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Master clock: quali benefici?


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Andrea Mori
Inviato
42 minuti fa, naim ha scritto:

Continuo però a non capire a che serve l'uscita usb (con tanto di reclocker) di un Innuos Statement, che va a connettersi nell'ingresso usb di un dac (sicuramente asincrono). Idem l'Innuos PhoenixUSB che non è altro che la stessa scheda separata e alimentata che va inserita tra gli streamer che non l'hanno incorporata (tipo il loro ZENith Mk3) e lo stesso dac asincrono. A detta del costruttore, e anche di chi ha aggiunto il Phoenix o di chi l'ha solo provato, l'apporto qualitativo è importante. 

Se il DAC al quale si connette è asincrono ed effettivamente isola la sorgente dal DAC facendoli operare in domini temporali diversi ti confermo che la qualità del clock della sorgente è irrilevante, è una questione di fisica (elettronica).

Faccio notare che ho scritto "effettivamente isola la sorgente dal DAC" perché, pur con il DAC asincrono utilizzando una delle due tecniche che ho esposto precedentemente, non è detto che si ottenga un isolamento efficace.

Infatti nella mia scheda buffer FIFO ho utilizzato accoppiatori ottici per isolare la parte "sporca" del circuito (ingressi e FPGA) dalla parte "pulita" del circuito (master clock, divisori, word clock). Inoltre il mio DAC a discreti al quale deve connettersi prevede anch'esso accoppiatori ottici sugli ingressi "sporchi" (bit clock e dati) che vengono forniti direttamente dall'FPGA sulla scheda buffer FIFO (parte "sporca" della scheda), in modo che niente di quello che arriva dalla sorgente possa passare attraverso la scheda buffer FIFO ed arrivare al DAC.

Gli accoppiatori ottici non lasciano passare praticamente niente, sono piuttosto insensibili a disturbi EMI/RFI, per cui la sorgente risulterà efficacemente isolata dal DAC.

Per quel che ne so soltanto MSB Tech usa una tecnica di questo genere utilizzando connessioni in fibra ottica per isolare la sorgente dal DAC. 

Inviato
5 minuti fa, Andrea Mori ha scritto:

Per quel che ne so soltanto MSB Tech usa una tecnica di questo genere utilizzando connessioni in fibra ottica per isolare la sorgente dal DAC.

scusa, stai parlando di una cosa diversa dal collegare una sorgente tipo lettore cd ad un dac con cavo ottico ?

Inviato
32 minuti fa, Andrea Mori ha scritto:

accoppiatori ottici non lasciano passare praticamente niente, sono piuttosto insensibili a disturbi EMI/RFI, per cui la sorgente risulterà efficacemente isolata dal DAC.

Quindi i dispositivi tipo sonore opticalrendu hanno la loro ragione di esistere? Così come usare i media converter prima di entrare nel dac? 

Andrea Mori
Inviato
27 minuti fa, audio2 ha scritto:

scusa, stai parlando di una cosa diversa dal collegare una sorgente tipo lettore cd ad un dac con cavo ottico ?

Si, quello a cui ti riferisci è il metodo per collegare una sorgente S/PDIF ad un DAC con ingresso S/PDIF (il famoso TOSLINK), mentre la tecnica utilizzata da me e da MSB Tech serve per collegare direttamente i segnali I2S al DAC.

La differenza fondamentale è che l'interfaccia S/PDIF ad un solo conduttore ha il clock incapsulato tra i dati e quindi poi serve un PLL per estrarlo, mentre l'interfaccia I2S a 3 conduttori permette di trasportare i clock (bit clock e word clock) su linee separate, evitando così di dover utilizzare un PLL all'arrivo che inevitabilmente degrada il segnale.

  • Thanks 1
Inviato
32 minuti fa, Andrea Mori ha scritto:

Faccio notare che ho scritto "effettivamente isola la sorgente dal DAC" perché, pur con il DAC asincrono utilizzando una delle due tecniche che ho esposto precedentemente, non è detto che si ottenga un isolamento efficace.

Quindi, se ho capito bene, incorporare un buon clock nello streamer ha un senso perché garantisce un beneficio nel caso l'isolamento abbia una qualche ''falla'', e da maggiori garanzie rendendolo più ''universale'' verso i più svariati dac, che, anche se corredati di ingresso usb asincrono, possono, in questo senso, non risultare ''perfetti''. 

Andrea Mori
Inviato
9 minuti fa, roop ha scritto:

Quindi i dispositivi tipo sonore opticalrendu hanno la loro ragione di esistere? Così come usare i media converter prima di entrare nel dac? 

Non saprei dire, non certo per isolare la sorgente dal DAC in modo efficace visto che la sua uscita è USB e non I2S, quindi il DAC dovrà comunque avere a bordo un'altra interfaccia da USB a I2S asincrona per isolare i segnali in arrivo, poiché l'interfaccia USB da sola è carica di jitter.

  • Melius 1
Andrea Mori
Inviato
25 minuti fa, naim ha scritto:

Quindi, se ho capito bene, incorporare un buon clock nello streamer ha un senso perché garantisce un beneficio nel caso l'isolamento abbia una qualche ''falla'', e da maggiori garanzie rendendolo più ''universale'' verso i più svariati dac, che, anche se corredati di ingresso usb asincrono, possono, in questo senso, non risultare ''perfetti''. 

Diciamo che in casi del genere potrebbe aiutare un minimo, ma purtroppo, come ho detto più volte, master clock a 10MHz non hanno niente a che vedere con le frequenze di campionamento utilizzate dal DAC, per cui si renderà indispensabile l'utilizzo di un PLL che inevitabilmente degrada il jitter del master clock, anche se questo è eccezionale.

Inviato

Buonasera a tutti, sono un autocostruttore e sono circa 5 anni che faccio ricerca e sviluppo su tutta la catena per la musica liquida usando nel mio caso roon. Ho provato vari clock, compreso il newclassd ns2. Fermandomi con gli accusilicon sulla parte audio per andare in sincrono tramite un reclock fifo. Sulla parte di rete, (switch, nas, streamer) con il raltron.

Con questo materiale sono arrivato ad ottimi risultati, confrontando anche con una catena sotm alimentato da masterclock mutec. La maggior parte dei presenti preferirono la mia catena, questo mi ha ulteriormente convinto che l'utilizzo di un ottimo masterclock con pll non era la strada. Quando ho comprato i clock di @Andreamori ho fatto un notevole passo avanti, sia sulla parte audio che sulla rete. 

Premetto che sono probabilmente di parte in quanto ora conosco personalmente Andrea vivendo a Viareggio. 

Dopo 5 anni di soldi spesi, migliaia di chilometri per tutta Italia ad ascoltare impianti, fare prove e confronti, il materiale di Andrea è eccezionale, per me ad oggi la vera svolta. Rimango aperto all'ascolto e ai confronti genuini, che poi è quello che ci fa crescere. 

E premetto ho ascoltato materiale veramente caro e dozzine di impianti. 

Alcuni di voi hanno fatto esperimenti sulla rete dove vengono veicolati i flussi audio?

Andrea Mori
Inviato
1 ora fa, roop ha scritto:

Che ne pensi di questo approcio, solo marketing?

Direi che 145.000 USD sono un po' impegnativi, dovrei vendere casa.

A parte questo l'approccio mi sembrerebbe corretto per quello che posso capire dalle scarse informazioni sul loro sito ed in rete.

Non riesco a capire se usano due clock, uno per famiglia, oppure uno solo seguito dal PLL per generare i segnali per il DAC. Sulla scheda MusIC process sembrano esserci due oscillatori, ma poi parlano di Zepto clock e nell'immagine della scheda sembra esserci un solo oscillatore. A prescindere da questo, specificano 12 femto secondi di jitter per lo Zepto clock ma non c'è alcuna misura pubblicata, sarebbe interessante il grafico del rumore di fase ma non è disponibile.

C'è poi la questione del "feed-forward error correction", che sembrerebbe una sorta di calibrazione digitale del DAC, un approccio molto simile a quello che ho usato nel DAC che sto costruendo, salvo che io effettuo una sola calibrazione specifica per ogni scheda DAC, mentre mi sembra che loro lo facciano dinamicamente, ma non so se soltanto all'avvio del sistema oppure continuamente durante la riproduzione. Propenderei per la seconda ipotesi, ed in tal caso significa che campionano il segnale analogico all'uscita con un convertitore analogico-digitale e confrontano la parola digitale ottenuta con quella in ingresso prima del DAC; da questo derivano l'errore e conseguentemente applicano una correzione numerica della parola digitale da inviare al DAC. In questo modo sarebbe comunque una controreazione con tutti i soliti problemi annessi, poiché andrebbero a correggere un evento che è già passato, in quanto la correzione deriverebbe dal campione già processato dal DAC e verrebbe applicata al campione successivo.

Nel mio DAC effettuo una calibrazione one-time, nel senso che misuro le tensioni all'uscita analogica del DAC per ogni singola scheda ed una sola volta, in modo da caratterizzare l'errore di ogni singola scheda.

In pratica ho sviluppato un software che invia al DAC una serie di segnali di prova, in modo da ottenere in uscita le singole tensioni prodotte dal DAC per ogni parola digitale in ingresso. Praticamente accendo un bit per volta in sequenza, il primo LSB e misuro la tensione, il secondo LSB e misuro nuovamente la tensione, fino a tutti i 24 bit accesi in modo da avere come riferimento assoluto il massimo segnale all'uscita analogica. A quel punto effettuo dei semplici calcoli matematici per determinare l'errore, sapendo che ogni volta che accendo il bit successivo la tensione in uscita deve raddoppiare rispetto al bit precedente. Con questo ottengo l'errore per ogni singolo bit e posso effettuare una correzione digitale calcolando il numero di LSB da aggiungere o togliere in ingresso in funzione dei bit che risultano accesi ogni campione digitale da inviare al DAC.

In pratica con il software invio i segnali al DAC e piloto un DMM ad alta risoluzione e molto accurato (a 7 cifre e mezzo) per misurare la tensione continua generata all'uscita analogica del DAC (immagine del software allegata).

Poi, in base alle tensioni misurate, effettuo il calcolo della calibrazione necessaria per ogni bit acceso espressa in numero di LSB da aggiungere o togliere alla parola digitale in ingresso (colonna "Calibration" nella seconda immagine allegata).

In definitiva l'approccio mi sembrerebbe corretto, quindi non lo definirei solo marketing, tuttavia avrei bisogno di ulteriori informazioni non disponibili per capire fino in fondo come hanno implementato il tutto. Rimane comunque un prezzo di vendita spropositato. 

 

DAM1021_DC_Test.jpg

 

DAM1021_Accuracy_Single_bit.jpg

Inviato

@Andrea Mori non c’ ho capito una fava di tutta la tua spiegazione (le famose perle ai porci 😆), ma mi hai convinto: vendo quello da 145 mila cucuzze e prendo il tuo!

a parte gli scherzi, anche i dac APL sembrano molto interessanti. Ho un amico ingegnere elettronico che è passato da Msb a questi e me ne dice grandi meraviglie. Se vuoi approfondire ti tingrazio in anticipo https://aplhifi.com/products/digital-3/dsd-mr-mk2/

Andrea Mori
Inviato
26 minuti fa, roop ha scritto:

non c’ ho capito una fava di tutta la tua spiegazione (le famose perle ai porci 😆), ma mi hai convinto: vendo quello da 145 mila cucuzze e prendo il tuo!

a parte gli scherzi, anche i dac APL sembrano molto interessanti. Ho un amico ingegnere elettronico che è passato da Msb a questi e me ne dice grandi meraviglie. Se vuoi approfondire ti tingrazio in anticipo https://aplhifi.com/products/digital-3/dsd-mr-mk2/

Purtroppo di questo DAC non trovo proprio niente, né misure né foto che che focalizzino un minimo l'architettura.

Ho trovato soltanto una foto del DSD-SR, che mi sembra il predecessore. Hanno usato due oscillatori Crystek da 25 Euro l'uno (rettangolo rosso), roba economica dalle prestazioni assai scarse.  

201908_APL_DSD-SR-4.jpg

  • Melius 2
Inviato
Il 31/3/2022 at 14:47, Lucent ha scritto:

Sfondi un portone…..l’unica piccola differenza e’ la tua profonda conoscenza del digitale che ti permette di sperimentare a ragion veduta….sono rimasto al diy termoionico

Tanto per rimanere in tema di termoionico questa è la mia ultima realizzazione valvolare: amplificatore per cuffia.

TWLHA.jpg

  • Melius 1
Inviato

Direi un classico raddrizzatrice/choke e opt lundhal. Sei un purista... 😁

Inviato
Il 12/4/2022 at 18:07, Lucent ha scritto:

Direi un classico raddrizzatrice/choke e opt lundhal. Sei un purista...

Esatto, alimentazione induttiva con raddrizzatore a vuoto, triodo a catodo comune caricato con trasformatore d'uscita. Ovviamente zero controreazione.

Le misure non sono certo adatte per l'olimpo del SINAD di Amir (THD 0,014% a 1mW rms), ma per i miei gusti abbinata alla cuffia Avantone Pro Planar suona molto equilibrato e sufficientemente realistico.

Inviato
12 ore fa, Andrea Mori ha scritto:

Avantone Pro Planar

Bella la Avantone, ho ascoltato la stax con il suo ampli dedicato e sono rimasto sorpreso per l’accuratezza e la dolcezza del suono ma e’ elettrostatica non so se utilizza la stessa tecnologia

sono rimasto fedele alla mia Grado RS1X…che purtroppo utilizzo pochissimo….

Inviato
1 ora fa, Lucent ha scritto:

Bella la Avantone, ho ascoltato la stax con il suo ampli dedicato e sono rimasto sorpreso per l’accuratezza e la dolcezza del suono ma e’ elettrostatica non so se utilizza la stessa tecnologia

sono rimasto fedele alla mia Grado RS1X…che purtroppo utilizzo pochissimo….

Ho anche una Stax che però essendo elettrostatica necessita di essere pilotata con un amplificatore di potenza, quindi non è adatta all'amplificatore valvolare che ho appena realizzato. La Avantone è magneto-planare, tipo i diffusori Magnepan, e quindi si pilota tranquillamente con un normale ampli per cuffie.

Tuttavia anch'io utilizzo pochissimo le cuffie, preferisco di gran lunga ascoltare con i diffusori, che trovo molto più realistici.

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