maabus Inviato 4 Luglio 2024 Inviato 4 Luglio 2024 Non amo cover, tributi, ma questo ha un suo perché...sull'impianto spacca 😀
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 4 Luglio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 4 Luglio 2024 Non ricordo se ho già postato questo bel Chat Baker, Blues for a Reason, del 1984. Mi piacerebbe scrivere come lui suona, sono gli ultimi anni del suo percorso, fluido, in perfetto interplay con il tenore di Marsh ed il contrabbasso di Mc Bee, a sviluppare ancora evoluzioni che forse potremmo definire propaggini del bepop, che non si spengono mostrando di avere ancora parecchi da dire. Ritmo, armonia, swing ed astrazione. Bello. 4 1
Stefanodirektor Inviato 4 Luglio 2024 Inviato 4 Luglio 2024 Il look sobrio e compassato di Rick James per questo autentico capolavoro di funky rockeggiante, dal tiro micidiale. Semplicemente irresistibile Street Songs, 1981 2
analogico_09 Inviato 4 Luglio 2024 Inviato 4 Luglio 2024 Il disco "Blues A Reason" è bellissimo, tutti bravi, ritmica, fiati, strepitoso usual Cecil McBee al basso, raffinato il pianista, non di minor polso il batterista. Di Chet Baker già sappiamo della sua sempre riconoscibile vena lirica, intimistica, anche swingante, in blues, certamente; meno sappiamo del misconosciuto Warne Mesh, eccellente al sax tenore di bella e avanzata voce hard bop "stemperato" dal cool più discreto di Baker. Potrei sbagliare, in tal caso sorry 🤷♂️ ma non mi pare notare "propaggini del bebop"... non riconsco le "urgenti" emanazioni di Parker, di Monk, di Gillespie di Bud Powell, di Mingus, di Roach, etc., in questi brani, nonosatene sia pur vero che tutto il jazz moderno derivi dalla rivoluzione del bebop mentre figli ansiosi si rivelano spesso e volentieri pronti ad ammazzare l'"ingombrante" genitore per intraprendere le nuove ed autonome avventure musicali. Come nel caso di questo disco del 1984 registrato alcuni lustri dopo il BeBop e non nei roventi climax dei jazzclub newyorkesi spesso segreti, da "iniziatici", degli anni '40 e '50.
Gaetanoalberto Inviato 5 Luglio 2024 Inviato 5 Luglio 2024 The amazing Bud Powell Volume 2 1953/1978 - Duvivier, Russell, Roach, Taylor. Piaciuto un pochino meno del primo volume ma tra i dischi chiave di Bud. Glass Enclosure la preferita. 1
OTREBLA Inviato 5 Luglio 2024 Inviato 5 Luglio 2024 Oh ma c'avesse un'edizione scrausa 'sto uomo...ma...i Jazz Idea ce li ho solo io?... 1
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 6 Luglio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Luglio 2024 Uriah Heep - Very ‘Eqvy Very ‘Umble - 1970/1974 Non ha perso il suo smalto nonostante gli anni. Un po’di salutare rock con sfumature hard e progressive ed echi sparsi di blues. 5
Questo è un messaggio popolare. Mxcolombo Inviato 6 Luglio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Luglio 2024 Preso più per curiosità che per altro. Devo dire che è veramente un bel vinile (doppio a 45 giri). Cantato molto bene dalla brava Alice accompagnata da i solisti filarmonici italiani. Degna di nota anche la registrazione. 3
Gaetanoalberto Inviato 7 Luglio 2024 Inviato 7 Luglio 2024 Mah… questo disco di Miles non sono riuscito a farmelo piacere, e per compensare ho messo su un David Holland niente male 1
