Jackhomo Inviato 4 Marzo 2023 Inviato 4 Marzo 2023 @mla ma cosa ti aspetti da uno che considera Paolo Conte superiore a Bob Dylan ?
analogico_09 Inviato 4 Marzo 2023 Inviato 4 Marzo 2023 Il 4/3/2023 at 12:29, mla ha scritto: Potranno piacere ma dire che sono tutti "migliori" proprio no Non ho scritto sono TUTTI migliori, intendevo dire che artisti dei "vecchi" tempi fossero tendenzialmente "migliori", motivando le ragioni della mia legittima opinione, dove, come meglio specificato anche nei post a seguire, andrebbero valutate ovviamente le eccezioni, di prima e di ora, le varie casistiche. Rispondevo già al tuo primo messaggio che non se ne sarebbe potuto fare un discorso in "assoluto", dove tutto è realtivo. Mi pare che tu tenda a fraintendere a prendere le idee altrui motivate e non allineate alle tue come un tentativo di lesa maestà e sfori nel personale. Io rispetto le tue idee, i tuoi gusti, mi limito a dire le mianel normale contraddittorio sulle idee che vengono espresse non sulle intenzioni privo di riascontro frutto di illazioni. Mi pare che possa chiedersi qui queat polemica
audio_fan Inviato 4 Marzo 2023 Inviato 4 Marzo 2023 Il 3/3/2023 at 14:02, analogico_09 ha scritto: ho ricordi dei più remoti (L'isola del tesoro; Una tragedia americana"; Tutto da rifare poveruomo, ecc, che catturavano l'attenzione di ogni tipo di pubblico, da più popolare al più colto, di ogni stato sociale e d'ogni età. (L'isola del tesoro: 1959; Una tragedia americana: 1962; Tutto da rifare poveruomo: 1960) . Stiamo parlando di un' epoca in cui per guardare la Tv molti si riunivano in casa dei vicini più fortunati o si recavano al bar dove in apposite salette interne il Tv intratteneva i clienti non solo in occasione delle partite - come succede ancora oggi - ma anche quando c' era "lascia o raddoppia", i primi sceneggiati come quelli che hai citato, o lo show del sabato sera. Il "secondo canale" (per anni non ce ne sarebbero stati altri) aveva cominciato a trasmettere nel 1962 e costituiva all' epoca l'unica possibile alternativa. . Non che quegli sceneggiati "catturavano l'attenzione" perché fossero speciali, semplicemente non c' era altro, e, soprattutto, cosa ormai dimenticata, guardare la sera la puntata dello sceneggiato era un rito collettivo che univa l'intera nazione, con un impatto socio-culturale che oggi difficilmente riusciamo ad immaginare. . Dolce è il ricordo del tempo passato, specie se si era ragazzi e parte di una famiglia fortunata, ma io credo che si debba vivere il tempo presente e riconsiderare criticamente le nostre esperienza passate, non è bello dire che l'ingrediente principale del successo di quegli sceneggiati era l' ingenuità del pubblico, e, se c' eravamo, la nostra stessa "verginità" rispetto al mezzo televisivo, ma anche se non è bello è un argomento che andrebbe seriamente considerato. . Già rispetto al prodotto cinematografico di quegli anni (era l' epoca del grande cinema italiano, quello sì è caduto e non si è più alzato) il prodotto televisivo non era niente di che, ed i contemporanei non è che non lo sapessero, anzi. === Nel 1961 Umberto Eco scriveva il celebre Fenomenologia di Mike Bongiorno in cui sosteneva, in buona sostanza, che l' allore "Mike nazionale" con le sue gaffe (vere o finte che fossero) si impegnava seriamente a sembrare più ignorante di quanto non fosse realmente, per far sentire l' utente medio meno incolto e forse più intelligente di quanto non fosse realmente... 2
analogico_09 Inviato 4 Marzo 2023 Inviato 4 Marzo 2023 4 ore fa, audio_fan ha scritto: Dolce è il ricordo del tempo passato, specie se si era ragazzi e parte di una famiglia fortunata, ma io credo che si debba vivere il tempo presente e riconsiderare criticamente le nostre esperienza passate, non è bello dire che l'ingrediente principale del successo di quegli sceneggiati era l' ingenuità del pubblico, e, se c' eravamo, la nostra stessa "verginità" rispetto al mezzo televisivo, ma anche se non è bello è un argomento che andrebbe seriamente considerato. Visto che quoti me, chiedo a scanso di equivoci, dovre avrei scritto che, pleonastico dirlo, non bisogna vivere il tempo presente? Da nessuna parte, ovviamente. PHo anzi espressamente scritto che le serie di oggi rappresentano l'oggi, altra scontatezza ma a volte bisogna dirle per spiegare meglio