maurodg65 Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 2 ore fa, Ivo Perelman ha scritto: https://www.limesonline.com/cartaceo/la-lezione-degli-antipodi-non-ce-dominio-senza-egemonia "Le sanzioni sono un suicidio." Questa era l’analisi di Lucio Caracciolo di Limes a poche ore dall’attacco della Russia all’Ucraina, quando i servizi americani davano per certa l’invasione: https://www.startmag.it/mondo/putin-guerra-ucraina-caracciolo/ Limes guarda la realtà geopolitica attraverso la lente dell’ideologia.
maurodg65 Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 1 ora fa, Ivo Perelman ha scritto: Il secondo è un comunista Anche i primi lo sono. La realtà delle sanzioni e che stanno facendo esattamente ciò che devono fare nei tempi in cui lo devono fare, piaccia o meno la cosa.
Rimini Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 Intanto Maganov, vicepresidente Lukoil, muore cadendo dal sesto piano dell'ospedale a Mosca. 😬 Pavimento scivoloso?
Martin Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 9 minuti fa, Rimini ha scritto: Pavimento scivoloso? Troppo Oil.
releone71 Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 A proposito di Lukoil, sappiate che uno dei tre poli petrolchimici di Sicilia, quello di Priolo per l'esattezza (3.000 dipendenti + tutto l'indotto), è controllato dai russi. In precedenza era ERG. Si continua a parlare di embargo ma l'impianto è sempre lì a lavorare per i russi. Per fortuna dei poveracci che ci lavorano, aggiungerei.
criMan Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 9 ore fa, Ivo Perelman ha scritto: Tra le stupidaggini più grandi vi è quella delle sanzioni economiche che avrebbero piegato la Russia: a distanza di sei mesi è evidente Possiamo discutere sanzioni si sanzioni no. Il problema è di percezione. Li hanno un pil a picco e inflazione a 2 cifre. Non si possono nemmeno lamentare altrimenti vanno in Siberia o al fronte. Tanta popolazione se la passava già male prima. Sono forgiati a resistere. Noi qui se la benzina passa per 1 mese a 2 euro i giornali riempono di titoloni le pagine. Piagnistei ovunque. Sono contesti diversi. Poi diciamocelo, sono sanzioni per lasciare una porta aperta. Al contrario il duce tra un po' chiude il gas per farti più male possibile. Anche a costo di darsi la zappa sui piedi.
Questo è un messaggio popolare. SuonoDivino Inviato 1 Settembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Settembre 2022 38 minuti fa, criMan ha scritto: Al contrario il duce tra un po' chiude il gas per farti più male possibile. Anche a costo di darsi la zappa sui piedi. La zappa sui piedi un cavolo. Sta facendo molti piu soldi di prima. Con l'ulteriore beffa che brucia milioni di metri cubi di gas al gg, in modo non controllato, e dunque con significativo incremento dell'inquinamento ambientale. Direi che la zappata sui piedi se la stanno dando joe bidone e i suoi sudditi (draghi incluso) 3
criMan Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 8 minuti fa, SuonoDivino ha scritto: La zappa sui piedi un cavolo. Sta facendo molti piu soldi di prima. Con l'ulteriore beffa che brucia milioni di metri cubi di gas al gg, in modo non controllato, e dunque con significativo incremento dell'inquinamento ambientale. Il discorso sta meglio sta peggio non si sa e sfido chiunque ad avere dati certi. Anche la guerra ha un costo. Poi le considerazioni vanno fatte nel lungo termine quando si legheranno mani e piedi ai cinesi. E sinceramente non la vedo una gran vittoria. Nel breve, sapendo che sei legato mani e piedi a lui, hai 2 opzioni. Sanzioni si ma blande in modo da prendere il gas. E lui ci guadagna. Oppure non prendere più gas e impedire qualsiasi transazione della banca centrale russa conseguente default. Quale strada abbiamo preso? Io non ci vedo niente di strano. Stiamo tenendo i piedi in 2 staffe..
