Grancolauro Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 Il concerto di Maurizio Pollini alla Scala del 25 giugno scorso ha scatenato un putiferio tra appassionati, addetti ai lavori, critici musicali, frequentatori del web. Pollini ha presentato un programma completamente chopiniano, riproponendo alcuni dei suoi cavalli di battaglia giovanili: i Notturni dell’op. 27, la Barcarola, la seconda Sonata, il terzo Scherzo, la Berceuse, la Polacca op. 53. E poi come bis, tanto per gradire, uno Studio e la prima Ballata. Il concerto ha avuto un grande successo di pubblico e si è concluso con una standing ovation. Eppure, a partire dal giorno seguente, le critiche hanno cominciato a tener banco. Critiche nei confronti delle molte note sbagliate, dei vuoti di memoria, delle battute ripetute, ma soprattutto della perdita di quel controllo assoluto della tastiera e della partitura che ha sempre caratterizzato questo artista. Un artista, secondo alcuni, ormai fiaccato dagli anni, che pervicacemente si ostina a porgere la musica con le modalità e le scelte stilistiche di un tempo, senza purtroppo più riuscirci. Contro queste critiche è insorto subito chi sostiene che Pollini non si tocca! Un artista del suo calibro, che tanto ha dato alla musica e all'Italia, va soltanto ammirato e non criticato. Altri invece hanno difeso Pollini entrando nel merito del concerto, e sottolineandone gli aspetti interessanti, emozionanti. Dopotutto, non sono le note sbagliate a determinare il valore di un pianista, manco fosse un dattilografo. La polemica non sembra placarsi, ed è anzi alimentata dalla comparsa su youtube di spezzoni dell’intero concerto, registrati furtivamente dai presenti. Voi cosa ne pensate? Io una mezza idea me la sono fatta, ma vorrei sentire la vostra, se vi va. Posto qui sotto una registrazione del secondo bis, la Ballata op. 23, così uno può farsi subito un’idea.
Questo è un messaggio popolare. tarantolazzi Inviato 30 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Giugno 2021 1 ora fa, Grancolauro ha scritto: Un artista, secondo alcuni, ormai fiaccato dagli anni, che pervicacemente si ostina a porgere la musica con le modalità e le scelte stilistiche di un tempo, senza purtroppo più riuscirci. Le qualita' del pianismo di Pollini credo possano essere riassunte con 1) senso e sottolineatura dell'architettura, della forma 2) controllo. Nel filmato mi sembra che la componente 1) sia integra, non cosi' la 2). Tu dici giustamente che non e' che dobbiamo stare a contare gli errori poiche' non e' un dattilografo, ma se il suo pianismo fa gioco soprattutto appunto sul controllo (non sciocco e fine a se' stesso, ok, ma per i suoi fini di sbalzo della struttura) allora direi che, non essendo piu' tale aspetto ad un livello eccelso...... benissimo lo stesso (per i tifosi), resta poco (per chi suo tifoso non e', come il sottoscritto). 2 1
OTREBLA Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 Ma con cosa ha registrato 'sto uomo, col fonografo a cilindri? Ecchecca'...andate al concerto col Tascam, come faccio io! Una volta mi ha beccato la signorina di sala, "E' un registratore?" No, è un satellitare (non so nemmeno cosa sia un satellitare); "Lo tenga spento...". La volta successiva ho piazzato il nastro da elettricista nero su quel diavolo di led che brilla come un albero di Natale, accidenti a lui! Tornando al buon Maurizio. Sì, pasticcia parecchio. Ci fosse stato qualunque altro pianista di livello, meno anziano e leggendario, lo avrebbero lapidato seduta stante. Forse è il momento di smettere? A me dispiace dire così, perché Pollini è una leggenda, io lo venero; si può sentire anche in questa interpretazione il peso di un pianista che aveva ben pochi rivali, ai bei tempi. Ci sono dei passaggi che, puttanalamiseria, rifulgono come oro zecchino. Non ricordo più chi ha detto che la vecchiaia è come un areo che si dirige diritto nella tempesta. Destino comune. Alberto. 3 1
