analogico_09 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 14 ore fa, Grancolauro ha scritto: Grazie davvero a @analogico_09, @my2cents, @Alpine71 e @stanzani per le loro osservazioni, tutte interessanti. Confesso che trovo un po' sorprendente, tuttavia, che la discussione vada a parare su un confronto tra esecuzioni di Bach al clavicembalo ed esecuzioni di Bach al pianoforte. Ovviamente nulla vieta di farlo. Per me tuttavia è un po' strano e, ritengo alla fine, scorretto. Questo perché si tratta di due mondi radicalmente diversi, come un molti hanno osservato, forse addirittura incommensurabili sotto il profilo estetico, oltre che dal punto di vista pratico-esecutivo. Insomma, si tratta di due riti diversi. Scusa Damiano, perchè scorretto? Diciamo che il confronto tra piano e cembalo nasce anche dal "la" che hai fatto risuonare tu, partecipando attivamente in tal senso nel corso della discussione nella quale nessuno è intervenuto per fare tifo da stadio, ma per cercare di mettere meglio a fuoco, contestualizzando in maniera più ampia e approfondita (come abbiamo sempre fatto nelle nostre "paccute" discussioni nelle quali veniva bandito il compartimento stagno) il "fenomeno" della nuova ondata (per me un po' troppo "inondante", cusa la franchezza). Vorrei inoltre notare come già nel tuo titolo, nella domanda (retorica?) "OLTRE LA FILOLOGIA?) vi sia un più che implicito invito (un autentico invito a nozze...) a mettere a confronto due mondi interpretativi delle musiche per "tastiera" di Bach affatto distinti, a mio modesto, personale parere inconciliabili, così come mi pare capire siano anche per te. Abbiamo cercato di mettere a confronto le varie, diverse interpretazioni pianistiche e clavicembalistiche, motivando, commentando le nostre opinioni, proprio per cercare di capire meglio, attraverso il confronto tra l'antica e la moderna prassi interpretativa, dove quest'ultima stia andando a parare. Ognuno ha la sua opinione.., ma non si dica che il confronto dialettico, dove si parla di questo e di quello, dove la pià attenta conoscenza dell'insieme aiuta a capire meglio il particolare, sia scorretto o inutile. Se ve la volete suonare solo con il pianoforte.., fate pure, mi ritiro volentieri nei miei atavici appartamenti nei quali risuonano le fantasmiche note del clavicembalo.., ma se mi giunge la domanda, alla domanda io rispondo... 15 ore fa, Grancolauro ha scritto: Bach al pianoforte è il risultato alla fine di una ibridazione; una ibridazione, tuttavia, non frutto della genialata del momento (come nel caso di Emerson Lake & Palmer) ma risultato di un processo storico che ha sue precise ragioni, che ha dato vita a una tradizione interpretativa durata almeno 2 secoli, e che non si può dunque ridurre a un gesto gratuito e quasi impertinente. Questa duecentenaria tradizione interpretativa pianistica della musica di Bach, frutto di un'ibridazione che, dici bene, non nasce all'improvviso, frutto di un processo estetico storico durato a lungo, aveva il suo perchè durante lo stesso periodo storico. Il quale, come più volte ipotizzato a chiare lettere, esprimendo chiari concetti, giusti o sbagliati (e un po' mi rincresce che nonostante ciò tu abbia frainteso o non afferrato l'autentico senso delle mie osservazioni, condivisibili o meno ma chiare), era comprensibilmente portato ad "ibridare" i patrimoni musicali del passato, visto che durante i secoli di incontenibile piena crativistica musicale, impegnato a costruire il nuovo che avanzava, il musicista di allora non poteva star lì a pensare alle "autentiche" prassi esecutive delle "vecchie" musiche. "GIustificavo" pertanto il rifacimento in chiave "romantica" della Passione Matteo di Bach da parte di Mendelsshon,e, sulla stessa falsariga, i "rifacimenti "romanticizzati" di tutta l'altra letteratura musicale bachiana e barocca, compresa quella per tastiera che nata per essere suonata dal cembalo, dall'organo, ecc, non già dal pianoforte, veniva trascritta nelle forme di notazione vigenti ed eseguita con le prassi esecutive allora in uso che cambiavano sicuramente i connotati a detta letteratura musicale. D'altra parte, il rinascimento ricostruisce sul medioevo, il barocco sul rinascimento.., nelle ere creative si distruggeva il "vecchio", si ricostruiva su di esso, si integravano anche tra di loro le forme architettoniche presenti e passate.., normale.. Una volta terminata quella lunga tradizione interpretativa, per tornare alla musica, dopo le rivoluzioni avvenute nel '900, iniziate