Questo è un messaggio popolare. claravox Inviato 1 Settembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Settembre 2022 Qualcuno ammetta senza vergogna che non possiamo continuare con le sanzioni. Le cosiddette democrazie liberali non ci hanno proprio preso, né sul finale del conflitto, né sul crack economico russo e neppure sul tutti contro Mosca. Mentre milioni di italiani sono al collasso. Milioni d’italiani hanno dichiarato ma non versato le imposte per quasi dodici miliardi di euro. Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate sta inviando ventotto milioni di cartelle esattoriali (gli stop di luglio e agosto al recapito delle comunicazioni d’irregolarità e lettere di compliance sono uno specchietto delle allodole, il grosso è già stato taggato ai contribuenti nei mesi precedenti). Chiaro che la questione fiscale rimane irrisolta. Quanto gli aiuti agli italiani per il caro-bollette. I 200 euro sono stati accreditati ai pensionati. Le partite Iva stanno in attesa, da giugno, che il governo istituisca un ‘fondo’. Quando riceveranno il bonus, non si sa. I dipendenti hanno dovuto produrre un’autocertificazione. Scartoffie. Andante mendicante. La lentezza del bradipo. Al contrario servirebbe rendere palpabile l’aiuto. Invece si assistono a ripetuti annunci di stanziamenti miliardari che fatichiamo comprendere a chi vanno. Soprattutto se apprendiamo che nel decreto aiuti per un errore è stato tagliato il bonus alle imprese. I partiti parlano una lingua loro. Campo largo, stretto, bislungo, il centro, il 2% in più e in meno dei sondaggi. Affidati al precetto guida, ipocrita, “prima di tutto i problemi degli italiani” che, a loro volta, disinteressati, s’intruppano nella quota monstre degli astenuti, non rispondo, non so. È l’Italia che può esplodere in autunno, stando all’analisi del capo della CGIL, Landini. I poveri dell’inflazione non sono solo quei cinque milioni che continuano ballare nelle statistiche e che sicuramente già ricevono diversa assistenza da governo e comuni. La povertà è a estuario. È tra i redditi di 15-20-25 mila euro annui. Quella è la sacca da proteggere. Aggiornando tabellari e soglie ferme a quando il pane era polenta. Per il resto siamo nella sindrome del rattoppo. Una porta girevole con dentro l’Italia e i suoi problemi. Basterebbe spuntare le parole del governatore della Banca d’Italia, Visco. Non ci sarà crescita se continua la guerra. Non ci sarà crescita senza il gas russo (non a caso la Germania sta smarcandosi preservando l’approvvigionamento indispensabile per la sopravvivenza della nazione). Il giudizio degli italiani nell’urna delle politiche del 2023 sarà su quello che il governo (e quindi i partiti) hanno fatto per fermare la guerra, la precondizione per bloccare la spirale del caos economico in corso. E quello che sarà fatto per alleviare le sofferenze del caro-tutto contemporaneo. È arrivato il momento di cambiare paradigma. Le cosiddette democrazie liberali non ci hanno proprio preso, né sul finale del conflitto, né sul crack economico russo e neppure sul tutti contro Mosca. Qualche leader di partito, italiano, coraggioso, lo dica ad alta voce. Senza vergogna. Senza reticenze. L’escalation della guerra l’abbiamo assecondata nei mesi precedenti seguendo un unanimismo intenzionato a procedere con i paraocchi. Chiudendo qualsiasi finestra possibile di negoziato. Tralasciando la variante della diplomazia, che è, lo ricordiamo, l’arte di dire le cose senza offendere. L’Europa ha fatto l’esatto contrario. Brandendo un vessillo verbale spinto inopportuno. Che vuol dire insistere che si farà la pace solo alle condizioni dell’Ucraina? Ma come? L’Europa partecipa alla guerra e non può mettere parola? E ora che Zelensky afferma di riconquistare la Crimea, che si fa, l’Europa asseconda ab illo tempore i desiderata del