analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio Da qualche giorno anche per altri motivi ascolto poca musica nel senso che preferisco dedicarmi a un solo disco sconosciuto opure vecchio non adeguatamente "frequentato", fino a quando non mi ritenga soddisfatto pur nei miei limiti (non si finisce mai di capire...) senza fare altro che possa distrarmi dalla musica, o che la musica possa distrarmi dall'altra cosa che sto facendo che non siano lavoretti domestici che non richiedono concentrazione e coinvolgimento emotivo, men che meno "spirituale". Fanno tre giorni che mi sto dedicando a questo doppio live di Ornette Coleman registrato a Parigi nel 1971 con il "classico" quartetto. Ho sempre amato la musica di Ornette Coleman, le sue formazioni, le sue imprevedibilità anche quando si ha la sensazione di riconoscerlo mentre qualcosa tuttavia sembra sfuggire, come se il linguaggio musicale "introverso", la poetica, l'improvvisazione apparentemente cerebrale celassero qualcosa di più segreto e profondo. Sono "tre" giorni che giro intorno a questo doppio album molto articolato, bellissimo, mi piace molto ma è come se mi sfuggisse la "quadra" metafisica che da qualche parte dovrà pur nascondersi se non fosse invece solo nella mia testa... Ma forse ci sono quasi.., domattina al risveglio potrei accorgermi che sia stato del tutto inutile cercare di capire ciò che invece era in ciò che ho appena terminatoo di "sentire" con viva e vibrante soddisfazione... (cit) Alto Saxophone, Trumpet, Violin – Ornette Coleman Bass – Charlie Haden Drums – Ed Blackwell Tenor Saxophone, Musette – Dewey Redman 1
Questo è un messaggio popolare. skillatohifi Inviato 5 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Gennaio 4
analogico_09 Inviato 5 Gennaio Inviato 5 Gennaio @skillatohifi Bellissimo disco eccellenti interpreti di musica antica.
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 6 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Gennaio Se avete voglia di buon umore Jimmy Smith è sempre una buona scelta, con il suo Hammond che svirgola tra blues, jazz e funk, in particolare dopo il passaggio all'accompagnamento orchestrale che caratterizza i suoi dischi con Verve. Questo "The Cat" del 1964 ha veramente sonorità sixties, ed è "cinematografico" non soltanto per i due brani dalla colonna sonora di Crisantemi per un delitto (Lés felins - Jane Fonda e Alain Delon) e per Delon's blues dedicato all'attore francese, ma per tutta l'atmosfera che sinrespira nel disco, briosa, energica, frizzante. Buona giornata dell'Epifania a tutti. 4 1
Questo è un messaggio popolare. Medrol02 Inviato 6 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Gennaio Un disco molto bello, ben interpretato e con arrangiamenti orchestrali che rendono ancora piu’ affascinanti le canzoni 4
analogico_09 Inviato 6 Gennaio Inviato 6 Gennaio Le sonorità in jazz degli anni '60 furono molteplici, non identificabili unicamente con le musiche briose, frizzanti, etc. Al contrario i '60 furono anni prevalentemente drammatici per quanto riguarda l'evoluzione di un jazz rivoluzionario che, ad iniziare dalla fine dei '50, portava la protesta e la "guerra" all'interno della società americana razzista. Mi riferisco non solo al free jazz estremamente drammatico se non anche tragico nell'esprimere negli usa le tragiche condizioni nelle quali erano costrette a vivere le comunità di colore, non solo "negre". Le stesse forme di jazz non dissonanti ancora tonali spingevano a loro volta il pedale del dramma individuale legato al dramma collettivo socio-politico, razziale. Idem per quanto i film degli anni '60, si farebbe lungo l'elenco delle opere drammatiche e controverse prodotte, molte delle quali capolavori che avevano a disposizione degli scores in jazz o d'altro genenere musicale adeguati, le cui sonorità risultavano "cinematografiche" pur senza sprizzare bollicine di champagne sbriluccicanti.
Questo è un messaggio popolare. st1300 Inviato 6 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Gennaio Steely Dan - Katy Lied 4
Questo è un messaggio popolare. Tigra Inviato 6 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Gennaio Dopo lunga camminata in pomeriggio fosco, e forse da esso ispirato, ho messo sul girapadelle un disco che non ascoltavo da anni, cioè Siberia dei Diaframma: in men che non si dica mi sono ritrovato inchiodato al divano ad ascoltare con la massima attenzione con lo stato cosciente, ma il cuore è stato proiettato indietro nel tempo a quando era davvero giovane, a cavallo della fine del liceo... 😉 L'ispirazione è chiaramente debitrice ai grandi padri, naturalmente Joy Division in primis, ma con molti spunti originali, certe linee di basso pulsante sembrano provenire da ben altre correnti musicali, e l'inserto di sax in Siberia è veramente un po' spiazzante nel contesto; la voce di Fiumani, potentemente declamatoria, lascia un'impronta profonda e riconoscibile, cantando testi cupi e claustrofobici. L'edizione è quella del 2015 edita grazie a Musicraiser, copertina gatefold autografata da Fiumani, bel libretto grande di 16 pagine ricco di foto ed articoli dell'epoca (metà '80, quaranta'anni fa, mannaggia! 🥹), eccellente stampa ed un suono ben più che dignitoso... ma soprattutto, un vero "colpo al cuore"! 5
Questo è un messaggio popolare. maabus Inviato 7 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Gennaio 5
Questo è un messaggio popolare. Panurge Inviato 7 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Gennaio 3
Questo è un messaggio popolare. maabus Inviato 7 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Gennaio Mi ascolto sto disco di questi 4 alieni che nel 1976 decisoro di venire sulla terra a incidere quest'album. 3
damiano Inviato 7 Gennaio Inviato 7 Gennaio @maabus che è un lavoro essenzialmente.prog e che dimostra, una volta in più, l'assoluta grandezza di Chick Corea, in grado di suonare tutto lo scibile musicale. Ciao D. 2
Questo è un messaggio popolare. Giu_seppe Inviato 10 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 10 Gennaio Non sono un Fan di Van ma questi due LP li riascolto volentieri. Astral Weeks (1968) Into the Music (1979) 3
Moderatori Questo è un messaggio popolare. Mister66 Inviato 11 Gennaio Moderatori Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Gennaio 3
Mxcolombo Inviato 11 Gennaio Inviato 11 Gennaio Inizio gli ascolti con questa versione del Falstaff diretta da Solti nel 1963. La direzione risente molto degli insegnamenti di Toscanini (qualcuno dice Falstaff sia il suo più grande lascito operistico). Interpreti decisamente bravi anche se, in questa registrazione, nessuno spicca in modo particolare. Il risultato d’insieme è più che buono. Registrazione di livello come da standard Decca. Ottimo ripasso in vista della prossima rappresentazione alla Scala. Ho il biglietto per il 23 gennaio. Non vedo l’ora. 1
Questo è un messaggio popolare. skillatohifi Inviato 11 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Gennaio 3
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