la propria idea per evitare i fraintendimenti. Aggiungo che l'arte, da che mondo e mondo, esprime sempre il proprio tempo nel rappresentare, in una, anche i valori estetici universali che non subiscono i cedimenti del tempo, condivisi all'interno delle specifiche realtà storico-culturali, etnico-sociali di appartenenza. Seguitiamo ad apprezzare, fruire, magnificare quelle che erano le "serie" mediovali, antesignane (oppure il cinema del medioevo, se non anche i fumetti.., a piacere) dipinte da Giotto sulle pareti della Basilica Superiore di San Francesco in Assisi, idem gli stessi graffiti preistoricei nonostante siano passati millenni e millenni, secoli e secoli. Strumenti dell'arte diversi dove tutte le arti hanno come fine il "racconto" fatto attraverso i diversi linguaggi artistici. Un quadro "racconta"; una musica "racconta", una film "racconta", idem una serie "racconta".., ogni espressione artistica racconta una storia. E tra racconti e racconti si rimarcano particolarità e differenze formali, linguistiche, contenutistiche, poetiche, ecc. Nulla ci impedisce di vivere e apprezzare l'arte, e le altre cose dei tempi moderni, pur seguitando ad amare senza nostalgie le vivissime espressioni artistiche dei tempi passati; ma vivere l'arte dei nostri giorni non significa accettare impriscindibilmente ogni lavoro artistico, o pseudo tale, omologandosi senza discernere, senza scegliere, senza valutare secondo un sano e consapevole approccio critico che ci aiuta ad apprezzare o meno un'espressione artistica, culturale, di intrattenimento, ecc. Fatte le debite differenze ed opportune prtecisazioini, le ovvie proporzioni con l'arte antica, la stessa cosa vale per gli sceneggiati televisivi ancora "artigianali" della prima televisione che mettevo a confronto con le serie industriali attuali dal punto di cista essenzialmente estetico, al netto delle considerazioni sociologiche con le quali ti cimenti e sulle quali potrei concordare non senza prima precisare di non aver mai sostenuto che non si debba vivere il tempo presente, né che l'ingrediente del successo, ecc, sia nell'ingenuità del pubblico che aveva solo quello. Riassumendo le tue frasi, e quant'altro abbia scritto con cui con me sfondi porte e finestre aperte. Le mie osservazioni credo sufficientemente motivate, ribadisco, erano di natura essenzialmente estetica, nell'evidenziare anche il fatto che il rapporto che il pubblico aveva prima con la televisione era più "sana, meno stressatae quqaindi più "grata" di quella di maggior dipendenza che vive il pubblico odierno con le televisioni, a prescindere da quali potessero essere i motivi di tale realtà dei fatti di allora che andrebbero osservati sotto la lente sociologica da affrontare e approfondire però separatamente. 4 ore fa, audio_fan ha scritto: Già rispetto al prodotto cinematografico di quegli anni (era l' epoca del grande cinema italiano, quello sì è caduto e non si è più alzato) il prodotto televisivo non era niente di che, ed i contemporanei non è che non lo sapessero, anzi. Su questo invece dissento; trovo sommaria e categorica la tua posizione con la quale ti contraddici rispetto a quanto assertito prima. A voler motivare si andrebbe molto lontano.., diciamo brevemente che se prendessi a caso da Tubo una puntata di "Studio Uno" il cui regista un certo Antonello Falqui, uno che ha fatto la televisone moderna (un nome per tutti) farebbero impallidire come plasticità di riprese, inquadrature, polso e ritmo registico, ecc, le "migliori" teatralità pompose delle regie sanremesi, per citare una delle tante regie odierne che di "moderno" hanno poco o niente, mentre le regie del Falqui restano memorabili da punto di vista estetico. Ad avercene ancora... E i contemporanei erano coscienti della qualità che veniva loro elargita. E' tuttavia anche vero, l'ho già puntualizzato in altro post, che la TV di monnezza ne ha madata tanta..., nessuno lo può negare. 4 ore fa, audio_fan ha scritto: Nel 1961 Umberto Eco scriveva il celebre Fenomenologia di Mike Bongiorno Altra sociologia che non c'enta nulla con i miei digiudizi di natura essenzialmente estetica. Potremmo ben volentieri affrontare la questione sociologica, fenomenologico-sociale, anche psicologica, ma in altro topic dedicato che potresti aprire tu visto che è di tuo specifico interesse.