damiano Inviato 7 Luglio 2024 Inviato 7 Luglio 2024 5 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: un David Holland niente male Dai Gaetano, puoi esagerare, niente male mi pare riduttivo 🙂. Braxton e Rivers in stato di grazia che duettano in maniera sublime supportati dalla ritmica esemplare di Holland ed Altschul. Due ipotesi sul titolo: il poema sufi di Farid al-Din 'Attar, Il Verbo degli Uccelli oppure il canto degli uccelli che Holland ascoltava al mattino dal suo appartamento londinese che gli portavano all'attenzione la libertà del canto. A me piace molto la seconda ipotesi perché quando lo ascolto mi sovviene esattamente il canto degli uccelli, soprattutto quando Braxton e Rivers maneggiano i flauti. E l'idea della libertà espressiva (free) che viene esaltata in ogni solco in un continuum esaltante. In altre parole un capolavoro che dovrebbe essere presente in ogni collezione e che può essere usato come nave scuola per andare alla scoperta di artisti unici ed inimitabili. Ciao D. 1 1
Gaetanoalberto Inviato 7 Luglio 2024 Inviato 7 Luglio 2024 Concordo. D’altra parte trasferire il piacere d’ascolto alle parole é mestiere complicato a quanto pare. Comunque sono proprio contento di questo percorso in cui sono molto fortunato a recuperare tanti bei dischi. Quanta bella musica…e che fortuna essere umani! 1
analogico_09 Inviato 7 Luglio 2024 Inviato 7 Luglio 2024 1 ora fa, damiano ha scritto: niente male mi pare riduttivo 🙂..... Braxton e Rivers in stato di grazia che duettano in maniera sublime supportati dalla ritmica esemplare di Holland ed Altschul. Due ipotesi sul titolo: il poema sufi di Farid al-Din 'Attar, Il Verbo degli Uccelli oppure il canto degli uccelli che Holland ascoltava al mattino dal suo appartamento londinese che gli portavano all'attenzione la libertà del canto. A me piace molto la seconda ipotesi perché quando lo ascolto mi sovviene esattamente il canto degli uccelli, soprattutto quando Braxton e Rivers maneggiano i flauti. E l'idea della libertà espressiva (free) che viene esaltata in ogni solco in un continuum esaltante. In altre parole un capolavoro che dovrebbe essere presente in ogni collezione e che può essere usato come nave scuola per andare alla scoperta di artisti unici ed inimitabili. Davvero un disco faro guida del jazz avant-garde, tanto per trovare una definizione.., concordo con ogni parola e punte punto e virgola da te scritte... In effetti damiano, come mi insegni, i dischi non sono la musica. Vale per tutti che non basta comprarne in quantità, un giro di gira e via. Musiche capitali, dell'anima, che hanno bisogno di ascolti attenti, ripetuti, ci vuole tempo, a volte anni, lunghe esperienze di ascolti, da disco e soprattutto dal vivo, per cominciare ad entrare nella musica, comprenderne il valore, i significati musicali, l'espressione è "verità" estetica e metafisica, non un fatto di epidermica e passeggera emozione. L'arte è oltre la "bellezza, bisogna cercare la sua "verità" nel dolore sempre pieno di "verità" e di libertà. 1
Gaetanoalberto Inviato 8 Luglio 2024 Inviato 8 Luglio 2024 20 ore fa, damiano ha scritto: canto degli uccelli che Holland ascoltava al mattino dal suo appartamento Leggo adesso in copertina, mentre riascolto, che questa é la versione data da Holland sul disco
analogico_09 Inviato 8 Luglio 2024 Inviato 8 Luglio 2024 Gato Barbieri - In the Search of the Mistery
Gaetanoalberto Inviato 8 Luglio 2024 Inviato 8 Luglio 2024 Dexter Gordon - The tower of Power - 1969/1987 Non è la sua migliore espressione, inciso al rientro negli USA dopo la lunga pausa europea, ma comunque un bel disco, buona sezione ritmica, un po’ di sovrapposizione tra i sax nel primo brano, piacevole nel complesso, senza picchi in un senso o nell’altro..
