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Amici immaginari o mutilati


melos62

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briandinazareth
5 minuti fa, luimas ha scritto:

Se a un  amico ( persona affidabilissima che conosco da una vita ) sono successe cose che non trovano una spiegazione razionale perchè non dovrei credergli ?

 

 

c'è un motivo ed è tutto in come funziona il nostro cervello.

basta vedere qualche studio sui testimoni oculari per capirlo.

 

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@nullo Hai ragione, ma ritengo che sia una spinta di autoaffermazione che in linea di massima riguarda tutti

Preciso che non  riguarda discutere su ovvietà come terra piatta, negazione delle leggi fisiche, ecc

Forse si esprime una voglia di superiorità, di avere tutto sotto controllo, ci si crogiola nel proprio sapere

Oppure non si è certi fino in fondo delle proprie opinioni e si cercano diatribe dialettiche per verificare se le proprie idee, siano più o meno confutabili

Poi una identificazione totale (senso del se) con certi assunti e visione del mondo fanno il resto

 

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14 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

@nullo Hai ragione, ma ritengo che sia una spinta di autoaffermazione che in linea di massima riguarda tutti

Quando la forma è dibitativa, é appunto sondare il dubbio e crescita conseguente in un proprio personale percorso.

Quando tende ad escludere dignità all'altrui pensiero irridendolo e "occhilineggiadolo" è altra cosa.

Può essere stimolante portare prove che studiando e poi manipolando il cervello ottieni condizionamenti specifici, va molto bene per chi parte dall'assunto che Dio e spiritualismo sono forme di tranquillizzante anestetico, ma è veramente poca cosa per chi vi ha trovato equilibrio.

Voler spiegare sensazioni a suon di biochimica, mi lascia perplesso.

Potrai misurare gli elementi, ma valutare in maniera sistematica gli impatti e ridurli meccanismi rimane ( per me e credo per te) sinceramente velleitario.

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briandinazareth
15 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Oppure non si è certi fino in fondo delle proprie opinioni e si cercano diatribe dialettiche per verificare se le proprie idee, siano più o meno confutabili

 

il confronto serve ad affinare le proprie idee e pure a cambiarle in alcuni casi. 

è chiaro che serve un confronto su fatti e un terreno comune. 

 

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15 minuti fa, nullo ha scritto:

Potrai misurare gli elementi, ma valutare in maniera sistematica gli impatti e ridurli meccanismi rimane ( per me e credo per te) sinceramente velleitario.

Sono d'accordo

 

15 minuti fa, nullo ha scritto:

va molto bene per chi parte dall'assunto che Dio e spiritualismo sono forme di tranquillizzante anestetico, ma è veramente poca cosa per chi vi ha trovato equilibrio.

Spesso non conoscendo l'argomento a sufficienza 

Spesso si disquisiisce all'infinito sulla deriva cattolica e sue nefandezze

Dimenticando che la religione/spiritualità è questione interiore di consapevolezza

Paradossalmente, il praticante dovrebbe essere più sveglio e consapevole, perché auto-osserva la propria mente, gestisce meglio i pensieri convulsi, cercando di evitare rigidità e identificazioni divisive

Purtroppo  siamo rimasti alla visione del "religioso" credulone che ha un approccio infantile e regressivo

Pazienza

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Cosa ti dice il cervello? Programma assolutamente da vedere per capire come possa essere ingannato il cervello.

Grazie a ciò ci vivono i prestidigitatori, le fattucchiere, i maghi, le streghe, i santoni, i veggenti etc.

Il cervello vede dei fotogrammi e gli sembra di vedere un evento continuo.

In guerra sono pochissimi quelli che hanno commesso nefandezze bestiali in solitudine, ma in gruppo non c'era freno alla crudeltà.

Potete studiare quanto volete ma il cervello potrà essere ingannato tanto come ad un analfabeta. Non c'entra niente la cultura, c'entra il pensiero. Ed ognuno pensa come crede pensando di avere ragione.

Potrebbe essere anche che noi siamo semplici personaggi di un gioco che non ci dà nessuna scelta se non quella illusoria.