analogico_09 Inviato 4 Marzo 2023 Inviato 4 Marzo 2023 3 ore fa, audio_fan ha scritto: Stiamo parlando di un' epoca in cui per guardare la Tv molti si riunivano in casa dei vicini più fortunati o si recavano al bar dove in apposite salette interne il Tv intratteneva i clienti non solo in occasione delle partite - come succede ancora oggi - ma anche quando c' era "lascia o raddoppia", i primi sceneggiati come quelli che hai citato, o lo show del sabato sera. Il "secondo canale" (per anni non ce ne sarebbero stati altri) aveva cominciato a trasmettere nel 1962 e costituiva all' epoca l'unica possibile alternativa. Ho vissuto in pieno questa "socialità" di cui parli, fin dagli inizi, ed era bellissimo. La televisione per un po' diventò lo strumento, l'occasione degli incontri tra persone (prima di farsi piano piano tristemente sempre più divisiva). Era fantastico. Ero regazziono.., al paese mio, mio nonno fu il primo del vicinato a comprare la televisione e la sua casa, diventò presto una sorta di cinema, di ritrovo per molti del vicinato che arrivavano portandosi la sedia rigorosamente prima di Carosello... Era bello, divertente, umano.., affettuoso.., ad una alternativa non ci si pensava proprio.., avevamo tutto, eravamo già in paradido, nel paese dei balocchi dei grandi e dei piccini.., eravamo la "moderntà" e non ci imporava delle "modernità" di la da venire .., coglievamo il nostro tempo, apprezzavamo e godevamo di quel che avevamo, senza stress, tic, insoddisfazione e vane aspettative... Ci sentivamo tutti dei "re"... ♔ Uno dei problemi di questa società "tecnologica", è l'ansia di avere troppo o tutto che spesso, non dico sempre.., finisce per non farci godere niente... o quasi.
faber_57 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 Ho letto le vostre opinioni su The consultant ed alla fine l'ho guardata. Sinceramente mi è piaciuta pochino: inizio azzeccato, attori buoni, regia sufficiente, ma la storia? Mi è sembrata una insalata mista di storie demoniache senza alcun senso compiuto.
raf_04 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 Finito di vedere 11.22.63 su Prime. Dal libro di Stephen King, con alcune reinterpretazioni che mon mi hanno entusiasmato ma nel complesso molto godibile. Lo consiglio.
analogico_09 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 6 ore fa, faber_57 ha scritto: Ho letto le vostre opinioni su The consultant ed alla fine l'ho guardata. Sinceramente mi è piaciuta pochino: inizio azzeccato, attori buoni, regia sufficiente, ma la storia? Mi è sembrata una insalata mista di storie demoniache senza alcun senso compiuto. Stessissime impressioni, parte bene ma, come divevo sopra, strada facendo si perde fino al finale che non sa come ... finire. Fa solo capire che ci sarà un'altra serie. Frustrante
bebop65 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 @Casperx vai su questo link e ci sono tutte le canzoni dell'intera serie https://soundtracki.com/it/tv/better-call-saul-stagione-6-colonna-sonora
audio_fan Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 @analogico_09 Insomma Anton Giulio Majano, come Giotto, Antonello Falqui meglio di Fellini, Antonioni, Leone, Visconti, Scola, ... che dire? A ciascuno il suo... . Sul vivere il tempo presente: con tutto il rispetto, certo è importante come noi vediamo noi stessi, ma a volte dovremmo far l'esercizio di immaginare come ci vedono gli altri. Non metto in dubbio che si possa vivere il tempo presente ed ugualmente amare gli sceneggiati Rai di 60 anni fa, ma devi pur capire che chi di te non sa nulla tranne questa particolare preferenza qualche dubbio lo possa anche nutrire, o no? ... . p.s. Umberto Eco è stato " semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, bibliofilo e medievista" (cfr wikipedia) non si è mai occupato di sociologia, in quel breve scritto di cui non sfugge ad alcuno la vena ironica usa il suo acume per denunciare un fenomeno di costume, come spesso ha fatto nel corso degli anni.
