analogico_09 Inviato 11 Settembre 2022 Autore Inviato 11 Settembre 2022 6 ore fa, campaz ha scritto: Davis per Blue Note ha registrato davvero poco. In più, i suoi (tanti) capolavori assoluti sono stati incisi per altre etichette. Avevo precisato che Davis incise solo due dischi a suo nome per Blue Note con risultati non tutti da annali. E' quindi ovvio che abbia inciso per altre altre "poche" etichette i suoi numerosissimi capolavori ed eccellenti opere della sua discografia "ufficiale" Le quali, con assoluta preponderanza della Columbia, sono: Savoy (un disco); Capitol (un disco... "capitale") ; Prestige (14 dischi); Blue note (due dischi); Contemporary e Debut (due dischi cadauna); Columbia/CBS (un botto di dischi); Fontana (un disco... per il "patibolo"... 😄 ); Warner Bros (tre dischi). 6 ore fa, campaz ha scritto: Per assurdo, tenendo soprattutto conto del dolce caratterino del nostro, il suo contributo più significativo per quella casa discografica lo vede relegato al ruolo di collaboratore, quando con Cannonball Adderley incide Somethin’ Else. Il che ce la dice lunga sulla statura morale del sassofonista… doveva essere proprio un uomo eccezionale! 6 ore fa, campaz ha scritto: Per assurdo, tenendo soprattutto conto del dolce caratterino del nostro, il suo contributo più significativo per quella casa discografica lo vede relegato al ruolo di collaboratore, quando con Cannonball Adderley incide Somethin’ Else. Veramente Davis In Someting' Else non è affatto ul collaboratore "relegato", bensi un comprimario non "accreditato" ma tale a tutti gli effetti. La sua presenza è fondamentale e determinante alla fine co-riuscita di quel capolavoro, senza con questo voler togliere nulla alla altissima levatura del grande Cannonball benchè, cosa a mio avviso trascurabile, vi siano voci critiche che assegnano qualche piccolo punterello in più a Davis. 1
analogico_09 Inviato 11 Settembre 2022 Autore Inviato 11 Settembre 2022 Il 10/9/2022 at 22:52, Look01 ha scritto: Qualcuno penserà gran ignorante a non sapere di questa collaborazione ed in effetti ha anche ragione🤣. Va be' io metto il pezzo casomai a qualcuno fosse scampata. Per me non esiste proprio un problema del genere, se vi sia stata o meno tale collaborazione, se si tratti di un montaggio video ispirato ai telefilm della serie "Ai confini della realtà" oppure di una delle tante eccentricità divistiche del "divino" Miles che in diversi momenti della vita privata sapeva essere anche "coatto". Non mi interessa parlare di gossip, più adatto per il lungue bar, dove si parla di musica. 😉
Look01 Inviato 11 Settembre 2022 Inviato 11 Settembre 2022 6 minuti fa, analogico_09 ha scritto: oppure di una delle tante eccentricità divistiche del "divino" Miles che in diversi momenti della vita privata sapeva essere anche "coatto". Non mi interessa parlare di gossip Perdonami il gossip volevo proprio sottolineare il fatto che Miles é riuscito con la tromba a creare un suono fantastico e tutto suo che si potrebbe riconoscere anche suonasse allo Zecchino D'oro 😂. Ma vedo che oltre ad una profonda cultura musicale hai il senso dell'ironia e dell'umorismo e quindi hai perfettamente capito😉 1
campaz Inviato 12 Settembre 2022 Inviato 12 Settembre 2022 @analogico_09 giustissimo tutto quello che scrivi. Una precisazione sulla frase: Veramente Davis In Someting' Else non è affatto ul collaboratore "relegato", bensi uncomprimario non "accreditato" ma tale a tutti gli effetti. A questo proposito ricordo una “furbata” della casa discografica che a un certo punto ha pubblicato una versione del CD attribuendolo… a Miles Davis! Ho retrocesso il suo ruolo a quello di mero collaboratore per sottolineare come in quel caso si sia “abbassato” di fronte ad Adderley. Miles era un genio puro, lo sappiamo, con una nota era capace di dare anima e corpo a tutto un brano. Ma ne era consapevole, e con il caratteraccio che si ritrovava (almeno leggendo tanta letteratura compresa la sua autobiografia) tendeva, diciamo tendeva, a sottolinearlo. Il fatto che sia entrato in sala di registrazione per un disco a nome di Adderley lo trovo eclatante: o quel giorno era distratto e si era dimenticato di essere un narcisista, oppure, e mi piace pensarlo, a Cannonball voleva davvero bene. Il mio era un giudizio umano, non artistico. Sul resto, come già scritto, sono completamente d’accordo con te..
