Questo è un messaggio popolare. briandinazareth Inviato 25 Dicembre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Dicembre 2021 Tom Nichols ancora una volta centra perfettamente il segno. Ebbene sì, il problema è dentro di noi. Non è una diagnosi psicologica, ma la psicologia c'entra moltissimo. A portare l'attenzione sugli umori (distruttivi) che percorrono la democrazia rappresentativa ci pensa Il nemico dentro (Luiss University Press, pp. 230, euro 20; trad. di Chiara Veltri), l'ultimo libro di Tom Nichols, uno dei più interessanti intellettuali pubblici statunitensi di questi anni, professore di relazioni internazionali alla Harvard Extension School e allo Us Naval War College, columnist di The Atlantic e brillante polemista-twittatore col suo seguitissimo account @RadioFreeTom. Per completare le presentazioni, va anche detto che Nichols non è un accademico liberal di una delle metropoli costiere, ma quello che Donald Trump etichetterebbe probabilmente alla stregua di un «americano autentico»: di orientamento conservatore, nato in una famiglia modesta di Chicopee (una piccola città deindustrializzatasi del Massachusetts), e in passato pure campione del quiz tv Jeopardy!. Ma un conservatore tenacemente antitrumpista e difensore dello «spirito americano» che, per lui, coincide con la società aperta, la liberaldemocrazia e le sue garanzie costituzionali, e che si è trasformato in un osservatore molto acuto dei guasti del postmodernismo. È stato lui, ne La conoscenza e i suoi nemici (Luiss University Press, 2018), a descrivere le caratteristiche letali dell'attuale «era dell'incompetenza», alla confluenza tra la politica-spettacolo, l'imperialismo incontrastato del modello dell'intrattenimento e l'egemonia (sottoculturale) del paradigma dell'«uno vale uno». Una stagione dominata dal paradosso per cui la straordinaria reperibilità delle informazioni non ha affatto prodotto una cittadinanza più consapevole e «vigile». Mentre, al contrario, sta facendo dilagare una forma di «egualitarismo narcisistico» che ha trovato il proprio habitat ideale nelle odierne democrazie emozionali e «Stati nervosi» (come li ha definiti il sociologo britannico William Davies), contraddistinti da un'«emozione pubblica» che ha scalzato l'opinione pubblica. Ed è proprio lì che si annida il «nostro peggior nemico» - come Nichols argomenta nel suo nuovo libro - quello «interno» che erode la fiducia nella democrazia, nega ogni credibilità alla politica, rigetta i progressi (indubitabili) compiuti nel corso del tempo e, giustappunto, ha messo la competenza alla sbarra e collocato gli esperti sul banco degli imputati, qualificandoli come esponenti delle «élites avversarie del popolo». Questo nemico, dice l'intellettuale statunitense, risponde al nome di «politica del narcisismo», la vera officina del disincanto e del risentimento: il suo germe si annida in seno a ciascun individuo di questa epoca - non a caso, sempre sollevato da qualsiasi responsabilità, e proclamato come innocente a prescindere dai populisti - e straripa in ogni circuito sociale. I «cittadini illiberali e insoddisfatti», al punto da dichiarare la loro incomprensibile preferenza per autocrazie e sistemi politici antidemocratici (come la Cina e la Russia), si ribellano a ingiustizie e pericoli presenti più nel loro immaginario che nella realtà. «Oggi - scrive Nichols - la minaccia alla democrazia, in America e altrove, proviene dalla classe operaia e dal ceto medio, le persone tra cui sono nato e cresciuto». E questa rabbia e questo rancore, che tutto travolgono, costituiscono un impasto micidiale dove sono la psicologia e il narcisismo individuali a risultare determinanti, generando la reazione collettiva di tante monadi. Alimentata, se si guarda bene, assai poco da dati di fatto e molto «da un'insicurezza culturale, da aspettative eccessive, alleanze tribali faziose, da ossessioni sull'etnia e l'identità, da ambizioni infrante e da una visione infantile dei limiti del governo», che fanno scattare l'effetto «ferro di cavallo», in cui le differenze tra le critiche provenienti dall'estremismo di destra e da quello di sinistra tendono ad assottigliarsi fino a convergere di fatto (e lo conferma quanto avviene nel movimento no-vax). Insomma, soffriamo perché abbiamo quello che volevamo, e la democrazia ha realizzato la gran parte delle sue finalità, compresa la felicità promessa