in parte a fine '800, quelle forme di ibridazioni sonative, interpretative, trascrittive che avevano ragione di esistere prima, mostreranno tutto l'inutile zavorramento che sovrastrutturava e imbolsiva la più trasparente e "liquida" frase musicale bachiana, barocca, "antica". A quel punto l'ibridazione non aveva più modo di esistere.., e di lì a poco (il mio è un resoconto sommario.., un abbozzo giusto per endere l'idea) arrivarono i primi filologi a ricercare e a studiare, interpretare "scinetificamente" e poeticamente, quelle che erano le corrette, storicamente corrette, prassi esecutive d'epoca che rivoluzionarono le "ibridezze" che giustificabili prima, per le ragioni stradette, non avevano più ragione di esistere, sia storicamente, sia esteticamente, a fronte dei mutati gusti, dei nuovi panorami musicali più o meno rivoluzionari, che giungevano da ogni nazione musicale europea. Ora questa tradizione interpretativa accademico-ottocentesca durata 2 secoli, che in realtà non si è mai estinta.., torna più agguerrita che pria, rifattosi il look, cercando perfino di imitare, somigliare (finendo spesso per farne la caricatura) all'autentica "filosofia" filologica storicamente ed esteticamente informata. Immagino si sia capito, dopo aver motivato chiaramente la mia personale opinione, condivisibile o meno, che non sono affatto interesato a queste forme di "ibridezza", fantasmi del passato lavati con perlana...
analogico_09 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 16 ore fa, Grancolauro ha scritto: Mi sorprendono poi le osservazioni un po' "risentite" di @analogico_09 con riguardo al concetto di "autenticità" nell'approccio filologico alla musica barocca (scherzo ovviamente Peppe). In realtà, da quanto ricordo almeno, il tema dell'autenticità storico-interpretativa è stato al centro per molto tempo del dibattito sulla filologia barocca. Su questo hanno scritto molti musicologi ed esponenti influenti di questa scuola, sostenendo tesi spesso in conflitto tra loro. Per scrupolo, ho ripreso in mano i vecchi appunti dell'università (pensa cosa mi fate fare 😂) e hanno scritto saggi su questo Nattiez, Taruskin, Dreyfus, Nicholas Kenyon, e lo stesso Harnoncourt ne parla a lungo nei suoi due libri pubblicati negli anni ottanta. Insomma, non mi sembra di aver messo in bocca alla filologia ciò di cui la filologia non ha mai parlato. Che poi nel forum nessuno pensi che la filologia aspira all'autenticità, la cosa non può che farmi piacere 🙂 . Non sono risentito.., Damiano, forse forse mi sento un po' frastornato quando vengono rivolte alla alla filologia critiche infondate, cose che non la riguardano, spesso in maniera artata, con spirito di competizione, a fini detrattivi da parte degli establishment musicali accademici gelosi custodi delmloro potere culturale., e non mi riferisco a te. Ciò premesso che la filologia non è una religione, la perfezione fatta "verbo" e che si può certamente criticare ma in maniera appropriata e pertinente, non sommariamente. Autenticità.., è solo una definizione precisa che tuttavia in campo estetico divenata interpretabile in vari modi, dipende da come la si propone nei diversi specifici contesti, a quale fine, intendimento. Non conosco i testi degli autori che citi e che affrontano la tematica in maniera sicuramente consapevole, benchè in conflitto tra di loro.., cosa buona, segno che vi sia un dibattito interno che spesso manca negli establishment culturali dominanti... Però, parlo della mia modesta esperienza, a partire dal 1978, quando ho iniziato ad approcciare gli ambiti interpretativi filologici per poter fare musica per diletto (dilettantismo evoluto in casa di "professionisti".., ci tengo a precisare che ero un po' più avanti del "dopolavorismo" 😄 ), non ho mai assistito direttamente a discussioni estemporanee e dismpegnate tra amici, nè a "dibattiti" formali finalizzati ad affermare l'"autenticità" del "metodo" interpretativo filologico rispetto a quella che era la prassi esecutiva d'epoca sulla quale è assolutamente possibile indagare, già motivata la mia ipotesi. Ci sembrava capire che la prassi esecutiva storicamente informata, frutto di ricerca, di studio approfondito, specifico, delle partiture e delle manualistiche e trattatistiche originali d'epoca e non solo d'epoca, avvicinassero i ricercatori/interpreti al carattere musicale delle musiche d'epoca in maniera molto ravvicinata... Personalmente non amo usare il termine "autentico" in queste cose, ma in definitiva se dopo aver