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Melius Club

L’ecoansia


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3 ore fa, Roberto M ha scritto:

Ne hanno appena finita una in Finlandia, 1600 Gw, la più grande d’Europa, da sola e’ sufficiente per coprire il 15% del fabbisogno energetico (e la fa freddo e il territorio da coprire e’ enorme), di terza generazione (e siamo già arrivati alla quarta).

La costruzione del terzo reattore è stata una via crucis, nei costi, nei tempi e nei problemi tecnici incontrati. Semmai questo è esattamente l'esempio di come una centrale NON andrebbe fatta, ovvero partendo con la convinzione che sia semplice come regolare una testina del giradischi. E consideriamo che non partivano da zero, zero, ma aggiungevano un reattore ad un sito già avviato.

La quarta generazione è per lo più sulla carta, c'è forse qualche prototipo, ma siamo lontani da versioni commercializzabili. Non vendiamo la pelle dell'orso. Il passaggio dalla terza alla quarta generazione pone sfide molto, ma molto, più complesse dei passaggi precedenti. Citofonare @cactus_atomo.

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Il 2/8/2023 at 21:39, Melandri ha scritto:

a me (63 anni ) va benissimo rinunciare al diritto di voto. Ma in cambio niente tasse, no taxation without representation. 
 

fino a quel momento io voto comando e i giovani se la prendono in cūlus

La sintesi "perfetta" dello status quo .

Triste, però.

 

 

 

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https://tg24.sky.it/ambiente/2023/08/03/clima-ecoansia-italiani/amp
 

Clima, l'ecoansia colpisce il 72% degli italiani. Lo studio

Quasi tre cittadini su quattro sono preoccupati per i cambiamenti climatici. Il 72% degli italiani, per la precisione, guarda al futuro con pessimismo. Secondo i dati dell’Istituto Noto elaborati da Repubblica, tra le nuove generazioni l’incidenza del fenomeno è del 79% (il 14% è ottimista sul futuro pur preoccupandosi, il 7% resta neutro), per gli adulti la percentuale di preoccupati scende al 65%, ma resta invariata la quota di ottimisti. Gli anziani si dimostrano i più tranquilli, con il 60% di pessimisti e il 30% di ottimista. Anche qui, i rimanenti sono neutri. 

La situazione

Ci sono più negazionisti tra gli elettori di FdI e Lega. Le posizioni ambigue del leader della Lega, Matteo Salvini, si riflettono in quelle degli elettori del partito, tra i quali sono il 77% riconosce l’evidenza scientifica – il 99,9% degli studi confermano che il cambiamento climatico è in atto e che a generarlo sono stati gli esseri umani – mentre il 23% non solo non lo imputa alle attività umane ma nemmeno crede che il fenomeno sia in corso. Invece, appena il 69% degli elettori del partito della premier Giorgia Meloni dà ascolto agli esperti, e il 22% lo nega del tutto.  Così il presidente di Legambiente Stefano Ciafani: "Il governo rallenta sulla transizione ecologica e ammicca ai negazionisti climatici. Un video come quello diffuso dalla premier Meloni, in cui si parla di 'eventi meteo catastrofici' e di 'dissesto idrogeologico', senza mai citare il clima, poteva essere girato negli anni Novanta, non nel 2023. Purtroppo è un modo per ammiccare ai negazionisti". Tra l'altro, secondo le previsioni del ministero dell’Ambiente, il turismo italiano rischia una flessione del 15% degli arrivi internazionali se la temperatura media del Pianeta salirà di due gradi. Se tutti i Paesi del mondo manterranno le promesse fatte, il riscaldamento globale raggiungerà i 2,7 gradi centigradi. Molto oltre la soglia considerata sicura di 1,5 gradi.

 

https://www.agi.it/cronaca/news/2023-07-26/cambiamento-climatico-media-allarmisti-censis-riscaldamento-globale-22395956/amp

 

Per oltre un italiano su tre i media sono allarmisti sul clima

© STR / AFP

AGI - Il riscaldamento globale è un argomento di cui si parla tanto e in modo confuso, alimentando cattiva informazione, catastrofismo e persino negazionismo. Il 34,7% degli italiani è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico e 16,2% sono negazionisti, convinti che non esista affatto. È quanto si legge nel terzo Rapporto Ital Communications-Censis'Disinformazione e fake news in Italia. Il sistema dell'informazione alla prova dell'Intelligenza Artificiale' presentato oggi al Senato.

