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Lo strano caso di Alexander Lubyantsev


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Volevo chiedervi se avete mai ascoltato questo pianista e cosa ne pensate.

La sua storia è un po' strana. Per certi versi, il suo è un "caso Pogorelich" al contrario. Venne escluso dal concorso Tchaitkovsky 2011, ma poi, viste le proteste che ne seguirono, venne istituito per lui, a furor di popolo, un premio della critica che esiste ancor oggi. Il suo modo di suonare è tuttavia completamente diverso da quello di Pogorelich. Nessun eccesso, nessun divismo, nessun desiderio di stupire. Lubyantsev è un vero antidivo: introverso, schivo, suona in modo quasi infantile, con una semplicità disarmante. Eppure, il suo modo di far musica cattura proprio perché nelle sue interpretazioni non c'è artificio: tutto scorre con una fluidità estrema, i problemi ritmici e di fraseggio, oltre che quelli tecnici,  vengono risolti senza la minima fatica. Tutto è sempre al suo posto, senza esitazioni, con naturalezza. Di recente è uscito un suo disco chopiniano che si trova ora su Qobuz. Ad un primo ascolto mi son detto: vabbé, niente di che, nessuna originalità, suono un po' piatto, nessuna invenzione. Eppure...sono giorni che ascolto solo quello...perché alla fine Lubyansev suona come si deve suonare, e finita lì. C'è una purezza nel suo modo di restituire la partitura che affascina, almeno me.

Mi piacerebbe sapere se fa lo stesso effetto anche a voi, o se sono io ad avere suggestioni strane... Ogni vostra impressione è benvenuta! (questo il link per il disco su Qobuz: https://open.qobuz.com/album/fn76l5u5bjqla)

Ecco un paio di esempi dal vivo di pezzi celebri: la prima Ballata di Chopin

e lo studio Liszt-Paganini n. 6

 

 

 

  • Melius 1
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@Grancolauro Ho ascoltato Lubyantsev sia nella Ballata, sia nel Liszt-Paganini: questo secondo pezzo, l'ho trovato meno significativo perché l'estrema facilità di esecuzione basta a risolverlo (per le mie orecchie non troppo esigenti). Oltretutto l'algoritmo me l'aveva già consigliato in passato.

Per la Ballata invece ho impressioni un po' contraddittorie: è un pianismo molto essenziale, piuttosto scorrevole, un po' 'spoglio'. Il pianista è accurato, ma nella ricerca di asciuttezza, qualcosa viene sacrificato: la seduzione sonora, il 'passaggio bello', la soluzione di fraseggio che cattura la mia attenzione. Un po' crepuscolare. In questo pezzo una delle mie esecuzioni preferite è quella di Ivan Moravec...l'ascolto di oggi mi è parso un po' minimale. E' la sensazione che ho provato in generali di Richter negli anni tardi, soprattutto per le ultime sonate di Beethoven.

Grazie comunque per lo spunto.

Angelo

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@Lolparpit grazie Angelo per le tue osservazioni. In effetti Lubyantsev è un musicista minimalista, essenziale nel modo di interpretare e porgere la musica. Anche il paragone con Richter mi sembra azzeccato. Si percepisce l’esigenza di sfrondare tutto quello che non serve, di sciogliere i problemi per rendere facile e ovvio quello che per i più risulta difficile e inesplicabile. Per certi versi si tratta di un approccio opposto a quello di Moravec, le cui Ballate di Chopin (specie la quarta) sono per altro meravigliose. Non so bene perché ma a me questo minimalismo affascina in questo periodo. È come se riuscisse a riportare l’attenzione ai fondamenti della musica, a ciò che conta davvero quando si interpreta uno spartito, anche se, ad un primo ascolto, quella di Lubyantsev sembra una lettura fin troppo scarna e scolastica, che invita, come dire, a ripartire da zero.

grazie ancora e buona serata

Damiano

 

 

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Non avevo mai sentito parlare di Lubyantsev. Sembra un dattilografo che la sera arrotonda al Saloon della vecchia Molly Mose, giù a El Paso. Io non voglio essere prosaico eh, ma non sarà che suona così semplicemente perché non ha le dita e la testa per suonare in modo diverso? 

Qua si fanno le pulci ad una fuoriclasse come Yuja Wang, faccio notare, che il dattilografo se lo mangia a colazione.

Alberto.

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Il test di Beethoven non convince neanche me. Ma il ragazzo continua ad incuriosirmi, probabilmente più per ragioni personali che per meriti oggettivi, chissà. Grazie comunque delle vostre osservazioni critiche. 

Sulla Grimaud citata da @OTREBLA non mi pronuncio, anche perché fare classifiche tra musicisti è una cosa che proprio non mi riesce. Sotto l’aspetto scenico è sicuramente più efficace ed attraente del ragazzotto russo. Questo sicuro 🙂

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