approfondito ad esempio il trattato sul flauto traverso di Johann Quantz (1697 - 1773) e riuscissi a suonare detto strumento secondo i precisi intendimenti del trattatista grande flautista, compositore, musicista, ecc.., potrei credo legittimamente affermare che sto suonando come si suonava all'epoca di Quantz, potrei arrivare a dire in modo "autentico" rispetto all'"autentico" intendimento del musicista/trattatista barocco. Oppure potrei dire: sto suonando in maniera molto vicina, "straordinariamente" ravvicinata a quello che è l'autentico insegnamento dello stesso... Homparlato di autenticità pur senza usare il termine... insomma a ROma dicono: se nonn è zuppa è pan bagnato"... 😉
analogico_09 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 In conclusione, queste sono belle discussioni.., si fanno per diletto, non per definire lragioni e torti categorici ed univoci.., certo.., ciascuno cerca di sostenere quelle che sono le intime e appassionanti per se stessi convizioni, ma ogni argomento, posizione, idea, sensazione, è valore aggiunto.., lì per lì potremmo igninarla ma potrebbe anche rivelarsi semenza.., la primavera è alle porte, magari qualcosa germoglia... quindi anche io vorrei ringraziare tutti i partecipanti che m offrono la possibilità di riflettere una volta di più.., di rivedere magari certe mie convinzioni; aldilà della chiacchiare nessuno scoprirà mai che io, nascosto nei più remoti recessi della mia sala della musica, ascolto Bach suonato a Allevi... 😄 Un salutone a tutti! 1
analogico_09 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 18 ore fa, Grancolauro ha scritto: Basta confrontare il Ross di prima con questo video per cogliere immediatamente la differenza nell'articolazione retorica del fraseggio: Quando si tratta invece di confrontare esecuzioni pianistiche di Bach, entrano in gioco criteri diversi, a mio modo di vedere, di stampo più squisitamente pianistico, appunto, seppur filtrati oggi dalle conoscenze filologiche. Dimenticavo.., molto interessante la tua analisi sulle interpretazioni di Ross e di Leonahrdt e anche condivisibili. Ross più "modernista" ma saldamente ed organicamente legato alle radici della "tradizione" barocca; Leonahrdt più "antico", tutto detto sinteticamente . Tali modi apparentemente distanti mi fa riflettere sul fatto che in fondo la natura musicale del Kantor fosse duale, da una parte "arcaica", dall'altra moderna, o del suo tempo. Bach componeva in entrambi gli stili, traendo ispirazione dai suio mestri connazionali, quelli del cosiddetto "ante-Bach", e perfino da gregoriano.., un po' come Monteverdi altro compositore dalla duplice anima.., creatrore di modernità, legatissimo al "cantus firmus" gregoriano.., che riaffiora come eco lontana ma tangibile anche in Bach. Duplicità non antitetiche non dicotomiche della armoniosa e pacifica coesistenza. Ciò che voglio dire è che con il pianoforte non è possibile "estrarre" questa inaliebabile e portante duplicità estetica, espressiva, stilistica, formale, spirituale dell'autore barocco, o "antico"; lo strumento nato per altre nobili, straordinarie espressioni musicali, non ha tuttavia la necessaria duttilità ed elasticità tecnio-formale, caratteriale, organologica, espressiva di cui il cembalo si fa invece elettivamente portatore. Non è questione di avere ragione o torto, bensì di distinguere tra ciò che storicamente ed esticamente "E'" e ciò che invece appare... Da Ross e da Leonardht pur attraverso i distinti approcci - i quali a ben ascoltare possiedono sia l'arcaico che il moderno, dove in entrambi ppotrebbe semmai risaltare un aspetto più dell'altro - ci giunge l'intero, l'integrale di diretta emanazione filologica, frutto di indagine musicologica delle partiture, delle letterature originali , insomma da un metodo di studio e di interpretazioni storicamente informati. Io penso che bisognerebbe rivolgere più attenzione alla natura estetica-storica e poetica della musica di Bach dalla quale veniamo distratti mentre ci preoccupiamo troppo dei criteri interpretativi di stampo più squisitamente pianistico, dove il piano, sempre a mio umilissimo avviso, ricorre a Bach, somma garanzia di grandezza e di "successo" (tutti voglio suonare Bach senza nellpure passare dal via...) per costruire un piedistallo a se stesso. Lo strumento ovviamente in tutto questo non ha nessuna colpa. 🙂
Alpine71 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: ascolto Bach suonato da Allevi... 😄 citazione gucciniana innanzi alla quale mi inchino!
