Juju Inviato 17 Maggio 2023 Autore Inviato 17 Maggio 2023 @CDJ Io seguo un po` la dnb con riferimenti giamaicani contemporanea, tipo Serial Killaz, Ed Solo et similia... Comunque vero e` un genere di collezionismo vinilico molto differente da quello classico. Sei anche dj presumo... 1
analogico_09 Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 12 ore fa, CDJ ha scritto: Bene,vista la tua curiosità,mi smentisco per questa volta. Grazie del contributo molto interessante, non sono un esperto dei "generi", propendo più per le "rarità" del jazz, ma mi incuriosice e mi affascina molto ciò che nasce trasversalmente rispetto all'"industria" rivelandosi spesso innovativo, alternativo, perfino geniale. Proverò ad ascoltare qualcuno dei tuoi suggerimenti. A ben rileggerne ancora. 1
analogico_09 Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 Il 15/5/2023 at 15:36, one4seven ha scritto: Anno 1972. Lou Reed è al suo secondo lavoro da solista (il primo è un clamoroso flop), dopo l'esperienza con i VU. E tira fuori un disco memorabile. Transformer. Capolavoro, sicuramente! Ricordo di aver letto da qualche parte che alla gioia di Reed per il grande successo di Trasformer, dopo il fiasco del primo disco e gli anni di delusioni commerciali, si mescolasse anche un po' di "contrarietà" visto che il successo era arrivato grazie anche alla presenza di David Bowie il quale, come coproduttore del disco, insieme ad un altro del giro "factory", aveva in qualche modo contribuito a creare le condizioni più favolrevoli e gli stimoli intellettuali, ideali e "poetici" per il lavoro svolto da Reed che resta tuttavia l'autore indiscusso dellallabum. Ma insomma., un po' gli scocciava, comprensibilmente, che sul disco si proiettasse un po' anche l'"ombra" di Bowie con il quale durante la realizzazione del ptogetto Trasformer aveva avuto qualche screzio... Magari è solo gossip, oppure una balla, ma è divertente fare ogni tanto anche un po' di aneddotica non troppo "pettegola"...
CDJ Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 @Juju Sì mi piace mixare,qualche warm up l'ho fatto,parecchie feste private,amo definirmi un Bedroomdj,anche perchè quando il dancefloor iniziava ad animarsi di un certo tipo di universo femminile,il posto alla consolle mi andava stretto... @analogico_09 Grazie dell'invito magari vi tedierò ancora. 1 1
one4seven Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 @analogico_09 ti dirò di più: il motivo per cui abbandonò i VU, fu essenzialmente perché non vendevano. Il famoso album "banana" prodotto da A.W. in realtà quando uscì vendette appena 30.000 copie. Di fatto un flop. Reed invece voleva fare album di natura più commerciale. Cercava il successo. Da qui la decisione di mettersi "in proprio" e allontanarsi da Warhol. Bowie era un altro "giusto" personaggio, se l'obiettivo era quello di "sfondare". La storia sappiamo poi come è andata: "il banana" è diventato un disco cult. Ma noi ragioniamo col senno di poi. Quando sei sul pezzo non è facile capire come possono andare le cose. 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 17 Maggio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Maggio 2023 Il primo disco di Ornette Coleman, 1958, un autentico capolavoro che si pone tra il bop e il free jazz, passando per le altre "stazioni" intermedie. Una musica davvero innovativa, di grande personalità in grado di conferire, anche con un certo anticipo rispetto ad alcuni altri grandi innovatori, nuove caratterialità linguistico-espressive e poetiche al jazz che da moderno andava facendosi di avanguardia. Il quintetto che comprende anche il piano al quale Coleman rinuncerà per le successive formazioni, comprende Don Cherry; Walter Norris, piano; Don Pyne, basso; Billy Higgins, batteria. Già con il successivo "The Shape of jazz to come" del "fatidico" 1959, entreranno in quartetto o in quintetto "classici" i fedelissimi Charlie Haden, basso e Dewey Redman sax. Straordinario anche il contributo di Don Cherry il quale, specialmente nello stupendo assolo verso la fine del brano "The Bessing", già in quei lontani anni "via di mezzo" dell'evoluzione musicale afroamericana, sfodera una classe strumentale, linguistica e poetica avanzata, del tutto inaudita, creativa e "favolosa", rivoluzionando il modo di suonare la tromba differenziandosi nettamente dai pur geniali trombettisti in auge ai tempi. A quel punto la voce di Don Cherry - proveniente dalle profondità dell'anima - si era già fatta "speciale", lanciata verso il "sogno" musicale lirico dal quale non si sveglierà mai più, in nessuna delle varie fasi contrassegnate dal carisma della continuità musicale. 6
