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I danni delle riviste specializzate


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30 minuti fa, mla ha scritto:

Solo curiosità, nessuna polemica, potresti fare qualche esempio per favore?

quincksilver monoamps , incartati ed imbalalti con giornali locali USA .... così ci si poteva anche aggiornare sulle notizie USA . scriveva così ! , importatore Gazzola di Piacenza , perreaux in ENNE identiche versioni , quelli che parlavano forbito , importatore Consolandi , Milano , DR3 VHC , Audioreference , periodo in cui tutto diventava d'oro se passava da Viale Piave , Milano , A1 , beh  ........... una rivista , stesso grafomane , quello che si innamorava di una testina , il pomeriggio e la mattina seguente la detestava

Ogni rivista aveva le sue < preferenze > ...............  inserzionistiche

Un super integrato Inglese con i finali tenuti fermi con dei pezzacci di legno , tipo zeppe x bloccare le porte , che suonava bene proprio x le zeppe di quercia inglese

posso andare nel dettaglio tecnico ed oltre

  • Melius 2
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@domenico80 ok Domenico, però accanto alla spazzatura venduta come oro c'era la scoperta di nuovi marchi che non avremmo conosciuto e imparato ad apprezzare. Internet non era neppure all'orizzonte e il solo passaparola non sarebbe bastato. Nelle piccole province e nei paesi le possibilità di conoscenza erano praticamente azzerate senza loro. Anche la conoscenza tecnica era fondamentale per chi non si accontentava delle recensioni audio che fino alla metà degli ottanta erano cosa assai rara.

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@giangi68

a maggior ragione riviste e relativi scribacchini avrebbero dovuto fare il < loro dovere > ........< sinceramente >

Ricordo anche Alex Montenegro . solo .... full NAIM  , vabbè , tiriamo avanti , come ricordo con piacere uno che si firmava con < Andrea Von Salis > , abbastanza attendibile , forse l'unico

oppure

oppure la carta stampata , o certa carta stampata , è stata < tanata > clamorosamente con l'avvento del web ?

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....mah... forse Domenico 80 ha usato un pò  di enfasi nel suo post, ma sta di fatto che spesso le riviste sono nate per spingere "certi prodotti" ... quello che poi  io definisco metaforicamente : " incanta serpenti" soprattutto riferito a quei prodotti di contorno all'HiFi. Ultimamente le leggo per noia e, occasionalmente, quando capita  per guardare curiosamente la parte illustrativa; per quanto,  devo convenire che alcune prove possono essere indicatrici della sostanza del prodotto/i.

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Ingryphonato

Credo che la fascinazione di una esperienza di totale immersione dentro un evento emotivo (come un concerto), susciti sogni, aspettative, desideri che possono essere facilmente alimentati dalle parole. Essendo le emozioni tutto fuor che empiriche, mi fa credere che tutti coloro che sperano che basti comprare quel componente ben recensito per aumentare il godimento, inseguono invano un qualche cosa che non può essere inseguito, come pretendere di fermare ed afferrare l'aria tra le dita

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Mighty Quinn

Cose belle delle riviste: 

- le misure 

- le foto (Image hifi e' stata la prima a capirne il potenziale) 

- la prosa. Scrittori tipo Harry Pearson, Jonathan Valin, Art Dudley, Sam Tellig, Bebo Moroni, Toni Jop, Machelli e anche von Salis col suo piglio con pretese di un certo rigore tecnico.... e forse qualcun altro, si leggevano (alcuni tuttora, tipo JV) che era una goduria per la bellezza letteraria e la capacità di raccontare. Informazioni sulla qualità sonora e sul suono in generale a mio avviso quasi insignificanti o comunque minime o inutili quando non completamente fuorvianti, ma bellissimi da leggere. Bravissimi a scrivere. 

  • Melius 1
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io ho un bellissimo ricordo delle riviste hi-fi.

Le compravo soprattutto d'estate e passavo ore a rileggere le recensioni e a guardare quei bellissimi prodotto in foto.

Parlavano sempre bene di tutto? E chi se ne importa: mi facevano "sognare" e tanto basta 😊

  • Melius 1
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Alla bella prosa dei molti già elencati, fra i pregi delle riviste cartacee di un tempo aggiungerei l'apparato iconografico.

Fotografie degli apparecchi scattate da professionisti, in studio, con bella ricerca su luci, sfondi, inquadrature ecc.

Ancora oggi splendide.

Cose ormai impensabili ormai... Si passa dalle foto improbabili fatte con lo smartphone sul tavolo di casa ad immagini in close-up che fanno della sfocatura da AI la loro unica ragione d'essere.

E questo oggi vale sia per molte riviste che soprattutto per il web.

D'altronde pagare un fotografo sarebbe fuori discussione, si capisce.

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cactus_atomo

@domenico80 non sono di milano ma da auditorium 11, pur studente squattrinato e con la faccia da acquirente di ar6, mi ha fattto asc9oltare senza fretta le altec barcelona, le JBL olympus. non ero un cliente ma erano negozi, come federici a roma, che accoglievano tutti e ti lasciavano ascoltare senza l'assillo del venditore ch deve chiudere.

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@cactus_atomo

mitico Auditorium 11 .

é cambiato tutto , vero ed il primo a ribaltare tipologia di approccio fu Audio Feeling , nello scantinato.

Non sto attribuendo colpe , no , scrivo solo che lui ed un altro in Via Palmanova fecero inversione 

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4 ore fa, AngeloJasparro ha scritto:

Se ti dicessi quanti se ne vendono, anche in Italia, non mi crederesti. E infatti non te lo dico.

Consegna a 90 gg, tra l'altro.

@AngeloJasparro Innanzitutto grazie Angelo per il tuo intervento; non è vero che non è servito a niente tutt'altro.

Ricordo benissimo le tue recensioni. Il fatto però che si vendano giradischi come il Technics a 19.000 Euro non è che faccia così bene alla nostra passione; come non credo scriverai che ha le stesse prestazioni di giradischi dal costo di un decimo...

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