Alpine71 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 A proposito della Partita n.1: la forza attrattiva del pianoforte nell'interpretazione di Sergio Fiorentino è per me qui irresistibile. Spesso torno sul da molti dimenticato partenopeo in questa performance che amo particolarmente per la morbidezza del suono, del suo controllo totale, per il senso di quiete che mi infonde. Forse qui il Nostro anticipa un poco la Nouvelle Vague? A @Grancolaurol'ardua sentenza.....(scherzo!) Buon ascolto, per chi vorrà: 1
analogico_09 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 34 minuti fa, Alpine71 ha scritto: 2 ore fa, analogico_09 ha scritto: ascolto Bach suonato da Allevi... 😄 citazione gucciniana innanzi alla quale mi inchino! Ma davero.., non sapevo che Guccini avesse detto una cosa del genere... mi è venuta al volo, spontanea... 😉
Alpine71 Inviato 22 Febbraio 2022 Inviato 22 Febbraio 2022 in fondo è bello spaziare così..... [...] I geni musicali preannunciati dai giornali Hanno officiato e i sacri versi hanno cantati Le elettriche impazziscono, sogni e malattie guariscono Son poeti, santi, taumaturghi e vati Con gioia e tremore li seguo Dal fondo della mia città Poi chiusa la soglia do sfogo Alla mia turpe voglia... ascolto Bach! [...] Via Paolo Fabbri, 43
Grancolauro Inviato 22 Febbraio 2022 Autore Inviato 22 Febbraio 2022 9 ore fa, analogico_09 ha scritto: la primavera è alle porte, magari qualcosa germoglia... Certo Peppe, si scrive solo per scambiare opinioni, imparare cose nuove, fare magari nuove scoperte di ascolto, pur nella diversità di opinioni. L’ultima parola non ce l’ha nessuno. Negli ultimi due giorni, ad esempio, ho passato molte ore tra aerei e aeroporti, così ne ho approfittato per fare una scorpacciata di Bach al clavicembalo in cuffia 🙂 . Alcune cose mi sono piaciute altre no ma comunque mi sono divertito, senza questo thread avrei certo ascoltato altro. Comunque sta storia di Bach al pianoforte è anche un business. Ci sono addirittura corsi online per aspiranti pianisti interpreti di Bach! Insomma, Bach tira un sacco pare 🤣. Robe da matti…
Grancolauro Inviato 22 Febbraio 2022 Autore Inviato 22 Febbraio 2022 @Alpine71 Fiorentino per me è un mito. So per certo che non amava la filologia, o meglio l’atteggiamento di molti filologi. Ma aveva una musicalità naturale, istintiva, che si sente anche nel suo modo molto “eloquente”di suonare Bach, decisamente originale per quegli anni. Fiorentino ha composto anche diverse trascrizioni, alcune pubblicate a stampa. Eccone una molto bella, sebbene suonata con un pianoforte modesto (Questa la suonavo sempre anch’io e posso assicurare che dal punto di visto della tecnica pianistica è semplicemente geniale) a me piace anche la sua trascrizione della sonata per violino , proprio perché eloquente (nel senso di Harnoncourt) senza scadere nel lirico. Ma qui ovviamente stiamo parlando d’altro, non della musica di Bach. Scusate la divagazione ma se si parla di Fiorentino non riesco a trattenermi 🙂 1
Felis Inviato 23 Febbraio 2022 Inviato 23 Febbraio 2022 19 ore fa, Grancolauro ha scritto: Comunque sta storia di Bach al pianoforte è anche un business. Ci sono addirittura corsi online per aspiranti pianisti interpreti di Bach! Insomma, Bach tira un sacco pare 🤣. Robe da matti… Tra colleghi noi le chiamiamo "paraculate" 😁. Sono business e mode transitorie. Mi sorprende che nessuno abbia nominato ancora il Bahrami lanciato dal "baffuto delle camicie". Senza addentrarmi nei meandri della "prassi storicamente informata" tengo a sottolineare l'approccio erratico ed erroneo che il pianista compie nei confronti del cosiddetto "repertorio antico": egli lo considera un punto di partenza, mantre chi si occupa veramente e con cognizione di causa di questo repertorio coscientemente vede Bach come punto di arrivo (ed ultimo baluardo) prima di quei nuovi stilemi che Bach stesso chiamerà "Galanterien". Bach era già fortemente démodé nel suo tempo e aspramente criticato nel suo ultimo periodo di vita come compositore troppo complesso e troppo ancorato allo stilo antiquo. CPh Bach infatti come sappiamo si sarebbe mosso con ben altri stilemi... Ultima nota a margine sulle Goldberg: Bach è molto chiaro nella prefazione "vors Clavicimbal mit 2 Manualen". Servirebbero quindi come minimo due pianoforti sovrapposti. 😂
