wow Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 @Dufay ma dai, che obiezioni sono queste? Tra regolamentare e stabilire delle norme di buon vivere c'è differenze. O il problema è che bisognerebbe regolamentare solo le cose che ci piacerebbe regolamentare?
Dufay Inviato 5 Novembre 2021 Autore Inviato 5 Novembre 2021 Beh io la vedo molto difficile regolamentare il cattivo gusto.
maurodg65 Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 8 minuti fa, wow ha scritto: scusa Mauro, premesso quello che ho scritto prima, ma alla fine dei conti che differenza c'è tra una cosa di cattivo gusto e una che offende determinate categorie di miei simili? Il cattivo gusto offende il gusto di qualcuno e pertanto viene considerato "cattivo". Offendere una categoria di persone è una discriminazione, mentre il cattivo gusto o la pubblicità volgare offendono il buon gusto di qualcuno in modo soggettivo, ma a prescindere l’idea di impedire tutto ciò di cui parliamo diventerebbe una censura e pure pesante, sull’onda di quella che ha caratterizzato periodi passati della nostra storia, quelli in cui per legge si stabilivano i centimetri massimi di pelle scoperta da poter mostrare da parte di una donna o quelli che impedivano sempre alle donne l’utilizzo del bikini in spiaggia o maggior ragione di un topless, un periodo storico in cui tutti i reati erano puniti con condanne pesanti dai tribunali del bel paese. Un tempo le battaglie di sinistra erano a difesa della libertà delle donne di scegliere, oggi sono in difesa di coloro che quelle “libertà” vorrebbero limitarle.
wow Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 1 ora fa, maurodg65 ha scritto: offendono il buon gusto di qualcuno in modo soggettivo semplicemente non è "qualcuno"... 🙂 1 ora fa, maurodg65 ha scritto: censura ho spiegato cosa è per me libertà di espressione e censura 1 ora fa, maurodg65 ha scritto: quelli in cui per legge si stabilivano i centimetri massimi di pelle scoperta da poter mostrare da parte di una donna o quelli che impedivano sempre alle donne l’utilizzo del bikini in spiaggia o maggior ragione di un topless, Mauro, sono certo che non è tua intenzione, ma non sopporto la banalizzazione delle argomentazioni altrui, soprattutto di far passare elementari istanze di civiltà per roba da bigotti oscurantisti. 🙂 Cosa c'entrano il topless e i bikini? Anzi ben vengano le donne libere di essere svestite ... Se le donne oggi possono farle senza trovarsi branchi di allupati che ronzano loro intorno dicendone di tutti i colori non è certo per le battaglie di emancipazione di Giorgia Yosoyunamujer e camerati .... Stiamo proprio parlando di libertà delle donne, cioè della loro libertà di non essere considerate un quarto di carne (eventualmente di scarto) della macelleria Ugolini. Parliamoci con le donne, impariamo a conoscerle (nel bene e nel male) ...
Guru Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 1 ora fa, karnak ha scritto: Fattene una ragione, sei una macchietta E tu sei una minchietta 😛
Amministratori cactus_atomo Inviato 5 Novembre 2021 Amministratori Inviato 5 Novembre 2021 @wow a me per esempio da fastidio, ma neppure le femministe più accese se ne lamentano, che ogni volta che donna di famiglia regnante, inglese, spagnola, danese, ecc, si fa vedere in pubblico tutti i commento sono sullabito che indossa, se è quanta pelle mostra sopra e sotto, se è sexi o meno. E le più attente e fameliche consumatrici di queste notizie inutili sono le donne d'ogni tipo e d'ogni età. 1
wow Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 @cactus_atomo stai sicuro che le donne diranno cose analoghe di noi, ma perdonami, non parliamo di questo.
maurodg65 Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 16 minuti fa, wow ha scritto: Stiamo proprio parlando di libertà delle donne, cioè della loro libertà di non essere considerate un quarto di carne (eventualmente di scarto) della macelleria Ugolini. Ok, ma quello è pessimo gusto non discriminazione, concordiamo sul fatto che sia volgare, ma è da censurare o punire come reato perché discrimina le donne? Il punto è questo e sinceramente definirlo discriminazione mi pare eccessivo.