analogico_09 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 2 ore fa, audio_fan ha scritto: Insomma Anton Giulio Majano, come Giotto, Antonello Falqui meglio di Fellini, Antonioni, Leone, Visconti, Scola, ... che dire? A ciascuno il suo.. Tu ironizzi amabilmente ma fatti i debiti distinguo, "ogni cosa è illuminata".., tutto ha un senso è non vi è nulla di sbagliato o d'improprio nel dare a ciascuno il suo, meriti e demeriti, e financo mettere ogni cosa, anche le più apparentenete lontane e incompatibili, in relazione tra di loro, ma non facendo l'ammucciata, bensì nei modi opportuni e pertinente che ho cercato di ipotizzare nel mio precedente post sufficientemente chiaro in merito a ciò. Mi sembra quindi non vi sia necessità di tornare sulle cose già affrontate dove è un bene che ciascuno dopo essersi sufficientemente confrontato possa vederla a moso proprio. 2 ore fa, audio_fan ha scritto: ma a volte dovremmo far l'esercizio di immaginare come ci vedono gli altri. Non metto in dubbio che si possa vivere il tempo presente ed ugualmente amare gli sceneggiati Rai di 60 anni fa, ma devi pur capire che chi di te non sa nulla tranne questa particolare preferenza qualche dubbio lo possa anche nutrire, o no? Ti assicuro che ho già capito ciò che tu mi chiedi di capire (magari in modo un po' troppo "imperativo" (devi) ma siamo uomini e non caporali, transeat. Ho cercato di chiarire argomentando in modo circostanziato e comprensibile, forse pure troppo, qualcuno potrebbe eccepire.., non serve altro a chi non mi conosce sotto altri aspetti che esulano dalle dinamiche del forum, per capire cosa penso della faccenda trattata. Poi le mie opinioni, tutte le opinini, si possono condividere e non, ma è un altro discorso. Stessa cosa vale per me nei confronti degli altri. Vale un po' per tutti noi. Poi, se restano dei dubbi pazienza, normale, basta chiedere e si cerca di chiarire ancora meglio, personalmente sono sempre pronto al dialogo ma non ad essere frainteso. Si, Umberto Eco era tutto ciò che dici, non si è occupato di sociologia pratica, insomma non era assistente sociale.., ma ogni norma del vivere quotidiano, il pensiero artistico, filosofico, intellettuale in senso lato, non sono sganciate dal sociale, dalla società. Nella "fenomenologia di Mike Buongiorno" di Eco c'è anche sociologia, analisi di un fenomeno cuturale, di costume, di società.
argonath07 Inviato 5 Marzo 2023 Inviato 5 Marzo 2023 Finita The Consultant Sì perde un po' sul finale. Nel complesso non mi è dispiaciuta, fosse solo per Waltz, che è bravissimo. Scissione però è su un altro livello secondo me.
spersanti276 Inviato 6 Marzo 2023 Inviato 6 Marzo 2023 Stasera ricomincia "Il commissario Ricciardi". Piacevole e ben fatta, di solito.
Amministratori cactus_atomo Inviato 6 Marzo 2023 Amministratori Inviato 6 Marzo 2023 @spersanti276 i seguiti spesso deludono, nelle serie c'è da un lato ll'esigenza di rinnovare nell continuitò, ma occorre tenere presente che il pubblico non amai cambiamnti, come i bambini che se gli leggi una favola e cambia una parola ci restanoi male. tutto ha un inizio ed una fine, se una serie viene bene, meglio hoiuderla lasciando un buon ricordo che trascinarla ad arte 1
spersanti276 Inviato 6 Marzo 2023 Inviato 6 Marzo 2023 Non ti ci mettere pure tu, c'è già quell'altro che fa il menagramo... 1
analogico_09 Inviato 6 Marzo 2023 Inviato 6 Marzo 2023 43 minuti fa, spersanti276 ha scritto: Non ti ci mettere pure tu, c'è già quell'altro che fa il menagramo... No, è che diventa difficile accettare da parte degli aficionados oltranzisti che il "giocattolo" seriale sfronato in quantità industriali possa nascere difettoso qualche volta, o anche spesso... 😌
keres Inviato 7 Marzo 2023 Inviato 7 Marzo 2023 A chi sta piacendo The last of us, a me si. Una lunga passeggiata semi apocalittica con pochi mostri e tante umane sofferenze, spesso toccante. Bella.
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