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2035 stop alla vendita di mezzi a benzina e diesel


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  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@wow il mercato dell'auto è in crisi, regge  dorza di incentivi puvbblici e rottamazioni, strumenti che non possono durare allinfinito. se non si passa all'aletrrico la genete allungherà la vita delle auto che ha, ai produttori serve unu qualcosa che stimoli i consumatori a compare auto. e l'idea che si andrà prima o poi verso lpelettrico frana ulteriorimete gli acquisti, anche senza una decisione ue

il punto è che molte realtà produttive non sono pronte e neppure ci hanno provato a transitare verso leletrico

Inviato

Il fatto è che le auto costano troppo, elettriche o a scoppio che siano e la gente fa bene a cambiarle solo quando sono tanto logore da diventare inaffidabili.

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@wow perfettamente d'accorod, produttori e consumatori hanno bisogno di scelte chiare e definte, nell'interesse di tutti. certo con l'elettrico la mia amica che resta spesso senza benzina e deve cercarsi un distributore dove riemire la tanichetta si trivrebbe in diffioltà

Discopersempre2
Inviato

Chissà come saranno contenti di tutto ciò gli "arabi" e i loro rubinetti d' oro ecc. ecc.🤔

  • 2 settimane dopo...
Inviato

 

 

 

Salvini guida la fronda anti e-car per relegarci in coda all’europa

Dopo il rinvio dell’intesa per lo stop ai motori termici nel 2035, oggi si riuniscono i Paesi contrari. Berlino pensa a un mini slittamento. Roma ormai si accoda a Polonia&c.

Il Fatto Quotidiano13 Mar 2023» Ettore Bofanno

 

La missione Il ministro dei Trasporti Salvini vuole fermare lo stop al motore termico nel 2035

La partita di poker sulle auto elettriche si gioca, da questa mattina, a Strasburgo. A dare le carte, e con un ruolo decisivo verso un rinvio del phase out del vecchio e inquinante motore endotermico entro il 2035, sarà ancora una volta la Germania, rappresentata dal ministro dei Trasporti Volker Wissing, esponente dei liberali di Fdp. Accanto a lui siederanno sicuramente il suo collega italiano, Matteo Salvini, e il suo omologo della Repubblica Ceca, Martin Kupka. Italia e governo ceco, assieme a Polonia e Bulgaria, avevano già provocato, la settimana scorsa, il rinvio della ratifica finale da parte della Ue del termine del 2035. Un mini-veto che ha prodotto il blocco attuale grazie proprio alla posizione tedesca: una sorta di “astensione” per riaprire le trattative.

Una scelta, quella del governo di Olaf Scholz, che in queste ore sarebbe sempre più tormentata e che si spiega con le tensioni nell’esecutivo di Berlino tra i liberali (crollati nelle recenti elezioni regionali nella capitale), difensori del prolungamento della vita dei motori tradizionali, e i socialdemocratici (il partito del cancelliere) e dei Verdi: più attenti alla transizione ecologica. A spingere Scholz a rispettare la scadenza del 2035 sono invece i presidenti dei länder a guida Spd, come quello della Bassa Sassonia Stephan Weill, la regione della Volkswagen, che ha criticato il rinvio: “Una scelta che non serve a nessuno”.

CHE COSA DIRÀ

a questo punto Wissing a Strasburgo? C’è chi parla di una mediazione che potrebbe mantenere comunque la Germania dalla parte dei dissidenti. In particolare, una riprogrammazione delle scadenze secondo tre step: il 2030, il 2035 e, infine, il 2040 come data ultima per l’uscita di scena quasi totale dei motori tradizionali. Una tempistica che consentirebbe di programmare l’abbandono progressivo della benzina sostituendola con carburanti e-fuels (sintetici) e bio (prodotti da grano, mais, bietola, canna da zucchero, olio di palma ecc.). Soluzioni che potrebbero poi garantire una “nicchia” di sopravvivenza per i motori endotermici nell’era elettrica.

Chi sta con chi, però, nella battaglia europea? Contrari a qualsiasi rinvio sono: Paesi Bassi, Svezia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Austria e Irlanda. Al tavolo di Strasburgo, invece, sono stati invitati anche Francia, Spagna, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Portogallo, Romania, Slovenia e Finlandia. Bisogna vedere chi deciderà di presentarsi, anche se Madrid

e Parigi hanno già fatto sapere di essere in disaccordo con Italia e alleati. Un’ulteriore stallo potrebbe provocare uno scontro molto duro nella Ue, quasi senza precedenti.

