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Melius Club

Che (compratori di vinili) siamo?


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Inviato

@Morenik ti chiedo questo, perché negli scorsi anni approfittando della collaborazione di un collega di ritorno un paio di volte l'anno dagli USA, avevo avuto l'opportunità di prendere diverso materiale audio.

Ma sempre di piccola dimensione e, generalmente, isolato dalla confezione esterna onde suffragare l'utilizzo personale dello stesso, evitando se possibile, la fermata in dogana e/o l'eventuale compilazione dei moduli di importazione ( con relative tasse ).

Inviato

Non conosco la loro legislazione doganale corrente , tieni presente che io parlo di cose accadute 31 anni fa.

Inviato

Io acquisti fatti personalmente extra-EU non li ho mai fatti ma li ho fatti fare😂 anni fa, una ventina circa, entrai in amicizia per lavoro con un dirigente del Ministero degli Esteri e capitava molte volte che andava in missione all'estero a livello istituzionale, capitava spesso che andava nei paesi arabi (e li nada musica) sennò negli USA e li si apriva un mondo. Gli facevo una lista, all'epoca solamente cd, e me li comprava. Negli aeroporti passava dagli ingressi riservati ai diplomatici e praticamente andava liscio, penso che al ritorno avesse sempre una valigia in più per la roba che portava in Italia agli amici tra stecche di sigarette, prodotti musicali e quant'altro😂

Inviato

Anch'io sono un "ascoltatore" tutti i dischi che ho li ho ascoltati. Anni fa ero anche un "mezzo" collezionista: mi piaceva trovare tutti i dischi dei vari autori preferiti...

Poi è passata la scimmia e adesso compro quello che mi piace, dopo pre-ascolto in streaming.

Preferisco comunque le prime stampe, ma se hanno prezzi esagerati allora vado di CD.... anche se so che una pazzia la farò: un disco che agogno da ormai 20 anni ma i prezzi vanno sempre oltre i 300 euro😭 se lo prendo lo voglio ascoltare, quindi o in ottime condizioni o niente 😁

Inviato

L'episodio vacanziero della Grande Mela, spalancò le porte sulla fetta anni '90 della mia torta del collezionista di vinili.

Passata la gioventù (del decennio precedente), i primi soldini e l'ebrezza dell'indipendenza economica alimentarono il fuoco del Collezionista.

Il fatto è che uno diventa zoppo andando a zoppicare, o qualcosa del genere, ed io collezionista lo diventai frequentando i collezionisti, ma di quelli professionisti, beccandomi tutte le magagne comportamentali collaterali che la condizione di quel tipo di collezionismo comporta.

Se prima compravo tipo un disco alla settimana, dopo cominciai a comprarne tipo uno al giorno, e davvero non era possibile ascoltarli tutti, non avevo il tempo per farlo in sole 24 ore, e come qualcuno ha ammesso, molto materiale venne destinata a conservare la verginità, tanto l'importante era avercelo quel disco e non ascoltarlo.

Tra l'altro, il fatto di condurre un piccolissimo programmino radiofonico e scrivere una fanzine seminale, alimentò l'afflusso di LP, singoli, cassette, e tutto sto materiale promo, anche se di esigua entità, andandosi a sommare al resto causato di tasca mia, il tutto formò un serpentone impilato sempre più compatto e inespugnabile.

Non dico fosse un lavoro, tuttavia i dischi cominciarono a diventare una specie di secondo lavoro, o dopo lavoro, che bisognava poi gestirlo tutto quell'accumulo, stando attendo a non comprare doppioni, e ricordo che arrivai ad un punto che per me un disco era solo la sua copertina: guardavo quella ed ero a posto, come averlo ascoltato.

Ahia...

 

Inviato

Questa discussione vorrebbe essere anche un'occasione per raccontare storie legate alle nostre vite da collezionisti, sentiamoci liberi di farlo.

Inviato
29 minuti fa, Morenik ha scritto:

storie legate alle nostre vite da collezionisti

Ricordo che negli anni '80 compravo i libri dei vari artisti per avere le liste dei brani da cercare, dei Deep Purple presi il live "Powerslave" per un brano che era solo in quell'album!🤦‍♂️

Poi dopo 20 anni mi lamentavo che c'era chi faceva la raccolta con un inedito!😂

Inviato
20 ore fa, rock56 ha scritto:
20 ore fa, rock56 ha scritto:

Poi dopo 20 anni mi lamentavo che c'era chi faceva la raccolta con un inedito!

Presente uno che le compra le raccolte per un pezzo!

E non parlo mica di calibri come  i Deep Purple ma di di band underground & dintorni, e quanto penare per avere quella compilation con dentro un solo inedito quasi sempre un bel pezzo! Piccole furbate commerciali di piccole label le quali nel loro piccolo cercano di "arrotondare" ma alle quali son contento di dare una piccola mano.

La band sono The Prisoners, l'album "Revenge Of The Prisoners", il titolo inedito ivi presente "Love Changes".

PS Ad un loro live, allo scoccare dell'ora dei bis, richiesi ad alta voce il pezzo qui sopra. Il cantante ci restò un attimo, forse non si ricordava nemmeno d'averlo scritto, e dopo rapido consulto al volo col resto della band, si voltò verso di me e rispose: "Sorry, it's fucking difficult song!" 😞

 

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Inviato

Durante gli anni '90 fui un compratore di vinili ossessivo-compulsivo con febbre a 90 permanente.

L'era pre-ebay era caratterizzata dalle varie liste/cataloghi  che giravano per busta affrancata, un piccolo circuito cartaceo di titoli altrimenti introvabili alimentato  da privati, negozi e piccole label da ogni angolo d'Europa. Era un tempo pioneristico, l'acquisto a distanza, addirittura qualcuno non prezzava i pezzi più ricercati lasciandoli all'offerta libera inventando così le aste prima ancora di ebay! Alcuni venditori erano davvero grandi personaggi sotto tutti i punti divista, tipo Axel da Berlino che mi spediva i dischi prima ancora di aver ricevuto i soldi, soldi che spedivi in busta affrancata, altro che Paypal.

E poi c'erano gli olandesi della Da Capo, Dizzy dall'Inghilterra, poi gli spagnoli, italiani ovviamente, etc...Mai stato bidonato. Mai perso un ordine. Mai avuta una contestazione. Era tutto un flusso(in arrivo) di vinili, ed il mitico postino (ciao Fabio!)ormai lavorava al 50% solo per le consegne al mio indirizzo, diventando amico di famiglia, e spesso si fermava anche a pranzo, giusto una piatto di spaghi ed un paio di valpolicella, lasciando aspettare le altre consegne, tanto faceva quello che voleva, anche se spesso finiva tutto il giro alle 6 di sera!

Ah, formidabili quei tempi!😉

  • Melius 1
Inviato

@Morenik rimanendo in campo italiano, mi ricordo un negozio di Siena, il nome è scivolato via nei meandri della memoria, che inviava un catalogo e facevi gli acquisti per corrispondenza poi si pagava in contrassegno al postino. Eravamo 6-7 persone e una volta al mese, quando arrivava il catalogo con le novità, ognuno di noi faceva una piccola lista su cosa voleva, metteva la sua quota e poi tutti insieme si faceva un ordine unico. Una volta arrivati i dischi facevamo le cassette, o si masterizzava su cd, un nostro amico all'epoca era iper tecnologico (aveva praticamente uno studio di registrazione dentro casa) in modo che tutti potevamo avere i prodotti acquistati. 
Anche noi, da che mi è in memoria, mai nessun problema di nessun tipo.

Inviato
Il 11/7/2021 at 14:26, Angelo83 ha scritto:

Eravamo 6-7 persone e una volta al mese, quando arrivava il catalogo...

Io, in Italia, ricordo Sweet Music di Salsomaggiore. un catalogo davvero imperdibile, quantità e qualità dei titoli, tutti i generi trattati, prezzi nell'ordinario.

 

Inviato

Io ricordo che ricevevo quello di "Millerecord" di Roma (se non erro...), ne acquistai parecchi senza mai nessun problema, ma erano comunque  tutti sigillati.

Inviato
4 ore fa, rock56 ha scritto:

Io ricordo che ricevevo quello di "Millerecord" di Roma (se non erro...)

Millerecord a Via dei Mille, i soldi che gli ho lasciato. Ancora esiste soltanto che si è spostato a Via Merulana e ora ci sta il figlio del vecchio proprietario. Purtroppo non ha attivato gli acquisti online, ogni tanto ci capito e trovo qualche chicca.

Inviato

Millerecord non lo conoscevo ma lo stesso sono riuscito a comprare qualcosa 😉

Eh, quella delle vendita per corrispondenza fu una rivoluzione, quelli più attenti alle novità cominciarono ad adottare quel nuovo modo di vendere dischi et affini, chissà, forse Postal Market lo leggevano anche loro 😄

Perfino un gruppo italiano di musica mod/ska, piuttosto famoso, inseriva nei suoi dischi un A4 piegato che faceva un pò da news, fanzine e cataloghetto di vendita dei dischi della band. C'era anche il numero di telefono di casa del cantante!

E infatti io telefonai, dal telefono pubblico del bar, e quando lui rispose, tutti in coro aggrappati alla cornetta a cantargli a squarciagola il ritornello del loro brano più famoso...😂

Inviato

Negli anni '90 il miglior luogo in Europa dove trovare vinile era Londra, IMHO; oltretutto, era anche la mia città preferita.

Andavo su circa tre volte l'anno a consumarmi le ferie in weekend lunghi così organizzati: all'alba si partiva per negozi e mercatini e al tramonto si finiva al pub e concerti.

Le zone di Camden e Soho erano le migliori, ma poi si andava dappertutto, of course, da Brixton a  Shoreditch senza limiti, con negozi davvero spettacolari  per uno come me che a casa aveva quattro dischi in croce.. Ho ancora (quasi) tutti gli shopper dei vari negozi dove ho fatto acquisti (sono malato o feticista?).

A propo di Shoreditch, un quartiere all'epoca davvero poco turistico e piuttosto brutto, lì stava uno (unico?) studio di registrazione full-analogic, il mitico Toe-Rag di Liam Watson,  un punto di riferimento per tutti i malati del sound retrò e valvolare, un luogo dove andavano a registrare 33 e 45 giri gruppi di caschettoni armati di chitarre vox phantom e organi farfisa, arrivavano da tutta Europa, una cosa davvero pazzesca per noi che capitammo lì in pieni anni '90, io nemmeno avevo mai visto una valvola in vita mia!, e penso che Sir Liam Watson avesse anche il frigo a valvole, oltre che registratori a bobine e macchinari astrusi per ingabbiare il suono super analogico!

In quel luogo si respirava davvero un'aria molto psichedelica e quando uscimmo il panorama era completamente cambiato, anche se il mercato all'aperto aveva appena chiuso e le strade erano letteralmente ricoperte di scarti di verdure e locals  che raccoglievano la cena.

Certo, il cambio sterla/lira era svantaggioso nel nuovo, tuttavia il mio terreno di caccia era nell'usato ma ma sotto il VG++, e lì gli affari erano sicuri come la pioggia londinese.

In quel particolare momento seguivo con particolare petulanza la musica inglese, sixties, r'n'r, punk, mod, neo-psichedelia, quasi tutto tranne il prog, ed è facile intuire che a Londra quei vinili li potevi ritrovarteli anche come sottopiatti al fish&chips.

Il disco che più mi fa tornare alla mente quel periodo è questo:

 

 

 

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  • Melius 2
Inviato

@Morenik ascoltatore. non mi interessa se prima stampa, seconda stampa, ultima stampa.

non mi interessa se stampa italiana, uk, jap, usa o giargianese.

va bene sia nuovo che usato.

se usato che sia ben tenuto e non costi uno sproposito...

se nuovo idem, che non costi uno sproposito e amen se viene da master digitale 16/44.1. al quel punto però ammetto che (forse) preferisco il cd... 

Inviato

Con oltre 10.000 dischi di cui molti di edizioni speciali, pertanto cerco molto la qualità.

Ma dischi come The Velvet Underground & Nico per esempio lo compro a prescindere.

Inviato

@leoncino Chissà quali e quante storie stanno in mezzo a 10000 dischi...

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