Grancolauro Inviato 30 Giugno 2021 Autore Inviato 30 Giugno 2021 @tarantolazzi La vedo come te. Aggiungerei solo una cosa: a volte Pollini è stato accusato di far prevalere la forma sull’espressività. Un pianista freddo, si potrebbe dire, attento alle strutture della partitura ma non alla sua dimensione emotiva, poetica, magica. A me questo sembra sbagliato. In Pollini la forma è immediatamente espressione, e l’elemento passionale si impone grazie e attraverso la forma. Negli anni ‘70 e ‘80 Pollini teorizzò tutto questo e lo oppose allo stile “coloristico” di Horowitz o Cherskassky, al “lo suono come lo sento”, creando fra l’altro molte polemiche (le recensioni di Isotta ne sono l’esempio). Affinché la forma musicale esprima immediatamente forza espressiva serve tuttavia, come osservi, un controllo tecnico della tastiera totale e uno sforzo fisico estremo. Nel momento in cui questo non c’è più, tuttavia, il castello crolla. Mi chiedo allora perché Pollini insista, presentando programma da concerto così impegnativi, estremi quasi. Perché lo fa?? L’unica risposta plausibile che mi viene è questa: lo fa per sfidare se stesso, perché in musica occorre coraggio, gusto del rischio. Dove viene meno il coraggio, viene meno la musica. E in questo l’età non conta. Pollini mi sembra un vecchio titano consapevole del suo declino, che nondimeno si getta nella battaglia fino alla fine, costi quel che costi, per far valere la sua visione della musica. Una visione tuttavia ormai sorpassata dalla storia. 2
max Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: Una visione tuttavia ormai sorpassata dalla storia. 🙂 dal suo tempo più che dalla storia..... imho oggi non mancherebbe spazio per interpretazioni come le sue, anzi....
maverick Inviato 30 Giugno 2021 Inviato 30 Giugno 2021 Io continuo ad ammirarlo, anche se adesso pasticcia un po' nei passaggi più impegnativi, è evidente A 80 anni ci sta, ne ricordo pochi che a quell'età erano ancora tecnicamente immacolati (Backhaus ? Arrau? Rubinstein?..., sul primo direi di sì, sul secondo non giurerei, ..ecco, la quasi coetanea Argerich ha ancora le mani d'oro, ma non ne ricordo molti altri). Per me la "costruzione" e l'architettura del pezzo ci sono ancora, e alcuni passaggi restano leggendari e aancora inconfondibili. Il coraggio di presentare pezzi difficili, in cui quarant'anni fa era insuperabile, merita l'applauso. A me commuove ancora.
Grancolauro Inviato 1 Luglio 2021 Autore Inviato 1 Luglio 2021 7 ore fa, maverick ha scritto: A 80 anni ci sta, ne ricordo pochi che a quell'età erano ancora tecnicamente immacolati (Backhaus ? Arrau? Rubinstein?..., Un confronto interessante mi sembra possa essere quello con Richter. Per quanto diversissimi, gli stili di Pollini e Richter sono (erano?) basati molto sulla fisicità e sul controllo della tastiera. Ecco qui sotto la prima Ballata di Chopin, sempre lei, eseguita a Bamberga da Richter nel 1994. Sviatoslav aveva 79 anni al tempo.