Questo è un messaggio popolare. fastdoc Inviato 17 Maggio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Maggio 2023 Adoro questo LP... illusione di tornare a 16 anni ? Stampa italiana sorprendentemente ben suonante. 7
Questo è un messaggio popolare. pino Inviato 17 Maggio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Maggio 2023 Mondo Bossa Tres La copertina consiste di una busta di plastica spessa e trasparente. Ho dovuto fotografare il disco ( da fermo ). La qualità artistica è ottima quella tecnica un po meno. 5
fastdoc Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 @pino Il vinile "merita" senz'altro... in un altro momento valuterò la qualità artistica P.S. bello anche il giradischi 1
analogico_09 Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 1 ora fa, one4seven ha scritto: Ma noi ragioniamo col senno di poi. Quando sei sul pezzo non è facile capire come possono andare le cose. Certamente. Non di rado molti dei più o meno grandi lavori d'arte vengono non compresi ed apprezzati dai contemporanei per essere riscoperti in seguito. Per quanto riguarda Transformer.., ad avercene ancora oggi di dischi così "commerciali"... Mi sa che dopo lo riascolto.
analogico_09 Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 24 minuti fa, pino ha scritto: La qualità artistica è ottima quella tecnica un po meno. Quel che conta è la sostanza del "contenuto"...
one4seven Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 9 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Non di rado molti dei più o meno grandi lavori d'arte vengono non compresi ed apprezzati dai contemporanei per essere riscoperti in seguito. eh... il fatto è che i soldi servono subito, non "forse" dopo... 10 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Mi sa che dopo lo riascolto E fai bene.
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 17 Maggio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Maggio 2023 Nulla di difficile per questo swingoso "Rhytm is my business" di Ella Fitzgerald, 1962. Nella sua edizione Verve sembra particolarmente curata la registrazione della bella voce di Ella, in primo piano rispetto all'orchestrazione, che viene fuori particolarmente tersa diversamente da altre registrazioni del tempo, riempiendo la scena. 4
minollo63 Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 2 ore fa, pino ha scritto: Ho dovuto fotografare il disco ( da fermo ) …almeno quello era fermo, di qualcos’altro non si sa ! Ciao ☮️ Stefano R.
CDJ Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 4 ore fa, pino ha scritto: La qualità artistica è ottima quella tecnica un po meno. Qui siamo tutti artisti (forse qualcuno mancato)quindi apprezziamo...
ninomau Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 Hal Willner, scomparso per Covid recentemente, era un genio. Ha reinventato un genere, quello degli Omaggi a… (Tribute album), coinvolgendo musicisti amici, prima della scena jazz USA come Carla Bey, Steve Lacy, Jaki Byard, Sharon Freeman, poi anche artisti del mondo rock come Tom Waits, Joe Jackson, Lou Reed. Questo è il suo primo lavoro del genere, che ha prodotto nel 1981, ed è incentrato sulle musiche composte da Nino Rota per i film di Fellini. Seguiranno altri album dedicati a Thelonius Monk, Walt Disney, Kurt Weill e Charlie Mingus, tutti notevoli. Copia dell’epoca, stampa canadese, buona l’incisione. 1
analogico_09 Inviato 17 Maggio 2023 Inviato 17 Maggio 2023 @ninomau Non conosco questi progetti "omaggianti" se non di "nominata". L'idea mi sembra interessante, cercherò di verificare in proprio con qualche ascolto grazie anche alla tua "presentazione"
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 17 Maggio 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Maggio 2023 Ho avuto il piacere di ascoltare live Paolo, mi pare nel 1988 nella magica Catania. Non ricordo se fosse il Metropolitan. Sicuramente il palcoscenico gli si addice, come il rapporto diretto col pubblico, nonostante l’apparenza schiva. Mi piace risentire ogni tanto questo LP 5
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