Martin Inviato 17 Maggio 2022 Inviato 17 Maggio 2022 Antiche considerazioni sull'ipocrisia del politically correct antico: Co i nasse i ze tuti bei co i se sposa i ze tuti boni e co i mor i ze tuti santi. Ovvero: Quando nascono sono tutti belli - infatti la neomamma che conduce un passeggino contenente financo un incrocio tra un pescegatto e un'iguana, immancabilmente riceverà complimenti sulla bellezza della creatura. Quando si sposano sono tutti buoni - e così verrà pubblicamente affermato ricevendo la partecipazione di nozze della bisnipote che sta per convolare con un ergastolano ostativo. La cerimonia si svolgerà nella cappella del carcere nelle due ore di permesso speciale concesse. Quando muoiono sono tutti santi - Questo sarà affermato alla dipartita dell'ergastolano di cui sopra, oppure di qualche notorio figghiebottana locale...
Martin Inviato 17 Maggio 2022 Inviato 17 Maggio 2022 Rappresentazione lagunare quasi plastica del fato crudele: Si parla del classico "pezzo di pane" venuto recentemente a mancare causa male improvviso e rapidissimo. L'anziano parroco consola gli amici e allargando le mani con lo sguardo verso l'alto afferma: "...Ehh.. niente ciò, el Signor se 'o gà tabacà..." Ogni volta che ripenso alla metafora del parroco raffiguro quel buon uomo ormai in pulverem rediit (come da programma) che sparisce aspirato fragorosamente da nari altissime...😁
Martin Inviato 17 Maggio 2022 Inviato 17 Maggio 2022 36 minuti fa, davenrk ha scritto: mia nonna che mi inseguiva con il méngol Era uno degli ausili correttivi pedagogici d'epoca, assieme a: - Cintura paterna - La cucchiarella (in aree non polentofaghe) - Il battipanni che rappresentano le armi bianche. - La ciabatta da lancio rappresenta l'artiglieria. Senza ausili il correttivo era erogato con la pratica della sberla, che assumeva i seguenti gradi crescenti di intensità: Papìna - Slèpa - Tàngara - Stramusón - Roversón. 2
davenrk Inviato 18 Maggio 2022 Inviato 18 Maggio 2022 10 ore fa, Martin ha scritto: Chiesto ai parenti locali (vallarsesi) el méngol anticamente era il robusto randello ligneo presente in ogni casa e destinato a "menàr la polenta n'tel paról". chiesto consulenza a mia mamma, da noi el méngol non esiste, si usa dire la canarola e il paiolo è el paròl basta che ti sposti di 30 km , ma anche 10 , e il dialetto cambia radicalmente
davenrk Inviato 18 Maggio 2022 Inviato 18 Maggio 2022 9 ore fa, Martin ha scritto: Era uno degli ausili correttivi pedagogici d'epoca, assieme a: - Cintura paterna - La cucchiarella (in aree non polentofaghe) - Il battipanni che rappresentano le armi bianche. varda che se non te la finisi: te dò na man de bianc te le dò zo per le recie
melos62 Inviato 18 Maggio 2022 Inviato 18 Maggio 2022 12 minuti fa, davenrk ha scritto: méngol Dal latino mingere, urinare. Come menga, minchia ecc. 1
Martin Inviato 18 Maggio 2022 Inviato 18 Maggio 2022 Altro tagliente proverbio locale sui rapporti familiari: "In casa sta ben tre Madòne, una viva, una morta e una tacada su la porta" (in casa il numero ideale di "Madonne" è di tre: una viva, una morta e una attaccata sulla porta". Si gioca sul triplice significato di "Madona", nome valido in senso mariano di Mater Dei, in senso medievale di moglie del dominus e in senso ottocentesco di "suocera". Si tenga presente che le buone pratiche d'arredo prevedevano comunque una effige della Mater Dei sopra la porta di casa per invocarne la protezione (tipicamente era una formella di terracotta) Il proverbio affida quindi all'uditore la scelta su quali debbano essere, tra moglie suocera e Maria Mater Dei, quella viva quella morta e quella iconizzata a parete... t
Martin Inviato 18 Maggio 2022 Inviato 18 Maggio 2022 Brocardo giuridico popolare sull'eccessivo frazionamento ereditario: "Tanti tòchi, tanti pitòchi" Ossia, in quanti più pezzi (tòchi) sarà frazionata l'eredita, tanti più miserabili pidocchi (pitòchi) avremo. Di qui la pratica del "maso": Tutto al primogenito, e gli altri sattakkanarkàz (come specificato nell'antica lingua germanico-bavarese meridionale) 1
melos62 Inviato 18 Maggio 2022 Inviato 18 Maggio 2022 7 ore fa, Martin ha scritto: Tanti tòchi, tanti pitòchi" "Spartisci ricchezza, addeventa puvertà" Sempre con spartire, ma in senso diverso:" chillo tene 'a capa pe' spàrtere 'e rrecchie" 🙂 (Esempio di quelle offese che sono tanto esagerate e colorite che perdono ogni perfidia)
Severus69 Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 "L'importante è cogliere la palla la balzo." Proverbio caro ai castratori di canguri...
ferrocsm Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 Il 17/5/2022 at 21:52, Martin ha scritto: el méngol E adesso divertiamoci: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? A mio avviso vengono fuori termini da farci scompisciare dalle risate. Per esempio a Parma lo chiamano "loret" nelle colline parmensi vicino ai territori liguri "turturoe" e a pochi chilometri di distanza "perioe" Da qui si capiscono le nostre origini più liguri che non emiliane, infatti a Genova è "tortaieu" e a Sestri Levante nel Tigullio "peiéu"
Severus69 Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 1 minuto fa, ferrocsm ha scritto: adesso divertiamoci: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? Impiria. Padova
Martin Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 1 ora fa, ferrocsm ha scritto: E adesso divertiamoci: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? Questione interessante dal pdv dialettologico. A Venezia è detto impiria (pertanto questo è il vocabolo ufficiale di riferimento 😁) Nelle zone di maggiore ruralità si passa da: piriòto - périoto - périolo oròto orèlo tortór funìl - tortàio sono definizioni in via di estinzione assimilabili anche se indicavano un imbuto o un convogliatore destinato a pulverulenti tipo sabbia, granaglie, oppure opere di convogliamento idraulico a cielo aperto: L'acqua del mulino viene prelevata dal partidòr, raccordato con un funìl alla ròza. (In Veneto non si pronuncia la "z" di zucchero, che assume più o meno il suono della "s" di rosa. Curiosità: Pochissime lingue al mondo usano la "z" di zucchero.) Nel veronese il confine la linea di confine oròto/tortór attraversa il capoluogo.
melos62 Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 3 ore fa, ferrocsm ha scritto: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? A Muto, mutillo se piccolo Io però lo chiamo anche pedriöl, per prendere in giro un amico bergamasco.
giaga Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 Mi piace molto il termine del mio dialetto per i fiammiferi: saketac. (bel onomatopeico zak e tac) 🙂
vizegraf Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 5 ore fa, ferrocsm ha scritto: come chiamate nel vs dialetto l'imbuto? Da noi (montagna reggiana) si chiama Ludrèt.
melos62 Inviato 19 Maggio 2022 Inviato 19 Maggio 2022 1 ora fa, giaga ha scritto: Mi piace molto il termine del mio dialetto per i fiammiferi: saketac. (bel onomatopeico zak e tac) LA talequale (fotografia)
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