Vai al contenuto
Melius Club

Proverbi


Guru

Messaggi raccomandati

Inviato

Antiche considerazioni sull'ipocrisia del politically correct antico: 

Co i nasse i ze tuti bei    

co i se sposa i ze tuti boni

e co i mor i ze tuti santi. 

 

Ovvero: 

Quando nascono sono tutti belli - infatti la neomamma che conduce un passeggino contenente financo un incrocio tra un pescegatto  e un'iguana, immancabilmente riceverà complimenti sulla bellezza della creatura. 

Quando si sposano sono tutti buoni -  e così verrà pubblicamente affermato ricevendo la partecipazione di nozze della bisnipote che sta per convolare con un ergastolano ostativo. La cerimonia si svolgerà nella cappella del carcere nelle due ore di permesso speciale concesse. 

Quando muoiono sono tutti santi - Questo sarà affermato alla dipartita dell'ergastolano di cui sopra, oppure di qualche notorio figghiebottana locale...

Inviato

Rappresentazione lagunare quasi plastica del fato crudele: Si parla del classico "pezzo di pane" venuto recentemente a mancare  causa male improvviso e rapidissimo. L'anziano parroco consola gli amici e allargando le mani con lo sguardo verso l'alto afferma:
 

"...Ehh.. niente ciò, el Signor se 'o gà tabacà..."

Ogni volta che ripenso alla metafora del parroco raffiguro  quel buon uomo ormai  in pulverem rediit (come da programma) che sparisce aspirato fragorosamente da nari altissime...😁

Inviato
36 minuti fa, davenrk ha scritto:

mia nonna che mi inseguiva con il méngol

Era uno degli ausili correttivi pedagogici d'epoca, assieme a: 

 

- Cintura paterna

- La cucchiarella (in aree non polentofaghe) 

- Il battipanni

che rappresentano le armi bianche.
 

- La ciabatta da lancio  rappresenta l'artiglieria.

 

Senza ausili il correttivo era erogato con la pratica della sberla, che assumeva i seguenti gradi crescenti di intensità: 

Papìna - Slèpa - Tàngara - Stramusón - Roversón. 

  • Melius 2
Inviato

Qui ai bambini si dava al "scupasòn"

Inviato
10 ore fa, Martin ha scritto:

Chiesto ai parenti locali (vallarsesi) el méngol anticamente era il robusto randello ligneo presente in ogni casa e  destinato a "menàr la polenta n'tel paról".

chiesto consulenza a mia mamma, da noi el méngol non esiste, si usa dire la canarola

e il paiolo è el paròl

basta che ti sposti di 30 km , ma anche 10 , e il dialetto cambia radicalmente

Inviato
9 ore fa, Martin ha scritto:

Era uno degli ausili correttivi pedagogici d'epoca, assieme a: 

- Cintura paterna

- La cucchiarella (in aree non polentofaghe) 

- Il battipanni

che rappresentano le armi bianche.

varda che se non te la finisi:

te dò na man de bianc

te le dò zo per le recie

Inviato
12 minuti fa, davenrk ha scritto:

méngol

Dal latino mingere, urinare. Come menga, minchia ecc.

  • Melius 1
Inviato

Altro tagliente proverbio locale sui rapporti familiari: 

"In casa sta ben tre Madòne, una viva, una morta e una tacada su la porta"

(in casa il numero ideale di "Madonne" è di tre: una viva, una morta e una attaccata sulla porta".

Si gioca sul triplice significato di "Madona", nome valido in senso mariano di Mater Dei, in senso medievale di moglie del dominus e in senso ottocentesco di "suocera". 

