Questo è un messaggio popolare. maabus Inviato 1 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Febbraio 2024 6
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 1 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Febbraio 2024 Un piccolo tessoro questa sera sul piatto. No, non sono andato in un tre stelle Michelin, ma ho avuto il piacere di ascoltare “Il” quintetto, nella mitica ed unica esibizione al Massey Hall del 1953. Registrazione “di fortuna” trasferita da Mingis e Roach per una ripassata dei bassi ed ecco partorito un caposaldo del bop: Dizzie Gillespie trumpet, Max Roach drums, Bud Powell piano l, Charlie Mingus bass, ed il nostro “Charlie Chan” all’alto. Vi lascio col dubbio, ma tanto tutti lo sapevate, solo io sono andato a cercarmelo… 😁 4
analogico_09 Inviato 3 Febbraio 2024 Inviato 3 Febbraio 2024 Il 1/2/2024 at 21:02, Gaetanoalberto ha scritto: Massey Hall Un disco capitale sul quale varrebbe la pena spendere qualche parola in più. Se n'è parlato più volte nel corso degli anni, mi sono ricordato di un topic più recente nel quale lasciai un breve contributo su "The Quintet" , mi permetto di "riesumare" topic e post. 1
analogico_09 Inviato 3 Febbraio 2024 Inviato 3 Febbraio 2024 Lenny Tristano - New York Improvisations Piano – Lennie Tristano Bass – Peter Ind Drums – Tom Weyburn* Una ristampa Doxy, suono un po' cupo e chiuso che non impedisce tuttavia di apprezzare le improvvisazioni di Tristano che con le sue alchimie sonore situate tra il "bop" e il "cool" (maledette etichette!), traduce in musica le "impressions" di una New York immaginifica immersa nel fascinoso B. & W. notturno, come la foto di retrocopertina di Arthur Leipzig. Una curiosità da Discogs, cosa minima ma che tuttavia ci aiuta ad avvicinarci di più immaginativamente al mondo in cui queste musiche vennero create e registrate, ai musicisti artefici di tanta bellezza, alle atmosfere della sala di registrazione attraverso la testimonianza viva del batterista del trio, Tom Weyburn, il quale segnala la seguente cosa, riferendosi forse a passate edizioni discografiche: Il mio nome mancava nei titoli di coda di questo album. Si può verificare con Peter Ind, l'unico altro testimone vivente di questa registrazione, che ero io, Thomas L Wayburn, conosciuto informalmente come Tom Wayburn (il mio nome utente su Discogs è tomwayburn) a suonare la batteria in quelle sessioni. Peter ha suonato il basso con Jutta Hipp alla Hickory House di New York. Quando il suo concerto finì la mattina presto, andò al mio appartamento, mi svegliò e andò allo studio di Lennie dove suonammo mentre l'Ampex ronzava finché non arrivò il momento per me di andare a lavorare in ingegneria chimica. (traduzione google) 2
Questo è un messaggio popolare. Panurge Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 Va bene su tutto 3
analogico_09 Inviato 3 Febbraio 2024 Inviato 3 Febbraio 2024 Secondo ascolto discografico della mattina... sulle calde e suadenti note baritontenorili di Gerry e Ben e il "pendolesco" andamento della ritmica ci si rialassa molto..., si resta quasi ipnosonnizzati! Eresia! Due geni del sax.., da ascoltare in un club intimo nelle ore piccole quando il sonno è oramai svanito - che manco questa musica... - e si tira fino all'alba. Si scherza, neh! Disco Speaker & Corner (lasciatemelo dire!) 2
Questo è un messaggio popolare. nickfats Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 Strabiliante interpretazione (quasi) orchestrale di un nostro grande Genio, un vero gigante del pianoforte! Non solo tanta tecnica e coraggio nel prendere con piglio e velocità pazzesche questi arditi pezzi virtuosistici, ma anche cuore e leggerezza nel modularne i tini e i colori… altro che certi funanbolici pestatasti che ci passano oggi come star. Grazie Maestro Pollini! 3
Questo è un messaggio popolare. Mxcolombo Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 Dopo avere assistito alla rappresentazione tenutasi al Teatro alla Scala lo scorso 25 gennaio ho deciso di procurami una copia di quest’opera poco conosciuta e di non facile ascolto di Luigi Nono. Girovagando su Discogs ho trovato una copia mint della prima registrazione con Pollini a Abbado sotto la supervisione del compositore. 3
Questo è un messaggio popolare. maabus Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 3
Questo è un messaggio popolare. Mxcolombo Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 Concludo il pomeriggio di ascolti con questa bella registrazione Decca del 1964 con musica di Kodàly magistralmente interpretata da Istvan Kertész. Pare che il compositore fosse soddisfatto del risultato. Ancora oggi un ottimo riferimento anche per chi da particolare valore alla qualità della registrazione. Scena molto larga e profonda. Autore purtroppo ed ingiustamente poco noto e frequentato. 4