Presidente ucraino? La situazione dell’economia generata dalle sanzioni è immediatamente attaccata al quadro politico descritto sopra. Ci sono responsabilità previsionali dell’Occidente. Sanzionare la Russia che è il più importante produttore di materie prime senza prevedere le ripercussioni che tutto questo avrebbe generato, dimostra il dilettantismo della classe dirigente. A voler dirla tutta il vero economista si è dimostrato Putin che è stato capace a ridurre i danni per la Russia ripercuotendo sull’Europa il peggio. I nostri provvedimenti sono balbettii stanchi e smarriti. Tralasciamo il tetto al prezzo del gas che non si farà, Se stiamo al recinto italiano è un rebus il dettaglio della situazione (la Francia in condizioni migliori rispetto a noi, ha nazionalizzato la più grande compagnia elettrica, l’Italia fatica a raggranellare denaro da quei cinquanta miliardi di extraprofitti). C’è qualche accordo per l’approvvigionamento e due barche che fanno da rigassificatori, ma è lo stesso il Ministro della Transizione Ecologica a non credere alle magnifiche sorti e progressive. Andremo incontro al razionamento di gas e luce. Si osservi la Libia, a proposito di guerre irrisolte (dove centra il pressapochismo e la marginalità strategica dell’Italia), e di forniture di gas e petrolio alternative alla Russia, dove il recente assalto e incendio al Parlamento di Tobruk ha fatto schizzare all’insù il prezzo del petrolio. Così come, a proposito della fedina di affidabilità dei nuovi fornitori africani, registriamo la continua minaccia dell’Algeria (che ha già chiesto all’Unione europea di aumentare il costo del gas) a sospendere le forniture di gas alla Spagna per il sostegno degli iberici al Marocco sulla sovranità dell’ex colonia del Sahara occidentale. Quando vuoi fare una guerra di civiltà, io sono meglio di te, dando lezioni su democrazia e libertà, per altro con daffare intriso di spocchia e ipocrisia, perché poi ci si riduce a mendicare in Paesi per nulla esempi di illibatezza e luminosità democratica, ci fai una brutta figura. Per questo è ora che i leader politici italiani, il governo, l’Europa mettano un punto. Finiamola qui. https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/07/11/news/finiamola_qui_con_guerra_e_sanzioni_cosi_litalia_non_esplodera_in_autunno-9814823/ 3
claravox Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 Gazprom in Olanda: così il fisco agevolato di Amsterdam supporta la guerra di Putin. Il colosso del gas conta 16 succursali in Olanda. Una cassaforte di valuta estera che non è stata toccata dalle sanzioni a causa della dipendenza europea. Come funziona la “pipeline” finanziaria e chi sono i facilitatori (inclusa PricewaterhouseCoopers) nel report del centro di ricerca indipendente SOMO. Il sistema fiscale dell’Olanda continua a garantire introiti a Vladimir Putin, indebolendo l’efficacia delle sanzioni e sostenendo di fatto le spese militari per la guerra in Ucraina. Lo denuncia il centro di ricerca indipendente olandese SOMO, che il 17 marzo ha pubblicato un dettagliato report sui legami finanziari tra Amsterdam e il colosso del gas russo Gazprom. Nello studio, oltre a richiamare il governo di Mark Rutte a un’assunzione di responsabilità e a una profonda riforma delle regole, si elencano le 16 succursali olandesi della cassaforte russa e si fanno anche i nomi dei “facilitatori” a libro paga di Gazprom: dalla società multinazionale della consulenza PricewaterhouseCoopers allo studio legale Houthoff, passando per Intertrust. SOMO invita ad agire contro Gazprom ricordando un punto decisivo: a causa della dipendenza dell’Unione europea dal gas russo, il comparto energetico non è stato di fatto toccato dalle sanzioni. Significa che i profitti della società, di cui la Federazione russa è il principale azionista con il 49,34%, vengono