maurodg65 Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 56 minuti fa, wow ha scritto: Anzi ben vengano le donne libere di essere svestite .. Appunto, anche libere di svestirti per pubblicizzare ciò per cui vengono pagate se lo vogliono, libere di prostituirsi o recitare in un film porno sempre se liberamente lo vogliono fare, perché dovremmo impedirglielo? Oppure libertà ed emancipazione valgono solo se viene rispettato uno stereotipo diverso, quello che aggrada una parte invece dell’altra?
Dufay Inviato 5 Novembre 2021 Autore Inviato 5 Novembre 2021 Mi vengono in mente i film del genere commedia sexy degli anni 70/primi anni 80 e penso che veramente i tempi sono cambiati e certe cose, fortunatamente direi, non si possono più fare. Le cose però non sono cambiate per decreto legge specifico 1
wow Inviato 5 Novembre 2021 Inviato 5 Novembre 2021 2 ore fa, maurodg65 ha scritto: ma quello è pessimo gusto non discriminazione, concordiamo sul fatto che sia volgare, ma è da censurare o punire come reato perché discrimina le donne? Il punto è questo e sinceramente definirlo discriminazione mi pare eccessivo. Nella fattispecie stiamo parlando di offesa a una "comunità", in secondo momento eventualmente parliamo di cattivo gusto e poi, magari, arriviamo anche alla discriminazione. Il punto è sempre quello: la mia libertà di "esprimermi" finisce dove inizia l'offesa e la sofferenza per un gruppo consistente di persone. Il tecnicismo di come si punisce il reato mi interessa relativamente perché faccio altro nella vita, ma se esiste ad esempio il reato di calunnia e quindi si riesce a distinguere ciò che lo è da ciò che non lo è, analogamente si riuscirà a stabilire dove inizia l'offesa sessista. Poi non stiamo parlando di pena di morte, ma probabilmente di multe. 2 ore fa, maurodg65 ha scritto: Appunto, anche libere di svestirti per pubblicizzare ciò per cui vengono pagate se lo vogliono, libere di prostituirsi o recitare in un film porno sempre se liberamente lo vogliono fare, perché dovremmo impedirglielo? Oppure libertà ed emancipazione valgono solo se viene rispettato uno stereotipo diverso, quello che aggrada una parte invece dell’altra? Non stiamo parlando di questo. Un film porno non lo proietti sulla metropolitana. 2 ore fa, Dufay ha scritto: Wow è sotto sotto un braghettone. Si vede che non mi conosci.... 😄
Dufay Inviato 5 Novembre 2021 Autore Inviato 5 Novembre 2021 Mah per me in altre epoche avresti inneggiato alle foglie di fico.
