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Melius Club

Jazz!


analogico_09

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Inviato
6 ore fa, campaz ha scritto:

Davis per Blue Note ha registrato davvero poco. In più, i suoi (tanti) capolavori assoluti sono stati incisi per altre etichette.

 

Avevo precisato che Davis incise solo due dischi a suo nome per Blue Note con risultati non tutti da annali. E' quindi ovvio che abbia inciso per altre  altre "poche" etichette i suoi numerosissimi capolavori ed eccellenti opere della sua discografia "ufficiale" Le quali, con assoluta preponderanza della Columbia, sono: Savoy (un disco); Capitol (un disco... "capitale") ; Prestige (14 dischi); Blue note (due dischi); Contemporary e Debut (due dischi cadauna); Columbia/CBS (un botto di dischi); Fontana (un disco... per il "patibolo"... 😄 ); Warner Bros (tre dischi).

 

6 ore fa, campaz ha scritto:

Per assurdo, tenendo soprattutto conto del dolce  caratterino del nostro, il suo contributo più significativo per quella casa discografica lo vede relegato al ruolo di collaboratore, quando con Cannonball Adderley incide Somethin’ Else. Il che ce la dice lunga sulla statura morale del sassofonista… doveva essere proprio un uomo eccezionale!

 

 

 

6 ore fa, campaz ha scritto:

Per assurdo, tenendo soprattutto conto del dolce  caratterino del nostro, il suo contributo più significativo per quella casa discografica lo vede relegato al ruolo di collaboratore, quando con Cannonball Adderley incide Somethin’ Else.

 

 

Veramente Davis In Someting' Else non è affatto ul collaboratore "relegato", bensi un comprimario non "accreditato" ma tale a tutti gli effetti. La sua presenza è fondamentale e determinante alla fine co-riuscita di quel capolavoro, senza con questo voler togliere nulla alla altissima levatura del grande Cannonball benchè, cosa a mio avviso trascurabile, vi siano voci critiche che assegnano qualche piccolo punterello in più a Davis.

  • Melius 1
Inviato
Il 10/9/2022 at 22:52, Look01 ha scritto:

Qualcuno penserà gran ignorante a non sapere di questa collaborazione ed in effetti ha anche ragione🤣.

Va be' io metto il pezzo casomai a qualcuno fosse scampata.

 

 

Per me non esiste proprio un problema del genere, se vi sia stata o meno tale collaborazione, se si tratti di un montaggio video ispirato ai telefilm della serie "Ai confini della realtà" oppure di una delle tante eccentricità divistiche del "divino" Miles che in diversi momenti della vita privata sapeva essere anche "coatto". Non mi interessa parlare di gossip, più adatto per il lungue bar, dove si parla di musica. 😉

Inviato
6 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

oppure di una delle tante eccentricità divistiche del "divino" Miles che in diversi momenti della vita privata sapeva essere anche "coatto". Non mi interessa parlare di gossip

Perdonami il gossip volevo proprio sottolineare il fatto che Miles é riuscito con la tromba a creare un suono fantastico e tutto suo che si potrebbe riconoscere anche suonasse allo Zecchino D'oro 😂.

Ma vedo che oltre ad una profonda cultura musicale hai il senso dell'ironia e dell'umorismo e quindi hai perfettamente capito😉

  • Melius 1
Inviato

@analogico_09 giustissimo tutto quello che scrivi. Una precisazione sulla frase:
 

 

Veramente Davis In Someting' Else non è affatto ul collaboratore "relegato", bensi uncomprimario non "accreditato" ma tale a tutti gli effetti. 

 

A questo proposito ricordo una “furbata” della casa discografica che a un certo punto ha pubblicato una versione del CD attribuendolo… a Miles Davis!

 

Ho retrocesso il suo ruolo a quello di mero collaboratore per sottolineare come in quel caso si sia “abbassato” di fronte ad Adderley. Miles era un genio puro, lo sappiamo, con una nota era capace di dare anima e corpo a tutto un brano. Ma ne era consapevole, e con il caratteraccio che si ritrovava (almeno leggendo tanta letteratura compresa la sua autobiografia) tendeva, diciamo tendeva, a sottolinearlo. Il fatto che sia entrato in sala di registrazione per un disco a nome di Adderley lo trovo eclatante: o quel giorno era distratto e si era dimenticato di essere un narcisista, oppure, e mi piace pensarlo, a Cannonball voleva davvero bene. Il mio era un giudizio umano, non artistico. Sul resto, come già scritto, sono completamente d’accordo con te..