Inoltre, prosegue il report, il 25,5% ritiene che l'alluvione di quest'anno sia la risposta più efficace a chi sostiene che si sta progressivamente andando verso la desertificazione. Gli individui più fragili, vale a dire i più anziani e i meno scolarizzati, sono quelli che appaiono più confusi e meno in grado di comprendere il problema nella sua complessità.

 

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Diciamo che facendo la tara a come i giornalisti “vendono” le notizie sul clima e sul cambiamento climatico, appare chiaro da quanto sopra riportato che notizia analoghe possono dare origine ad una comunicazione molto diversa, la verità è che i negazionisti del climate change sono poco più del 15%, ne consegue che il Paese ha una visione ben chiara del problema che sostanzialmente coincide con quelle degli studi sul clima, mentre una percentuale un po’ più rilevante, che più o meno corrisponde ad una percentuale doppia dei negazionisti, contesta un eccessivo allarmismo dei media sull’argomento.

Resta poi da intendersi sul significato di “ansia” è più ancora di “eco ansia”, perché anche qui i media, nella logica della spettacolarizzazione e dell’allarme relativo alle notizie sul clima, parlano di un 72% di italiano con l’eco ansia, specificando poi nel testo dell’articolo che sono italiano preoccupati del cambiamento climatico, ora ansia e preoccupazione sono diventati sinonimi? Si può essere preoccupati senza essere ansiosi mentre, più spesso, si può essere ansiosi senza che ci sia nulla di cui preoccuparsi, anzi spesso l’ansia è proprio una preoccupazione eccessiva che noi ingigantiamo eccessivamente per una nostra situazione emotiva.


ansia

/àn·sia/

sostantivo femminile

1. 

Affannosa agitazione interiore provocata da bramosia o da incertezza.

2. 

In psichiatria, senso di apprensione simile all'angoscia.

 

Se quindi, come ha scritto @appecundria giorni fa l’ansia è una patologia, è forse pensabile che il 72% di italiani sia malata? È logico altresì pensare che il modo di riportare le notizia da parte dei media non incida sulla preoccupazione di due terzi del paese? Per finire, non sarebbe forse il caso di parlare semplicemente di preoccupazione generalizzata per il futuro del clima e lasciar perdere il termine eco ansia che fa passare un messaggio molto diverso e rischia di essere strumentalizzato come abbiamo avuto modo di verificare nel thread in cui stiamo scrivendo nei giorni passati? 

 

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22 minuti fa, appecundria ha scritto:

Nooo! Non ci credo, non è possibile...

Guarda le percentuali, sono inferiori e di molto rispetto ai voti presi, quindi ve ne è una parte maggiore rispetto ad altri partiti ma minoritaria rispetto al totale, semplice matematica.

Cambiamo la narrazione quindi. 😉

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19 minuti fa, appecundria ha scritto:

L'ansia è una patologia quando la diagnostica il medico. "Sono in ansia perché viene a cena la suocera" non vale.

Ecco appunto, quindi quando parliamo di eco ansia stiamo veicolando un messaggio sbagliato, preoccupazione non fa però lo stesso effetto, “preoccupato per i mutamenti climatici” alla fine “spara” mediaticamente meno di “eco ansia”. 

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3 ore fa, maurodg65 ha scritto:

Il 34,7% degli italiani è convinto che ci sia un allarmismo eccessivo sul cambiamento climatico e 16,2% sono negazionisti,

 

2 minuti fa, appecundria ha scritto:

Nei tuoi articoli c'è il 50,9 mentre tu riporti 15, ma va bene così.

Scusami ma è il 16,2%, il restante 34,7% pensa che ci siano un allarmismo eccessivo sulla stampa che non fa di essi dei negazionisti, ma con questo torniamo in loop alla prima parte del thread.

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