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Melius Club

La vera storia (o quasi) del Risorgimento


Messaggi raccomandati

Inviato
2 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto:

Barrique poi no.

Braida, bricco dell'uccellone e bricco della bigotta. 

Gaetanoalberto
Inviato

@Panurge Devo aver sbagliato qualcosa immagino. Vado a studiare le bottiglie. 

Edit: studiato velocemente, in.

 effetti qucosina di costosone barricato c'è.

Dovrai offrirmelo...

Inviato
1 ora fa, Revenant ha scritto:

Però poi il sud si è vendicato esportando a sua volta in tutta Italia e anche in America......ma non si è trattato di democrazia.

Stai dimenticando chitarra e mandolino

Gaetanoalberto
Inviato
24 minuti fa, melos62 ha scritto:

chitarra e mandolino

spaghetti,

Inviato
49 minuti fa, melos62 ha scritto:

Stai dimenticando chitarra e mandolino

 

Halt !!!

Questa è controversa.

 

L'è tre ore che son chi soto
con chitarra e mandolin
e ne sò capir negòta
che no te vedo comparir.

Bùtete fora, daghe n'ociada (2 volte)
che gh'è soto 'l caro Bepin (2 volte)

... ecc.

(Coro SAT)

  • Haha 2
Inviato
25 minuti fa, vizegraf ha scritto:

L'è tre ore che son chi soto
con chitarra e mandolin
e ne sò capir negòta
che no te vedo comparir.

Bùtete fora, daghe n'ociada (2 volte)
che gh'è soto 'l caro Bepin (2 volte)

Il caro Bepin in realtà si chiamava Peppino Gargiulo

  • Haha 1
Inviato

Fiore, sempre giornalisti, ma uno storico con cattedra che metta la firma, magari con una bella monografia, sulle varie tesi più estreme dei neoborb, il genocidio per esempio, (in forte ribasso rispetto a qualche anno fa come movimento mi pare) è leggibile? Perchè sugli eccessi di retorica risorgimentale e sui gravi problemi ed errori post unificazione mi pare che la discussione sia estremamente aperta. Nel frattempo ho ordinato Borbonia Felix della De Lorenzo, che non è una giornalista e non è di Pinerolo. Già che c'ero pure la guerra per il mezzogiorno di Carmine Pinto. 

Inviato
40 minuti fa, Panurge ha scritto:

Nel frattempo ho ordinato Borbonia Felix della De Lorenzo, che non è una giornalista e non è di Pinerolo. Già che c'ero pure la guerra per il mezzogiorno di Carmine Pinto. 

Captatio benevolentiae. Piuttosto fuori l'oro. Camillo, penso, lo abbia nascosto dalle parti tue

Inviato

E sotto la piramide massonica di Quintino Sella. 

gennyesposito
Inviato

Lo stato borbonico era marcio dall’interno altrimenti non sarebbe caduto cosi facilmente. Se i fedeli erano i soldati semplici, e i traditori i generali, evidentemente i Borbone non sapevano scegliere i propri generali.

 

Garibaldi ha combattuto per l’unificazione dell’Italia ovunque ne ha avuto la possibilità, se avesse potuto scegliere probabilmente avrebbe fatto fuori anche i Savoia (non dimentichiamo l’Aspromonte) e proclamato una Repubblica, ma capì che l’unico modo di arrivare all’unificazione era quello di accettare l’estensione del Piemonte.

 

Ultima nota: se i Borboni fossero stati più svegli si sarebbe potuto arrivare prima all’unificazione dell’Italia in uno stato federale (seguendo una evoluzione simile a quella della Germania).

  • Melius 1
Inviato
Il 26/8/2023 at 17:30, Savgal ha scritto:

fallimento della rivoluzione napoletana e la successiva repressione siano l'inizio della questione meridionale

 

So' venute li Francise
Aute tasse 'nce hanno mise
Liberté... egalité...
Tu arrubbe a me
Io arrobbo a ttè!

 

Questo pensava il popolo, la Repubblica non si sapeva nemmeno cosa fosse ma si conoscevano bene le tasse di occupazione dei francesi.

La Repubblica Napoletana è stata anche molto strumentalizzata dalla retorica risorgimentale. All'osso dei fatti fu un governo fantoccio messo su dal comandante delle truppe d'invasione e non riconosciuto nemmeno dalla stessa Francia.

I repubblicani si dimostrarono non meno feroci delle truppe di occupazione comandando fucilazioni in massa e continuando a fucilare anche dopo aver firmato la resa. Non fecero nemmeno un passo verso le istanze del popolo, lanciavano proclami come:

«Il vostro Claudio è fuggito, Messalina trema!»

"Era obbligato il popolo a saper la storia romana per conoscere la sua felicità?" (Cuoco).

 

Purtroppo la democrazia non si può esportare, tantomeno sulle baionette di un esercito invasore, ancora meno si può imporre a forza di fucilazioni.