Grancolauro Inviato 23 Febbraio 2022 Autore Inviato 23 Febbraio 2022 20 minuti fa, Felis ha scritto: tengo a sottolineare l'approccio erratico ed erroneo che il pianista compie nei confronti del cosiddetto "repertorio antico": egli lo considera un punto di partenza, mantre chi si occupa veramente e con cognizione di causa di questo repertorio coscientemente vede Bach come punto di arrivo Verissimo. Il pianista considera in effetti Bach il punto di partenza del “suo” repertorio, proprio per effetto di quella sovrapposizione/ibridazione tra strumenti e repertori strumentali di cui si parlava. Così ciò che stava all’apice di un’epoca storica ormai al tramonto ha dato avvio a un’epoca diversa, che arriva fino ai giorni nostri 23 minuti fa, Felis ha scritto: Bach è molto chiaro nella prefazione "vors Clavicimbal mit 2 Manualen". Servirebbero quindi come minimo due pianoforti sovrapposti. Verissimo anche questo 🙂. Infatti in alcune variazioni suonare le Goldberg al piano richiede acrobazie mica da poco
Alpine71 Inviato 23 Febbraio 2022 Inviato 23 Febbraio 2022 @Grancolauro ho da tempo quel cofanetto comprato dal far east ma non ho ancora avuto tempo di ascoltarlo. Ricordi? Ne parlammo nel post dedicato a Fiorentino prima dell’incendio. Tu l’hai ascoltato? Se si ti chiedo la gentilezza di indirizzarmi verso i cd che ascolteresti per primi. Grazie e….effettivamente Fiorentino è un grande pianista!
analogico_09 Inviato 23 Febbraio 2022 Inviato 23 Febbraio 2022 1 ora fa, Felis ha scritto: Ultima nota a margine sulle Goldberg: Bach è molto chiaro nella prefazione "vors Clavicimbal mit 2 Manualen". Servirebbero quindi come minimo due pianoforti sovrapposti. 😂 E che ci fa.., sol la mi.., stai a guardà il capello.., sono in molti tra i tifosi del piano imbarocchito a sostenere che Bach scrivesse per cembalo però col pensiero rivolto allo Stainway... 😄 Si fa presto a snaturare, sofisticare, "smontare" anche materialmente (la "fisicità" dello strumento che contribuisce fortemente a fare il carattere musicale, la specificità musicale inalterabile) una sostanziale forma estetica/interpretativa "antica", si torica ma tuttora vitalissima, vigorosa, affascinante, anche fonte di ispirazione per le realtà musicali di "genere" vario "moderne" e d'oggidì... Bisognerà in qualche modo far pur largo a sua maestà il pianoforte acchiappatutto, costi quel che costi, perchè tanto Bach anche se lo suoni con l'uculele cambia niente.., l'importante e suonare le note giuste.., il resto: lo strumento, la frase, l'agogica, il linguaggio, lo stile, la tecnica, l'espressione sono accessori. 🤷♂️ 1 ora fa, Grancolauro ha scritto: Verissimo anche questo 🙂. Infatti in alcune variazioni suonare le Goldberg al piano richiede acrobazie mica da poco Più volte sostenuto che il piano "costretto" a dover imitare il cembalo non di rado appare caricaturale e "imbarazza(nte)to"... Ma, scusa la mia pedanteria, Damiano, ripropongo la domanda altre volte posta: invece di dover fare gli acrobatici dello strumento con il quale pure si fa lo stile, l'estetica, l'espressione, ecc, se il suo amore per Bach è così grande, non farà prima e meglio l'interprete a cimentarsi anche con lo strumento d'elezione di tale autore, della sua epoca? ) "salti mortali" sono stati da tempo relegati al circense... Non è che la prossima mossa degli establishment musicali dominanti sarà quella di inventare pianoforti a due o tre tastiere per non dover arrivare al fine col fiato corto? 😄 ☺️ 1
