Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 26 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Dicembre 2022 Passati i pagani festeggiamenti natalizi fatti di ammucchiate, di abbuffate, di regali e nuovi dischi.., ho recuparato un antico vinile ad ispirazione musicale sempre attuale e fresca che ha qualche attinenza con il nostro Natale quand'era ancora autenticamente festoso e spirituale; una sorta di mistica "mantra-raga-zen" capitanata dal sitarista indiano Ravi Shankar. Ah.., che bellezza! atmosfera giusta e grande rilassatezza rapito dalla musica di questo East Greeets East Ravi Shankar in Japan dell'incontro tra la musica indiana e giapponese. Musicisti straordinari in grado di improvvisare all'infinito melodie e armonie, "scale" alle quali noi occidentali degli "orientaliasmi", del "modale", abbiamo sempre attinto a piene mani, ancor più indietro nel tempo anche agli strumenti afro e mediorientali basilari della nostra tradizione musicale. Tutti conosciamo spero Ravi Shankar, pochi forse hanno familiarità con gli altri musicisti che compongono lo straordinario quartetto che si fa flusso musicale unico, intermnabile. Suggestioni a non finire, mi sento particolarmente attratto dal suono del shakuhachi, sorta di flauto "empirico"-mistico giapponese suonato da Hozan Yamamoto. 3
analogico_09 Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 1 ora fa, ar3461 ha scritto: prima che parta il pisolino......🤗 Lo dici a me.., hai il mio permesso di appisolarti, figuriamoci.., basta che non russi....
lofuoco Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 @analogico_09 ho lavorato con Ravi e Alla qualche anno fa in un progetto con orchestra sinfonica, uno dei primi con cui iniziarono ad affacciarsi nel panorama internazionale. Davvero bravi!
analogico_09 Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 @lofuoco Gran bella esperineza, sa va san dire ! 👍
Questo è un messaggio popolare. Alessiodom Inviato 26 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Dicembre 2022 Terry Riley - A Rainbow In Curved Air (1969) Electronic,Minimal, Ambient "E poi tutte le guerre finirono / Le armi di ogni tipo furono messe fuori legge e le masse le contribuirono volentieri a gigantesche fonderie in cui venivano fuse e il metallo riversato nella terra / Il Pentagono fu girato su un fianco e dipinto di viola, giallo e verde / Tutti i confini furono dissolti / Il massacro di animali fu proibito / L'intera Lower Manhattan divenne un prato in cui agli sfortunati della Bowery fu permesso di vivere le loro fantasie al sole e furono curati / La gente nuotava nei fiumi scintillanti sotto il cielo azzurro striata solo dall'incenso che sgorgava dalle nuove fabbriche / L'energia delle armi nucleari smantellate forniva calore e luce gratuiti / La salute mondiale veniva ripristinata / Un'abbondanza di verdure, frutta e cereali biologici cresceva selvaggia lungo le autostrade abbandonate / Le bandiere nazionali venivano cucite insieme in tendoni da circo dai colori sgargianti sotto i quali i politici potevano svolgere innocui giochi teatrali / Il concetto di lavoro era stato dimenticato." 4
Questo è un messaggio popolare. azn131 Inviato 26 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Dicembre 2022 Lucio Battisti - Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera Stampa italiana del 1976 fatta dalla RCA Questo album sarebbe perfetto se non ci fosse quella bruttissima cover, "La Compagnia", perchè non ci azzecca per nulla con il resto dei brani 7
Questo è un messaggio popolare. 8Franz Inviato 26 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Dicembre 2022 7
Questo è un messaggio popolare. lofuoco Inviato 26 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Dicembre 2022 3
analogico_09 Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 1 ora fa, Alessiodom ha scritto: Terry Riley - A Rainbow In Curved Air (1969) Gran disco! 1
Alessiodom Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 @analogico_09 Grazie a te e a tutti voi, le ultime pagine di questa sezione sono state formidabili e ricchi di spunti. Mi sono segnato il tuo disco di Gato insieme a Don Cherry che conosco per "Organic Music Society" ma è un pochino complicato per me; però Gato è uno dei miei sax preferiti, quando accelera per me è pura gioia e pulsione di vita. Quindi son molto curioso. Buona Serata 1
