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Il vinile è solo una moda? Parliamone


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oscilloscopio

@Mr. Audiofilino  Personalmente ascolto di tutto (se dai un'occhiata al thread "Il disco in vinile che stai ascoltando" te ne rendi conto) ed ho già una collezione abbastanza consistente, quindi è difficile che cerchi qualcosa di preciso, ma "ravanando" negli scatoloni alla fine qualcosa di interessante lo pesco sempre.

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io ho comprato circa 200 vinili near mint su discogs tutti da stranieri, principalmente da venditori tedeschi, di solito ne prendo almeno 3 dallo stesso venditore per ammortizzare i costi delle spedizioni, poi se hai paura che ti ritrovi a casa un disco pieno di graffi o che suona male anche se ti viene veduto come near mint puoi scrivere al venditore che nella maggior parte dei casi accetta o di riprenderli o di farti tenere i dischi e rimborsarti parzialmente, a me è capitato qualche volta di dover o rispedire o farmi rimborsare perchè non erano near mint ma very good plus e non hanno mai fatto problemi, basta comprare da quelli che hanno 100% di feedback positivi perchè significa che è una persona seria e in caso di problemi li risolvete parlando

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2 ore fa, OTREBLA ha scritto:

Se si parla del vinile per il vinile, riversato da file digitale, tirato insieme come viene, è senz'altro più facile che esso si rivolga  al pubblico più sensibile alla moda del ritorno al vinile, come oggetto iconico e di tendenza, e che in tale ambito trovi il suo mercato di smercio.

Tuttavia l'audiofilo è scarsamente se non affatto toccato da queste dinamiche. Certo, ci si ritrova in mezzo, suo malgrado, viene continuamente tirato in ballo, poiché è in cima alla lista degli acquirenti di vinile, ma non è realmente della partita.

 

Corollario di questo tuo ragionamento però è che il vinile ha senso solo come "reperto storico", diciamo meglio come documento sonoro di un epoca in cui la musica non incontrava il bit (se non per qualche effetto d'ambienza).

Questo perché tutta la musica prodotta da almeno i primi anni novanta ad oggi è - salvo eccezioni che non hanno neanche la consistenza numerica per essere definite "nicchia" - un affare in tutto o in parte digitale: dalla registrazione primigenia dei segnali microfonici al mastering finale. 

 

Nel rock, pop e derivati permangono in molte produzioni (non tutte) da un certo budget a salire passaggi intermedi della lavorazione ancora nel dominio analogico: essenzialmente il missaggio al banco e qualche insert di processore vecchia scuola. 

 

Nel jazz e dintorni l'uso dell'analogico nelle fasi mediane è già più limitato ma ancora presente. 

 

Nella classica manco a parlarne, da quando lascia il pre microfonico a quando esce dal lettore o Dac domestico - o da quello professionale per la stampa su vinile - il segnale è un affare numerico al 100%. È questo sin quasi dagli esordi del digitale. 

 

Dunque che si fa? 

Ho intepretato correttamente, oppure ho forzato i termini del tuo ragionamento? 

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Dopo 25 anni circa di astinenza mi sto riavvicinando al vinile, è da una vita che sento che è una moda passeggera, ma ogni anno invece di finire continua ad andare avanti imperterrita...diciamo che se è una moda è una moda con una durata fuori...moda.

Riguardo ai generi metterei disco-funk-soul-rock-italiana ecc....nel mirino di un acquisto di vinile...jazz nel mirino doppio cd-vinile e per finire classica quasi esclusivamente cd.

Non accetterei un abbonamento streaming manco regalato e se dovessi scegliere tra un solo album in vinile o cd e un migliaio di files la mia scelta andrebbe al disco fisico.

Ci ho messo così tanto a ritornare al vinile sia perchè bisogna avere pazienza nell'organizzare un set-up analogico e io sono ZERO nel settare giradischi testina prephono  braccio ecc....sia perchè dovrei lavare in qualche maniera i miei vinili (circa un migliaio) dato che sono stati per una vita in stato di "morte apparente".

Vediamo se ci riuscirò....comunque come avevo già avuto modo di postare precedentemente fa impressione il balzo che le vendite su Discogs hanno avuto durante l'anno pandemico:

 

 

https://www.djmagitalia.com/vinili-cd-cassettine-discogs/

 

 

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8 ore fa, Mr. Audiofilino ha scritto:

purtroppo io mi trovo solo vinili di mastering digitale perchè ho iniziato da poco...

In pratica dalla metà degli anni '80 in poi....

Ma se un disco suona bene o vi piace perché dannarsi l'anima cosi ?

Il grosso del suono lo fa il processo di post produzione, se li c'è il manico il disco suona bene, digitale o meno.

 

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9 ore fa, aldofranci ha scritto:

Dunque che si fa? 

Ho intepretato correttamente, oppure ho forzato i termini del tuo ragionamento? 

Bah, certo che il vinile è storico, sotto il profilo temporale lo è.

Com'è storica quest'opera di Mondrian, che ha cento anni:

.

mondrian-1024x807.jpg

.

All'atto pratico, su cento persone che si troveranno per la prima volta davanti a questo quadro, novantanove non saranno in grado di collocarlo nella sua epoca, al contrario lo attribuiranno ad un'epoca recentissima.

Io ieri ascoltavo un vinile della cantante Jazz Dee Dee Bridgewater, registrato nel 1990 in digitale. 

Suona molto bene, ma è un suono digitale ormai non più in voga. Dettagliato, rifinito, scontornato, un suono digitale definitivamente "storicizzato" e mandato in soffitta. Quantomeno in ambito audiofilo. Appartiene alla sua epoca e viene facilmente riconosciuto come tale. 

Sempre ieri ho ascoltato altri vinile di Jazz le cui registrazioni risalgono a vari decenni prima della registrazione digitale di cui sopra, ed il loro suono è assolutamente moderno, attuale, quasi che le si potrebbe scambiare per registrazioni effettuate l'anno scorso.

Naturalmente sono registrazioni storiche, e chi può dire il contrario? Però se tu quel disco non lo hai mai ascoltato ti verrà di collocarlo tra le opere moderne tanto quanto il disco di Jazz registrato ieri. L'effetto è lo stesso del quadro di Mondrian agli occhi di chi lo osserva per la prima volta.

Ci sono cose che non invecchiano. La biro Bic risale agli anni '40, sebbene sia tuttora in uso, e nessuno si sognerebbe di definirla un reperto storico (eppure lo è).

Alberto.

 

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@floyder Idem , primo vinile comprato 1976 , aggiungo che per i giovani potrà essere anche una moda ,

ma per noi ,nella nicchia, che non abbiamo mai smesso di comprare nemmeno negli anni bui, quando le uscite erano pochissime, non lo è di certo.

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I giovani hanno senso pratico e meno filtri mentali e hanno capito che non è sbagliato avere qualcosa di tangibile in cambio di ciò che si paga per fruire della musica (artwork, supporto fisico, testi in grande, foto ecc). 

Poi c'è un fattore moda innegabile, fa molto cool. 

 

Essendo io stato parte di quei giovani (ero ventenne) che nei bui anni '90 non hanno mai mollato il vinile neanche quando dovevi battere tutti i negozi per trovare una-copia-una di quel disco appena uscito, a me la cosa fa solo che piacere.

Perchè, e come me altri, sotto sotto lo sapevo che non sarebbe morto il vinile... Un po' come il libro cartaceo oggi in era di Kindle.

 

Poi ci sono stati quelli che defenestravano scaffalate intere di preziosi LP (con annessi giradischi) perchè era stata decretata la superiorità del CD. Ma erano quelli che avevano sempre vissuto con fastidio la polvere, il tic nel solco, l'impronta del dito, l'umana imperfezione del disco nero.

 

Loro oggi vivono bene con lo streming, mentre noi amanti del vinile (giovani compresi) viviamo bene anche con un po' di polvere fra i solchi. E chi se ne importa della provenienza del master, il punto non è quello.

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