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Quando Akai faceva ancora le cose per bene (cassettofono)


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Dunque, faccio una doverosa premessa: non mi serviva a niente perchè di deck a cassette ne ho in abbondanza, ma l'ho comprato lo stesso perchè mi piaceva pensando "vabbè, rivendo un paio di quelli meno importanti" e lo farò... non subito naturalmente ma lo farò, vedrete che lo farò... anche perchè va a finire che qualcuno "va a male" per il non uso... 

Vabbè, torniamo seri.

L'ho visto rovistando sulla baia, il venditore era un tedesco con feedback 100% positivi, il prezzo non era particolarmente popolare ma la macchina sembrava in condizioni perfette, gli ho fatto una proposta di acquisto (sempre con un prezzo poco popolare, purtroppo...) e lui l'ha accettata. 

5 giorni di attesa e il pacco è arrivato.

Ecco la bestiaccia:

GX9-2-a.thumb.jpg.3828d9e364bd614e80e621b4547d5623.jpg

Trattasi di AKAI GX-9, catalogo 1985-86, diretto successore della più nota ma troppo difficile da trovare (soprattutto a prezzo accettabile) F91. 

Naturalmente abbiamo 3 teste super GX, motore DD brushless servocontrollato, doppio capstan, Dolby C, i soliti ninnoli di ricerca automatica dei brani, ma soprattutto una caratteristica particolare che finora non ho trovato in nessun'altra piastra: il "punto ottimale" trovato dal sistema di autocalibrazione può essere spostato manualmente tramite il piccolo cursore rosso che vedete sotto il display. Il cursore permette di variare leggermente il bias impostato dal microcomputer interno, aggiustando la risposta in frequenza in base ai gusti e alla necessità del momento. 

L'annuncio diceva il vero: è realmente in condizioni eccellenti, quasi nuova. Non occorre nessun intervento, neppure la pulizia delle testine o dei pinch roller che non presentano il minimo residuo di sporco sulla superficie. Venditore molto scrupoloso, e si vede anche dall'imballaggio.

Provo subito a metterla sul banco collegata alla strumentazione, carico una cassetta normale (TDK D), premo REC con l'intento di fare qualche misura.

Prima particolarità: la macchina fa l'autocalibrazione per default quando si preme il tasto di registrazione dopo avere inserito una cassetta. E' velocissima, ci mette un paio di secondi (mai visto qualcosa di così immediato), riavvolge il nastro e si mette in REC+PAUSA. Un colpetto sul tasto play/start e inizia a registrare.

Con la cassettaccia da due lire supera tranquillamente i 15KHz sul canale peggiore e non presenta errori di fase apprezzabili.

Passo a una TDK SA: 18-19KHz.

Sony Metal XR: oltre i 20KHz registrando a -10VU (con le altre due ho provato a -20).

La risposta è estremamente lineare, nella banda utile, con tutti i nastri provati. Segno che l'automatismo lavora in modo molto preciso.

Urka...

Prova di registrazione da CD (Dire Straits: On every street) : con la SA si avverte una leggerissima perdita di dinamica sugli alti, ma un piccolo ritocco al cursore del bias la rende quasi inavvertibile.

Con la Metal XR diventa - come si dice qui - 'na gara dura: difficile distinguere tra source e tape monitor.

Prova di interscambio cassette: metto il nastro sulla Sony TCK950 dell'impianto buono, riproduzione perfetta.

Supera anche la prova con una cassetta originale, che riproduce meglio di una TEAC V900X.

Per ora l'ho messa sull'impianto di servizio al posto della TEAC. Poi si vedrà.

GX9-1-a.thumb.jpg.bbd11bf97e834fb3b6a98f04119b6914.jpg

Credo che dopo questa macchina Akai abbia smesso di produrre piastre con calibrazione automatica, nei cataloghi successivi ci sono le GX65-75-95 che hanno l'oscillatore incorporato ma le regolazioni solo manuali. Troppo complesso ? Troppo critico ? Troppo costoso ? Boh, vai a capire... 

Comunque sia, in quel periodo coi deck a cassette erano diventati decisamente bravi.

 

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29 minuti fa, cri ha scritto:

probabilmente akai non è diventato quello che era per nulla

Le piastre Akai sono state quasi sempre superiori alla maggior parte delle piastre di prezzo simile di altri costruttori., anche i modelli di fascia media o medio-bassa.

A inizio anni 80 comprai una GX-M10 per neanche 300.000 lire, per quella cifra era praticamente impossibile trovare qualcosa che suonasse meglio. 

Il discorso vale anche per i bobine: a parte qualche modello che potremmo definire una "caduta di stile" (p.es. il GX77) se prendiamo i più comuni modelli consumer a 4 tracce di altre marche jap e li confrontiamo con macchine come un GX630 o la serie 635 & Co, ne escono praticamente tutti con le ossa rotte. Peccato che non abbiano fatto modelli professionali o almeno prosumer (inutile citare il GX1000Pro: per me è un'araba fenice, mai visto uno in vendita o solo dal vivo in tanti anni), con gli Akai non si esce dall'ambito domestico.

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22 minuti fa, cri ha scritto:

ricordo il mio primo deck. . . akai cs703,

E' stato anche il mio primo deck, comprai quello e una cuffia, non avendo altre sorgenti ci ascoltavo solo cassette preincise. 

In poco più di un anno la testina era già abbastanza usurata, nel frattempo si era formato un mini-impianto con due casse Unitronic, un tuner fatto in casa riciclando una autoradio trovata allo sfascio e un amplificatore autocostruito con i TDA2020. Riuscii a farmi regalare la GXM10, e visto che in società con un amico compravamo le cassette piratate al mercato del sabato finalmente si potevano fare le copie...

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Ciao a tutti,

io ho la fortuna di avere questo trittico (pre PS-700C, finale PS-700M e tuner PS-700T), bellissimo a trecentosessanta gradi, quanto raro da trovare.Qualità costruttiva eccellente e resa acustica di altissimo livello. Il finale coniuga potenza ed eleganza allo stesso tempo.

Buon venerdì,

Gianluca

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1 ora fa, prometheus ha scritto:

consigli?

Ho dato uno sguardo al manuale di servizio, anche questo è una macchinetta niente male: capstan a trazione diretta con motore brushless, tre teste GX, svariati automatismi, quello che manca rispetto alla GX9 è essenzialmente il sistema di calibrazione automatica e una regolazione fine del bias. Ma una volta messo a punto dovrebbe funzionare molto bene pure lui.

E' possibile che abbia bisogno di una sistemata alla meccanica, forse di cinghie nuove, ma una volta sistemati questi particolari non credo ci sia bisogno di altro.

 

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i VU meter a volte non si trovano neanche sui migliori amplificatori ma è davvero grave la mancanza del tape monitor. Non serve solo coi registratori a tre testine perchè permette di verificare che il segnale arrivi al registratore. Una registrazione può non riuscire semplicemente a causa di un cavo difettoso o di uno spinotto inserito male.

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