analogico_09 Inviato 9 Luglio 2024 Inviato 9 Luglio 2024 20 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Dexter Gordon - The tower of Power - 1969/1987 Non è la sua migliore espressione, inciso al rientro negli USA dopo la lunga pausa europea, ma comunque un bel disco, buona sezione ritmica, un po’ di sovrapposizione tra i sax nel primo brano, piacevole nel complesso, senza picchi in un senso o nell’altro.. Mi sembrano giudizi molto "impegnativi" e categorici che a mio modesto avviso non corrispondono all'effettivo carattere musicale dei vari brani registrati, né alla realtà estetica del progetto discografico nel suo insieme, tendenti invece a "ridimensionare" il lavoro dell'interprete/creatore, titolare dell'album, il quale pur non essendo un primimissimo capolavoro del jazz né dell'autore potrebbe portarci dopo attento e "sentito" ascolto ad esclamare ammirati: ad avercene ancora oggi di tali eccellenze discografico-musicali di jazz così ricche di espressioni, di contenuti espressivi in perfetto equilibrio con le forme e con gli stili. La quotata recensione sembra dunque rappresentare, benchè succinto, un giudizio di merito critico, non già la semplice formulazione dell'opinione/gusto personale, il quale non essendo adeguatamente ed opportunamente argomentato, per di più a fronte di eccellenze musicali di "peso" universalmente e storicamente ritenute tali, potrebbe assumere carattere di sentenza immotivata. Il grande sassofonista lascia molto spazio all' OTTIMA sezione ritmica in questo album molto godibile, di fresca e "gentile" ispirazione ed esecuzione, trasparente, "felice" ed estroversa, di immediato appeal senza essere mai superficiale o di qualità musicale che non vada oltre ben oltre il "buono". "Senza picchi di inventiva in un senso o nell'altro" ... non comprendo. Rispetto a cosa, a quali paramentri o "misure" di riferimento specifiche ed oggettive, a quali deei due "sensi" ci si riferisce? Se riferite a quanto si sappia dei mondi musicali di Dexter Gordon varrebbe davvero la pena motivare, questione di comune interesse, se ne avvantaggerebbe la discussione . Nel primo, bellissimo brano "Montmarte", nome del jazz club di Copenhagen, tra quelli in cui Dexter Gordon suonava le sue musiche durante l'"esilio" europeo, non c'è nessuna "sovrapposizione" tra i sax", bensì un tonico e coinvolgente, armonioso "dialogo" tra i due tenori di Gordon e di James Moody, quest'ultimo presente brevemente solo in detto brano d'apertura che da tale nobile "maestranza" musicale trae vantaggio p.s. - visto che si da' importanza alle guide prestigose All Music assegna al The tower of Power 4 stellette su 5 The Rolling Stone Jazz Record Guide 4 stellette su 5 The Penguin Guide to Jazz Recordings 3 stellette su 4 Il mio modestissimo voto personale è 4,3 stellette su 5 Quindi mi sembra che media sia molto buona.. se pensiamo che la situazione con l'album GO! sempre di Gordon, in genere considerato il suo capolavoro, è la seguente: Down Beat 5 AllMusic The Rolling Stone Jazz Record Guide tutte e tre 5 stellette su 5 analogico_09 5 stellette The Penguin Guide to Jazz Recordings 3 stellette su 4... uhmmmm D'altra parte Richard Cook nel suo "Blue Note Records" non parla in maniera particolarmente bene in generale dei 9 album incisi nel corso del tempo, tra un ritorno in patria e l'altro, perla "Blue Note"... Umilmente non sono d'accordo su tutto... GO! merita il massimo dei voti, la lode e il bacio accademico...
analogico_09 Inviato 9 Luglio 2024 Inviato 9 Luglio 2024 @minollo63 ti vedo "confused", se non avessi capito qualcosa chiedi pure con parole tue...
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