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 12 Settembre 2022 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Settembre 2022 2 ore fa, campaz ha scritto: A questo proposito ricordo una “furbata” della casa discografica che a un certo punto ha pubblicato una versione del CD attribuendolo… a Miles Davis! Questa non la sapevo. Davis aveva un caratteraccio ma forse, come riferivano alcuni "osservatori", la critica, amici, conoscenti e "congiunti", era per creare uno scudo alla sua "timidezza", al suo senso di "colpa" di "negro" meritevole di essere picchiato dall'ultimo poliziotto razzista senza nessun motivo, per pura bastardaggine razzista, nonostante fosse diventato una grande, celebre e celebrata stella della musica "negra" che non piaceva ai poliziotti americani "sceriffi". Non so se Davis "volesse bene" a Cannonbal, sicuramente lo stimava molto, diversamente non lo avrebbe voluto per KOB. Anche i suoi giudizi sui suoi colleghi musicisti erano molto "particoilari": non gli piaceva McCoy Tyner, diceva che non sapesse suonare un ca_ppero; non gli piacevano Ornette Coleman e il fre jazz. Scrisse cose cattive e gratuite su Eric Dolphy, sparò a zero su Archie Shepp.., ecc.. Ne parla apertamente nell'autobiografia. A Coltrane forse "voleva bene".., ma, lo scrive nell'autobiografia, non ascoltò nulla di quel che Trane fece dopo aver lasciato il suo quintetto. Per dirla tutta, io avevo letto, non ricordo dove, ma sono certo di non sbagliare, che nel periodo Prestige Davis disse in una intervista che Coltrane avendo raggiunto un tale grado di spiritualità e di grandezza musicale quello che suonava con lui iniziava a stargli stretto e che avrebbe dovuto prendere una strada tutta sua.., cosa che gli augurava di conseguire con tutto il cuore benchè una tale perdita lo avrebbe profondamente dispiaciuto. Un davis generoso? ... Nella autobiografia però scrive: "Non mi piace la musica che fece Trane verso la fine, non ho mai ascoltato i dischi che ha fatto dopo che mi aveva lasciato. Non faceva che continuare a suonare le cose che aveva cominciato a suonare con me. Il suo primo gruppo con Elvin Jones, McCoy Tyner, e Jimmy Garrison era interessante, poi si trasformarono in un luogo comune di se stessi e gli unici che suonavano qualcosa che valesse la pena erano Elvin e Trane: non mi piaceva quello che faceva McCoy (...) So che piacevano a molta gente e anche a me piacevano i duetti di Elvin e Trane. Almeno io la penso così, ma potrei sbagliarmi." Davis era fatto così.., come quasi tutti i geni: contraddittorio, sfuggente, cinico e gentile (Miles Smile), irascibile, egocentico, ma anche profondamente "sincero", tormentato nel profondo della sua anima "nera", un'anima musicale e poetica gigantesca che attraverso l'arte rilucente cercava una forma di "riscatto" razziale ed umano per se stesso e, ne sono certo, per l'intero "popolo del blues". Ed è questo che conta: la grandezza estetica ed umanistica, implicitamente anche "politica" della sua musica (Davis rivoluzionò il jazz, compì con B.B., punto di convergenza - e di ripartenza - delle sue tante rivoluzioni promosse durante la sua "carriera", l'ultima e definitiva rivoluzione del jazz ricorrendo a linguaggi non troppo distanti dal free jazz, non come "etichetta" ma come atteggiamento esistenzaile e spirituale di "libertà" estetica, filosofica, mentale) che appassiona i suoi estimatori e che resterà per sempre. Ciò che riguarda il suo privato, le gracilità, i difetti, insieme agli aspetti più positivi dell'uomo, sono rimasugli della vita prosaica che il tempo spazza via. 1 2