dalla Costituzione a stelle e strisce. Ma non lo vogliamo vedere e ci rinserriamo dentro furiose «piccole patrie» e tribù di «uguali», potenziate dalla logica dei social network. E, così, il trionfo del familismo amorale, nota l'autore sulla scorta degli studi di Edward Banfield, per certi versi si attaglia meglio agli individui globali del Duemila che alle comunità lucane degli Anni 50. Sono gli esiti dello sprofondamento nella voragine di una società narcisistica e infantile, «affamata di apocalisse», imbevuta di «pessimismo populista» e fondata sulla «strana adolescenza perpetua di molti adulti». È questa «pandemia di narcisismo» che ha originato il declino della democrazia contemporanea e sparso a piene mani dovunque il senso di deprivazione relativa tipico di chi non sta affatto male, ma vuole di più, immerso in un'incessante ansia da prestazione e comparazione. E che, quindi, si ritrova intento a confrontare la propria esistenza con le altrui vite idealizzate proposte senza sosta dal sistema dei media. 1 3
P.Bateman Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 13 minuti fa, Jack ha scritto: chiamategli un medico Se un vero signore.
Jack Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 6 minuti fa, meliddo ha scritto: Se un vero signore. Non necessariamente…anche uno normale, la diagnosi è facile
briandinazareth Inviato 25 Dicembre 2021 Autore Inviato 25 Dicembre 2021 @Jack Posso capire che certi concetti possano essere troppo complicati per te e quindi ti crei insicurezza e, istericamente, senta il dovere di offendere. Però potresti evitare di scrivere cose così incredibilmente squallide, almeno per rispetto dello spazio che ci ospita. 1
karnak Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 28 minuti fa, briandinazareth ha scritto: Però potresti evitare di scrivere cose così incredibilmente squallide Davvero @Jack, potevi almeno disegnarle depilate.
nixie Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 Se un argomento non mi interessa al limite ci dò un occhiata e sorvolo,ma non capisco(ripensandoci anche troppo) i cosiddetti sò tutto io, che devono per forza replicare su tutti gli argomenti,parecchie volte con minc@@hiate,mi sorge un dubbio(ma non tanto),ma sulla piattaforma non lo posso esprimere,di visu non avrei problemi. 1
Martin Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 Le società più evolute si stanno infilando in un cosiddetto behavioral sink come i topi del famoso esperimento di Calhoun. 1
mozarteum Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 Siamo sicuri che prima tutto andasse meglio? io trovo che le societa’ del benessere diffuso tendano prima o poi e naturalmente a ridurre la fatica e a spendere il tempo nelle belle cose, anche nelle frivolezze che allietano la vita. Avete visto che sviluppo hanno avuto i settori del wellness e del lusso? Siccome anche la cultura costa fatica (bisogna leggere, ascoltare, approfondire, osservare le cose con la rete della consapevolezza) il rischio ammesso che sia tale, secondo me lo e’, e’ quello di sviluppare una passione per il facile appagante. Questa tendenza poi inonda - a cascata- ogni aspetto della vita umana, dalla politica alle relazioni personali, al tipo di consumi ecc. Ma e’ una cosa inevitabile che storicamente segna il declino delle societa’ mature 2
briandinazareth Inviato 25 Dicembre 2021 Autore Inviato 25 Dicembre 2021 @mozarteum penso che il punto di Nichols sia totalmente altro. non ha a che fare con il discorso sul declino delle società opulente, che se esiste esula dal discorso in questione. e non è neppure una lode dei bei vecchi tempi, ma l'evidenza del narcisismo (motore pulsante del complottismo) e del confronto continuo con una realtà non reale (tipico dei social) e le conseguenze sulla tenuta stessa della democrazia. 7 ore fa, briandinazareth ha scritto: e ci rinserriamo dentro furiose «piccole patrie» e tribù di «uguali», potenziate dalla logica dei social network. E, così, il trionfo del familismo amorale, nota l'autore sulla scorta degli studi di Edward Banfield, per certi versi si attaglia meglio agli individui globali del Duemila che alle comunità lucane degli Anni 50. poi questo è un riassunto, comincerò a leggere il libro stasera (perché nichols vale sempre la pena...) per capire meglio i dettagli del discorso. ps se non avete letto "i nemici della conoscenza" ve lo consiglio con tutto il cuore.