«Se mai la repubblica si fosse fondata da noi medesimi; se la costituzione, diretta dalle idee eterne della giustizia, si fosse fondata sui bisogni e sugli usi del popolo; se un'autorità, che il popolo credeva legittima e nazionale, invece di parlargli un astruso linguaggio che esso non intendeva, gli avesse procurato de' beni reali, e liberato lo avesse da que' mali che soffriva; forse… noi non piangeremmo ora sui miseri avanzi di una patria desolata e degna di una sorte migliore.»

(V. Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, cap.XV)

Inviato

@appecundria

Ricordo di aver letto la costituzione delle Repubblica napoletana, mi pare difficile pensare a qualcosa di più avanzato nel 1799.

Per quanto riguarda il dopo, i borboni non furonoe per nulla clementi con quella che era la intellighenzia del suo paese, come pure Ruffo non si rivolse agli uomini più virtuosi del suo tempo.

Inviato

Ragioniamo sui crudi fatti.

 

Il 12 gennaio del 1799 il conte Pignatelli concluse, a Sparanise, la resa col generale Championnet.

Alla notizia della capitolazione il popolo di Napoli insorse violentemente in funzione antifrancese: è la rivolta dei cosiddetti lazzari, che oppose una forte resistenza all’avanzata francese. Nel frattempo nella città scesero però in campo anche i repubblicani, i giacobini e i filofrancesi e si giunse alla guerra civile: il 20 gennaio i filofrancesi riuscirono con uno stratagemma a entrare nella fortezza di Castel Sant’Elmo, da cui aprirono il fuoco sui lazzari che ancora contendevano l’ingresso della città ai francesi. Cannoneggiati alle spalle, furono costretti a disperdersi e il generale Championnet riuscì a schiacciare la resistenza. Circa 3.000 popolani antifrancesi furono uccisi negli scontri.

Il 23 gennaio, con l’approvazione e l’appoggio dei comandante dell’esercito francese, viene proclamata la Repubblica Napoletana.

 

Valutando i fatti col metro dei giorni nostri: cosa voleva il popolo? Chi erano i partigiani della Resistenza, chi i nazisti occupanti? Chi i collaborazionisti fascisti? Ci sono analogie con la R.S.I.?

Inviato
22 minuti fa, Savgal ha scritto:

mi pare difficile pensare a qualcosa di più avanzato nel 1799.

Secondo il Cuoco, troppo avanzata, incomprensibile al popolo e lontanissima dai suoi bisogni. Tanto da essere imposta a fucilazioni. 

22 minuti fa, Savgal ha scritto:

clementi con quella che era la intellighenzia del suo paese

Le esecuzioni furono imposte dall'Inghilterra, questa è storia.

Sull'intellighenzia non saprei dirti, dipende. Sicuramente c'erano una cinquantina di intellettuali sognatori di famiglia nobile, alcuni nobilissima, famiglie che erano sì contro il Borbone ma ben si guardavano dall'applicare i principi rivoluzionari nei loro latifondi. Poi mille o due mila di quella borghesia che a Parigi aveva assalito la Bastiglia.

E venti milioni contro.

 

Sì, begli spiriti, ma non sarebbero stati loro a modernizzare il Regno per manifesta inettitudine (Cuoco).

Inviato
3 ore fa, gennyesposito ha scritto:

Ultima nota: se i Borboni fossero stati più svegli si sarebbe potuto arrivare prima all’unificazione dell’Italia in uno stato federale (

Veramente i Borbone erano promotori del federalismo di Gioberti nella forma della confederazione elvetica. Poi c'era un altro monarca che mentre partecipava ai negoziati preparava il colpo di mano.

Inviato

Forti sti borbone, hanno inventato pure il caffè. 

Inviato
3 ore fa, gennyesposito ha scritto:

Garibaldi ha combattuto per l’unificazione dell’Italia ovunque ne ha avuto la possibilità,

Voi, donna di alti sensi e d'intelligenza squisita, volgete per un momento il vostro pensiero alle popolazioni liberate dai vostri martiri e dai loro eroici compagni.

Chiedete ai cari vostri superstiti delle benedizioni, con cui quelle infelici salutavano ed accoglievano i loro liberatori! Ebbene, esse maledicono oggi coloro, che li sottrassero dal giogo di un dispotismo, che almeno non li condannava all'inedia per rigettarli sopra un dispotismo più orrido assai, più degradante e che li spinge a morire di fame.
Ho la coscienza di non aver fatto male; nonostante, non rifarei oggi la via dell'Italia Meridionale, temendo di esservi preso a sassate da popoli che mi tengono complice della spregevole genìa che disgraziatamente regge l'Italia e che seminò l'odio e lo squallore là dove noi avevamo gettato le fondamenta di un avvenire italiano, sognato dai buoni di tutte le generazioni e miracolosamente iniziato.

Garibaldi, Lettera a Donna Adelaide Cairoli, 1868.


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