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Melius Club

La bellezza del giradischi


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Mi piace molto il nuovo audiotechnica,  se non ne avessi già troppi ci farei un pensierino

Mi lascia un poco perplesso il braccio

Sembra avere lo shell staccabile ma non universale, il che può ridurre parecchio la versatilità 

Ovvero può montare solo il suo...

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  • 2 settimane dopo...

Sicuramente tra i tanti giradischi postati ci sarà anche questo, ma mi piace riproporlo per la sua “semplicità” di design (...non me ne vogliano i tanti architetti appassionati di hi-fi del nostro club per i termini non troppo consoni :classic_wink:)

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Ciao ☮️ 

Stefano R.

  • Melius 2
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  • 2 settimane dopo...
Altainefficienza

@paolo75 "del Lenco apprezzo l'idea della puleggia verticale, che, se ci pensate bene, porta un'ottima centratura del perno, perche se la forza di attrito con cui si spinge la puleggia verso il piatto è inferiore alla forza peso che grava sullo stesso punto del piatto, si ottiene che il perno non subisce spinte laterali e si mantiene centrale al pozzetto..." ma la forza peso agisce anche dalla parte opposta del piatto, quindi la somma è zero, e la pulleggia continua a spingere "di più" da una parte sola. Che non è detto sia un male... Perché le informazioni incise sono talmente su scala di nanometri che avere un perno che sia pure anch'esso nanometricamente fluttui in mezzo non è detto che non porti a perderle, sia pure con il vantaggio di essere meno rumoroso. Il The Well Tempered Turntable aveva il perno verticale, che ruotava in un pozzetto inclinato. Era centrato da due sfere in alto ed una in basso (se ricordo bene) e questo supporto idealmente su tre punti (che non sono davvero tre punti, perché su scala nanometrica le sfere sono rugose ecc.) era, perlomeno in teoria, un intelligente approccio (alla Edward De Bono). In altre parole, un piatto che gira un'ora per gli attriti ridotti significa un perno silenzioso, ma non è detto che sia il massimo per chiudere l'anello di rilevazione delle informazioni. Ma qui ci vorrebbe l'intervento di un fisico... Nel forum ce ne sono.

A proposito della pulleggia verticale: è un grtande vantaggio per l'ampiezza del campo di velocità che rende possibile, ma è "sbagliata" per altri versi, perché (per lo stesso motivo per cui le automobili hanno il differenziale) non può avere larghezza elevata, e trasmettere coppia allo stesso modo di un 301 o di un 930. Ora io posso trasmettere coppie elevate anche con larghezze ridotte (basta aumentare il peso e cambiare la mescola), però chi ha potuto scegliere, in virtù della spinta sul bordo, ha sempre usato pullegge più larghe.

I miei due centesimi...

Un saluto,

Piero

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@Altainefficienza penso che as usual la „forza acustica“ dei puleggioni non risieda tanto nel sistema di trazione, ma quanto nella tipologia del motore, simile nel 930, 301, 124 e of course, nel Rec o Kut e nell‘australiano Commonwealth. Tutti gira di estrazione pro, motori a gabbia di scoiattolo, controllati in frequenza, alimentati a tensione di rete e.. ad alta coppia motrice.

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Altainefficienza

@alexis plausibile che i motoroni facciano la differenza... "there's nothing like cubic inches". Ripassando gli HiFi News degli anni '60, si legge che misuravano le variazioni di velocità sotto carico (ovvero frenando il piatto). Probabilmente hanno smesso perché non credevano che fosse così interessante, o perché le testine serie ormai funzionavano sotto i 3 grammi, e non a 10: però i piatti rallentavano. Può essere che siamo più sensibili di quanto si pensasse allora alle variazioni sotto carico (intendo sotto modulazione).

Un'altra misura che facevano per verificare la scorrevolezza dei perni era misurare il tempo perché il piatto si fermasse spegnendo il motore, e rifare la misura inclinando il giradischi di 2°: anche questo è diventato desueto.

Un saluto,

Piero

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Il test dello stop del piatto con i giradischi a cinghia può essere fatto solo con la cinghia assente.

Il mio Orbe facendolo accelerare a mano ha tempi di fermata biblici.

Comunque io credo che la velocità costante di un giradischi sia una utopia.

Forse più che il motore conta l'alimentazione.

 

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@Altainefficienza @loureediano il perno spesso nei puleggioni ha una resistenza meccanica definita, in quanto fa lavorare meglio certi tipi di motore, vedi il 301 grease, per esempio. E poi basterebbe confrontare un Papst per un 124, oppure i motorazzi da lavatrice per il 127 o il rek o kut, con i miseri frullatorini dati in dotazione ai gira moderni.

non c‘é proprio storia. E i motori dei puleggioni di regola non hanno nemmeno bisogno di un alimentatore, attingono direttamente dalla spina :-) tutto quello di cui hanno bisogno.

Attualmente sono, per esempio, completamente conquistato dal Torqueo, con la sua dinamica apparentemente infinita e la sua scena scolpita nel marmo, da quanto è stabile.. e non a caso monta una rivisitazione in chiave moderna del motore originale anni 50, motori da riproduzione ma anche da tornio di incisione, come rammenta il nome stesso, motore di una complessità e una realizzazione degno di un comparto orologeria svizzera.. inopportuno cercare analogia per esempio con un motore di un linn di un Mitchell o di qualsiasi altro gira commerciale andante. 
L‘unico gira moderno che mi ha colpito recentemente per pitch e stabilità è stato il top AMG, da 25 kE.. con un motore di analoghe prestazioni audio ( per quanto possa valere un confronto a orecchio del sottoscritto… ) ma di concezione attuale.

Ma tornando alla questione principale… quanto può essere attuale ancora oggi un motore di concezione storica come quello di un classico puleggione?

La mia impressione dopo alcune prove a confronto a casa mia, é: dannatamente al passo dei migliori motori attuali come il Papst EBM del Dereneville.. motori che costano da soli, con i loro servocontrolli computerizzati,  attorno ai 3-5 kE,  giusto per intenderci.

Ecco quindi che il vintage, relativamente ai grandi gira pro storici,

ha un riscontro audio che con la mera nostalgia ha ben poco da spartire..  😊👍

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Altainefficienza

@loureediano è che se sei vincolato dal motore allora cerchi almeno di alimentarlo bene... Al di là degli odierni esercizi da decine di migliaia di €, gli inglesi (e Thorens prima) hanno definito che un motorino bastava, perché spendere per farne uno come i Lenco? Poi il peccato originale te lo porti dietro per decenni, vale per la stragrande maggioranza dei gira inglesi. Ed allora ci metti Valhalla e correttivi vari... Con tutto che il motorino (al di là del costo bassissimo) vibra forse meno, il che è un'ottima scusa per utilizzarlo, assieme ad un'economica trasmissione a cinghia.

Un saluto,

Piero

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