maurodg65 Inviato 6 Novembre 2021 Inviato 6 Novembre 2021 9 ore fa, wow ha scritto: Non stiamo parlando di questo. Un film porno non lo proietti sulla metropolitana. No certo, ma tu stai affrontando la questione parlando di morale comune e quindi di censura analizzando la questione dal punto di vista dei cittadini che guardano, io parlavo del diritto della donna di usare il proprio corpo come si preferisce, questa era la battaglia di un tempo mi sembra o sbaglio? 9 ore fa, wow ha scritto: Nella fattispecie stiamo parlando di offesa a una "comunità", in secondo momento eventualmente parliamo di cattivo gusto e poi, magari, arriviamo anche alla discriminazione. Si può parlare di offesa e sofferenza causata a gruppi di persone o ad una comunità quando si toccano delle disabilità o si discrimina, nello specifico non siamo di fronte a nessuna di queste questioni, si parla di censura tout court e basta. 9 ore fa, wow ha scritto: Il punto è sempre quello: la mia libertà di "esprimermi" finisce dove inizia l'offesa e la sofferenza per un gruppo consistente di persone. Questa definizione mutuata dalla definizione di libertà del CC non trovo sia applicabile alla questione di cui parliamo, un cartellone pubblicitario per quanto volgare non causa “offesa e sofferenza” ad una comunità, per farlo dovrebbe toccare bel altri temi rispetto a sfruttare indirettamente il sesso mostrando un paio di chiappe o un decoltè abbondante, può al limite offendere la morale comune e quindi rientrare nel concetto di censura, quindi non riguarda certo gli argomenti di cui parliamo. P.S. Lunghezza della gonna della donna e bikini al mare sono esattamente lo stesso argomento di cui parli tu, stabiliscono come una donna debba vestirsi non in base alla sua volontà, ma alla sensibilità ed alla morale comune della società in cui vive, con le stesse tue logiche si dovrebbe vietare ad un uomo di vestirsi da donna o di atteggiarsi come tale adottando comportamenti effemminati solo perché offenderebbe la morale comune di gruppi consistenti di persone, quindi di parte rilevante della società, paradossalmente con queste affermazioni ti staresti comportando come un Pillon qualsiasi. 😄😉
Dufay Inviato 6 Novembre 2021 Autore Inviato 6 Novembre 2021 Però gruppo consistente quanto? Bisogna dare i numeri. 3, 10, 25, 100, 1200, 13470?
wow Inviato 6 Novembre 2021 Inviato 6 Novembre 2021 Stiamo parlando di pubblicità discriminatorie e sessiste, non esattamente di libertà di una donna di stare in topless o di girare un film. Non stiamo parlando esattamente di offesa alla morale comune (che tra l'altro è ciò che invocano per le coppie omo) ma di pubblicità (affisse su mezzi di trasporto pubblico) che discriminano e offendono la donna o l'identità di genere, proponendo stereotipi sessisti. Gli esempi sono tantissimi se si gooogla. Se il concetto è così difficile da capire non posso fare di più. Il confine dell'offesa o della discriminazione si individua allo stesso modo in cui si individuerà se quella di Saviano è diffamazione o meno. Qui puoi trovare qualche chiarimento tecnico http://www.voxdiritti.it/pubblicita-sessista-il-quadro-normativo/ https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/spip.php?article28548 https://www.comune.galatina.le.it/vivere-il-comune/attivita/notizie/item/il-comune-dice-no-alla-pubblicita-discriminatoria-e-lesiva-della-dignita-della-donna Europa https://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A4-1997-0258+0+DOC+XML+V0//IT
wow Inviato 6 Novembre 2021 Inviato 6 Novembre 2021 La solita obiezione secondo la quale esistono già gli strumenti legislativi per colpire certe pubblicità non sta in piedi perché è evidente che certe pubblicità vengono prodotte e vengono affisse impunemente. \\\\\\ https://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A4-1997-0258+0+DOC+XML+V0//IT Dai pareri pronunciati dall'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria tedesco si evince che presentare la donna in un ruolo tradizionale o superato, come "richiamo" o "elemento decorativo" o con un riferimento sessuale o erotico non è di per sé umiliante o discriminatorio; occorre piuttosto che subentrino circostanze particolari, ad esempio lesive del comune senso del pudore (7). L'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria tedesco ha ad esempio condannato una pubblicità che raffigurava due mani maschili su un seno nudo di donna con il sottotitolo "Lui se la gode, noi abbiamo la camicetta". La critica riguardava il ricorso alla sessualità quale strumento per aumentare le vendite (8). Pure bocciata è stata la pubblicità di una