ancora trasferiti a Mosca. Un flusso di capitali in valuta estera che dà ossigeno alla Banca centrale russa, che si è vista invece congelare le proprie attività e riserve in Europa e non solo. Gazprom è il più grande produttore di gas al mondo nonché uno strumento geopolitico del regime di Putin. In termini di fatturato (106 miliardi di dollari nel 2019) è più piccolo di Shell (345 miliardi), BP, ExxonMobil o TotalEnergies, ma primeggia per solidità, sostenibilità del debito, investimenti sul lungo periodo e crescita relativa dei ricavi (più 1.419% tra 2000 e 2019). Mosca è l’azionista di riferimento ma non l’unico. Basti pensare che appena prima dell’invasione dell’Ucraina, i colossi finanziari statunitensi Vanguard e BlackRock avevano investito ciascuno nel capitale sociale 1,3 miliardi di dollari, collocandosi come secondo e terzo azionista di Gazprom. Allora Putin era ritenuto dagli Usa un “credibile” socio d’affari. Cipro, Olanda e Svizzera sono centri offshore di riferimento per la Russia per quel che riguarda i flussi di capitali in entrata e in uscita. Trasferimenti che passano attraverso società fittizie domiciliate nei diversi Paesi, senza dipendenti o una reale attività sul territorio. Solo in Olanda SOMO ne stima 12mila. Gazprom come detto conta 16 filiali sussidiarie. Gli autori del report(Rodrigo Fernandez di SOMO, Reijer Hendrikse di VU Brussel, Tobias J. Klinge di KU Leuven e Ilona Hartlief di SOMO) riconoscono che alcune hanno un’attività reale, con dipendenti e attività di gestione di progetti distribuiti nel mondo. Altre, invece, sono mere cassette delle lettere. Complessivamente gli asset delle 16 succursali ammonterebbero ad almeno 26,5 miliardi di dollari nel 2020 (l’ultimo anno per cui sono disponibili i bilanci). E le società di Amsterdam avrebbero trasferito alla casa madre in Russia dividendi per oltre 5,8 miliardi di dollari nel 2020, quasi il 2% del budget annuale del governo. Cifre destinate a schizzare in alto nel bilancio 2021 considerando gli aumenti vertiginosi dei prezzi del gas. Chi fa funzionare la “pipeline” finanziaria Amsterdam-Mosca sono i facilitatori, o complici, sul terreno. Si tratta di studi legali specializzati in diritto tributario, società che mettono a punto servizi di trust e di consulenza. PricewaterhouseCoopers, una delle “big four”multinazionali della consulenza con Deloitte, EY e KPMG, lavora per tutte le succursali Gazprom in Olanda. Non ha risposto alle domande dei ricercatori di SOMO mentre Intertrust NV e lo studio legale Houthoff hanno dichiarato di voler interrompere qualsiasi collaborazione professionale con clienti russi. SOMO si rivolge anche al governo Rutte: “La politica di attrarre capitali offrendo vantaggi fiscali ha portato, nel contesto attuale, ad agevolare e sovvenzionare la guerra di Putin in Ucraina, considerata l’importanza strategica delle entrate di Gazprom. E questo non è l’unico problema: il sistema attrae autocrati, oligarchi e ricchezze straniere discutibili, privando numerosi Paesi di entrate fiscali cruciali”. Congelare le ricchezze di Gazprom e impedire che si possano trasferire in giurisdizioni ancor più favorevoli al regime di Putin si può fare, rendendo temporaneamente illegale qualsiasi vendita da parte di società riconducibili a imprese russe. È anche così che si aiutano gli ucraini sotto le bombe. https://altreconomia.it/gazprom-in-olanda-cosi-il-fisco-agevolato-di-amsterdam-supporta-la-guerra-di-putin/?fbclid=IwAR02SbzSBCq0MvK707UER3m8GKTIsp1GADiYZrBlHd8bovpM_0vvRm860bU
maurodg65 Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 7 ore fa, criMan ha scritto: Al contrario il duce tra un po' chiude il gas per farti più male possibile. Anche a costo di darsi la zappa sui piedi. Se non chiudiamo noi non lo farà mai Putin, secondo te rinuncerebbe a centinaia di miliardi all’anno?