Look01 Inviato 14 Settembre 2022 Inviato 14 Settembre 2022 @analogico_09 @campaz Parlando di Cannonball mi avete fatto venire in mente suo fratello Nat Adderley grande artista nascosto all'ombra del fratello con cui più volte suono. Fece però anche dischi da leader tra cui Work Songs, registrato a New York il 25/27 e 28 gennaio del 1960 con un cast non da poco Sam Jones (Violoncello, Basso) , Bobby Timmons (Pianoforte), Wes Montgomery (Chitarra), Percy Heath ( Basso) e Louis Hayes (Batteria). Ora vado a cercarmi il CD era da un bel pezzo che non lo ascoltavo , gran bel disco. Grazie . 2
Questo è un messaggio popolare. one4seven Inviato 15 Settembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Settembre 2022 Sarà che i batteristi mi piacciono? Oggi per caso mi è passato sottomano questo splendido disco. Esiste in versione mono e stereo. Sto ascoltando il mix stereo. Non un miracolo di incisione, ma direi più che buona. Avrei potuto mettere su "we insist... " Su cui molto ci sarebbe stato da dire. Magari ne parliamo. Ma siccome mi piacciono i batteristi, allora ho voluto segnalare questo suo disco, che è secondo solo a "we insist..." Perché? Perché Roach vuole dimostrare qui, che la batteria è uno strumento a pieno titolo, e non un semplice "accompagnamento ritmico". E direi che ci riesce piuttosto bene. . Contro il logorio della vita moderna e dell'ultima ristampa definitiva dei soliti dischi: . 3 1
Questo è un messaggio popolare. campaz Inviato 15 Settembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Settembre 2022 @one4seven grazie per la segnalazione, finisce il disco che sto ascoltando e lo metto sul piatto (virtuale). Però rispetto a "We insist" parte già in grave svantaggio (senza averne ascoltato una nota): la copertina di quell'album, irriverente e provocatoria come non mai, è una delle migliori della storia del jazz! La faccia di quel barista bianco che si trova a servire tre clienti di colore (d'accordo, tutto preparato, ma la potenza del messaggio c'è tutta) è impagabile... 2 1
analogico_09 Inviato 17 Settembre 2022 Autore Inviato 17 Settembre 2022 Poi mi piacerebbe tormare su Roach, il suo disco e sulla batteria jazz Il 15/9/2022 at 15:57, one4seven ha scritto: Perché? Perché Roach vuole dimostrare qui, che la batteria è uno strumento a pieno titolo, e non un semplice "accompagnamento ritmico". Pienamente d'accordo. E il pensiero corre subito ad Elvin Jones che specialmente nei dischi capitali di John Coltrane, nei live e nelle registrazioni in studio, non si limita ad "accompagnare" il leader ma assecondandolo meravigliosamente con il suo potente "beat" segue una base ritmico-percussiva libera come se fossero degli assoli, per di più, quasi come si fa con i timpani", sperimentando la possibilità di "armonizzare" il "battito", il ritmo, la percussione. Si potrebbero fare degli esempi musicali ma non mi posso dilungare ora. Questa ricorrente particolarità emerge in modo particolarmente evidente in Crescent e A Love supreme... 1
analogico_09 Inviato 17 Settembre 2022 Autore Inviato 17 Settembre 2022 Vorrei riprendere qui la discussione sul disco di Coltrane, "Blue Trane, iniziata da Gioergio @giorgiovinyl, e per cercare di ampliare un po' il discorso troverei più indicato farlo qui, nella modesta ma volenterosa "casetta" del Jazz. Ripartendo da questo post di Giorgio, https://melius.club/topic/10256-john-coltrane-blue-train/?do=findComment&comment=585544 concordo che Coltrane si trovasse ancora in piena era hard bop, ma il sassofonista "usa" il genere" solo nell'approccio formale, diciamo che lo prende a pretesto per sviluppare la sua forma e la sua poetica musicale alla quale resterà legato fine alla fine, pur con i cambiamenti rivoluzionari ed epocali che si avvicenderanno, seguendo i vari, differenti passi che potrebbero sembrare a volte contrastanti tra di loro e che restano invece legati da un tenace e strettissimo fil-rouge della "miracolosa" continuità formale e spirituale. Proviamo per esempio ad ascoltare