bevanda alcolica che raffigurava una donna imprigionata in una rete con il titolo "Non avreste voglia di aprirla subito?". In questo caso l'Istituto di autodisciplina aveva sentenziato che lo slogan alludeva ambiguamente alla disponibilità sessuale della donna. Inoltre, è stata criticata la rappresentazione di una donna di colore presa in una rete come un animale feroce. La pubblicità di una casa editrice, che raffigurava una donna accovacciata in abbigliamento succinto è stata definita dall'organo di disciplina una discriminazione della donna a fini commerciali di un cattivo gusto particolarmente marcato (9). La "discriminazione differenziata" della donna viene contestata più raramente dall'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria tedesco. Con discriminazione differenziata il Ministero federale tedesco per la donna e la famiglia intende fra l'altro quelle pubblicità che rappresentano le donne quali uniche consumatrici di prodotti per la casa. A giudizio dell'Istituto di autodisciplina si tratta di modi di vedere che non tengono conto della realtà. L'Istituto respinge di norma le posizioni più radicali dei critici della pubblicità (10); nel caso delle contestazioni relative all'inserzione pubblicitaria di una compagnia aerea esso ha ad esempio osservato che, sostanzialmente, non vi è nulla di riprovevole nel fatto che un'azienda straniera faccia riferimento nella propria pubblicità a caratteristiche sociali del proprio paese, anche qualora queste ultime, misurate secondo criteri europei, non siano incondizionatamente condivisibili (lettera del 18.9.1991 in risposta all'associazione "Terre des Femmes", impegnata a favore dei diritti della donna). /////// Svizzera https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20193118 In Svizzera, così come in molti altri Paesi, il controllo della pubblicità sleale spetta a un organo di autoregolamentazione, la Commissione svizzera per la lealtà (CSL). Tenendo conto delle direttive della Camera di commercio internazionale (CCI), la CSL ha formulato delle regole di valutazione per la pubblicità, in base alle quali è considerata sleale la pubblicità commerciale che discrimina uno dei due sessi violandone la dignità (CSL regola B.8, solo in francese e tedesco). Chiunque contesti una pubblicità perché ritenuta sessista, stereotipata e discriminatoria, può presentare ricorso, di regola gratuitamente, presso la CSL. Questa esamina la fattispecie e valuta se la pubblicità è sleale e deve essere abolita. Se la sua decisione non viene rispettata, la CSL può decidere di pubblicarla menzionando i nomi. Di fatto, simili sanzioni sono raramente necessarie. I consumatori, i professionisti dei mass media e i pubblicitari sono rappresentati pariteticamente in seno alla CSL, e ciò garantisce un processo decisionale scrupoloso ed equilibrato. Rispetto a un procedimento civile o penale, il processo di autoregolamentazione ha il vantaggio di ridurre sia gli ostacoli formali che quelli finanziari. Inoltre consente di accelerare i tempi e il processo decisionale: un aspetto decisivo nel caso di campagne pubblicitarie già in corso. L'autoregolamentazione operata dalla CSL garantisce dunque che tutte le persone coinvolte possano accedere facilmente a un procedimento efficace e di norma gratuito, che finora ha funzionato bene. È opportuno infine sottolineare che la raccomandazione adottata recentemente del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta al sessismo invita gli Stati membri del Consiglio d'Europa a verificare l'introduzione di meccanismi di autoregolamentazione in ambito pubblicitario (https://rm.coe.int/CoERMPublicCommonSearchServices/DisplayDCTMContent?documentId=090000168093b269, n. II.C.3-5, in francese e inglese). Nonostante l'aumento dei reclami nel campo della pubblicità sessista, il Consiglio federale non ritiene opportuno cambiare il sistema di autoregolamentazione o adottare delle misure al riguardo. Sottolinea invece che la CSL è uno strumento conosciuto e considerato efficace contro la pubblicità sleale. Inoltre anche il Consiglio di Stato del Cantone di Vaud per la modifica della legge cantonale sulla pubblicità per vietare la pubblicità sessista suggerisce una formulazione analoga alla regola B.8 della CSL (sulla comunicazione commerciale sessista, fino al 2018: regola 3.11; in francese e tedesco). Poiché l'autoregolamentazione operata dalla CSL si è dimostrata efficace contro la pubblicità sessista, stereotipata e discriminatoria, il Consiglio federale non ritiene necessario adottare ulteriori misure.
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