analogico_09 Inviato 8 Luglio 2023 Autore Inviato 8 Luglio 2023 @Piero51 Change One / Cange two, mitici.., gli ultimi grandi dischi di Mingus, li hanno riunificati? Il fascino dei due vinili distinti, anche CD, però...
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 8 Luglio 2023 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 8 Luglio 2023 "Filles de Kilimanjaro" - Miles Davis Sono in riascolto dell'altro capolavoro, forse il più "avanzato" tra i dischi del leggendario Quintetto che va dal 1966 al 1968, tutti in stretta, organica continuità tra di loro, due anni di musiche formidabili di per se anche "preparatorie" - attraversato l'ultimo ponte di passaggio dell'anno successivo rappresentato da In A Silent Way - dell'ultima grande rivoluzione del jazz coincidente con Bitches Brew, tra le più grandi musiche del novecento, dando forte impulso alle forme di fusion che si avvicenderanno dopo tale spinta della "diaspora" davisiana (i figli che cercano di rendersi indipendenti da tanto padre che lascia tyttavia loro una inestimabile eredità...) e non. Anche su questo disco ci sarebbe molto da dire, brano per brano, riassumendo: musica potente e "assertiva" senza essere aggressiva, madreperlacea, raffinata, "elegante" in una, senza levigatezze. Una musica "lungimirante" nella quale riecheggiano già, sorta di magica divinazione, la metafisica delle "spire" musicali e sonore di BB. Specialmente nel fantastico brano intitolato "Mademoiselle Mabry" nel quale H. Hanckock e Ron Carter vengono sostituiti non a caso da Chick Corea e Dave Holland: il dado era tratto... Altro caso di "favoritismo" muliebre come pure per "Sorcerer, Miss Mabry sarebbe Betty Mabry la donna della foto di copertina che fu moglie di Davis per un breve periodo di tempo e che, secondo ciò che racconta lo stesso trombettista, gli cambiò la vita introducendolo nel mondo del rock. "Mi fece conoscere la musica di Jimi Hendrix – nonché Jimi in persona – e un sacco di musicisti rock neri” E' ciò che scrive il divino Miles nella sua autobiografia. 3
Piero51 Inviato 8 Luglio 2023 Inviato 8 Luglio 2023 @analogico_09 Io li ascolto su Qobuz e ovviamente sono in seguenza..a suo tempo Changes One , Two furono tra i primi vinili di jazz che acquistai assieme al disco di Gato Barbieri che hai citato (The third world) e Chapter Two: Hasta Siempre. 1
giorgiovinyl Inviato 8 Luglio 2023 Inviato 8 Luglio 2023 @analogico_09 Nello stock di dischi che ho menzionato altrove c’è pure una stampa d’epoca di Filles De Kilimanjaro. Non appena torno in città me l’ascolto.
analogico_09 Inviato 8 Luglio 2023 Autore Inviato 8 Luglio 2023 2 minuti fa, giorgiovinyl ha scritto: @analogico_09 Nello stock di dischi che ho menzionato altrove c’è pure una stampa d’epoca di Filles De Kilimanjaro. Non appena torno in città me l’ascolto. Ottimo, infatti volevo chiederti quali dischi vi fossero nello stock, poi mi sono scordato... Se ti va riferiscilo in quel topic.., citani per favore così mi accorgo che hai postato. Se i dischi che hai trovato sono più o meno di questo livello avresti fatto un affare.
analogico_09 Inviato 28 Luglio 2023 Autore Inviato 28 Luglio 2023 Grazie alla segnalazione di @Masaniello QUI scopro che la recentissima uscita di un nuovo disco, vinile e cd, di inediti di Coltrane con Eric Dolphy & C., registrati nel 1961, nastri che si erano persi nei meandri degli archivi del New York Public Library for the Performing Arts, trattandosi di pezzi da '90 come i "nostri", mica di qualche scappato di casa della musica, potrebbe apparirmi un po' "strana" la distrazione e/o dimendicanza... Ma sarà l'ascolto a dirci cosa si abbia di fronte, se di performance all'epoca scartate o di autentiche perle ritrovate... Staremo a... sentire. Per ora, questo articola spiega un po' le cose... John Coltrane With Eric Dolphy – Evenings At The Village Gate https://www.rockol.it/news-737726/john-coltrane-eric-dolphy-album-evenings-at-the-village-gate-tracklist https://en.wikipedia.org/wiki/Evenings_at_the_Village_Gate:_John_Coltrane_with_Eric_Dolphy 1
analogico_09 Inviato 30 Luglio 2023 Autore Inviato 30 Luglio 2023 Il 28/7/2023 at 13:13, analogico_09 ha scritto: John Coltrane With Eric Dolphy – Evenings At The Village Gate Ascoltato da Tidal e la prima immediata impressione è che si sente piuttosto male, la batteria di Elvin Jones batte forte e sovrasta su tutto in modo ottuntende e questo penalizza la musica, gli altri strumenti vengono sommersi e sopraffatti appaiono remoti.., Coltrane, Tyner, i bassisti, in modo particolare le preziosità di Dolphy che si intuiscono appena mentre perdono di spessore sonore e dunque musicale. Dificile con queste condizioni di ascolto appesantito dagli sbilanciamenti, storditi dal drumming portentoso di Elvin Jones (non per colpa sua, ovviamente) formulare un giudizio rilassato sulla musica, nonostante si percepisca previo ascolto attento e concentrato non di meno "sacrificato", l'alta classe di questi "mostri sacri" dai quali siamo stati abituati al sublime e a nessuna forma di delusione, mai, cosa della quale ci giunge conferma con questo disco ma... Non faccio particolarmente caso alla minore o maggiore audifilità di una registrazione, ma a questi livelli preferisco passare e tornare ad ascoltare gli stessi brani già presenti nei dischi storici dove a mio avviso vi è già tutta la formidabile grandezza musicale oltre la quale non si può andare, o che sia impossibile da superare. Certamente le musiche di questo disco confermano l'eccellenza aggingendo alla stessa valore musicale increato, ma quando mai non siamo stati ammaliati da questi strepitosi musicisti? Potente questa versione di Africa. Conclusione, non acquisterò il disco, mi accontententerò di Tidal, se dovessi avere ancora voglia di riascoltare come sto ri-facendo in questo momento.., a meno di non scoprire che il limite sia nello streaming e che il disco suoni invece molto meglio. Ovviamente non sconsiglio in nessun modo l'acquisto del disco. Allo stato delle cose, così come siano apparse a me, la mia personale impressione è che certe registrazioni "dimenticate", recuperate dopo 60 anni sarebbero rimaste a dormire il sonno a cui erano state destinate originariamente non caso, non per distrazione o per - figuriamoci - incompetenza, se non fosse che questi nostri anni di carenze e vuoti creativistici si prestino di più ai raschiamenti di barile... 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 1 Agosto 2023 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Agosto 2023 Diciamo che questo ascolto odierno un po' fatto a caso si sia rivelato come una ricoperta del secondo disco realizzato da Mles Diavis tornato sulle scene ad inizio '80, dopo i drammatici anni del ritiro iniziato nel '75. Il primo disco sarebbe "The Man with the horn" (1980-1981) registrato in studio; il secondo, quasi coevo, "We Want Miles", 1981, doppio LP che comprende sei brani registrati in concerto: Boston, MA at KIX 6/27/81; New York, NY at Avery Fisher Hall 7/5/81; Tokyo, Japan 10/4/81, con la seguente formazione: Miles Davis Bill Evans sx soprano Marcus Miller basso Al Foster batteria Mino Cineliu percussioni Ho scritto "riscoperta" perchè quando acquistai successivamente "We want Miles" ne ricavai un'impressione non particolarmente entusiastica, forse anche influenzato dal fatto che il primo disco su citato, che acquistai non appena gointo in Italia, mi lasciò piuttosto indifferente. I nsomma.., queste novità del rientro non mi facevano rimpiangere le ultime, per me epocali svolte "funky" davisiane, successive al rivoluzionario BB, terminate nel 1975 con Agharta, Pangaea e il ritiro del trombettista. Misi da parte i due dischi anche per via del fatto che neppure dai successivi lavori discografici mi giunse un qualche tipo di "folgorazione". Dovetti attendere l'ultimo lavoro Wea di poco precedente alla morte di Davis per ritrovare il feeling degli anni miglori del "divino" trombettista, Amandla che contiene la bellissima, ispirata, lirica ballad intitolata Mr Pastorius, un omaggio al grande bassista prematuramente scomparso. Ho sempre sostenuto che l'ultima "fase" del "non ritorno" di Davis che si conclude con la sua morte mostri delle contraddizioni. Discograficamente la media è piuttosto modesta con poche eccezioni: We Want Miles ed Amandla, mentre dal vivo, in concerto, sul palco, con un pubblico osannante, Davis ricacciava fuori la sua soggiogante natura ferina, il suo feeling pungente, aggressivo, i suoi più intimi e lirici slanci melodici affilati come lama di rasoio che rimandavano alla metafisica struggente delle note suonate negli anni '50 per l'ascensore per il patibolo... Affermo ciò per aver ascoltato Davis dal vivo 8/9 volte nel 1973 e poi dal 1982 fino all'anno della morte, 1991, pronto a giurare che dove nel disco Davis potesse appaire evidentemente "assillato" dai doveri discografici, dall'ansia di arrivare al maggior numero di ascoltatori anche del pop-rock e della musica "leggera, in concerto, pur con dei marginali momenti meno ispirati, anche un po' compiaciutamente gigioni, ritrovava la sua natura di falco rapace libero di volare in alto, oltre gli abbattuti confini del palco dello spettacolo, catalizzando su di se l'attenzione del pubblico disposto a seguirlo in ogni suo impulso musicale più immaginifico e visionario, come preso da una sorta di "possessione" extra od ultra sensoriale che aveva qualcosa di magico inspiegabile a parole. Per tornare a We Want Miles (con quella stessa formazione, nell'aprile 1982 Davis tornò a Roma per dare due concerti dopo il ritiro - ovviamente c'ero anch'io di presenza in uno dei due, l'altro concerto lo ascoltai dalla diretta radiotre), dopo averlo "trascurato" per lunghi anni, per le ragioni già dette - sicuramente sciocche ma nella vita tocca fare esprerienza per poter maturare un poco - col riascolto di oggi ho decisamente rivalutato il disco che si colloca in una sorta di via di mezzo, tra il Davis dei nuovi corsi e il Davis "classico", in un mix musicale pieno di groove, vario ed organico, per il quale tutti del gruppo danno il meglio di se, nel quale riecheggiano gli immaginari di stile e di espressione di KOB, di BB, di Agharta, e ancor prima dei tempi "Prestige". Questo si avverte specialmente nel bellissimo "standard" gershwiniano My man's gone now magicamente reinterpretato, gli altri brani sono tutte composizioni di Davis. Notevoli anche le due versioni del celeberrimo e affettuoso "Jaean Pierre" che Davis offriva spesso al pubblico nei suoi concerti. E' stato per me come scoltare per la prima volta un disco inedito proveniente dal passato senza aver accusato il minimo cedimento del tempo. Si radica più fortemente in me la convinzione che quella di Davis delle ultime svolte "elettriche" non sia mai stata fusion ordinaria e modaiola oppure di valore tuttavia mutuata da qualche altra parte, che il suo non sia Jazz/rock, ancor meno rock/jazz, e che Davis abbia più semplicemente permesso l'avvicinamento del rock al jazz (riprendendo sal rock quello che era del jazz, semmai...) e non già il jazz al rock. p. s. - ci fosse stato al basso elettrico un Jaco Pstorius invece del pes(d)ante Marcus Miller avremmo avuto un capolavoro tra altri capolavori 2 1
dariob Inviato 1 Agosto 2023 Inviato 1 Agosto 2023 20 minuti fa, analogico_09 ha scritto: quell' "Aura" che contiene la bellissima, ispirata, lirica ballad intitolata Mr Pastorius, un omaggio al grande bassista prematuramente scomparso. Intendi "Amandla", che contiene Mr.Pastorius.
analogico_09 Inviato 1 Agosto 2023 Autore Inviato 1 Agosto 2023 21 minuti fa, dariob ha scritto: Intendi "Amandla", che contiene Mr.Pastorius. Ma certo, , grazie di farmelo notare. Amandla, un lapsus da rinco e gli_mento senile... Grazie ;)
one4seven Inviato 3 Agosto 2023 Inviato 3 Agosto 2023 Il 1/8/2023 at 17:17, analogico_09 ha scritto: ci fosse stato al basso elettrico un Jaco Pstorius invece del pes(d)ante Marcus Miller avremmo avuto un capolavoro tra altri capolavori Avendoti letto l'atro giorno, l'ho riascoltato proprio oggi, nel recente e ottimo remaster in 24-192 Columbia Penso uno dei live più travolgenti che abbia mai ascoltato. Secondo me è un capolavoro e basta, Jaco o non Jaco. Una cosa è certa: di fusion, jazz/rock, ne conosco e ne ascolto veramente tanto. Dai capisaldi ai dischi più "sconosciuti". Ma quello di Davis, è e resta unico ed inarrivabile. 1
analogico_09 Inviato 3 Agosto 2023 Autore Inviato 3 Agosto 2023 3 ore fa, one4seven ha scritto: Una cosa è certa: di fusion, jazz/rock, ne conosco e ne ascolto veramente tanto. Dai capisaldi ai dischi più "sconosciuti". Ma quello di Davis, è e resta unico ed inarrivabile. Sia quel che sia, appuriamo che alla fine della fiera delle etichette si stia parlando di musica, di quella musica che solo Davis avrebbe potuto suonare, al netto delle somiglianze che rappresentano le parti superficiali dei vari "generi" mentre a noi piace il brivido che si prova immergendoci nelle profondità musicali, formali ed espressive, delle creazioni artistiche uniche ed inarrivabili - ti ricopio le parole!
one4seven Inviato 3 Agosto 2023 Inviato 3 Agosto 2023 8 minuti fa, analogico_09 ha scritto: di quella musica che solo Davis avrebbe potuto suonare ecco, questa è esattamente l'idea che mi viene in mente ascoltandolo.
dariob Inviato 4 Agosto 2023 Inviato 4 Agosto 2023 Il 1/8/2023 at 17:17, analogico_09 ha scritto: We Want Miles ( Dopo il tuo post ieri l'ho messo in lista su Amazon Oggi pomeriggio bellissima sorpresa , sapevo di avere qualcosa di Davis che non avevo quasi mai ascoltato, e scartabellando: Morale: abbiamo tanta di quella "roba", credo tutti noi , da dimenticarcene qualcuna. Comunque ore 16.45 lo sto ascoltando a tutto volume! 1
analogico_09 Inviato 4 Agosto 2023 Autore Inviato 4 Agosto 2023 @dariob Si Dario, credo che tutti noi appassionati di musica anche col piacere del collezionismo si abbia dischi "dimenticati" o raramente ascoltati per via dell'abbondanza stipata nelle copiose librerie... Questo permette però di fare delle belle scoperte, di rallentare magari con i nuovi acquisti e tornare a sfogliare il "passato" ed imbatterci magari dopo vari anni di "silenzio" in musiche di grande valore come se fossero appena create in questi anni così avari di grande musica. Come è andato l'ascolto del ritrovato We Want Miles? 👍
dariob Inviato 4 Agosto 2023 Inviato 4 Agosto 2023 Effettivamente di primo acchito non è, diciamo "la mia tazza di the", e mi ricordavo che messo su mi aveva un po' confuso e l'avevo lasciato. Ma quel "my man is gone now" è in pezzo fantastico!! Riascolterò ancora tutto il disco prossimamente. PS: Ce ne sono stati diversi che ho apprezzato dopo anni dall' acquisto.
analogico_09 Inviato 4 Agosto 2023 Autore Inviato 4 Agosto 2023 13 minuti fa, dariob ha scritto: PS: Ce ne sono stati diversi che ho apprezzato dopo anni dall' acquisto. Specialmente negli ultimi tempi sto ritirando fuori diverse cose rimaste un po' in ombra e ne resto spesso favorevolmente colpito. Un ultimo, elettrizzante recupero è stato questo disco di Miles, riscoprire come se fosse la prima volta il "my man is gone now". 1
Look01 Inviato 4 Agosto 2023 Inviato 4 Agosto 2023 35 minuti fa, dariob ha scritto: PS: Ce ne sono stati diversi che ho apprezzato dopo anni dall' acquisto. Ti capisco perfettamente per entrare in sintonia con quest'album di Wayne Shorter mi ci son voluti sei anni però il bello del Jazz è anche questo. 1
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