Inviato

@analogico_09 @campaz Parlando di Cannonball mi avete fatto venire in mente suo fratello Nat Adderley grande artista nascosto all'ombra del fratello con cui più volte suono.

Fece però anche dischi da leader tra cui Work Songs, registrato a New York il 25/27 e 28 gennaio del 1960 con un cast non da poco Sam Jones (Violoncello, Basso) , Bobby Timmons (Pianoforte), Wes Montgomery (Chitarra), Percy Heath ( Basso) e Louis Hayes (Batteria).

Ora vado a cercarmi il CD era da un bel pezzo che non lo ascoltavo , gran bel disco.

Grazie .

  • Melius 2
Inviato

Poi mi piacerebbe tormare su Roach, il suo disco e sulla batteria jazz

 

Il 15/9/2022 at 15:57, one4seven ha scritto:

Perché? Perché Roach vuole dimostrare qui, che la batteria è uno strumento a pieno titolo, e non un semplice "accompagnamento ritmico". 

 

Pienamente d'accordo. E il pensiero corre subito ad Elvin Jones che specialmente nei dischi capitali di John Coltrane, nei live e nelle registrazioni in studio, non si limita ad "accompagnare" il leader ma assecondandolo meravigliosamente con il suo potente "beat" segue una base ritmico-percussiva libera come se fossero degli assoli, per di più, quasi come si fa con i timpani",  sperimentando la possibilità di "armonizzare" il "battito", il ritmo, la percussione. Si potrebbero fare degli esempi musicali ma non mi posso dilungare ora. Questa ricorrente particolarità emerge in modo particolarmente evidente in Crescent e A Love supreme...

  • Melius 1
Inviato

Vorrei riprendere qui la discussione sul disco di Coltrane, "Blue Trane, iniziata da Gioergio  @giorgiovinyl, e  per cercare di ampliare un po' il discorso troverei più indicato farlo qui, nella modesta ma volenterosa "casetta" del Jazz. 

 

Ripartendo da questo post di Giorgio, https://melius.club/topic/10256-john-coltrane-blue-train/?do=findComment&comment=585544

concordo che Coltrane si trovasse ancora in piena era hard bop, ma il sassofonista "usa" il genere" solo nell'approccio formale, diciamo che lo prende a pretesto per sviluppare la sua forma e la sua poetica musicale alla quale resterà legato fine alla fine, pur con i cambiamenti rivoluzionari ed epocali che si avvicenderanno, seguendo i vari, differenti passi che potrebbero sembrare a volte contrastanti tra di loro e che restano invece legati da un tenace e strettissimo fil-rouge della "miracolosa" continuità formale e spirituale.

Proviamo per esempio ad ascoltare dall'inizio il brano che da' il titolo al disco. Dopo l'"ostinato", quasi "martellante" riff  "corale", bellissimo, in forma blues, che potrebbe apparire convenzionale, mentre diventerà un "paradigma" per molto jazz a seguire, arrivati al minuto 0:37, Coltrane si stacca inaspettatamente dal gruppo col battito d'ali repentino dell'uccello "solitario" capace di volare in alto, molto in altro, ad altezze conosciute e frequentate solo da Trane, accessibili agli altri compagni di volo sotto l'ala "protettrice ed ispiratrice del geniale musicista, strumentista, compositore, "contagiosa" guida musicale e spirituale che seguiterà ad agire anche dopo la morte del Maestro.