Grancolauro Inviato 23 Febbraio 2022 Autore Inviato 23 Febbraio 2022 46 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Ma, scusa la mia pedanteria, Damiano, ripropongo la domanda altre volte posta: invece di dover fare gli acrobatici dello strumento con il quale pure si fa lo stile, l'estetica, l'espressione, ecc, se il suo amore per Bach è così grande, non farà prima e meglio l'interprete a cimentarsi anche con lo strumento d'elezione di tale autore, della sua epoca? Capisco la domanda Peppe. Ma mettiti nei panni del pianista che ama le Goldberg. Dovrebbe mettersi a studiare da capo un nuovo strumento, molto diverso dal suo, o rinunciare al suo amore? Perché costringerlo a questo, dato che le Goldberg col pianoforte si possono suonare, anche se è difficile farlo? A ciò si aggiunge l’elemento della sfida: il pianista che ama Bach è come l’alpinista himalayano. Le Goldberg sono per lui come il K2. Impossibile prima o poi non provarle a scalare. Con tutti i rischi del caso, ovviamente. Mi sfugge invece cosa c’entra l’establishment. Ma non importa. Sono dettagli alla fine 46 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Bisognerà in qualche modo far pur largo a sua maestà il pianoforte acchiappatutto, costi quel che costi, perchè tanto Bach anche se lo suoni con l'uculele cambia niente.., l'importante e suonare le note giuste.., il resto: lo strumento, la frase, l'agogica, il linguaggio, lo stile, la tecnica, l'espressione sono accessori. Vabbè questa è polemica gratuita, contraria allo spirito con cui avevo aperto questo thread. Quindi mi ritiro in buon ordine. Prometto che non parlerò mai più di Bach e pianoforte nei secoli a venire su Melius e dintorni. Au revoir 🙂
analogico_09 Inviato 24 Febbraio 2022 Inviato 24 Febbraio 2022 @Grancolauro Se trovi gratuita la mia "polemica" mi cogli 3 ore fa, Grancolauro ha scritto: Capisco la domanda Peppe. Ma mettiti nei panni del pianista che ama le Goldberg. Dovrebbe mettersi a studiare da capo un nuovo strumento, molto diverso dal suo, o rinunciare al suo amore? Perché costringerlo a questo, dato che le Goldberg col pianoforte si possono suonare, anche se è difficile farlo? A ciò si aggiunge l’elemento della sfida: il pianista che ama Bach è come l’alpinista himalayano. Le Goldberg sono per lui come il K2. Impossibile prima o poi non provarle a scalare. Con tutti i rischi del caso, ovviamente. Mi sfugge invece cosa c’entra l’establishment. Ma non importa. Sono dettagli alla fine Assolutamente no, nessuno chiede all'interprete di rinunciare a suonare il suo amore musicale, ovvero le Goldberg al pianoforte, nè di sentirsi costretto a familiarizzare con un altro strumento, il cembalo, ad approfondirne le specificità affatto diverse da quelle del piano. Non dovrebbe rinunciare a suonare la musica di Bach o di altri autori barocchi col pianoforte ma, secondo il mio personale punto di vista, dovrebbe mettere in conto che potrebbe forse suonare qualcosa che assomiglia a Bach, o ad altro autore barocco, nel momento in cui suona Bach con uno strumento improprio che presenta solo vaghe somiglianze fisiche con lo strumento bachiano d'elezione. Libero l'interprete di suonare Bach, od altro autore come crede, con lo strumento preferito e con le prassi esecutive che usa praticare; non di meno libero resta anche l'ascoltarore, il fruitore più o meno attrezzato, addetto o meno ai lavori, di esprimere il proprio giudizio, altrettanto legittimo, giusto o sbagliato, sulle scelte operate dall'interprete, e sui risultati