Gli interessi in gioco, sotto le posizioni dei governi nazionali, sono quelli di una parte dei produttori (anche se Volkswagen e Stellantis, per esempio, hanno già cominciato ad avviare la propria transizione elettrica o, perlomeno, a dichiararla: come nel caso del colosso nato dall’assorbimento di Fca-fiat in Peugeot) e, per quanto riguarda l’italia, del comparto della componentistica ancora legata al motore termico.

Ed è dunque proprio la posizione di Roma che appare, nello scontro europeo, come la più autolesionistica e, in qualche modo, la più irresponsabile. Sostenuta e alimentata con la retorica del made in Italy e della gloriosa tradizione automobilistica del nostro Paese.

MA SONO i numeri a bocciare questa visione “patriottica”: l’italia non è più competitiva in quel settore. Con un solo produttore ormai (Stellantis), nel 2021 il nostro Paese si è fermato a 450 mila vetture, scendendo al 7° posto in Europa dietro Germania (3 milioni e 339 mila), Spagna (2 milioni e 98 mila), Francia (1 milione e 351 mila), Repubblica Ceca (un milione e 11 mila), Slovacchia (un milione) e Regno Unito (932 mila). Nel 2022, la situazione è peggiorata: ottavo posto, scavalcati dalla Romania e tallonati da Ungheria e Polonia.

Tutto ciò in un mercato interno delle vendite che è il peggiore della Ue e con una composizione delle produzioni di Stellantis affidato per circa 100mila vetture alla Panda, un modello presto destinato ad essere abbandonato. Al contrario oggi sono proprio le vetture elettriche del marchio Fiat, le 500, ad aver raggiunto la stessa cifra: quasi un quarto del numero complessivo delle auto uscite dagli stabilimenti italiani del gruppo francese. Solo favorire il diffondersi delle e-car, dunque, può far sperare in un serio risveglio di una produzione italiana quasi marginale.

UN DATO, quest’ultimo, che dovrebbe far riflettere il governo Meloni. Rinviare la transizione all’elettrico, o addirittura tirarsene fuori, significherebbe infatti far pagare al nostro sistema industriale e ai suoi lavoratori un conto esiziale. E tutto mentre l’europa, soprattutto per quanto riguarda i grandi produttori, va avanti con rapidità: nel treno della produzione automobilistica a motore elettrico, l’italia rischia così di ritrovarsi nei vagoni di coda. In compagnia, appunto, di Romania, Polonia e Ungheria.

La prospettiva è restare ai margini: non avremmo più o quasi produzione e componentistica (non più quella del motore termico, ma neppure quella per l’elettrico), saremmo poi vassalli del resto dell’europa, degli Usa e ancora della Cina per ciò che riguarda la fornitura del vero “cuore” delle nuove auto: le batterie. Così come anche gli “espedienti” dei carburanti alternativi appaiono un’illusione, aldilà del grande inquinamento che sarà inevitabile per produrli. A cominciare da quelli bio, il cui costo di produzione è tra i 4-5 euro al litro, senza per il momento tener conto delle possibili accise.

“Nel nostro Paese, sulla strada del motore elettrico mancano, è vero, molte cose - dice Giorgio Airaudo, segretario della Cgil Piemonte ed ex leader delle battaglie Fiom ai tempi di Sergio Marchionne - Le infrastrutture, a cominciare dalla rete per le ricariche, il coraggio imprenditoriale in questa sfida, le sovvenzioni pubbliche, come invoca spesso l’ad di Stellantis, Carlo Tavares, la visione statale e la programmazione per una profonda riconversione del settore auto e della formazione dei lavoratori. Ma tutto ciò si può cambiare, basta volerlo: dire no sarebbe invece una sciagura nazionale”.

L’alternativa, a questo punto, non può essere quella di chi, come Salvini, si presenta a Strasburgo pensando più agli equilibri elettorali del voto europeo del 2024 che al futuro del sistema industriale italiano.