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 1 Luglio 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Luglio 2021 @Grancolauro Io sono uno cresciuto a pane e Pollini. Adolescente negli anni '90, mi divertivo a suonare il pianoforte e da dilettante audace mi buttavo sui pezzoni tutt'altro che agevoli, come ad esempio le Polacche op. 44 e 53. L'edizione di riferimento sui cui farsi l'orecchio e prendere le misure a questi pezzi era una e una sola, quella del Maurizio nazionale. E così sui Preludi op. 28. Credo che al tempo, anni 80 e 90, per Studi, Preludi e Polacche 9 'esperti' su 10 avrebbero consigliato le sue registrazioni DG, che nella testa di un giovane come me, famelico lettore di recensioni su riviste musicali, erano viste come qualcosa di 'irraggiungibile', il termine di confronto per chiunque si fosse cimentato su questi pezzi. Pollini è stato l'interprete paradigmatico di quei tempi: il 'razionalismo' del padre architetto, l'attenzione agli equilibri, alle geometrie sono alla base di quelle letture. Il suono è piuttosto uniforme, e un po' per blocchi: Pollini sembra davvero perseguire un'idea di ordine e uniformità, a discapito della varietà coloristica, timbrica di altri. L'uscire dal solco tracciato da Pollini appariva un abbandonarsi alle sirene della 'soggettività'. Poco a poco mi sono evoluto nel gusto e ho trovato molta più sintonia con un pianismo più creativo dal punto di vista del suono...insomma, dove trovo grande ricerca di suono, io mi trovo a mio agio. Oltretutto mi cattura un tipo di fraseggio piuttosto libero, con libertà agogiche, senza particolari cure nel gli equilibri formali. Il mio orecchio è molto curioso nel vedere come viene valorizzata la parte, meno interessato alla tenuta del tutto. Il pianista che ho ascoltato di più dal vivo è stato Sokolov, ma amo moltissimo i pianisti alla Pletnev o Volodos, pur diversi tra loro, ma in cui le esecuzioni sono grandi esplorazioni sonore. Ho ricordi bellissimi di prove live di Lupu (molto diverso alle mie orecchie dalle registrazioni Decca anni '70 o '80), mi piacciono molto le registrazioni anni '80 di Pogorelich. Viste queste (troppo ampie) premesse Pollini è pianista lontano, lontanissimo dalle mie corde, almeno attuali. Ho ascoltato l'esecuzione scaligera e, più che le note false, mi disturba una suono che - scusate l'espressione forte - mi sembra trasandato, molto uniforme, senza variazioni timbriche e con una dinamica molto limitata. Se mi manca la seduzione sonora, io perdo interesse. La registrazione del tardo Richter mi sembra invece molto più interessante, con ben diversa rifinitura sonora: il fraseggio non è eccentrico, ma molto lineare, ma trovo l'esecuzione molto bella, piena di mistero, seducente, nonostante i limiti della registrazione. Un saluto a tutti, Angelo 4
Luca Zani Inviato 4 Luglio 2021 Inviato 4 Luglio 2021 Da grandissimo fan ed ammiratore di Pollini non posso che NON essere d'accordo con ciò che è stato scritto nei commenti precedenti. Pollini suona ancora benissimo. È un gigante e come tale rimarrà. Ero presente al concerto del 25 giugno alla Scala e l'emozione è stata grandissima. Ogni altra parola è riduttiva. 1
Luca Zani Inviato 4 Luglio 2021 Inviato 4 Luglio 2021 @Iohannes Io ero presente alla Scala al concerto di Pollini. Posso assicurarti che suona ancora molto bene e che trasmette grandi emozioni. Il suo suono è fantastico, ancora più bello di quello di un tempo: è divenuto più ricco, massiccio, allo stesso tempo delicato. Inoltre mi ha colpito la grande nitidezza di questo suono. I fortissimi, pur risuonando in tutta la sala, rimangono delicati. Il suono è diventato magnificamente apollineo. Non c'è nulla di trasandato nel suono del Maestro. Lei parla di timbri e dinamiche basandosi su una registrazione pessima!? Sempre per esperienza di ascolto dal vivo posso assicurarle che passava da magnifici pianissimi udibili a grandiosi fortissimi. Il tutto con una scioltezza incredibile. Altra cosa: qualsiasi registrazione fatta al cellulare o anche in studio di registrazione non rende minimamente ciò che ho sentito più di una settimana fa. Dal vivo il suono si "trasforma". 1