ottenuti. E' il semplice gioco della parti. E dove l'interprete dovesse eventualmente accorgersi di essere fuori strada, di aver scambiato il Corno Grande del Gran Sasso con il K2 himalayano.., dovrebbe, in tal caso, umilmente rinunciare ad una ambizione e ad un'"attrezzatura" che non lo porterebbero sulla agognata "cima". Detto più in generale, la musica per me non dovrebbe rappresentare una costrizione, nè una "sfida", nè una "lotta" (magari un "sacrificio" si...), a prescindere dall'impegno spesso gravoso, duro, che lo studio, la ricerca, la conoscenza approfondita degli specifici repertori, delle specifiche ere e "tappe" musicali richiedono. Se ci si specializza in un dato strumento, in una specifica letteratura musicale che abbisogna di specifiche prassi esecutive, non si può nutrire l'ambizione di affrontare ogni repertorio musicale esistente, di aprire tutte le svariate porte della forma e dell'estetica musicale di ogni tempo e luogo con una sola, esellta, assoluta "chiave di lettura". L'otorino e il cardiologo sono entrambi medici, ma chi cura l'orecchio non cura il cuore e viceversa... Prima si faceva tuttologia interpretativa con il piano che "apriva ogni porta", ed era sbagliato., ci si è accorti dell'errore (se anche l'interpretazione tradizionale resta in qualche misura influenzata dalla filologia, è segno che un "rimorsetto" nasche dal petto... ), si è provato a porvi rimedio... Ora, dopo circa 70 anni di filologia, si cerca di tornare, rifacendogli il look esteriore, al punto di partenza. In ogni caso a mio modesto ma convinto avviso, Bach, non si "cura nè si "scala" col pianoforte.
analogico_09 Inviato 24 Febbraio 2022 Inviato 24 Febbraio 2022 3 ore fa, Grancolauro ha scritto: 4 ore fa, analogico_09 ha scritto: Bisognerà in qualche modo far pur largo a sua maestà il pianoforte acchiappatutto, costi quel che costi, perchè tanto Bach anche se lo suoni con l'uculele cambia niente.., l'importante e suonare le note giuste.., il resto: lo strumento, la frase, l'agogica, il linguaggio, lo stile, la tecnica, l'espressione sono accessori. Vabbè questa è polemica gratuita, contraria allo spirito con cui avevo aperto questo thread. Quindi mi ritiro in buon ordine. Prometto che non parlerò mai più di Bach e pianoforte nei secoli a venire su Melius e dintorni. Au revoir 🙂 Mi dispiace che tu prenda in tal modo delle osservazioni credo pertinenti allo spirito della discussione che avevo già manifestato con toni meno "coloriti". Non intendevo urtare la tua sensibilità nel dire con un po' di goliardico sarcasmo di una tendenza interpretativa generalizzata che trovo personalmente "anarchica", individualistica, autoreferenziale, una via di mezzo ibrida situata tra la "tradizione" interpretativa che si cerca di restaurare e il "metodo" filogico" troppo spesso frainteso, in fondo anche osteggiato, a cui si rifà il verso finendo, volenti o nolenti, per snaturarlo. Mi dispiace davvero che questo ti abbia infastidito e indotto ad abbandonare la discussione, non capisco ma me ne scuso a prescindere, per il tono.., neppure così scandaloso dopotutto.., non più di quanto non potrebbero esserlo i contenuti. Altro non posso die, le mie idee sono quelle e quelle ho messe in gioco. Tutto ciò che abbiamo detto su Bach e il pianoforte, Bach e il clavicembalo, non credo che si dissolverà.., il confronto sempre civile delle varie idee ed opinioni, tra accordi e disaccorsi, non sarà stato condotto invano. A rivederci, spero, in altre discussioni, perlomeno. 👋
Felis Inviato 24 Febbraio 2022 Inviato 24 Febbraio 2022 Senza voler urtare la suscettibilità di nessuno cerco di porre una riflessione: è più di interesse l'esegesi dantesca di Benigni o quella di Contini o Sapegno?
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