pronto a lasciare una porta aperta all'approfondimento delle posizioni visto che come già detto, non assegno al film il crisma del capolavoro irresistibile) riesce ancora a smuovere il "dibattito" all'interno della critica e tra il pubblico, benchè in modo divisivo, invece di finire presto risposto in qualche magazzino delle dimenticanze. Qualche seme che spira in sotto e sopra_vento dovrà pur esserci. 
Ciò potrebbe voler dire che l'opera filmica, ad un anno dall'uscita, sia ancora capace di lasciare  un segno prelogico-critico negli addetti ai lavori e nel pubblico pagante che nel dis-prezzo, spesso eccessivo, potrebbe invero manifestare l'inconscia forma di attrazione-repulsione per lo "scandalo" vestito di mostruosità. 

Come pure dicevo delle dinamiche che il Salò di Pasolini - due film distantissimi, rimarchevolmente diversi, per forma, sostanza, stile e linguaggi, finalità "filosofiche", etc -  riesce ancora oggi ad ingenerare nello spettatore che parla di schifo inqualificabile, di ciò che sia già stato visto nei film pornografici della peggior depravazione, un senso di "rimorso" di se stesso...  

Questo avviene quando ci si ferma alla superfice delle cose, specialmente se di primo acchitto ci ricordano il deja vu sul quale ci fermiamo, dove la "pigrizia" intellettuale ed emozionale, il timore di poter guardare anche denteo se stessi, impendisce di andare più a fondo, oltre, aldilà di ciò che appare. 

Nei miei precedenti posto ho già espresso in maniera più argomentata la mia opinione su tale aspetto. 

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shoegazer_82

aldilà che si possa apprezzare o meno il film , e la regista, se capisco bene ciò che intendi non sono molto d'accordo sul fatto che sia un film che picchia forte o possa scandalizzare, se non giusto un pubblico naive/puritano d'oltreoceano sulla scia di un vetusto e fuori tempo massimo épater les bourgeois (ma può essere pure il mio sguardo smaliziato e secolarizzato)

 

comunque mi son dimenticato di citare nel roster d'oltralpe il grandissimo Bertrand Bonello: ecco lui è uno che se serve sa come picchiare forte (anche senza effetti speciali)

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analogico_09

@shoegazer_82 Ho parlato di "scandalo", tra virgolette, vestito di mostruosità che dunque mira all'effetto speciale cinematografico che piace al grande pubblico formato da puritani e da smaliziati, la cui femomenologia non è, per entrambi, antropologico-culturale bensì psichica(nalitica), viene coinvolto l'inconscio il quale è primitivo e naturale, a- culturale, desovrastrutturato, quindi, come la donna (secondo Baudelaire, non lo dico io...) abominevole.
Ed all'abominevole - che va oltre lo stesso gioco dello scandalo passato di moda - si da' in pasto l'abominevole. Anche cinematograficamente parlando. 

Non so se con questo si riesce a far tornare i conti... ;) 

Di Bonelli ricordo Le Pornographe, 2021 e Zombi Child, 2017, entrambi notevoli.  

Non abbiamo di registi "equivalenti", compresi gli altri già citati, in Italia. 

 

 

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shoegazer_82

ok, scandalo fra virgolette mi sta bene

 

OT: bonello a me piace tutto, ma mi sentirei di consigliarti anche Nocturama e (l'ultimo) La bête se hai occasione. Le Pornographe (in versione integrale) film del cuore, che - tra le altre cose - ci ricorda che gigante della recitazione è Jean-Pierre Léaud

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analogico_09
Il 20/11/2025 at 11:44, shoegazer_82 ha scritto:

ci ricorda che gigante della recitazione è Jean-Pierre Léaud

 

 

Sicuramente, si rivelò tale anche quando, già "gigante piccolinio"entrò nel cinema per la prima volta a battere "i 400 colpi" più meravigliosi dell'intera storia dell'arte di celluloide... Cercherò di vedere gli altri film di Bonello.  

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