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Le nostre esperienze negative con gli operatori del settore hifi


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@senna

Ciao Senna, dal tuo racconto secondo me potrebbe (condizionale!)essere andata così:  un privato che  vuole vendere senza sbattersi in trattative lagnose tra privati affida la sua roba al negoziante, che calcola la rivedibilità dell’oggetto e aggiunge il costo della sua vetrina (fisica/internet). Questo costo, da bravo commerciante, lo calcola sia su chi vende (perché magari gli organizza il trasporto con eventuale nuovo imballo, gli gestisce le trattative assorbendosi tutte le pippe audiofile, gli da visibilità, ecc. ecc.) che su chi compra (offrendogli vetrina e insegna, ascolti, ecc. ecc.). Fin qui io non vedo nulla di male. Non ti comunica l’identità del venditore perché altrimenti perderebbe “la sua vetrina” svelando i suoi ricavi.

Il problema nasce con l’acquisto senza scontrino in contanti. Giuridicamente l’avvocato lo definirebbe “incauto acquisto”. E’ questo, unito ai messaggi tipo “devo chiedere a…” che lo fa gongolare su una posizione dubbia e non dimostrabile.

Il fatto poi di farti pagare la riparazione e spedizione c/o il tuo domicilio,  è la ciliegina sulla torta di questa sua posizione dubbia. Non è necessariamente la condizione di un negozio alla “canna del gas”, ma è la mentalità di chi si basa esclusivamente sulla moneta: il problema è del cliente e se lo risolve lui, altrimenti il commerciante dovrà rincorrere i soldi che anticipa e che potrebbero dimostrare la sua partecipazione alla trattativa.

Ma magari questa è solo una mia ipotesi fantasiosa e non la realtà.

Ma nella mia esperienza ventennale con varie ditte ho capito che nei rapporti commerciali ti devi fidelizzare sulla correttezza ma, soprattutto, non si può sempre vincere o perdere. Bisogna essere elastici, vincere e perdere. Perché se vinci sempre e solo tu, la ditta ti molla. E viceversa…

Giorgio

 

  • Moderatori
Il 8/8/2022 at 12:28, alexis ha scritto:

lascerei perdere, consideralo un negoziante in difficoltà, dal punto di vista umano. Se non aveva i soldi per anticipare la riparazione, vuol dire che e alla frutta.


è la stessa conclusione che ho tratto alla fine delle letture

Il 8/8/2022 at 10:59, Gici HV ha scritto:

non dare garanzia per oggetti vintage


sul vintage non c'è garanzia, su cosa è considerabile vintage è aperta la discussione.

Alcuni dicono qualsiasi prodotto per il quale il produttore non rende più disponibili i ricambi.

Il 7/8/2022 at 13:03, transaminasi ha scritto:

amichetti tirapiedi di importatori e rivenditori. Per tali motivi alcune volte leggiamo con grande sorpresa gli interventi del forumer apparentemente semplice appassionato che difende a spada tratta l'operatore di turno


Ci sarà pure il tirapiedi (è statisticamente inevitabile) ma molto più frequentemente ci sono sciocchezze tecniche e commerciali sciorinate (in perfetta buona fede) con granitica sicumera.

@bic196060 una cosa la dice, "una enorme e diffusa ignoranza delle basi minime di economia" oggettivamente è vera. Come quando qualcuno si inventa ragioniere e comincia a fare i conti in tasca a produttori, distributori e negozianti.

E poi ci sono i racconti mitologici come il negoziante che rifiuta la vendita a prezzo esposto... e andiamo!

Adesso, BEST-GROOVE ha scritto:

eppure qualcuno senza fare nomi la da.

Nel senso che non c'è obbligo di legge. Poi se uno è attrezzato per far fronte è un valore aggiunto.

Questo per ciò che riguarda la garanzia di conformità, ne parlai più diffusamente tempo fa.

Ovviamente se ti vendo um McIntosh e ti arriva un Amstrad, lì non è questione di garanzia  🙂

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