criMan Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 chissa' perche' , ho la sensazione che quando si insinuera' la destra al Governo ne avremo spesso di articoli di giornale tipo quello. Chissa' poi dove vorranno andare a parare , vogliamo fare la guerra all'Ucraina? non mi ricordo chi disse : italianen iniziano la guerra con un nemico e la terminano con un altro!!!
maurodg65 Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 Adesso, criMan ha scritto: italianen iniziano la guerra con un nemico e la terminano con un altro!!! È la storia che parla al riguardo. 😄 1
criMan Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 Poi facciamo guerra all'Ucraina. Il prezzo del petrolio non cambia, non mi pare abbiamo un tubo del gas per attaccarci diretti cosi' da farcelo regalare dal duce come ricompensa. Insomma il danno e' fatto. Diamoci pace.
Martin Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 4 ore fa, criMan ha scritto: Chissa' poi dove vorranno andare a parare , vogliamo fare la guerra all'Ucraina? non mi ricordo chi disse : italianen iniziano la guerra con un nemico e la terminano con un altro!!! Infatti l'Ucraina subirà dalla EU un clamoroso voltafaccia, sarà il più vergognoso e umiliante per l'unione mentre in Italia sarà lodatissimo dagli intellettuali, dagli eroi e dagli strateghi di fessibuk, dai rentier da borsino de stoc@zzo, dai nostagici alla marcorizzo nonché dai pacifisti da sacrestia in bundle col tipo insediato a San Pietro(burgo). Saranno tutti con un sorriso imbecille a dire che ha trionfato la pace, mentre sbocchinano Pootin elemosinando metano e ringraziandolo per non averli ammazzati tutti.
Ivo Perelman Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 Qualcuno sa cosa succede se il duce vince la guerra o JB le elezioni? Le possibilità di vittoria di uno dei due sono 50-50. Il pareggio non è escluso. In ogni caso applaudiamo perché pagheremo volentieri la ricostruzione dell'Ucraina. Anzi, con la destra al governo si sposteranno lì i fondi destinati al reddito di cittadinanza.
Ivo Perelman Inviato 1 Settembre 2022 Inviato 1 Settembre 2022 2 minuti fa, Martin ha scritto: l'Ucraina subirà dalla EU un clamoroso voltafaccia, Il loro presidente afferma che la ricostruzione costerà 750 miliardi. Chi vince avrà dei costi. L'EU potrebbe fare un voltafacia, solo economico, se vince la guerra.
maurodg65 Inviato 2 Settembre 2022 Inviato 2 Settembre 2022 7 ore fa, Martin ha scritto: Infatti l'Ucraina subirà dalla EU un clamoroso voltafaccia, sarà il più vergognoso e umiliante per l'unione mentre in Italia sarà lodatissimo dagli intellettuali, dagli eroi e dagli strateghi di fessibuk, dai rentier da borsino de stoc@zzo, dai nostagici alla marcorizzo nonché dai pacifisti da sacrestia in bundle col tipo insediato a San Pietro(burgo). Saranno tutti con un sorriso imbecille a dire che ha trionfato la pace, mentre sbocchinano Pootin elemosinando metano e ringraziandolo per non averli ammazzati tutti. Staremo a vedere, ma mettiti pure comodo perché non solo non accadrà, ma la Russia dovrà trovare a chi vendere l’equivalente di 140 miliardi di metri cubi di gas entro la fine del 2023, tutto il consumo della UE dello scorso anno, nel contempo dovrà rimettere insieme i pezzi di un’economia che è già a pezzi oggi e che alla fine del prossimo anno sarà messa ancora peggio, già oggi infatti con quei problemi Putin dovrà fare i conti perché non riesce a ripristinare le scorte belliche, a partire dalle munizioni, per proseguire la guerra in Ucraina.
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