dall'inizio il brano che da' il titolo al disco. Dopo l'"ostinato", quasi "martellante" riff "corale", bellissimo, in forma blues, che potrebbe apparire convenzionale, mentre diventerà un "paradigma" per molto jazz a seguire, arrivati al minuto 0:37, Coltrane si stacca inaspettatamente dal gruppo col battito d'ali repentino dell'uccello "solitario" capace di volare in alto, molto in altro, ad altezze conosciute e frequentate solo da Trane, accessibili agli altri compagni di volo sotto l'ala "protettrice ed ispiratrice del geniale musicista, strumentista, compositore, "contagiosa" guida musicale e spirituale che seguiterà ad agire anche dopo la morte del Maestro. Con il lungo assolo Coltrane entra e ci fa entrare in un'altra dimensione musicale che spazza via ogni "norma" costituta. Un assolo formidabile che ha già in se il "modo" musicale formale ed espressivo del Coltrane già pienamente nato e che ritroveremo nelle avventure modali e perfino "free" tendendi alla "triturazione" e ricomposizione dei suoni improvvisando nella massima libertà sugli accordi, e insieme fuggendo durante le ultime avventure del "free" le convenzionali e oramai defunte regole melodiche, armonico-tonali che soffocavano la creatività, l'impulso "mistico"-spirituale ed estetico-formale del "nostro". Con questo, e con altri analoghi interventi di uno spirito in fuga da un hard bop di "facciata", Coltrane, come dicevo nell'altro post, crea Coltrane assecondato divinamante dai suoi collaboratori, coprotagonisti di altissimo lignaggio, capaci di esprimere delle grandezze musicali anche quando il leader li metteva in "ombra" con le sue "imperiose" ed insieme "umili" impennate solistiche increate, uniche e irripetibili, per poter sviscerare profondamente, in una sorta di solitudine o di stato di trance "accompagnati", tutte le possibilità espressive e formali di una melodia, di un ritmo, di un'armonia, ed anche le possibilità formali ed espressive che proprie delle ANTI _ melodie, armonie, tonalità, ritmi, ecc.. Con l'assolo di Blue Trane, non una mera ricerca musicale, lascia fluire in piena libertà la sua anina, la sua spiritualità, la gamma ampia e profonda dei sentimenti. Mi viene in mente in modo istintivo, quasi "obbligato", ciò che fa Charlie Parker durante la registrazione del celebre standard jazz "All the things you are" nella quale è presente la tromba di Miles Davis. Anche questo brano ha un breve "intro" suonata all'unisono, poi Parker si sgancia all'improvviso dal gruppo al min 0:17 circa e parte con il tema iniziando l'assolo apparentemente "tradizionale" sul piano melodico (è uno dei brani più "rilassati" e meno "propulsivi" di Parker), tutto preso invero a costruire il linguaggio del BeBop. Anche qui è preziosa la presenza degli accompagnatori comprimari.., tutti sembrano suonare "canonicamente" e invece stanno facendo la rivoluzione del jazz.., dal canto suo Miles Davis sornione sta già "inventando" nascostamente il "cool" con la sua tromba lirica, priva di vibrato, calda e "siderale"... 1 1
campaz Inviato 21 Settembre 2022 Inviato 21 Settembre 2022 Oggi fanno sessant’anni esatti dall’incisione di un disco che amo tantissimo, To My Queen del vibrafonista Walt Dickerson, pubblicato da New Jazz nel 1963. Per me (ma ne capisco poco) un’anticipazione di tanto jazz che arriverà un buon numero di anni dopo. Un disco che trovo ancora modernissimo, soprattutto nel brano che gli dà il titolo ed occupa tutta la prima facciata. Una composizione sobria, quasi asciutta, dove il leader lascia ampi spazi al pianoforte di Andrew Hill e al contrabbasso di George Tucker (di minor spicco, ma comunque significativo, il ruolo del batterista Andrew Cyrille). Il brano è dedicato alla moglie di Dickerson, Elizabeth, e anche in copertina giganteggia la sua foto. Sul secondo lato due classici, How Deep Is the Ocean e God Bless the Child, dove stile ed atmosfera rimangono quelle. Perché questo pippone? Perché Dickerson ha inciso poco, e per quanto ne so mai più a questo livello, e quindi potrebbe essere scambiato per una delle tante figure di secondo piano di un periodo pieno di campioni. E invece secondo me questo disco, freschissimo, andrebbe valorizzato... ascoltandolo. 2
