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Melius Club

Produttori hi-fi italiani attivi oggi, 2023


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Inviato
16 minuti fa, Renato Bovello ha scritto:

Quale ampli stai usando ? Il Roma ? Se ben ricordo avevi anche un Accuphase in classe A o mi sbaglio ? Grazie

Ciao,

sto usando un Roma 510 ac.

Mai avuto un Accuphase pero’.

 

  • Thanks 1
Inviato

@samana anche perche' non credo che lo avresti cambiato cosi' facilmente...😉

SALVO.

Inviato

Aggiungerei Serblin & Son, Zingali e Dromos, di cui in realtà ho perso le tracce…

Inviato

Io dico la mia. Marantz, Denon, Piooner, Naim, ecc ecc ecc tra molti anni ancora ci saranno, perchè sono società, assumono personale, fanno ricerca, investono e hanno un occhio verso il futuro. Molti produttori italiani anche se alcuni bravi, tra dieci, quindici o vent'anni chiuderanno perchè sono degli accentratori. Non passano lo scettro, non hanno all'interno delle loro aziende un ricambio generazionale per lasciare un seguito. Vogliono andare avanti finchè possono e poi chiudere i battenti. 

  • Melius 1
Inviato
15 minuti fa, Lepidus ha scritto:

non hanno all'interno delle loro aziende un ricambio generazionale per lasciare un seguito

Molte di queste aziende italiane sono poco più che a livello familiare, ci si preoccupa dell'assistenza per qualche marchio esotico quando aziende corregionali manco rispondono ad una mail.

Resto sempre dell'idea che i marchi, non solo italiani, siano troppi, alcuni sono solo delle meteore, ma se compri da loro qualcosa anche di estremamente bensuonante nel giro di poco tempo potrebbe trasformarsi in un bel fermacarte costoso 

  • Melius 1
Inviato

Oltre ai soliti noti marchi italiani, vorrei citare con piacere Audiogram di Pisa attiva da oltre 30 anni!

Renato Bovello
Inviato
29 minuti fa, speaktome74 ha scritto:

ai soliti noti marchi italiani, vorrei citare con piacere Audiogram di Pisa attiva da oltre 30 anni!

Pensavo che non fossero più sul mercato . Felice di essermi sbagliato . Ho ascoltato i loro prodotti solo nelle varie fiere ma ho sempre percepito qualità e, soprattutto, persone competenti e appassionate alle spalle di questo marchio . Sono contento che lavorino ancora . Peccato che sia molto difficile ascoltare i loro prodotti . Davvero un peccato . Mi sono sempre sembrate persone molto serie , quasi a disagio in un mondo , quello dell’Hifi , basato spesso più sulle chiacchiere che sulle  prestazioni 

ascoltoebasta
Inviato

Purtroppo ciò che ha scritto @Gici HV  corrisponde in moltissimi casi a verità,tanti bravi produttori si limitano ad una ristrettissima cerchia di "aiutanti" e trasmettono poca garanzia di assistenza,Audio Analogue esiste da molti anni,così come Opera,la Lector esiste da 40 anni,ma non sono molte ad avere una storia così longeva ed una struttura che possa garantire continuità.

albicocco.curaro
Inviato

Un mio caro amico ha un eccellente impianto completamente italiano (a parte la testina ed il braccio del giradischi)

Elettroniche Norma, giradischi Vyger e diffusori Diapason. Cavi di potenza mi pare Cableless.

Abita in Lombardia, non lontano quindi da Cremona (Norma Audio) e da Brescia (Diapason) mentre da Roma (Vyger) sono saliti in Lombardia a consegnare e montare presso la sua abitazione il giradischi.

Il vantaggio di acquistare le eccellenze italiane.

 

 

 

  • Melius 1
Inviato
11 ore fa, magoturi ha scritto:

anche perche' non credo che lo avresti cambiato cosi' facilmente...😉

Quien sabe ? 🙂

Inviato

Vi siete dimenticati di citare la Dufay Srl dell' ing. Phd Dufay 

Inviato

 

Cantico.

Ho recentemente avuto modo di ascoltare i suoi  CX8 Monitor pilotati dal S.E.T. di 845 ( @FabioSabbatini: orrore! 😅 )

per me un gran bel suono.

Anche in questo caso, purtroppo, si tratta di piccola realtà commerciale destinata a non si sa bene quale futuro. 

Peccato, perchè qui, come per altri già citati, il problema a mio avviso è proprio questo: taluni di questi Signori producono oggetti di qualità altissima e suono superbo, spesso molto superiore ai più blasonati marchi tanto in voga. Ma dietro troppo spesso non esiste una realtà commerciale in grado di sopravvivere al fondatore, nella maggior parte dei casi.

 

Inviato

New Audio Frontiers, che ha un sito molto, molto inglese...

albicocco.curaro
Inviato

Puntomusica, ottimi diffusori prodotti a Roma 

 

 

Inviato

@Lepidus Ricordiamoci che in Italia ci sono grandi menti in tutti i settori, ma purtoppo qui fare azienda, con tutti i costi elevati, diventa davvero una grande sfida. All'estero assumono personale per la ricerca, ma le leggi sulla flessibilità del lavoro sono ben diverse da quelle di casa nostra. Il discorso è molto complesso, ma anche la domanda, in italia, per via degli stipendi vergognosi, non incontra, spesso, l'offerta dei nostri produttori. Un insegnante in italia al netto prende 1.5 k, in america 10k... Se ci fate caso, tanti produttori di ellettroniche italiane hanno i siti solo in inglese, ci sarà un motivo... Quindi chiamarli "accentratori" mi pare fuori luogo. Io spero che trovino i giusti mercati per esportare le nostre eccellenze, e che non chiudano mai

  • Melius 2
Inviato

La mia opinione è molto semplice se apri un impresa in Italia come all'estero perché di piccole imprese anche nel mondo dell'Hi-Fi ne esistono una  miriade anche in altri stati.

Se hai un'idea realmente originale e valida che porterà ad un prodotto che si diversifica rispetto agli altri allora  ingrandirsi anche perché lo scopo di qualsiasi impresario o imprenditore é quello di ingrandirsi e conquistare più mercato e nuovi mercati.

Se no resti un impresa medio piccola magari con buoni prodotti anche con un buon rapporto qualità prezzo ma che non si diversificano dal resto del mercato.

Il successo di qualsiasi prodotto di nicchia o no é sempre decretato dalla percentuale che é riuscito ad occupare nel suo mercato ed alla possibilità di crescere ulteriormente.

Inviato
21 minuti fa, Merlino ha scritto:

Ricordiamoci che in Italia ci sono grandi menti in tutti i settori

Troppo pochi e non certo più della media e meno che mai della media dei nostri competitori 

E sono in diminuzione 

Molti di quelli bravi vanno altrove 

Qui manco trovi facilmente chi parla inglese tra i laureati in discipline tecniche, figuriamoci 

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