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mahler seconda sinfonia


cactus_atomo

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Inviato

A proposito di Bernstein con la seconda di Mahler: mi viene un parallelo pianistico immediato con l’ottava sonata di Prokofiev suonata da Lazar Berman. A volte, se il talento c’è, rallentare fino all’inverosimile il tempo di un brano esalta il suo pathos, apre orizzonti lontani, consente di far emergere dettagli sconosciuti. Un po’ come se uno aprisse uno scrigno segreto. Ma è un gioco pericoloso, come camminare sulla lama del rasoio. Solo i grandi ci riescono.

  • Melius 1
Inviato
14 ore fa, giorgiovinyl ha scritto:

Rattle in una delle sue migliori incisioni, Birmingham però non Berlino.

 

Molto molto bella e intensa, mi pare anche unanimemente osannata dalla critica. 

È anni che non la ascolto ché quasi l'avevo rimossa. E siccome sono un casinista chissà dove ho infilato il CD. 

Benedetta liquida (e maledetto io quando mi rompo le balle a liquefare). 

Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

L’orchestra e’ quella grandiosa della radio di Monaco (l’unica che in Europa puo’ oggi competere con le due somme che neanche nomino per ovvieta’)

 

Non esagerare dai, almeno Concertgebouw e London Symphony e in anni recenti la citata Budapest Festival offrono uno standart tecnico e virtuosistico pari a Berliner e Wiener. 

Non avranno magari il particolarissimo colore strumentale delle due, che peraltro (mi riferisco soprattutto a Vienna) in certi momenti e repertori diventa un filo un orpelluccio.

Eresia, ormai l'ho detta. 

Ma ad es. il Concertgebouw è da decenni che offre questa magnificenza sonora, non del tutto afferrabile su supporto ma perfettamente intuibile se la registrazione è di alta qualità. 

Come l'eccezionale quarta di Leonard (baciata da dio, forse esiste) che sto ascoltando ora, metà anni ottanta quando ancora ero piccino per frequentare sale da concerto. 

Vabbè che c'è Bernstein sul podio, ma onestamente che cosa gli vuoi dire a sti professori olandesi. Una bellezza ammaliante degli archi, una rotondità dei legni, un'incisivita' squassante degli ottoni...mamma mia. 

Ecco ho parlato pure come un cazzone audiophilo.

 

Inviato
11 ore fa, aldofranci ha scritto:

Non esagerare dai, almeno Concertgebouw e London Symphony e in anni recenti la citata Budapest Festival offrono uno standart tecnico e virtuosistico pari a Berliner e Wiener. 

Sorry nessun confronto possibile e le ascolto abitualmente tutte. Wiener Berliner altro campionato proprio. Dal vivo differenze evidentissime.

 

Inviato

Pensa che ieri sera proprio questo commentavamo a margine dei due concerti della Staatskapelle di Dresda (Bruckner e Beethoven): certo se ci fossero stati i celli e i legni di Vienna o gli ottoni dei Berliner…

Ovviamente non parliamo della capacita’ tecnica di suonare, ma del “modo”, inimitabile

L’orchestra di Fischer fra le citate e’ la migliore.

London e Concertgebow attualmente non hanno grandissima riconoscibilita’ come in passato.

Rattle se ne e’ andato quasi subito ora arrivera’ Pappano a dare un po’ di personalita’ a un’orchestra ottima tecnicamente ma lontana dal tempo di Abbado. Anche il Concertgebow punta a un nuovo corso con Makeela.

Penso che un appassionato di classica dovrebbe ogni tanto concedersi qualche giorno a Vienna o Berlino (coi voli low cost airbnb ecc e’ una cosa fattibilissima per chiunque), cambiano molti paradigmi e la cosa aiuta anche l’audiofilia

Inviato

Ad esempio a mio parere, oggi, anche se meno prestante tecnicamente, Santa Cecilia e’ piu’ goduriosa da sentire di London e Concertgebow

Inviato

In scia a quanto dice @cactus_atomo mi sento di suggerire Inbal: la sua seconda e' molto buona e ben incisa.

In realta' tutto il ciclo Denon di Inbal e' molto buono e le incisioni sono tra le piu' naturali in circolazione (era pure uscito con l'etichetta Brilliant). 

Molto buono Ivan Fischer e aggiungerei pure Gergiev con la LSO. 

Inviato
Il 12/9/2022 at 20:39, Aless ha scritto:

Boulez. Senza se e senza ma 😍

... ma anche Solti con la Chicago, trovo ottima la registrazione. 

Inviato
5 ore fa, hinsubria ha scritto:

ma anche Solti con la Chicago, trovo ottima la registrazione. 

d’accordissimo. Ho l’integrale Decca su LP: grande sezione fiati e ottoni

  • 1 mese dopo...
Inviato

@aldofranci @mozarteum Negli ultimi due anni di “regno” di Rattle, i Berliner Philharmoniker erano messi, dalla critica internazionale, al secondo posto delle orchestre del mondo… i Wiener al terzo… e al primo.. ? Al primo posto c’era, stabile da alcuni anni, l’orchestra di Amsterdam. Orchestra straordinaria, con una sala difficile “da registrare” ma dall’acustica eccellente (la sala la conosco bene, fin da ragazzo… ho vissuto diversi mesi ad Amsterdam in Erasmus…).

D’accordissimo con le vostre segnalazioni, in particolare Abbado e Bernstein.

Ma Abbado “nasce mahleriano” proprio con le seconda sinfonia, eseguita come suo esordio internazionale (invitato da Karajan, ma già allievo di Bernstein, ecco perché Mahler..).

La sua prima incisione è infatti la seconda, a Chicago, ed è una seconda splendida… non inferiore a quella di Vienna e quella di Lucerna…

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In attesa fervida che la DG si decida a metterla in HiRes… ma anche così in CD la registrazione è molto bella…

E… Boulez, come non citare la sua splendida ultima seconda sinfonia con i Wiener? Peraltro forse proprio questa con Boulez sarebbe stato il mio suggerimento “audiofilo”, qualità audio superlativa  coniugata alla straordinaria qualità artistica.

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Inviato

In vinile ho la Kubelik con Coro e Orchestra della Radio Bavarese. Non sono un fine audiofilo, ma penso che la registrazione sia ottima, eccezionale il lavoro che fa il direttore nel sottrarre un po' le sontuosità enfatiche delle sinfonie di Mahler (cosa che non mi ha spinto fino ad ora a prendere la tessera del "partito" mahleriano pur essendo un "simpatizzante" del compositore boemo).
Kubelik predilige il polso ritmico e il senso della progressione temporale sempre in avanti per rendere più fluide e trasparenti le fitte tramature tematiche e i serrati incastri contrappuntistici, in modo meno tardo-"romantico", come a voler recuperare l'espressione "classicistica" più vicina al "modo" compositivo innovativo quando non rivoluzionario novecentesco, di cui Mahler è "carsico" anticipatore, il quale inizia a distanziarsi dal "sentimento" e dalla forma compositica ottocentesca.

Ciò potrà dare l'impressione di un "raggelamento" del forte impatto emotivo e spirituale emanato dalla musica mahleriana; a me fa invece pensare ad una volontà di provvidenziale rarefazione e di "asciugatura" del toni di forma, di stile, di linguaggio e d'espressione più "umidi", più scontati, se vogliamo, in un certo senso più "autoritari" nel momento in cui nell'accentuare, caricare ulteriormente le parti "struggenti" che emergono per via naturale mentre si "suona", poichè già presenti in partitura, l'ascoltatore non avrà altro da "immaginare" e "sentire" in  proprio perdendo di vista la forza, l'intima, lirica suggestione puramente musicale di una composizione che Kubelik libera finalmente dalle tante "letterature" che le sono state cucite addosso.

Nel riascoltare questa seconda sinfonia diretta da Kubelik e di fronte a tanta misurata ma felice musicalità, non più autoreferenzialmente interpretata, mentre mi sembra di riscoprire un mondo musicale sconosciuto, di provare la senzazione di stupore che si prova di fronte all'inaudito, ho deciso che prenderò anch'io la tessera del "partito" musicale mahleriano. 😎
 

 

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  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

@analogico_09 Beh, Peppe, sei in buona compagnia a stimare Kubelik come un grande interprete di Mahler: pensa che Barenboim ebbe a dichiarare che per lui è proprio Kubelik l’interprete di riferimento, proprio per le caratteristiche che tu hai ricordato sopra…

Fra le nove sinfonie, tuttavia, quella diretta da Kubelik che mi convince meno è forse proprio la seconda…. D’altra parte a “minimizzare” il kitsch della musica Mahleriana, come fa Kubelik, si rischia di cadere quasi nella noia. Le strade che invece io preferisco sono altre due, e fra loro opposte: l’esaltazione suprema del kitsch come fa Bernstein, oppure la sublimazione del kitsch a pura architettura musicale quasi ante-dodecafonia, come fa Abbado,

Detto questo, non c’è dubbio che Kubelik sia anche uno dei miei interpreti di riferimento..

Inviato
13 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Le strade che invece io preferisco sono altre due, e fra loro opposte: l’esaltazione suprema del kitsch come fa Bernstein, oppure la sublimazione del kitsch a pura architettura musicale quasi ante-dodecafonia, come fa Abbado,

sono perfettamente d'accordo, e complimenti per il modo chiaro in cui hai espresso un concetto difficile e specialistico.

Inviato
Il 17/11/2022 at 00:14, SimoTocca ha scritto:

D’altra parte a “minimizzare” il kitsch della musica Mahleriana, come fa Kubelik, si rischia di cadere quasi nella noia. Le strade che invece io preferisco sono altre due, e fra loro opposte: l’esaltazione suprema del kitsch come fa Bernstein, oppure la sublimazione del kitsch a pura architettura musicale quasi ante-dodecafonia, come fa Abbado,

 

 

Veramente trovo molto musicale e non già noiosa la maggior "continenza" degli aspetti kitsch mahleriani da parte di Kubelik. Bernstein, un grande direttore e "concertatore" particolarmente "emotivo", un po' in tutti i repertori, tende ad evidenziare le "emozionalità" di Mahler dove la somma delle emozionalità compositive ed interpretative, tutt'altro che spiacevoli, di grande presa emozionale, pagano tuttavia un discreto tributo alla "letteratura".
Abbado è, in tutto, un mondo a parte.., come giustamente affermi il grande Claudio mette tra l'altro in risalto la "quasi ante-dodecafonia" mahleria a cui facevo anch'io cenno nell'altro post attribuendo a Kubelik questa fondamentale particolarità interpretativa (forse Bruno Walter, altro interprete della insigne ed espressiva asciuttezza musicale, docet.., d'altra parte chi meglio del grande allievo potrebbe conoscere più a fondo il Maestro?)

Apprezzo in modo particolare Abbado nella sesta sinfonia, dove le mie conoscenze interpretative del sinfonismo mahleriamo non sono tuttavia particolarmente ampie e varie anche se le fondamentali non me le faccio mancare.
Poi ognuno di noi ha le sue preferenze tra tante interpretazioni di riferimento senza addentrarci maniacalmente nella ricerca del riferimento dei riferimenti... 😄 Io per la quarta ad esempio, pur apprezzando molto la Bernstein, prediligo emozionalmente e "prelogicamente" Maazel con RSO Berlin nonostante non sia forse considerato un "riferimento". Sarà forse preferenza anche perchè fu con quel vecchio disco che ai primi dei  '70 "scoprii" la quarte di Mahler che resta la mia sinfonia preferita delle nove/dieci, nella quale si condensa - magari un po' disossata ma non dissalata... -  una sorta di summa del mondo musicale sinfonico/liederistico malheriano.

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