Si tenga presente che le buone pratiche d'arredo prevedevano comunque una effige della Mater Dei sopra la porta di casa per invocarne la protezione (tipicamente era una formella di terracotta) 

Il proverbio affida quindi all'uditore la scelta su quali debbano essere,  tra moglie suocera e Maria Mater Dei, quella viva quella morta e quella iconizzata a parete... t

 

Inviato

Brocardo giuridico popolare sull'eccessivo frazionamento ereditario: 

 

"Tanti tòchi, tanti pitòchi"

 

Ossia, in quanti più pezzi (tòchi) sarà frazionata l'eredita, tanti più miserabili pidocchi (pitòchi) avremo. 

Di qui la pratica del "maso": Tutto al primogenito, e gli altri sattakkanarkàz (come specificato nell'antica lingua germanico-bavarese meridionale) 

  • Haha 1
Inviato
7 ore fa, Martin ha scritto:

Tanti tòchi, tanti pitòchi"

"Spartisci ricchezza, addeventa puvertà" 

Sempre con spartire,  ma in senso diverso:" chillo tene 'a capa pe' spàrtere 'e rrecchie" 🙂

(Esempio di quelle offese che sono tanto esagerate e colorite che perdono ogni perfidia)

Inviato

"L'importante è cogliere la palla la balzo."

Proverbio caro ai castratori di canguri...

 

Inviato
Il 17/5/2022 at 21:52, Martin ha scritto:

el méngol

E adesso divertiamoci: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? A mio avviso vengono fuori termini da farci scompisciare dalle risate. Per esempio a Parma lo chiamano "loret" nelle colline parmensi vicino ai territori liguri "turturoe" e a pochi chilometri di distanza "perioe" Da qui si capiscono le nostre origini più liguri che non emiliane, infatti a Genova è "tortaieu" e a Sestri Levante nel Tigullio "peiéu" 

Inviato
1 minuto fa, ferrocsm ha scritto:

adesso divertiamoci: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto?

Impiria. Padova

Inviato
1 ora fa, ferrocsm ha scritto:

E adesso divertiamoci: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto?

Questione interessante dal pdv dialettologico. A Venezia è detto impiria (pertanto questo è il vocabolo ufficiale di riferimento 😁)

 

Nelle zone di maggiore ruralità  si passa da:

 

piriòto - périoto - périolo

oròto

orèlo

tortór 

funìl -  tortàio sono definizioni in via di estinzione assimilabili anche se indicavano un imbuto o un convogliatore destinato a pulverulenti tipo sabbia, granaglie, oppure opere di convogliamento idraulico a cielo aperto: L'acqua del mulino viene prelevata dal partidòr, raccordato con un funìl alla ròza. 

(In Veneto non si pronuncia la "z" di zucchero, che assume più o meno il suono della "s" di rosa. Curiosità: Pochissime lingue al mondo usano la "z" di zucchero.)

 

Nel veronese il confine la linea di confine oròto/tortór attraversa il capoluogo. 

Inviato
3 ore fa, ferrocsm ha scritto:

come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? A

Muto, mutillo se piccolo

Io però lo chiamo anche pedriöl, per prendere in giro un amico bergamasco.

Inviato

Mi piace molto il termine del mio dialetto per i fiammiferi: saketac. (bel onomatopeico zak e tac) 🙂

Inviato
5 ore fa, ferrocsm ha scritto:

come chiamate nel vs dialetto l'imbuto?

Da noi (montagna reggiana) si chiama Ludrèt.

Inviato
1 ora fa, giaga ha scritto:

Mi piace molto il termine del mio dialetto per i fiammiferi: saketac. (bel onomatopeico zak e tac)

LA talequale (fotografia)


  • Notizie

  • Badge Recenti

    • Badge del Vinile Arancio
      music.bw805
      music.bw805 ha ottenuto un badge
      Badge del Vinile Arancio
    • Contenuti Utili
      Eiji
      Eiji ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
    • Reputazione
      Ultima Legione @
      Ultima Legione @ ha ottenuto un badge
      Reputazione
    • Contenuti Utili
      Capotasto
      Capotasto ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
    • Contenuti Utili
      fabio76
      fabio76 ha ottenuto un badge
      Contenuti Utili
×
×
  • Crea Nuovo...