 

 

 



Con il lungo assolo Coltrane entra e ci fa entrare in un'altra dimensione musicale che spazza via ogni "norma" costituta. Un assolo formidabile che ha già in se il "modo" musicale formale ed espressivo del Coltrane già pienamente nato e che ritroveremo nelle avventure modali e perfino "free" tendendi alla "triturazione" e ricomposizione dei suoni improvvisando nella massima libertà sugli accordi, e insieme fuggendo durante le ultime avventure del "free" le convenzionali e oramai defunte regole melodiche, armonico-tonali che soffocavano la creatività, l'impulso "mistico"-spirituale ed estetico-formale del "nostro".
Con questo, e con altri analoghi interventi di uno spirito in fuga da un hard bop di "facciata", Coltrane, come dicevo nell'altro post, crea Coltrane assecondato divinamante dai suoi collaboratori, coprotagonisti di altissimo lignaggio,  capaci di esprimere delle grandezze musicali anche quando il leader li metteva in "ombra" con le sue "imperiose" ed insieme "umili" impennate solistiche increate, uniche e irripetibili, per poter sviscerare profondamente, in una sorta di solitudine o di stato di trance "accompagnati", tutte le possibilità espressive e formali di una melodia, di un ritmo, di un'armonia, ed anche le possibilità formali ed espressive che proprie delle ANTI _ melodie, armonie, tonalità, ritmi, ecc..

Con l'assolo di Blue Trane, non una mera ricerca musicale,  lascia fluire in piena libertà la sua anina, la sua spiritualità, la gamma ampia e profonda dei sentimenti.



Mi viene in mente in modo istintivo, quasi "obbligato", ciò che fa Charlie Parker durante la registrazione del celebre standard jazz "All the things you are" nella quale è presente la tromba di Miles Davis.

Anche questo brano ha un breve "intro" suonata all'unisono, poi Parker si sgancia all'improvviso dal gruppo al min 0:17 circa e parte con il tema iniziando l'assolo apparentemente "tradizionale" sul piano melodico (è uno dei brani più "rilassati" e meno "propulsivi" di Parker), tutto preso invero a costruire il linguaggio del BeBop. Anche qui è preziosa la presenza degli accompagnatori comprimari..,  tutti sembrano suonare "canonicamente" e invece stanno facendo la rivoluzione del jazz.., dal canto suo Miles Davis sornione sta già "inventando" nascostamente il "cool" con la sua tromba lirica, priva di vibrato, calda e "siderale"...

 

 

 

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

 

Oggi fanno sessant’anni esatti dall’incisione di un disco che amo tantissimo, To My Queen del vibrafonista Walt Dickerson, pubblicato da New Jazz nel 1963. Per me (ma ne capisco poco) un’anticipazione di tanto jazz che arriverà un buon numero di anni dopo. Un disco che trovo ancora modernissimo,  soprattutto nel brano che gli dà il titolo ed occupa tutta la prima facciata. Una composizione sobria, quasi asciutta, dove il leader lascia ampi spazi al pianoforte di Andrew Hill e al contrabbasso di George Tucker (di minor spicco, ma comunque significativo,  il ruolo del batterista Andrew Cyrille). Il brano è dedicato alla moglie di Dickerson, Elizabeth, e anche in copertina giganteggia la sua foto. Sul secondo lato due classici, How Deep Is the Ocean e God Bless the Child, dove stile ed atmosfera rimangono quelle. Perché questo pippone? Perché Dickerson ha inciso poco, e per quanto ne so mai più a questo livello, e quindi potrebbe essere scambiato per una delle tante figure di secondo piano di un periodo pieno di campioni. E invece secondo me questo disco, freschissimo, andrebbe valorizzato... ascoltandolo.

 

  • Melius 2
Inviato

Oggi pomeriggio ho riascoltato dopo tantissimo tempo un album di Red Garland che dire sarà vecchio Jazz ma lo é con la J maiuscola.

Il piano viene accarezzato in modo disarmante da l'impressione a sentirlo che suonare il piano così sia facilissimo.

Red Garland é lì a rassicurarti con il suo tocco delicato e fluido che tutto resterà immutato e che niente potrà cambiare.

Grandissimo pianista ha suonato con Miles in album stellari: Relaxing, Steaming, Working, Round About Midnight .... per citarne alcuni.

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
  • 3 settimane dopo...
Inviato
1 ora fa, minollo63 ha scritto:

Posto anche quì, dato che mi sembra più appropriato e permette a questo interessante thread di tornare a galla

 

 

Grazie, anch'hio stato un po' trascurando il topic, grazie del tuo contribuo,  non conosco il progetto musicale che citi, lo ascolterò quanto prima.