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 Stamattina, dopo un buongiorno con il liuto in liquida, ho messo sul giradischi due LP che avevo tenuto in un cantuccio, di un Dexter Gordon in momenti diversi della carriera. Il ben noto Go! del 1962, in cui si accompagna ad un trio non casuale di mostri sacri, Sonny Clark al piano, Butch Warren al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria. Calore, ritmo ed armonia abbondano nella esperienza newyorkese. Le note di eleganza del pianoforte, lo swing del basso, il fatto che la batteria diventi nelle mani di Higgins qualcosa di suonato e non semplicemente “percosso”, tutti in un atmosfera rilassata e positiva, caratterizzano il disco, che rimetteresti più volte (ed infatti l’ho fatto). Poi “The other side of Round Midnight” , un disco inciso a latere della colonna sonora principale a Parigi ed a Epinay sur Seine, dove era stato ricostruito il Blue Note club and New York’s Birdland. A nominarli tutti vengono i brividi: Carter, Hancock, Higgins, Hibbard, Hutcherson, McFerrin, McLaughlin, Michelot, Mikkelborg, Shorter, Vinding, Walton, Williams. L’America e l’Europa che si riuniscono in un altro bel momento, un film inprobabile e bellissimo, sulle cui scene Dexter ha molto influito e che ha ridato smalto alla leggenda del jazz ed alla storia del jazz leggendario. (Tracce delle note di accompagnamento) 5
Ferruccio Inviato 3 Febbraio 2024 Inviato 3 Febbraio 2024 Primo album con Sammy Hagar alla voce che prese il posto di David Lee Roth (mio preferito, gusto personale). Album del 1986, stampa italiana in condizioni da VG+ Buona qualità audio. I Van Halen, non si discutono. A prescindere. 2
Questo è un messaggio popolare. Tigra Inviato 3 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Febbraio 2024 Che bellezza, al limite del commovente, una cantabilità unica, veramente "umana" 3
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 4 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Febbraio 2024 Come già detto, con i dischi faccio una sorta di viaggio nel tempo: il recupero di ricordi che, in fondo, non ho, perché queste cose accadevano in anni sotto molti profili concitati, e la tarda adolescenza non è un momento di piena consapevolezza. Ascoltare questo disco, con tutti i discorsi, le poesie, le voci di palcoscenico, mi trasmette delle sensazioni particolari, che non sono strettamente legate alla musica. Un mondo che non c’è più, di cui riscopro quasi una ruvidezza di cui allora non mi accorgevo. Dal punto di vista esperienziale questo Concerto, 14 giugno 1979, appena dopo la morte ed in memoria di Demetrio Stratos, è da provare. 5
Questo è un messaggio popolare. Alessandro Inviato 4 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Febbraio 2024 è entrato nel mio cuore nel 1977 e non ne uscirà mai 6
Questo è un messaggio popolare. one4seven Inviato 4 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Febbraio 2024 Una voce soul alla corte del pop, dice Ondarock. Come dargli torto? La splendida Alison Moyet con il suo disco di debutto da solista, dopo "l'esperienza Yazoo". Alf, 1984. . 5
analogico_09 Inviato 4 Febbraio 2024 Inviato 4 Febbraio 2024 20 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Le note di eleganza del pianoforte, lo swing del basso, il fatto che la batteria diventi nelle mani di Higgins qualcosa di suonato e non semplicemente “percosso” Ovviamente prendo spunto dalla tua affermazione per rendere omaggio al grande poeta della batteria. Essì.., Billy Higgins fu uno dei più grandi batteristi del jazz specialmente attivo nelle "avanguardie", stretto collaboratore di Ornette Coleman, il padre del free jazz, presente con Don Cherry, con altri uomini di punta della musica afroamericana. Penso che sia Higgins sia gli altri celebrati "colleghi" della/e tradizione/i e della/e modernità del jazz - ad esempio un Ed Balckwell, Sunny Murray, Milford Graves, etc ... senza scomodare i drummers seduti accanto a Zeus - mai avrebbero potuto "semplicemente" percuotere la batteria. Va da se, non serve dirlo. Non solo costoro battono i tempi creando i ritmi e i poliritmi più geniali, sono per di più capaci di "armonizzare" addirittura i loro "battiti" creando il denso background armonico-ritmico dal quale a volte sembra elevarsi anche la eco di un "canto" remoto, segreto richiamo di "madre Africa". (tra i capostiditi di ciò per quanto riguarda il jazz dei tempi più avanti resta senz'altro Elvin Jones che, in casa Coltrane, passò il "testimone" a Rashied Alì) All'uopo, proviamo ad ascoltare attentamente il magistero di Billy Higgins in questo supremo consesso musicale. 2
Questo è un messaggio popolare. iBan69 Inviato 4 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Febbraio 2024 3
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