Irrilevanza Siamo all’ottavo posto per auto prodotte e senza la Panda sarà peggio: l’elettrico è l’ultimo treno. La bufala di bio carburanti ed e-fuels

Inviato
40 minuti fa, wow ha scritto:

Così come anche gli “espedienti” dei carburanti alternativi appaiono un’illusione, aldilà del grande inquinamento che sarà inevitabile per produrli

Mentre i miliardi di kw che dovranno sostituire benzina/gasolio/metano/GPL pioveranno dal cielo. Lasci l’auto in strada la sera, e la mattina è carica. Magia… e stupore.

Inviato
1 minuto fa, LeoCleo ha scritto:

Lasci l’auto in strada la sera, e la mattina è carica

Può accadere, ma è carica(ta) sopra ad una bisarca e non la vedi più. Magia....

Inviato
1 ora fa, wow ha scritto:

Paesi Bassi, Svezia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Austria e Irlanda. Al tavolo di Strasburgo, invece, sono stati invitati anche Francia, Spagna, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Portogallo, Romania, Slovenia e Finlandia. Bisogna vedere chi deciderà di presentarsi, anche se Madrid è Parigi hanno già fatto sapere di essere in disaccordo con Italia e alleati. Un’ulteriore stallo potrebbe provocare uno scontro molto duro nella Ue, quasi senza precedenti. 

Se ci fossero più marmotte sentinella come te, i simpatici animaletti che fiutano l'aria e avvertono i pericoli laddove gli altri  non si accorgono di nulla, certamente i Paesi sopra elencati non sbaglierebbero su scelte strategiche di questo calibro e si allineerebbero a Paesi più saggi come Polonia, Romania ed Ungheria. 

Poi, orrore, parlano anche quegli ignorantoni di sindacalisti 

1 ora fa, wow ha scritto:

Nel nostro Paese, sulla strada del motore elettrico mancano, è vero, molte cose - dice Giorgio Airaudo, segretario della Cgil Piemonte ed ex leader delle battaglie Fiom ai tempi di Sergio Marchionne - Le infrastrutture, a cominciare dalla rete per le ricariche, il coraggio imprenditoriale in questa sfida, le sovvenzioni pubbliche, come invoca spesso l’ad di Stellantis, Carlo Tavares, la visione statale e la programmazione per una profonda riconversione del settore auto e della formazione dei lavoratori. Ma tutto ciò si può cambiare, basta volerlo: dire no sarebbe invece una sciagura nazionale”.

 

Le marmotte sentinella poi, sono coltissime e sapranno come fare, quando i Paesi irresponsabili sopra elencati, a transizione ormai avviata, non acquisteranno più auto termiche italiane, rumene ungheresi e il settore automotive di questi ultimi, andrà a donnine allegre e sapranno dove trovare benzina e gasolio quando non ne produrranno più (se lo faranno, lo faranno a costi alti) perché nessuno, nel mondo avanzato, ne comprerà più. 

49 minuti fa, LeoCleo ha scritto:

pioveranno dal cielo

Ci sei vicino... 

Inviato

Per passare l’autotrazione privata da combustibili fossili ad energia elettrica basta un aumento del totale di quest’ultima del 16%. Un’auto elettrica consuma la metà di un’auto a combustione in termini di energia. 

Da qui al 2035 solo di efficientamento sulle batterie, uso smart attraverso la gestione intelligente della rete, dell’enorme aumento del FV e dei sistemi di stoccaggio (che non sono le batterie) ci vorrà meno energia elettrica di quanta se ne consuma ora.

È come considerare l’auto del 1940 con gli occhi di chi ha visto la prima Ford T del 1910. 

Chi resta indietro azzi sua

Inviato

Stamattina portando il pargolo a scuola ( chimica @Jack penso di diseredarlo) ho contato 7 tesla, so pazzi sti biellesi.

Inviato
53 minuti fa, Jack ha scritto:

quest’ultima del 16%. Un’auto elettrica consuma la metà di un’auto a combustione in termini di energia. 

Diamo qualche numero , secondo Luca Marchisio di Terna:

Ogni auto a batteria, con una percorrenza media di poco più di 10 mila km, consuma in un anno 2 MWh di elettricità, quindi

1 milione di auto sono 2 TWh,

10 milioni 20TWh

30 milioni 60 TWh

40 milioni 80 TWh

Fabbisogno attuale e' stimato annualmente in circa 320 TWh.

Ora bisogna tener conto che potremo importare meno energia in futuro perche' in Europa tutti i paesi richiederanno piu' energia. Diciamo che se dovessimo fare a spanne un conto servira' una produzione maggiorata del 30%  (alle tecnologie attuali) per sfamare tutto il parco circolante;

 e' lo stesso Marchisio a dire che si punta a dimezzarlo ; i modelli indicano un parco circolante nei prossimi decenni stimato in 25 milioni circa invece degli attuali 40 milioni circa.

Proprio per restare in quel famoso 16%.

Il problema sara' la gestione dei picchi di richiesta.

Come si e' visto in altri paesi nel periodo estivo , un adeguamento della rete sara' obbligatorio ed e' in programma.

La maggior richiesta di corrente proverra' tutta via da altri sistemi che via via passeranno all'elettrico come il riscaldamento casalingo e li' secondo modelli proposti si stima un raddoppio del fabbisogno annuale.

Fabbisogno che dovrebbe passare attraverso le rinnovabili.

Quello che a me spaventa e che sono tutti bravi a fare modelli poi la realta' puo' diventare altro.

E' ovvio che se la capacita' installata di rinnovabili non dovesse sopperire alla richiesta , ci sara' solo la strada delle centrali nucleari da seguire;

E visto come scalpitano i francesi (detentori della tecnologia per la realizzazione) per un piano europeo , questa seconda strada sara' molto concreta.

Il tempo ci dira'.

 

 

Inviato
13 minuti fa, criMan ha scritto:

Ogni auto a batteria, con una percorrenza media di poco più di 10 mila km, consuma in un anno 2 MWh di elettricità, quindi

Stop, poi il resto me lo leggo con calma.

La percorrenza media, è parecchio giocata con città e statale. Per questo è solo di 10'000 km. Gran parte delle auto in autostrada ci vanno poche volte l'anno o per brevi tratti dove è comoda.

Fanno tra 15 e 17 kWh/100 km le auto elettriche in queste condizioni. Anche Tesla coi sui motoroni.

E già da 2 MWh passiamo a 1.5-1.7 MWh con un bel meno 20-25% sulla stima. 
CONSUMI DI OGGI... 
ma il powertrain elettrico per autotrazione è solo all'inizio del percorso di ottimizzazione e miglioramento. Chi avrebbe mai pensato 20 anni fa che un diesel sarebbe passato da 15 a 25 km/l?

Lasciamo, fare, agevoliamo la tecnologia e la nostra intelligenza che in queste cose è l'unica cosa che abbiamo in tasca come umanità 

Inviato
55 minuti fa, Panurge ha scritto:

il pargolo a scuola ( chimica

bravo ragazzo. Ci darà nuove chimiche per le batterie del futuro. 

55 minuti fa, Panurge ha scritto:

ho contato 7 tesla, so pazzi sti biellesi.

Sanno fare di conto i biellesi, avran visto che con 40k € hanno una Delta integrale che costa meno di 5€ x 100 km anziche12-13.

Brava gente morigerata che non va a perder tempo sulle spiagge troppo lontano. Un centinaio di km per arrivare sotto le vette è tutto quel che chiedono  

Inviato
1 minuto fa, Jack ha scritto:

Un centinaio di km per arrivare sotto le vette è tutto quel che chiedono  

Poi tanto il ritorno è tutto in discesa.:classic_laugh:

  • Haha 1
Inviato
22 minuti fa, vizegraf ha scritto:

ritorno è tutto in discesa.

Oropa-Valdengo in folle. 

Inviato

Postacci. Ieri (domenica) dal parcheggio dove di solito lascio la mia utilitaria al centro (800 m) ho contato: 2 lamboeghini urus, una Ferrari 812, una 298, una Aston Martin petrolio cangiante, 2 Bentley coupé e una SUV, la classe G biturbo AMG (nera ovviamente)...ed erano solo 800 m.

Inviato
5 ore fa, LeoCleo ha scritto:

Mentre i miliardi di kw che dovranno sostituire benzina/gasolio/metano/GPL

ricordami che a Natale ti devo regalare un conta kwh ed una calcolatrice.

Meccaniche che così non buttiamo corrente 😆


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