Questo è un messaggio popolare. Look01 Inviato 22 Settembre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 22 Settembre 2022 Volevo portare alla vostra attenzione e segnalarlo ,anche a qualcuno che ha appena iniziato l'approccio al magnifico mondo del Jazz, visto che veramente qui la musica fluisce e scorre meravigliosamente. L'album "You gotta pay the band" di Abbey Lincoln anno 1991, musicisti stellari Stan Getz al Tenor Saxophone in splendida forma e purtroppo mi risulta che questo é il suo ultimo album registrato , Hank Jones al piano con un tocco delicatissimo e raffinato, Charlie Hadden al basso che dire uno dei miei bassisti preferiti, Mark Johnson alla batteria e Maxine Roach alla viola figlia di Max Roach dove in Bird Alone e A Time For Love con la sua Viola aggiunge quell'area di mistero ai brani. La passione ed il meraviglioso modo in cui la Lincoln interpreta ed entra nelle canzoni per me oltre al ruolo di cantante diventa anche interprete e poetessa entrando appieno nell'essenza della musica e fondendosi perfettamente con la parte strumentale senza mai sovrastarla. Va bene beccatevi sto pippolotto 🤣 però quest'album che ho appena scoperto mi appassiona tantissimo. 2 1
Look01 Inviato 29 Settembre 2022 Inviato 29 Settembre 2022 Oggi pomeriggio ho riascoltato dopo tantissimo tempo un album di Red Garland che dire sarà vecchio Jazz ma lo é con la J maiuscola. Il piano viene accarezzato in modo disarmante da l'impressione a sentirlo che suonare il piano così sia facilissimo. Red Garland é lì a rassicurarti con il suo tocco delicato e fluido che tutto resterà immutato e che niente potrà cambiare. Grandissimo pianista ha suonato con Miles in album stellari: Relaxing, Steaming, Working, Round About Midnight .... per citarne alcuni. 1 1
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 21 Ottobre 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 21 Ottobre 2022 Posto anche quì, dato che mi sembra più appropriato e permette a questo interessante thread di tornare a galla, il mio commento ad un recente ascolto in ambito Jazz, genere che frequanto poco ma che apprezzo in tutte le sue sfumature. "Ancient Songs of Burlap Heroes" a nome Nate Wooley con il quartetto Columbia Icefield, si muove efficacemente attraverso passaggi di grande bellezza e altri di forte intensità emotiva, musicalmente parlando. E' jazz, ma ha molto in comune con la musica classica contemporanea, per l'uso che Nate Wooley fa nel suonare la sua tromba e per gli interventi quasi scoordinati delle chitarre di Halvorson e Alcorn, il tutto a proporre un viaggio sonoro che offre il suo linguaggio unico, riportando alla mente pensieri e ricordi sepolti, mentre indica nuovi orizzonti musicali. Ci sono momenti di squisita bellezza, di energia frenetica e mistero che creano uno di quei dischi che deve essere suonato e ascoltato fino in fondo, dall'inizio alla fine. Ciao ☮️ Stefano R. 3