Gaetanoalberto Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 Venendo incontro, magari un po’ tardino, alle sollecitazioni del buon @analogico_09 che cerca di animare il TD con un minimo di commento di quel che ascoltiamo, visto che i rispettivi post non posso rieditarli, torno a Fresh Cream, il primo disco dei Cream, che ho preso ad un’asta di Ebay dal mio spacciatore locale di dischi Jap, in una riedizione del 1972, a circa 14 euro. Il disco esce tra il 1966 ed il 1967. Adoro i Cream, e cercare tra le loro note i semi del rock innovativo, che parte dal blues e dal jazz: il Clapton ruspante ma non per questo meno elegante, Ginger Baker alle percussioni, con qualche giro innovativo per quei tempi e, mi pare Jack Bruce alla voce (aiuto…non ho voglia di cercare). Un disco che alterna momenti pacati ad altri piú tosti, melodie e ritmo, e che non si sente affatto male, per gli anni che porta sulle spalle, con qualche cover riarrangiata, tra cui un Rollin’ e tumblin a mio avviso meritevole, tra le mille versioni. Non il disco piú bello, ma con tutto il fascino della prima uscita e della freschezza di chi si affaccia al mercato Giacchè c’ero, mi sono goduto in atmosfera natalizia anche Fontessa, in edizione reprint Jap del 1976, del Modern Jazz Quartet, presa a domicilio dallo stesso spacciatore, stavolta a 20 euro. Non ci sono parole sufficienti per lodare l’eleganza e la raffinatezza di cui non mancano recensori: quei bei neri di cui @analogico_09 ama parlare, ma in giacca, cravatta e vibrafono, ad insegnare ai bianchi che dalle retrovie della povertà puó nascere una creazione di rara creatività intellettuale e non soltanto istintiva. Non avevo ancora The song remains the same, trovata in edizione Jap del 1976, ma questa non la commento, salvo il fatto che, precisando che per me è un pregio, porta con sé tutte le sonorità che venivano fuori dalle stampe del tempo. Niente a che vedere con i 180 grammi rimasterizzati. P.S. vedo circolare un sacco di bella roba. Bravi. Peró i melius sono pochi per cotanta qualità. 1
Gaetanoalberto Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 25 minuti fa, Alessiodom ha scritto: ultime pagine di questa sezione sono state formidabili e ricchi di spunti. Concordo. Gran bei dischi da parte di tutti, e non comuni. 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 26 Dicembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 26 Dicembre 2022 Disco "generazionale" del '71, variamente "contaminato" di Jean-Luc Ponty, allora uno dei pochi violinisti jazz elettrici insieme al coevo e forse meno noto Jerry Goodman che militava nella Mahavishnu John McLaughlin... Open Strings Jean-Luc Ponty Experience Una formazione di tutto rispetto, per me menzione speciale per Kuhn, gran disco che sento ancora attuale". Grande incisione MPS / Basf Jean-Luc Ponty: violino; Joachm Kuhn: pianoforte; Philip Catherine: chitarra; Peter Warren: basso; Oliver Johnson: batteria 3
analogico_09 Inviato 26 Dicembre 2022 Inviato 26 Dicembre 2022 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: il primo disco dei Cream Uno dei miei gruppi rock preferiti, insieme a Lou Reed. Bell'interveto, Gaetano, io invito a scrive due cose sul disco, senza l'ansia di prestazione o del "dovere"... non si pretende il saggio, qualche particolarità che invogli anche chi non lo conosce ad ascoltarlo. 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: quei bei neri di cui @analogico_09 ama parlare, ma in giacca, cravatta e vibrafono, ad insegnare ai bianchi che dalle retrovie della povertà puó nascere una creazione di rara creatività intellettuale e non soltanto istintiva. Giusto, ma è la norma, nel grande jazz, c'è sempre istinto e intelleto appaiati, "belluinità" e a volte rare raffinatezze, e senza indossare giacca e cravatta. Anzi.., nella mia lunga esperienza di ascoltatore di musica afroamerica, ne ho ascoltati tanti vestiti sempre informale, in abiti "esotici", orientali, islamici, africani. Insomma i neri che "piacciono a me" erano molto consapevoli del loro genio e della loro bellezza che vestiva gli abiti che ciascuno di loro intonava alla propri personalità e valore culturale, psicologico, esistenziale... Sun Ra ad esempio vestiva da faraone d'Egitto... :D giammai la giacca e cravatta triste e omologante, roba per bianchi inpiegati di banca. I neri rivendicavano orgliosamente e prepotentemente la loro bellezza, il grido era: "Black is Beautifull!"
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora