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Jazz!


analogico_09

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Gaetanoalberto
Inviato

Mi piacciono molto le idee dell’ospitalità e della porta aperta dall’interno.

Non so, abbiamo anche una nuova musica moderna commercialmente definita “classica”, pure se molto distante dallo stesso concetto che il binomio “musica classica” dovrebbe esprimere.

Se questa “ospitalità” sia anche il canale per mantenere l’interesse verso la musica che piú tradizionalmente si iscrive nei canoni dei rispettivi generi e verso i generi stessi, che non mi sembra del tutto scemato, lo scopriremo, o lo scopriranno i nostri posteri, ma potrebbe non essere un fatto negativo.

 

 

Inviato
1 ora fa, Look01 ha scritto:

Ma ai giorni nostri secondo il tuo parere non esiste una musica che si può definire Jazz.

Wynton Marsalis risponderebbe con una bella marcia funebre 🙂

 

  • Haha 1
analogico_09
Inviato
1 ora fa, Grancolauro ha scritto:

Buona a domanda. A me sembra che a un certo punto, tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso, l'ospite sia stato "ben accolto", per così dire. Forse è successo solo per ragioni commerciali, per ampliare il pubblico, o forse (almeno in parte) per ragioni più nobili, come alcuni sostengono. Fatto sta che la porta è stata aperta dall'interno della casa del jazz. Pensiamo al ruolo che hanno avuto Keith Jarrett e Miles Davies in tutto questo.

 

Damiano.., non sto parlando della forme di contaminazione più nobili tra jazz e altri generi - rock, classico, world, folk, ecc), quasi mi "offende" che tu voglia convincere me del ruolo che ha avuto Miles Davis, Jarrett, la musica, latina, afro, orientale, ecc, perfino la musica di Chopin.., Bach, Vivaldi, e Strawinsky, ecc, ecc, ecc.., dove lo spirito profondo del jazz  resta inalterato pur con l'approrto di altri stili ed espressioni musicali che a loro volta (ad esempio il gia citato Strawinsy) non perdono le proprie specificità culturali ed estetiche.., io parlavo di commistioni musicali manierate, senza nessuna precisa identità culturale che cercano di averne più d'una senza in realtà possere nessuna, ase non l'ibridezza che in casa del jazz male accoglie. Ovviamente questo è im mio modesto ma chiaro parere.

Mi pare che tu non abbia letto i miei numerosi interventi su tali questioni, anche in questo topic, non che che sia obbligato a farlo, ci mancherebbe, però forse se conoscendo già un po' la mia idea, ci capiremmo meglio e non mi ritroverei a cercare di dirti che ... insomma.., come recita l'antico detto bersaniano: "stiamo mica qui a imparare il credo algli aspostoli?"  😇 🙏 🙂

Inviato
21 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

: "stiamo mica qui a imparare il credo algli aspostoli?"

Conosco bene il tuo punto di vista sul tema, caro Peppe, né voglio imparare niente a nessuno, figurati. Esprimevo soltanto un (banale) punto di vista (in parte) alternativo sulla questione. Semplici ovvietà, le mie. Appunto

 

analogico_09
Inviato
2 ore fa, Look01 ha scritto:

Forse vado OT in questa discussione ma mi interessa il tuo pensiero che in parte condivido sia sulle origini che  sugli anni d'oro del Jazz nato e cresciuto in contesti storici irripetibili.

Ma ai giorni nostri secondo il tuo parere non esiste una musica che si può definire Jazz.

Concordo sul fatto che oggi si abusi molte volte sul significato che la parola Jazz dovrebbe rappresentare.

Un caro saluto Stefano.

 

 

Non mi pare che sia OT, le tue osservazioni sono pertinenti. Il jazz nasce, cresce, si sviluppa in ogni modo fino a quando le condizioni socio-razziali, culturali, economico-politiche, psicologiche, psichiche, antropologiche bon si avviano verso cambiamenti spesso radicali, epocali. Il jazz nasce come musical popolare nei bassifondi delle emarginazioni, nel "dolore", anche nella gioia va da se'.., dove in tutto questo, riassumento, il jazz, prima il blues e le musiche della schiavitù Work song, plantation song, ecc) c'è nutrimento spirituale per i musicisti, possibilità di mettere su uno stile, più stile, delle tecnicheproprie, il senso profondo e metafico del blues, ecc, ecc... Tutto di etto molta a stringere.

Il genio di Billie Holyday, di Charlie Parker, di Armstrong,  ecc, ecc, ecc, si forma nel dolore, nei bordelli, nelle privazioni.., e meno male diciamo noi che queste cose siano state superate, siano migliorate certe condizioni di vita, dove tuttavia  retano ancora sacche di emarginatone e di violenza contro il mpopolo del blues ma molto meno in confronto a prima... meno male dicevo che non ci sono più i linciaggi nelle profonde province americane,  che i "negri" nonsi appendano più ai rami degli alberi tali da sembrare "strange fruit" dal colore rosso sangue... meno male.., ma spatito questo è sparita anche la poesia, òla trasfigirazione del jazz.., e meno male, lo ridico.., perchè comunque abbiamo tanta di quella musica registrata dell'intera storia che possimo perlomeno alimentare la nostra immaginazione attraverso musiche ancora capaci di evocarre, riportare in vita ciò che è morto nella "realtà"... Ma i poeti della realtà non se ne fanno nulla, e meno che perlomeno questo resti... quindi il jazz non è morto, vive ancora in chi voglia sappia farlo rivivere in se e negli altri che condividono le stese istanze immaginifiche e che sappiano condividerle tra di loro.

 

A parte questo, musica di oggi (non parlo delle ultime propraggini ancora vive del jazz "morto") così "levigata" appresa nelle disinfettate classi dei conservatori, o scuole di musiche borghesi,  è certamente libera di definirsi jazz, o che si sia noi a considerarla tale.., ma anche io, o chiunqua altro, volentdo, si ha la libertà di considerarci dei "napoleone"... 😆...  che male c'è, le vie del delirio sono infinite...
solo una battuta, spero capirai.., per rendere meno seriosa la discussione.., grazie dell'intervento e ricambio il saluto.

 

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
6 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Conosco bene il tuo punto di vista sul tema, caro Peppe, né voglio imparare niente a nessuno, figurati. Esprimevo soltanto un (banale) punto di vista (in parte) alternativo sulla questione. Semplici ovvietà, le mie. Appunto

 

 

A volte mi resta più facile fare degli esempi un po' "spiccioli" e magari impertinenti per "abbreviare".., so bene che non vuoi impararmi nulla tanto più che detto senza ironie io spesso apprendo da te molte cose sulla musica classica, specialmente, sugli aspetti estetici, tecnici, linguistici più specifici dal momento che le tue conoscenze musicali in tali ambiti hanno delle basi di studio e di esperienza importanti. Le tue non sono ovvietà sono la tua visione delle cose, e ci sta, anche in questo forse ha la sua importanza il tipo di esperienza maturata nei  determinati campi musicali, fatto anche di natura anagrafica. 

Inviato
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

ha la sua importanza il tipo di esperienza maturata nei  determinati campi musicali, fatto anche di natura anagrafica

Penso anch’io sia così. Lo dimostra il fatto che alcuni grandi classici della storia del jazz sono per me pressoché inascoltabili… Ho solo da imparare, come vedi 🙂

analogico_09
Inviato
3 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Se questa “ospitalità” sia anche il canale per mantenere l’interesse verso la musica che piú tradizionalmente si iscrive nei canoni dei rispettivi generi e verso i generi stessi, che non mi sembra del tutto scemato, lo scopriremo, o lo scopriranno i nostri posteri, ma potrebbe non essere un fatto negativo.

 

 

No, non è attraverso questi compromessi, o scorciatoie, che partendo dai surrogati si arriva alle migliori miscele dell'autentico caffè.

Non parliamo in modo generico. Restiamo al jazz, e per quanto riguarda tale musica dell'anima, aperta al mondo, alle genti tutte - la quale chiede molto a chi voglia approfondirla e non trattarla come musica easy per gli ascolti audiofoli rilassati sui divani con bicchere di wiskiey in mano e sulle ginocchia bella fanciulla, come sottofondo per le pubblicità, ecc - ho personalmente osservato il fenomeno a lungo, da vicino nel corso di alcuni lunghi e laboriosi decenni, e potrei testimoniare che sia stato già "scoperto", stabilito (non serve attendere il respondo dei posteri che non sono nel gioco) come non si giunga al jazz, al grande ceppo centrale ed originario, né alle molteplici, complesse e varie ramificazioni se non in misura minima, trascurabile, partendo dalla forme di contaminazioni rock-jazz che contengono i caratteri più ordinari e superficiali della musica afroamericana che vanta una complessità che richiede tutt'altro impegno, approfondimento, ben altri presupposti, dedizione, esperienza, costanti ascolti.

In genere, nella stragrande maggioranza dei casi, salvo eccezioni minime, chi crede di poter approcciare il jazz partendo essenzialmente dal rock-jazz, finirà per fermarsi  alle forme più commerciali e consumistiche del jazz con parvenze di rock, pop, ecc, raramente si spingerà verso la scoperta dell'intero universo jazzistico che richiede molta curiosità, vivo interesso, grande passione e voglia di approfondire. 

Lasciamo stare Miles Davis.., Miles Davis, né prima, ovviamente, né dopo nelle sue rivoluzioni elettriche, le utime autentiche rivoluzioni della storia del jazz - BB - non è mai stato jazz-rock, e su questo ho già largamente motivato la mia idea.

I dischi del Davis funky, riassumento, di prima del ritiro e del ritorno sulle scene nel 1982 (uno dei primissimi concerti del rientro, fu a Roma, ed io c'ero), non tutti vennero capiti e apperezzati, ancora oggi restano incompresi da chi prova scarso interesse per il jazz predominate e si aspetta un rock che è solo marginalmente presente in qualche sparuta "coloritura"...

 

Ah.., questo vale anche per la "classica" e altri generi musicali di grande complessità.., non si arriva a Vivaldi ascoltando la sviolinata delle  4 stagioni montata in una pubblicità... Potrebbe rappresentare un punto di partenza per approfondire la musica, perchè no.., lo dicono pure quelli del marketing, i cosiddetti creativi, ma nella realtà succede solo che il prodotto reclamizzato si vende di più...

 


 

 

 

Gaetanoalberto
Inviato
11 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Non parliamo in modo generico

Dunque. La chiacchierata aveva, almeno per me, un filo logico e non generico.

Siamo partiti dalla Marie Krüttli, che è quanto di più distante dal rock e dal Vivaldi della pubblicità cui tu accenni, per cui non colgo il nesso.

Tra l'altro a me lei non piace per niente.

Però, per la curiosità di cui parliamo, ascolto quasi tutte le proposte mensili di Musica Jazz, tra le quali molte non rientrano quasi per niente nei canoni di quello che tu ritieni jazz.

Tuttavia questo a mio avviso mantiene vivo un movimento che dal mio punto di vista è utile anche al fine di non perdere la memoria del "vero" jazz a cui ti riferisci.

Ed infatti il jazz in senso proprio e questa nuova "cosa" che spesso secondo te non lo è e che altri invece chiamano jazz contemporaneo, in molti ambienti specializzati, vengono trattati nello stesso luogo.

Dunque io penso,  ma anche questa è un'opinione seppur motivata razionalmente, che la divulgazione sia uno strumento per non far morire una passione che per fortuna passa attraverso diversi approcci, il cui effetto non è prevedibile in partenza, se non filtrandolo attraverso un pregiudizio.

Quanti si avvicinerebbero, oggi dico, al jazz che entra nell'anima di quella storia umana che ne costituisce il substrato?

Senza dimenticare che il blues ed il jazz non esprimono solo sofferenza, ma anche libertà, gioia, lotta per l'emancipazione, liberazione dei sentimenti e dei sensi, e che molti jazzisti si rifiutavano di essere incasellati (anche nella lotta in corso per l'emancipazione).

E poi gli stili erano già variegati, al di là dei legami più o meno stretti o vicini con lo schiavismo e lo sfruttamento dei negri americani, e piuttosto elevata era la conflittualità critica tra gli amanti de jazz nelle sue forme più tradizionali, e quelli più inclini alle espressioni eclettiche.

Quindi, e spero la conclusione non sia generica ma razionale, io sono convinto che si debba lasciare un certo spazio di libertà di approcci, e che questo possa portare anche ad un interesse sincero e serio verso il jazz che entrambi apprezziamo, anche se, ad esempio, io ci sono arrivato, o meglio, piano piano vorrei arrivarci, anzi, non penso proprio ci sia un punto di arrivo ma solo di ripartenza, senza fretta, e (ri) partendo anche continuamente dal rock.

Se poi si sia raggiunto un particolare nirvana nella simbiosi con la radice profonda è cosa tutta da scoprire, ed anche difficile trovare il giudice titolato ad  emanare la sentenza.

Per esempio, questa chiacchierata è proprio frutto di passione ed interesse sinceri, non di superficialitá, anche se per caso i punti di vista rimanessero diversi, e sempre senza alcun intento di imparare il credo agli apostoli...si fa per chiacchierare.

 

analogico_09
Inviato

@Gaetanoalberto  La questione è più semplice e più circoscritta a un determinato argomento. Su quanto anche da te intavolato ho detto la mia chiara e infraintendibile. Ho provato a seguire la tua replica ma dopo due righe mi è sembrato che non mi avrebbe retto la pompa.., affastelli cento argomenti uno sull'altro in maniera incomprensibile, conferma giuntami non appena ho cercato di dare una rapida scorsa al resto del messaggio fuori misura, non pertinente rispetto al tema trattato. Mi sembra chiaro inoltre l'inutilità di questa frase assurda, infondata

 

1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto:

io sono convinto che si debba lasciare un certo spazio di libertà di approcci,

 

... chi vorrebbe mai negare, chi lo avrebbe scritto che non si voglia lasciare  spazio di libertà di appricci a chicchessia, etc?? Nessumo ovviamente, né il sottoscritto a cui ti rivolgi nell'esternare le tue interpretazioni speciose, o superficiali non cambia l'effetto.., a fronte delle quali ti chiudi ad ogni possibilità di dialogo.

Da sostenitore della piena libertà di espressione degli altri e della mia,  prendo anche per me stesso la legittima libertà di dire quel che penso del tuo intervento risentito, provocatorio e deborante. Con tutto il rispetto.

  • Sad 1
analogico_09
Inviato
2 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Senza dimenticare che il blues ed il jazz non esprimono solo sofferenza, ma anche libertà, gioia, lotta per l'emancipazione, liberazione dei sentimenti e dei sensi, e che molti jazzisti si rifiutavano di essere incasellati (anche nella lotta in corso per l'emancipazione).

 

 

Ah, si.., certamente, ed io cosa avrei invece scritto, cosa andrei scrivendo da sempre, cose che tu certamente avrai avuto modo di leggere?

E tutte le altre cose che scrivi ripetendo quanto abbia già proposto ma travisandone il senso.., sembra che voglia metterti in competizione ma io non provo interesse e divertimento in queste cose.

 

Parli di "pregiudizio" a uffa.., ti permetti di attribuirmi cose mai da me soistenute riprendendo i miei argomenti in maniera distorta, ovvero dando ad essi significati distorti...

Mi fermo perchè comincio già a provare gli effetti radiottavivi nel fare la radiografia del tuto scritto completamente sfocato rispetto al terreno d'indagine, oltre che evidentemente, volutamente scorretto.

Alla fine parli di giudici che sparano sentenze.., un torrente senza argini... ecc, ecc.

E poi , tra le tante altre affermazioni tirate a caso:

 

Ed infatti il jazz in senso proprio e questa nuova "cosa" che spesso secondo te non lo è e che altri invece chiamano jazz contemporaneo, in molti ambienti specializzati, vengono trattati nello stesso luogo.

 

ma che vuol dire, quale sarebbe il jazz contemporaneo, di quali ambienti specializzati parli, cosa trattano nello stesso luogo .., tutto evasivo quindi per me inconcludente.  In ogni caso la mia risposta su quello che per me è o non è , e perchè,  la trovi negli altri mie post. Ci vuole continuità e coerenza, attinenza, quando ci si pone come interlocutori su spoecifiche questioni, maggior continenza concettuaòle e con presupposto di veridicità non interpretazioni che alterano i concetti altrui ben chiariti e motivati  e su cui si potrà certamente dissentire ma non fraintendere arbitrariamente.

 

Questo spazio, dedicato espressamente al jazz autentico, non alle varie forme di fusion o commistioni di cui si parla largamente in altre stanze, è un topico che fila liscio e tranquillo da molto tempo e tale dovrà restare. 

Invito pertanto a porre fine alle polemiche inutili e provocatorie.

  • Confused 1
Inviato

Il jazz è musica pura, non più non meno di quanto non lo fosse la musica di Bach scritta a partire da arzigogoli numerici o per baciare le chiappe ai sollazzare le orecchie dei ricchi datori di lavoro.

.

Certo ci sono appassionati di cucina che amano sentirsi dire dal cuoco che ciò che stanno mangiando "ha radici nel territorio" e cose del genere ma per lo più se una pietanza è buona è buona e se è cattiva è cattiva, le radici culturali di quella pietanza, i suoi legami con il territorio ecc non rendono buona una pietanza cattiva e viceversa.

.

Certo anche nel sesso c'é chi preferisce ad un/a partner con un bel fisico ed abile nelle arti del sesso una persona meno bella ed abile mascherata da batman o wonder woman. Insomma tutti i gusti son gusti.

.

Concludendo: istruttiva la storia di Billie Holiday ed utile a capire l' artista ma confesso che se dovessi scoprire, per assurdo, che era in realtà un membro della famiglia reale inglese, educata nei migliori college britannici e ricca a miliardi di sterline continuerei ad ascoltare le sue incisioni con lo stesso piacere e provando le stesse emozioni che provo oggi.

analogico_09
Inviato

@audio_fan Mi pare - se sbaglio mi correggerai - che non ci sia mai stato concesso da parte tua il piacere di leggere un tuo intervento sul jazz in questo topic dedicato alla musica afroamericana nata nelle selvagge provincie e nelle città dalle "spalle terribili" della nazione nordamericana con succursale a Buckingham Palace - apprendo ora con autentico, vivo stupore... :classic_tongue:, insieme al fatto che con la sua musica fondata sugli arzigogoli sonori da settimana enigmistica Bach intendesse baciare le terga ai committenti. In quanto alla purezza del jazz.., quella, signora mia, appartiene solo alle giovani vergine caste e pure.., al jazz non si chiede tanto ma neppure si apprezzano le volgari derive peripatetiche che ne snaturano il nobile carattere.
Quante cose della musica e dell'arte che crediamo di conosce mentre invece ci sfuggono. Così come ci sfugge il fatto da te teorizzato (mancava all'appello.., meno male che sia infine arrivato autorevole conferma) che le condizioni storico-ambientali, esistenziali, sociali, socio-politiche, culturali, razziali, antropologiche, sentimentali, psico_e_logiche non siano affatto determinanti ai fini della creazione estetica che di esse non tiene conto non essendone influenzata, anzi caratterizzata, determinata.

Per quanto riguarda il resto, si apprezza il tuo tentativo di porre rimedio alla  prolungata assenza da questo luogo, ma non che tu intervenga con vaghezze varie ed assortite su quanto si stia specificatamente discutendo, le quali, sfuggendo probabilmente alla comprensione stessa di chi le scrive, tanto siano esse gustosamente nonsense, figuriamoci se possa capirle chi le legge se non nella giusta chiave interpretativa direttamente interconnessa con lo spirto della mascherata carnevalesca che mette in scena batman o wonder woman se non anche arlecchino e pulicinella, e la regina d'inghilterra... :classic_rolleyes:

Ma si da però il caso che qui si parla d'altro e che se se ne tollera una di "stravaganza" improvvida e paradossale, fuori argomento, non è detto che se ne possano tollerare altre.


 

Inviato

Il dibattito è molto interessante ed ho partecipato anche in passato. Mi sono fatto questa idea: quello che scrive ripetutamente Peppe (scusa ma non c'è la faccio ad interloquire con @analogico_09 🙂) è storicamente vero. Il jazz nasce da sommovimenti sociali, politici e culturali e quindi è non ripetibile, come successo per altri "movimenti musicali" nati in situazioni analoghe, il rap?

Poi, se generalizziamo, ed associamo il Jazz alla musica improvvisata, c'è sempre stato bisogno di una specie: Dixie, bop, free, post-bop, modale......

Io me la faccio bastare così, amo la musica dove su una base armonica i solisti improvvisano. E mi piacciono i miscugli. Sentite la magnificenza di Night & Day, straclassico.che sta su tutte le edizioni del Real Book, dove Corea ad un certo punto, per movimentare la serata, invece di mettere un accordo di Fa diminuita "modalizza" il pezzo introducendo un Si Bemolle frigio per introdurre il modo frigiano.

Buona anno Jazz_come lo amate a tutti

Ciao

D.

 

  • Melius 2
analogico_09
Inviato

@damiano Anche io apprezzo le contaminazioni di ogni genere musicale, con esse pure mi vi sono fatto grande, però, sarà una mia "ossessione" che non intendo affatto curare, ci tengo a prendere il jazz come jazz e le fusion contaminazioni varie assortite come tali. nulla mi vieta con viva e vibrante soddisfazione di ascoltare entrambe le cose e così... vissero tutti felici e contenti 🧡 con buona pace dei "permalosi" che non capendo quello che gli altri scrivono intrattengono se stessi con improvvidi  a volte marchiani fraintendimenti. Buone musiche di qualsiasi tipo purché siano buona musica a tutti.

  • Melius 1
Inviato
3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

figuriamoci se possa capirle chi le legge

Tranquillo, non c'era bisogno di confessarlo apertamente.

.

Per il resto nulla quaestio: lungi da me la pretesa di interferire sul tema "storia del jazz", puntualizzare che la dimensione del piacere è ortogonale a quella dell' approfondimento storico-sociologico l'ho già fatto, non mi aspettavo che si fosse d' accordo con me, certo non poteva questa consapevolezza  esimermi dall' esprimere il mio punto di vista.

analogico_09
Inviato
3 ore fa, audio_fan ha scritto:

 

 

non mi aspettavo che si fosse d' accordo con me

 

 

Posso capire, non eri d'accordo nemmeno tu con te stesso mentre scrivevi cose avulse dalle oggettive realtà storiche, socio- estetiche culturali del jazz che l'hai buttata lì tanto per vedere l'effetto che avrebbe fatto l'acuta "provocazione"...

Avrai potuto immagino sincerarti del fatto che sia un po' rischioso cercare di rubare in casa di ladri.

Per quanto riguarda invece la dimensione individuale del piacere ortogonale, foss'anche tangenziale alle suddette oggettive realtà poco fa citate, entro le quali si "muove" dalla nascita alla "morte" il jazz, non v'è nulla da obiettate, salvo provare a ricordare per la seconda volta (alla terza ci arraBBiamo...  :classic_laugh:) che questa discussione è dedicata al jazz, non ai de gustibus, agli l'è bel, l'è brut personalistici di nessuna utilità ai fini di una pacata, costruttiva e pertinente discussione al netto delle autoreferenzialità ed isiosincrasie private.

analogico_09
Inviato
4 ore fa, damiano ha scritto:

Night & Day, straclassico.che sta su tutte le edizioni del Real Book, dove Corea ad un certo punto, per movimentare la serata, invece di mettere un accordo di Fa diminuita "modalizza" il pezzo introducendo un Si Bemolle frigio per introdurre il modo frigiano.

 C'è molto di BB in questo brano.., d'altra parte Cicco Rea, come lo chiamavamo scherzando da giovani, è Corea.., fu uno dei fautori di quel disco epocale.., riconoscibilissime le sue sonorità, gli accordi modali, spagnoleggianti..

La versione di questo celebre brano è jazz, pieno e grande.

Mi pare riconoscere nel trombettistas molto davisiano Wallace Roney, era con Miles nel concerto Live at Montreux organizzato da Quincy Jones - uno degli ultimi di Davis prima di morire -  e si vedeva che andava in "deliquio" per il "divino" da come lo guardava.., come cercava di "imitarlo"... Davis diede evidenti segni di apprezzamento per le sue porformance... fu un'ottima spalla su cui Davis, stanco.., probabilmente già molto provato in salute, si "appoggiò".

 

 

 

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