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Non sarà sfuggito ai lettori meno disattenti  🥸 che il tema del thread è proprio questo. L'ipotesi che tutta la realtà abbia una origine e un senso, sia come significato che come direzione, insomma che abbia una ragione precisa di esistere, è l'ipotesi religiosa, del collegamento del particolare ad un Tutto di cui l'osservatore fa parte, ma che vede esterno a sé.  Solo dopo può differenziarsi, ma all'origine, in questa forma grezza e originale di domanda (perché?) è  comune ad ogni uomo e ad ogni epoca (tranne parte della nostra recente). Nessuno può dire di avere la risposta, sia chiaro, ed è la ricerca forsennata di tutte le generazioni precedenti,  compresi i cervelloni. La risposta si attendeva da fuori, perché è evidente la sproporzione tra il finito umano che osserva e l'Oggetto osservato. Le religioni hanno antropomorfizzato la divinità silenziosa,  che non si è manifestata se non nei fenomeni  naturali. Queste visioni della divinità dipendono dall'ambiente culturale  della società umana che gli ha dato forma, e sono incompatibili tra loro per questo. Un eventuale Dio unico sarebbe lo stesso adorato ma rappresentato in modo imperfetto , dalle diverse religioni monoteiste. Nessun cristiano contemporaneo crede che Dio abbia la barba bianca e punisca con le cavallette i peccati dell'umanità,  perché Gesù ha spiegato che cosa sia il Padre, amore puro che chiede di essere ricambiato.  Nessun vivente ha mai visto Dio faccia a faccia, tutti lo vedranno nel passaggio da questa fase della vita biologica a quella successiva. Crederci o non crederci? È affare di ciascuno,  però al momento risulta, a mio avviso,  una possibilità razionale credere che possa  esistare una forma di risposta alla domanda che brucia, ipotesi forse più razionale di quella che esclude ogni possibilità che esista una risposta,  come pretende di fare un certo scientismo nichilista.  La scienza in fondo vive proprio della categoria della possibilità, il relativismo dogmatico la contraddice e la tradisce. 

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La cultura (letture/ambiente/sociale) influenzano il pensiero, creando un approccio esistenziale

Poi nascono rigidità divisive e pensiero monolitico

Osservazione della mente e disidentificazione, possono aiutare

Nella mente ha origine la sofferenza; nella mente ha origine la cessazione della sofferenza

Buddha

 

 

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29 minuti fa, LUIGI64 ha scritto:

Purtroppo  siamo rimasti alla visione del "religioso" credulone che ha un approccio infantile e regressivo

 

In realtà la consuetudine è molto più pervasiva, trattasi di fede abitudinaria, quanti giungono alla fede attraverso un processo interiore profondo? 5%, meno, il resto crede a ciò a cui credono i vicini, e se i vicini cambiano religione la cambia pure lui, la storia è piena di eventi simili, il passaggio all'islam del cristianissimo Nord-Africa  in poco più di una generazione  è il caso di scuola.

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1 minuto fa, Panurge ha scritto:

In realtà la consuetudine è molto più pervasiva, trattasi di fede abitudinaria

Hai ragione, ma forse anche quelle abitudini portano un beneficio, un  conforto psicologico e

mentale.

Probabilmente ci sono percorsi più articolati  e completi, ma a quelle persone non interessa, magari per loro sarebbe tutto troppo complicato e destabilizzante 

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briandinazareth
39 minuti fa, melos62 ha scritto:

È affare di ciascuno,  però al momento risulta, a mio avviso,  una possibilità razionale credere che possa  esistare una forma di risposta alla domanda che brucia, ipotesi forse più razionale di quella che esclude ogni possibilità che esista una risposta,  come pretende di fare un certo scientismo nichilista.

 

nessuno però, nel mondo reale, dice che non esista la possibilità che ci sia uno scopo, almeno nessuno in questo thread. 

semma, visto che parli di razionalità, la questione sono gli argomenti a favore di un eventuale scopo e gli argomenti a sfavore. 

quello che ti chiedo dall'inizio è:

quali sono gli argomenti razionali che ti danno certezza o forte convinzione che ci sia uno scopo o un fine? 

penso che di questo dovremmo parlare, ma sembra molto difficile quandosi esce dal generale e si arriva alle domande precise.

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