 

Ottimi anche gli altri suggerimenti discografici giunti, accompagnati da commenti molto interessanti, che mi sono più noti. Non mancherà occasione di riprenderli.

 

Il 21/9/2022 at 17:07, campaz ha scritto:

Perché Dickerson ha inciso poco, e per quanto ne so mai più a questo livello, e quindi potrebbe essere scambiato per una delle tante figure di secondo piano di un periodo pieno di campioni. E invece secondo me questo disco, freschissimo, andrebbe valorizzato... ascoltandolo.

 

 

Vero che Dickerson sia poco conosciuto e poco inciso, non conosco il disco che segnali che si presenta appetitoso e che presenti molto bene, lo ascolterò; potrei a mia volta suggerirti questo LP, o cd,  del '79 della meritoria casa Steeple Case, realizzato in duo con Sun Ra al piano. Musica formalmente raffinata, "atmosfericamente" e contenutisticamente affascinante. Un jazz in "libertà" , un "free" rarefatto alla portata di tutti, piacerà credo anche agli appassionati di classica per le felici commistioni con la musica "colta" imbastite senza cerebrarismi dal vibrafonista e dal pianista che "estraggono" dai loro strumenti possibilità espressive e sonore, improvvisative, "contemplative", a volte "giocose", non comuni. E' così intima e coesa la "fusione" trai i due straordinari musicisti da evocare una complessità di "voci", anche percussive, che che trascendono le singolarità strumentali.

 

 

Walt Dickerson & Sun Ra – Visions

 



 

 

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Inviato
Il 8/4/2021 at 23:58, desmo21 ha scritto:

Ma possibile che a me A Love Supreme di Coltrane mi fa sanguinare le orecchie?

Mi spiego, il jazz non mi dispiace, ultimamente sento una forte attrazione e mi piacciono svariati artisti. Ad esempio Nina Simone Dave Brubeck Quartet, Stan Getz...ma anche la stessa Naima di Coltrane é uno dei miei pezzi preferiti. Ma secondo il mio gusto alcuni strumenti come il sax andrebbero dosati, le alte frequenze e i cambiare nota ogni microsecondo affaticano l'ascolto.

Solo il solo ad avere questo problema?

Io sono abbastanza anomalo. Adoro il sax nei brani pop e rock ma lo tollero assai poco nel jazz quando è preponderante rispetto agli altri strumenti. Per me il sax deve accompagnare. Quando diventa protagonista mi disturba salvo rarissime eccezioni.

  • 2 settimane dopo...
Inviato

@rpezzane ognuno hai suoi strumenti e mood più in sintonia o meno

il sax nel jazz può essere carezzevole ma spessp veemente e intrusivo.  a me che vivo di pane e musica. molto jazz.  digerisco poco il sax a livello epidermico e amo alla follia il suono del pianoforte solo o nei classici trii.  però parimenti il rock rumoroso non lo preferisco. mi si addicono atmosfere pop più morbide e sussurrate    

allo stesso modo nella classica preferisco musica da camera a sinfonie da grande orchestra          certo sto tagliando le cose con l'accetta ma credo che i "suoni" stessi siano divisivi. abbiamo forse una predisposizione inconscia ciascuno di noi per certi "suoni" e questo influenza la musica che preferiamo

Inviato

Insomma, ragazzi.., tutto legittimo circa i propri personali gusti, ma interessarsi di jazz e non amare o apprezzare il sax jazz, uno degli strumenti principi del jazz, lo strumento attraverso il quale, anche, forse soprattutto, sono state compiute le più rivoluzionarie evoluzioni del "genere", sarebbe come entrare in una pasticceria in cerca di ottima pizza o di goduriosi panini con porchetta detestando o mal sopportando la crema, o il cioccolato, zabajone o panna... Il  jazz senza il sax sarebbe come una pasticceria senza crema, sarebbe altro... Tanto varrebbe, evitando il jazz che ci porterebbe a sbattere contro il sax una volta si e l'altra pure.., dirigersi direttamente in pizzeria oppure nel negozio della premiata ditta "Cioli" in  Ariccia.  😄

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