LUIGI64 Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 La conoscenza e i suoi nemici L'era dell'incompetenza e i rischi per la democrazia di Tom Nichols In effetti, sembra molto, molto interessante
Membro_0020 Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 7 ore fa, briandinazareth ha scritto: il senso di deprivazione relativa tipico di chi non sta affatto male, ma vuole di più, immerso in un'incessante ansia da prestazione e comparazione. E che, quindi, si ritrova intento a confrontare la propria esistenza con le altrui vite idealizzate proposte senza sosta dal sistema dei media. Traduzione: accontentatevi e non siate invidiosi dei tipi su Insta, che al mondo ci pensiamo noi. Fidatevi, pagate le tasse e state tranquilli: i vostri interessi li tuteliamo noi…e sopratutto le priorità a cui destinare le risorse (ossia i soldi) le decidiamo noi..😂😂😂😂 Essere anti Trump (anche se filo conservatore) da una “patente speciale” per poter dire queste cose evidentemente…😂😂😂😂
briandinazareth Inviato 25 Dicembre 2021 Autore Inviato 25 Dicembre 2021 @Collegatiper Questo commento è molto interessante proprio perché è la dimostrazione limpida di quello che mi pare intenda Nichols 😉 Ovviamente è completamente scentrato e slegato dal discorso ma identifica quello schema di pensiero.
Membro_0020 Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 18 minuti fa, briandinazareth ha scritto: Questo commento è molto interessante proprio perché è la dimostrazione limpida di quello che mi pare intenda Nichols 😉 Ovviamente è completamente scentrato e slegato dal discorso ma identifica quello schema di pensiero. Ti sbagli: è invece completamente centrato e legato al suo discorso. Io dissento completamente dallo scritto di Nichols, che trovo semplicistico e volto a distogliere il focus dagli errori (in buona e soprattutto cattiva fede) della politica.
extermination Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 Ha ragione Papa Francesco. L'unica via di uscita è il dialogo. Ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme dissodando il terreno duro e sterile del conflitto dell' indifferenza e dell'egoismo.
Jack Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 14 minuti fa, extermination ha scritto: L'unica via di uscita verso cosa? 14 minuti fa, extermination ha scritto: camminare insieme insieme a chi?
extermination Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 12 minuti fa, Jack ha scritto: verso cosa? 26 minuti fa, extermination ha scritto: camminare insieme insieme a chi? -)Verso la pace ed il benessere sociale. -) Tra popoli e tra generazioni
Jack Inviato 25 Dicembre 2021 Inviato 25 Dicembre 2021 @extermination ma dai 🤣 l’uomo è un animale competitivo che strategicamente persegue la trasmissione dei propri geni e tatticamente usa l’associazione con gli altri individui perché - e finché - questo aiuta il tramandare del proprio patrimonio genetico. Tutto io castello ed il presepio incantato che chiamano società - elementari o evolute e complesse che siano - serve solo a questo.
Messaggi raccomandati