analogico_09 Inviato 21 Ottobre 2022 Autore Inviato 21 Ottobre 2022 1 ora fa, minollo63 ha scritto: Posto anche quì, dato che mi sembra più appropriato e permette a questo interessante thread di tornare a galla Grazie, anch'hio stato un po' trascurando il topic, grazie del tuo contribuo, non conosco il progetto musicale che citi, lo ascolterò quanto prima. Ottimi anche gli altri suggerimenti discografici giunti, accompagnati da commenti molto interessanti, che mi sono più noti. Non mancherà occasione di riprenderli. Il 21/9/2022 at 17:07, campaz ha scritto: Perché Dickerson ha inciso poco, e per quanto ne so mai più a questo livello, e quindi potrebbe essere scambiato per una delle tante figure di secondo piano di un periodo pieno di campioni. E invece secondo me questo disco, freschissimo, andrebbe valorizzato... ascoltandolo. Vero che Dickerson sia poco conosciuto e poco inciso, non conosco il disco che segnali che si presenta appetitoso e che presenti molto bene, lo ascolterò; potrei a mia volta suggerirti questo LP, o cd, del '79 della meritoria casa Steeple Case, realizzato in duo con Sun Ra al piano. Musica formalmente raffinata, "atmosfericamente" e contenutisticamente affascinante. Un jazz in "libertà" , un "free" rarefatto alla portata di tutti, piacerà credo anche agli appassionati di classica per le felici commistioni con la musica "colta" imbastite senza cerebrarismi dal vibrafonista e dal pianista che "estraggono" dai loro strumenti possibilità espressive e sonore, improvvisative, "contemplative", a volte "giocose", non comuni. E' così intima e coesa la "fusione" trai i due straordinari musicisti da evocare una complessità di "voci", anche percussive, che che trascendono le singolarità strumentali. Walt Dickerson & Sun Ra – Visions
rpezzane Inviato 21 Ottobre 2022 Inviato 21 Ottobre 2022 Il 8/4/2021 at 23:58, desmo21 ha scritto: Ma possibile che a me A Love Supreme di Coltrane mi fa sanguinare le orecchie? Mi spiego, il jazz non mi dispiace, ultimamente sento una forte attrazione e mi piacciono svariati artisti. Ad esempio Nina Simone Dave Brubeck Quartet, Stan Getz...ma anche la stessa Naima di Coltrane é uno dei miei pezzi preferiti. Ma secondo il mio gusto alcuni strumenti come il sax andrebbero dosati, le alte frequenze e i cambiare nota ogni microsecondo affaticano l'ascolto. Solo il solo ad avere questo problema? Io sono abbastanza anomalo. Adoro il sax nei brani pop e rock ma lo tollero assai poco nel jazz quando è preponderante rispetto agli altri strumenti. Per me il sax deve accompagnare. Quando diventa protagonista mi disturba salvo rarissime eccezioni.
sandromagni Inviato 31 Ottobre 2022 Inviato 31 Ottobre 2022 @rpezzane ognuno hai suoi strumenti e mood più in sintonia o meno il sax nel jazz può essere carezzevole ma spessp veemente e intrusivo. a me che vivo di pane e musica. molto jazz. digerisco poco il sax a livello epidermico e amo alla follia il suono del pianoforte solo o nei classici trii. però parimenti il rock rumoroso non lo preferisco. mi si addicono atmosfere pop più morbide e sussurrate allo stesso modo nella classica preferisco musica da camera a sinfonie da grande orchestra certo sto tagliando le cose con l'accetta ma credo che i "suoni" stessi siano divisivi. abbiamo forse una predisposizione inconscia ciascuno di noi per certi "suoni" e questo influenza la musica che preferiamo
analogico_09 Inviato 31 Ottobre 2022 Autore Inviato 31 Ottobre 2022 Insomma, ragazzi.., tutto legittimo circa i propri personali gusti, ma interessarsi di jazz e non amare o apprezzare il sax jazz, uno degli strumenti principi del jazz, lo strumento attraverso il quale, anche, forse soprattutto, sono state compiute le più rivoluzionarie evoluzioni del "genere", sarebbe come entrare in una pasticceria in cerca di ottima pizza o di goduriosi panini con porchetta detestando o mal sopportando la crema, o il cioccolato, zabajone o panna... Il jazz senza il sax sarebbe come una pasticceria senza crema, sarebbe altro... Tanto varrebbe, evitando il jazz che ci porterebbe a sbattere contro il sax una volta si e l'altra pure.., dirigersi direttamente in pizzeria oppure nel negozio della premiata ditta "Cioli" in Ariccia. 😄 1
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora