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Lo Stato Del Vinile [Parte Seconda...]


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giorgiovinyl

La Universal sostiene che nel l’incendio vennero distrutti molti  meno master tapes di quelli riportati dal New York Times.

https://trackingangle.com/features/universal-music-group-opens-its-iron-mountain-tape-vault-and-you-are-invited
C’è pure un video sulla visita agli Iron Mountain studios ma durando 1 ora e 40 minuti (un film!) non l’ho visto

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giorgiovinyl

A proposito di Saxophone Colossus voglio raccontarvi come ho acquistato l’edizione AP 33 nel 2017 grazie al mio amico Sergio @SerG

Fu lui che lo scovò su Amazon.com nei febbraio 2017 a 21 $ e me lo segnalò. Lo ordinammo entrambi, non era disponibile ci fecero aspettare mesi, la prima spedizione si smarrì. Poi nel maggio 2017 me lo rispedirono e mi rimborsarono le spese di spedizione per farsi perdonare e finalmente arrivò. Con il cambio di allora mi sarà costato 17 euro circa
Se ricordo bene a Sergio rimborsarono anche il disco quindi lo ebbe gratis. Lo potrà confermare lui stesso. 
Ai tempi cose del genere erano la normalità anche su .it. Quando potevamo io e Sergio le segnalavamo su (allora) Videohifi. Cito solo Muddy Waters Folk Singer sempre AP. Questa volta lo scovai io a 22 euro circa , a me  @SerG e un altro forumer spedirono il doppio 45 giri a tanti altri arrivò, anche a distanza di tempo il 33. 
L’algoritmo di Amazon allora era benedetto ora purtroppo diabolico. 
 

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giorgiovinyl
11 ore fa, Phil966 ha scritto:

Io ho preso questo 

L'immagine è sfocata ma anche la tua dovrebbe essere un'ottima edizione. Anzi se ricordo bene proprio perché uscii questa che dovrebbe avere le stesse matrici (e remaster) dell'AP 33 più economica l'algoritmo di amazon ribassò l'AP.

Che c'è scritto nei runouts?

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@giorgiovinyl 

2 ore fa, giorgiovinyl ha scritto:

L'immagine è sfocata ma anche la tua dovrebbe essere un'ottima edizione. Anzi se ricordo bene proprio perché uscii questa che dovrebbe avere le stesse matrici (e remaster) dell'AP 33 più economica l'algoritmo di amazon ribassò l'AP.

Che c'è scritto nei runouts?

Cosa sono i runouts?

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Questa Domenica inauguro una serie di recensioni alla velocissima, senza praticamente testo.
Le ho chiamate Recensioni Senza Parole. A voi indovinare ciò che avrei scritto, il giudizio tecnico ed artistico. Bisogna lavorare di fantasia (non troppa). Tranquilli, dopo parto con la recensione tradizionale.
Allora pronti?
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Alberto.

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Massì dai, per una volta parliamo di Pure Pleasure. Questa specie di mistero delle ristampe audiophile, che non si capisce se riversi Full Analogue o cosa…
Usciamo un po’ dal solito tracciato di stampe AAA americane ed andiamo nel Regno Unito, patria del tè domenicale, che assume un aroma mooolto british, come deve essere, se non fosse che è ricavato dalle foglie della pianta di plastica piazzata vicino al vano ascensore, alla quale attingo quando arrivo a fine mese con i conti in rosso, il che capita sempre più spesso. La pianta era stata messa lì anni fa da una signora, venuta poi a mancare. Questo cosa ci insegna? Che la plastica campa più di noi, ed il disco a seguire ne è ulteriore dimostrazione:
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The Sound Of Jazz – (1958 – R. 1957) – AAA (forse) Pure Pleasure (data? Boh?)
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Recensione alla veloce espressamente dedicata agli audiofili duri e puri, quelli del penta-45 giri registrato su una sola facciata, one-step, placcato oro: minchiacomesuonaquestodisco!
The Sound Of Jazz è il titolo di uno show televisivo trasmesso Domenica 8 Dicembre 1957 dall’emittente americana CBS. Durante lo spettacolo si esibirono alcune star del Jazz: Count Basie, Jimmy Giuffre, Billie Holliday, Coleman Hawkins, Ben Webster, Lester Young, Pee Wee Russell, Mal Waldron, Jim Hall, Jimmy Rushing e tanti altri.
Qualche giorno prima l'etichetta Columbia, cui non era stato concesso di registrare durante la trasmissione, nei suoi studi di Manhattan registrò alcuni pezzi che sarebbero stati eseguiti in televisione. Così nacque The Sound Of Jazz, gioiello inarrivabile del genere Dixieland-Swing-Bop.
Di questa registrazione esistono due master, un tre tracce non mixato ed un due tracce mixato monofonico. La ristampa Pure Pleasure che recensisco è stata tagliata dal nastro monofonico due tracce. Il sito di Acoustic Sounds riporta tuttavia il fatto che di questo nastro a due tracce, all’inizio degli anni 2000 sia andata perduta una bobina (in origine era due). Per tale motivo per la sua edizione stereofonica Chad Kassem è ricorso ad un nuovo mixaggio, realizzato in stereofonia partendo dal nastro nativo a tre tracce. L’audiofilo che è in me è molto tentato dalla versione Analogue Productions, poiché mi pare impossibile che la ristampa stereofonica possa suonare meglio della ristampa Mono in esame. La quale suona in maniera assurda. Mi chiedo soltanto come abbia fatto Pure Pleasure a ristampare questo Mono nel 2012, se una delle due bobine è andata perduta anni prima. Purtroppo in rete non ho trovato alcuna notizia al proposito, poiché quello che combina Pure Pleasure è coperto dal più fitto mistero. L’unica spiegazione plausibile è che i tecnici di Pure Pleasure abbiano avuto a disposizione un master britannico. Ciò di cui sono certo è che suona in maniera folle.
The Sound Of Jazz è la prova inoppugnabile che la tecnologia digitale di registrazione audio, grande vanto dell’era moderna, dal punto di vista della qualità sonora era già stata eguagliata nel 1957. Registrazioni come The Sound Of Jazz giustificano ogni formato, doppio 45 giri, quadruplo 45 con vinile stampati su una sola facciata, versioni one-step, nastro a due tracce.
E’ un Jazz classico, con incursioni autoriali; è il caso di The Train And The River, secondo pezzo del Lato B, nel quale si evoca lo sbuffare di un treno mentre corre a lato di un fiume; il brano, scritto da Jimmy Giuffre, è gestito magistralmente da un trio costituito dal medesimo Giuffre al sax tenore, dal chitarrista Jim Hall e dal trombettista Andy Gibson. Ascoltatelo anche solo in Rete perché ne vale la pena. Particolarmente fuori dagli schemi è Nervous, per piano solo, composizione del pianista Mal Waldron, libera improvvisazione su di un semplice tema, che come da titolo è piuttosto nervoso.
Simposio di star del Jazz, The Sound Of Jazz scorre via che è un piacere.
A chiunque verrebbe da pensare che si tratti di un sontuoso riversamento digitale, operato dopo non so quante procedure di restauro del suono, realizzate nell’ambito delle più avanzate memorie e campionamenti ad enne bit. E’ naturale avere questo dubbio, perché il disco suona in maniera completamente e totalmente assurda, per essere del 1957.
Mi piacerebbe ascoltare la versione (indubitabilmente) Full Analogue di Analogue Productions, non perché sia stereo, ma per comparane il suono col Pure Pleasure.
In effetti la resa monofonica del Pure Pleasure…non c’è; io dico che è Mono perché c’è scritto sulla copertina, ma a me non è assolutamente sembrato di ascoltare un disco Mono; pertanto non è il mixaggio stereofonico ad attrarre la mia curiosità. Fosse soltanto per quello mi risparmierei la spesa. Tra parentesi il The Sound Of Jazz/Analogue Production compare nella lista delle 100 registrazioni più belle stilata da Michael Fremer.
Comunque, qualunque cosa sia, Full Analogue o meno, non cambia la questione che The Sound Of Jazz versione Pure Pleasure suona come un disco registrato ieri. Oggigiorno bisogna stare attenti a dare patenti di tripla A, se non vuol rischiare figuracce...quindi io me ne guard...anzi no, rischio, chissenefrega: secondo me è Full Analogue, a me perlomeno da questa impressione. E dirò di più, ci sono moltissime ristampe Pure Pleasure che a me paiono senz’altro tripla A. Se un giorno salterà fuori che un piccolo passaggio digitale c’è stato, che volete, ammetterò l’errore.
Vinile Pallas silenzioso.
Pagato 30 Euro con lo sconto Full Analogue, riconosciuto soltanto a chi capisce al volo se un riversamento è tripla A o digitale. Ho risposto di essere un esperto del suono audiophile pronto ad ogni test doppio e triplo cieco, o meglio, cieco non si dice, non vedente. Mi hanno quindi inviato due CD di Carla Boni (Ehi mambò, mambo italiano, ehi mambò...cha cha cha...), chiedendomi di ascoltarli ed indicare quale dei due fosse tripla A. Ho dato la mia risposta, vale a dire il CD 2, ma sorprendentemente: niente sconto. Eppure ero sicuro che fosse il CD 2...sarà mica stato il CD 1? A 'sto punto mi viene il dubbio...
Voto artistico: 10
Voto tecnico: Spazio…ultima frontiera…pa pa paaaa…pappappappapaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Alberto.

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In tutta onestà ancora adesso non riesco ad ascoltare tutta la musica di questo grande, ma tempo fa chiesi appunto consigli su quale dei dischi di Dolphy poteva andare bene per un principiante come me e proprio tu Alberto mi hai consigliato Far Cry.

Disco stupendo, ogni volta che lo ascolto è una nuova esperienza.

Grazie e buona giornata,

Giorgio.

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1 ora fa, OTREBLA ha scritto:

Dolphy come in Far Cry

È un bel disco in assoluto. È evidente che Dolphy inizia a "stare stretto" nelle metriche di Parker, a cui il disco è dedicato. È il terzo disco di Dolphy e capita in un periodo intenso: è reduce dalla registrazione di Free Jazz di Coltrane e, nello stesso giorno partecipa a Jazz Abstraction di John Lewis dove si rincorrono jazz e musica classica.

Ogni volta che lo metto a girare mi piace immaginare i compagni di Dolphy guardarsi con aria interrogativa, durante i solo di Eric, chiedendosi: vediamo dove vuole arrivare.....

Ciao

D.

 

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