Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 24 Luglio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 24 Luglio 2024 ARC - Chick Corea, Holland, Altschul. 1971. Un piacere sentire Corea in trio, non ancora nel suo più pieno successo commerciale. Dato che nel TD sul Jazz si parlava di Holland, a mio avviso in questo disco offre un’ennesima prestazione ragguardevole, probabilmente distinguendosi e guidando più dello stesso Corea nel disegnare l’intreccio tra i temi e la ritmica dei brani. A me piacque. 3 2
analogico_09 Inviato 27 Luglio 2024 Inviato 27 Luglio 2024 Mi avanzavano due fotogrammi di un rullino in bianco e nero, avevo fretta di svilupparlo e ne ho utilizzato uno per fotografare il disco in vinile che sto ascoltando ora. Il bianco e nero ha il suo fascino speciale con i suoi "colori" segreti che richiamano i colori spesso "sever." delle musiche di Coltrane e dei suoi grandi comprimari... Segue John Coltrane Quartet Plays J. Coltrane, sax soprano e tenore McCoy Tyner, piano Jimmy Garrison, basso Elvin Jones, batteria, Art Davis, basso (aggiunto) 1
Gaetanoalberto Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Buongiorno. L’ho ascoltato ieri e l’ho rimesso su stamane. My goals beyond- 1970 - Mahavisnu John Mc Laughlin - Equipaggio: Charlie Haden al contrabbasso, Billy Cobham alla batteria, Jerry Goodman al violino, Mahalakshmi al Sitar, Airto Moreira, Badal Roy alle percussioni. Più ascolti e maggiore il godimento di questa fusione di immagini jazz, folk, musica indiana, intrecci di classica, richiami spagnoleggianti e brasileiri, vaghi sentori blues, non si limitano a indurre alla meditazione ma pian piano si impadroniscono dell’ascoltatore, infondendo un misto tra pace, coinvolgimento e ritmica. Musica che non si presta alle definizioni e per questo ancora più bella. John è uno di quei musicisti che nei momenti più alti sembra effettivamente quasi raggiungere il Nirvana in cui tutto si fonde, quello forse del pensiero debole, così moderno e così necessario. Bello. Ovviamente sempre imho, ça va sans dire! 1
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 3 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: My goals beyond- 1970 - MahavisHnu John Mc Laughlin.Musica che non si presta alle definizioni e per questo ancora più bella. Date le premesse di cui al quote, mi chiedevo la ragione per la quale si scelga di sovraccaricare il commento al disco con l'obiettivo di "aggettivare", "descrivere" sommariamente , di "definire" ciò che non si presta ad essere "definito" con osservazioni generiche e per me in soprannumero, adattabili ad ogni altra musica di analogo carattere "meditativo" - ce n'è in gran quantità di quegli stessi anni della "diaspora" davisiana. Perchè questa forma di presentazione invece di "stringere" opportunamente (in modo coerente con le premesse di cui al quote) sulle basilari, specifiche caratteristiche formali ed espressive della musica contenuta nell'ottimo disco di John McLaughlin che per via della sua bellezza non avrebbe bisogno di essere "descritto" a parole? Potrebbe esserci il rischio, ridondando con le "definizioni" di trasmettere l'idea di una musica meno meno libera, meno spontanea e trasparente, meno "bella" di come ci appare invero attraverso il semplice ascolto con la mente sgombra da un insieme di "definizioni" generiche inutilmente sovrastrutturanti. Punti di vista meramente critici, IMHO, spero costruttivi, nessuna intenzione polemica fine a se stessa.
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: Riferito a My goals beyond- 1970 - MahavisHnu John Mc Laughlin ... Date le premesse di cui al quote, mi chiedevo la ragione per la quale si scelga di... Ragione ovviamente legittima, dimenticato di precisare.
Vinteuil Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Third Ear Band - Alchemy (1969) Prima stampa UK. 2
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Mi fischiavano le orecchie. Uno dei primi dischi di Jarrett , 1971, che acquistai in illa data quando iniziai a scoprire il pianista che ascoltai due anni dopo in concerto a Pescara e ad Umbia Jazz. Molto frequentato era da un po' che non lo riascoltavo senza aver dimenticato nessuna nota di una musica felice e rilassante non "distratta" creata dal trio brioso affatto inventivo che improvvisa giocosamente sui vari strumenti in dotazione brani quasi "minimali", taluni, pieni di colori e toni sonori e musicali, come in una sorta di recherche... . The Mournig of a Star è il brano forse migliore che da' il titolo all'album nel quale Jarrett si diverte non da poco al piano, al flauto tenore, al sax soprano ed varie percussioni coadiuvato da Haden , basso, steel drums, e Motian, batteria, altre percussioni, a loro volta ben disposti a stare al felice "gioco" dai sapori leggermente "pop" and "gospel"... dal quale anche l'ascoltatore si lascia piacevolmente trascinare.
Questo è un messaggio popolare. Vinteuil Inviato 28 Luglio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Luglio 2024 Ristampa USA del 2016 con re-editing grafico approvato dagli autori. 3
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 @Vinteuil Altra chcca pure questa... meriti un altro meglius... 1
Gaetanoalberto Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Non ricordo se l’ho già postato. Gran bel pomeriggio in compagnia di Mingus, Tihuana mood, 1957/1976, con Clarence Shaw alla troma, Jimmy Knepper al trombone, Curtis Porter al sax alto, Bill Triglia al piano, Danny Richmond alla batteria, Frankie Dunlop alle percussioni , Ysabel Montel alle nacchere, Lonnie Elder voci. Periodo nero per Charlie che cerca a Tijuana di trovare sollievo dalla interruzione della relazione con la moglie Celia Zaentz, in compagnia di Frankie. La musica dei mariachi, il profumo erotico delle ballerine dei locali malfamati per yankee danarosi, l’influenza dei ritmi latini tambureggiati sui tavoli, partoriscono una geniale combinazione di brani di elevata qualità che restano nel cuore, nella pancia e nella testa. Speciale il contributo della tromba di Clarence, più volte inseguito da Charles per convincerlo ad entrare nel suo gruppo. Tempi in cui le distanze erano tali, e c’era ancora da scoprire e da farsi ispirare.
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Un disco come "Tjuana Moods" di Charles Mingus meriterebbe di essere presentato con la straordinaria cover originale della prima stampa RCA Victor, anche ristampa come da originale, sia essa Speaker Corner oppure di marca meno blasonata. In questa foto c'è già quasi tutto in via simbolico-immaginifica - il mancante potremmo completare nella nostra mente - ciò che la musica esprime e che le parole non possono dire, "definire" salvo le solite risapute aneddotiche che fanno la gioia dei "turisti" occasionali della musica a cui piace la prurigine della tragressione "esotica".., mentre i fatti e i significati profondi dello stravolgente viaggio intrapreso nella città messicana da Mingus, di corpo e di anima, con l'amico stretto nonchè fido batterista Danny Richmond è molto ma molto di più di questo. Bisognerebbe leggere perlomeno la visionaria autobiografia di Mingus, "Beneth the underdog", per entrae un po' più dentro i significati musicali ed esistenziali del grande contrabbassista per rimettere ordine e sostanza nelle critiche ed info inflazionate ed obsolete al servizio del commercio e dell'industria che si leggono qua e là spesso pure mal comprese.., solite gossippate. Già che ci sono riascolto...
Gaetanoalberto Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Ah, si, dubitavo bene…avevo già postato. L’edizione francese però si apprezza per le belle note autografe di Charlie, mancanti in altre edizioni.
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 La sostanza del dire non cambia. La questione resta: avere o essere? A me il guru de torpignattara mi insegnò che se hai non sei, se non hai sei. Quindi fare incetta degli oggetti e solo d'impiccio.
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Se proprio si vuole avere, si abbia la cosa giusta che aiuti anche ad essere. Una prima edizione italiano del '79 molto vissuta una lettura che mi ha insegnato non hià a sapere bensì a (ri)conoscere e a "sentire", che è un po' come "essere".
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2024 Inviato 28 Luglio 2024 Scusate il ritardo mi avevano chiamato per il gelato... Pwer lam precisione, del Tijuana ho anche la copia francese "RCA Master" con le note di copertina di Mingus che non sono affatto mancanti in altri edizioni. Ne' mancano nella mia copia copia dell'originale Speaker C. Le rileggerò volentieri . non mancano nella cover della seguente prima edizione originale USA del 1962 , registrato nel 1957, RCA Victor – LPM 2533
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