Luca Zani Inviato 4 Luglio 2021 Inviato 4 Luglio 2021 @Grancolauro Da grandissimo fan ed ammiratore di Pollini non posso che NON essere d'accordo con ciò che è stato scritto nei commenti precedenti. Pollini suona ancora benissimo. È un gigante e come tale rimarrà. Ero presente al concerto del 25 giugno alla Scala e l'emozione è stata grandissima. Grande esecuzione della ballata. Il suo suono dal vivo è magnifico, completamente diverso. Ogni altra parola è riduttiva. 1
Iohannes Inviato 5 Luglio 2021 Inviato 5 Luglio 2021 20 ore fa, Luca Zani ha scritto: Lei parla di timbri e dinamiche basandosi su una registrazione pessima!? Sempre per esperienza di ascolto dal vivo posso assicurarle che passava da magnifici pianissimi udibili a grandiosi fortissimi. Certamente la registrazione precaria inficia sensibilmente il giudizio, per quanto abbia cercato di stornare i limiti dovuti alla registrazione stessa. Comunque non sono musicista, non sono recensore di cose musicali, e il mio giudizio, nel bene e nel male, va preso come una chiacchiera da bar dopo aperitivi generosi. Per un giudizio su Pollini in generale, riconosco che, sebbene non sia il mio pianista d'elezione, il suo pianismo sia stato il riferimento per un paio di decenni del secolo scorso, e alcune sue interpretazioni siano di valore assoluto. Un saluto a tutti, Angelo
mozarteum Inviato 5 Luglio 2021 Inviato 5 Luglio 2021 Il 4/7/2021 at 14:03, Luca Zani ha scritto: I fortissimi, pur risuonando in tutta la sala, rimangono delicati. Beato te che alla Scala senti risuonare addirittura un pianoforte. Teatro acusticamente disgraziato 1
c10m Inviato 5 Luglio 2021 Inviato 5 Luglio 2021 @Grancolauro Ma Pollini non faceva marmitte per la Vespa? Non ci si può distrarre un attimo al giorno d’ oggi che cambia tutto… 1
Grancolauro Inviato 5 Luglio 2021 Autore Inviato 5 Luglio 2021 @c10m mi sa che quello è il fratello povero del Pollini pianista, quello con una elle sola. Certo che un certo gusto per il "suono" ce l'ha pure lui 🙂 2
Questo è un messaggio popolare. Carlo Inviato 6 Luglio 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Luglio 2021 Franco Baresi è stato il più grande difensore della storia, un giocatore che la Storia ricorderà. Poi c'è stato anche Maradona, uno che la Storia l'ha creata lui. Se volete aggiungo "suo malgrado", poi però non dico più niente e ascolto. qui, coetaneo del Pollini del 2021. Ciao C 3 1
Grancolauro Inviato 6 Luglio 2021 Autore Inviato 6 Luglio 2021 Il 1/7/2021 at 10:24, Iohannes ha scritto: Io sono uno cresciuto a pane e Pollini. La mia esperienza è stata un po' diversa. Negli anni 80 ho studiato in una classe in cui imperava il mito di Michelangeli. Così il lavoro che si faceva e l'impostazione tecnica erano finalizzati ad affinare il tocco, il fraseggio, l'esperessività, insomma al controllo del suono. Pollini era ovviamente molto ammirato, ma quasi come fosse un alieno. A noi poco più che adolescenti piaceva comunque molto ascoltarlo, per il suo stile controcorrente, per le sue scelte intellettuali, per l'attenzione per il repertorio contemporaneo, per la tecnica orientata a estremizzare la forma e l'impatto emotivo immediato anziché a curare il suono. Ascoltare il Beethoven di Pollini, per dire, era come leggere Calvino o Quenau al posto di Thomas Mann o di Tolstoj. Poi vennero gli anni 90 e l'impostazione alla Pollini divenne uno standard nei concorsi pianistici, anche per la grande influenza di maestri come Maria Tipo, Bruno Canino. Questo ci mise in difficoltà. Dovevamo riconvertirci tenicamente e mentalmente: alcuni ci riuscirono brillantemente, altri no e fecero resistenza all'omologazione. Comunque sia, personalmente conservo per Pollini una grande ammirazione, anche se lo sento lontano come lo sentivo allora, forse più di allora. Ma si tratta solo della mia personalissima esperienza, che non vale nulla. 2
Grancolauro Inviato 6 Luglio 2021 Autore Inviato 6 Luglio 2021 Il 4/7/2021 at 14:15, Luca Zani ha scritto: Pollini suona ancora benissimo. È un gigante e come tale rimarrà. Su questo non c'è dubbio. Nessuno credo stia negando le qualità di Pollini. Diciamo che è un artista che continua a far discutere. Volevo postare un altro estratto dal concerto alla Scala, quello della Berceuse, il brano che mi è sembrato più ispirato e riuscito della serata, ma è sparito il video da youtube 🤷🏽♂️
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