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Centenario Rapsodia in Blue - Chailly Bollani in vinile


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antonio_caponetto
Inviato

Ho letto che per il centenario della composizione della Rapsodia, sarà in vendita un doppio Lp della registrazione di Chailly e Bollani. Vinile blu, per impreziosire.

Posseggo il cd. Esecuzione non tra le più indimenticabili, e nemmeno tra le più audiophile, a parer mio. Però avere in blu il vinile della Rapsodia in blue…non ha prezzo.

Inviato

in effetti e da avere... io ho un vinile di questa registrazione, fonè

non ricordo come sia..

antonio_caponetto
Inviato
Il 14/9/2023 at 00:50, antonio_caponetto ha scritto:

avere in blu il vinile della Rapsodia in blue…non ha prezzo.

@aggelos  il mio "non ha prezzo" però era ironico :classic_biggrin:

Inviato
Il 14/9/2023 at 00:50, antonio_caponetto ha scritto:

Esecuzione non tra le più indimenticabil

In realtà a mio avviso questa registrazione di Bollani con Chailly la trovo una delle più belle e azzeccate della Rapsodia in Blue, dal punto di vista artistico dico.

Ho sempre amato molto la registrazione del vecchio Bernstein al pianoforte che dirige la Los Angeles Philharmonic, la mia preferita in assoluto. Certamente con la solita “soggettività” tipica di Bernstein, ma non coinvolgimento emotivo assolutamente impareggiabile.

Giusto per far capire le mie “inclinanazioni”.

Questa di Bollani, con uno Chailly in grandissima forma, è addirittura seconda “di poco”, nelle mie preferenze, pur assai diversa da quella di Lenny.

Del resto la Rapsodia è già, a sua volta, una trascrizione per pianoforte e orchestra tradizionale di Ferde Grofè dalla versione originale era per due pianoforti solisti …

Esistono poi versioni sia per Big Band e pianoforte (la primissima trascrizione fatta, in realtà) o due pianoforti e orchestra (bella la registrazione sempre di Chailly con le sorelle Labeque come soliste).

Questa di Chailly e Bollani è una versione ancora “più ibrida”, perché in pratica mischia la versione per Big Band jazzistica è quella per orchestra tradizionale… evidenziando una specie di orchestra (la big band) nell’orchestra …

Ho ascoltato, peraltro, dal vivo Bollani e Chailly al tempo proprio a Lipsia …e fu un grande successo di pubblico..

Non ricordo invece, come era la qualità della registrazione (che in CD non mi pareva male, però..), quindi magari… me la riascolto! 

Inviato
Il 14/9/2023 at 00:50, antonio_caponetto ha scritto:

Esecuzione non tra le più indimenticabili

 

 

Concordo, interpretazion nell'insieme parossistica, caricaturalmente bandistica; non apprezzo l'autoreferenzialismo istronico, "piacione" e sopra le righe di Bollani concentrato più su se stesso sul suo virtuosismo così ostentao da apparire snervante da cui laversione disomogenea ed ibrida (prendo da Simo) di una meravigliosa pagina di musica del miglio '900 musicale.
 

4 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Questa di Chailly e Bollani è una versione ancora “più ibrida”,

 

Mi dispiace non trovarmi d'accordo con Simo, la confezione è di lusso ma gli ingannevoli scintilli sonori son ben lungi dal ricordare gli affascinanti scorci di una Manhattan investita dalle note in blu di Gershwin che non c'è più e che questa esecuzione bolsa e pretenziosa non riesce a far rivivere immaginativamente né sonoramente.

 

Rigorosamente imho.

 

Forse queste composizioni bisognerebbe lasciarle agli americani...

antonio_caponetto
Inviato

Quella di Bernstein è anche la mia preferita, e credo che metta d’accordo tutti. Chailly-Bollani non la ho più riascoltata, questa discussione mi spinge a risentirla, il giudizio è anche figlio del tempo in cui ascolti, della disposizione mentale, della immediatezza degli altri riferimenti…

A me piace molto anche una registrazione con Peter Nero al piano, direzione Fiedler della Boston Pops. Purtroppo posseduta solo in ristampa economica RCA Linea 3.

Inviato

@analogico_09 Hai certamente ragione nel dire che questa è musica ‘mmericana e che forse le migliori esecuzioni sono quelle ‘mmericane… Non a caso io premettevo che la mia versione preferita è quella del vecchio Bernstein a Los Angeles anni ‘80( meno “istrionico” del più giovane alter ego a New York anni ‘60).

E non è un caso se in genere le versioni di riferimento per pianoforte e orchestra, nella versione rivista da Grofè del 1947, sono appunto le tre che seguono.

Lenny Bernstein e la New York Philharmonic che, siamo negli anni ‘60, dirige dal pianoforte.

Una esecuzione “scintillante” che mette in rilievo le doti del Bernstein pianista, che da giovanissimo si era fatto le ossa anche come pianista jazz nei fumosi locali della NYC degli anni ‘50.

Dopo quella di Los Angeles questa è la versione registrata che preferisco, perché riesce a toccare tutte le mie corde.

L’edizione originale in vinile è discreta, ma non eccezionale come suono, quella in CD suona bruttina, la recente rimasterizzazione Sony del 2017 in HiRes 24/192 ha un bel suono sia del pianoforte che dell’orchestra.

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Un’altra versione assai “classica”, americana DOC e gettonata per oltre 60 anni, è quella di Earl Wild con la Boston Pops Orchestra condotta da Fiedler. È una eccellente registrazione RCA che forse sul vinile è quella che suona meglio, suona bene anche in CD è molto bene nella rimasterizzazione HiRes non recentissima in 24/88. C’è ritmo, un incontro molto blend fra jazz e classica, un pelino spostato sul versante più jazz, c’è atmosfera giusta e accordo perfetto fra pianista, direttore e orchestra.

 

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L’ultima versione superclassica e anche questa ‘mmericana DOC, è quella di Steinberg con l’orchestra di Pittsburgh e un solista poco noto, ma che riesce a fare “fuoco e fiamme” con i tasti bianchi e neri del piano! 
Una interpretazione che a me ha sempre convinto moltissimo, anche più di quella poco sopra, forse anche per il suono bellissimo della registrazione in HiRes 24/192, semplicemente spettacolare (fa parte della collana Everest, famosa per il bel suono e che registrava come la Mercury su nastri da 35 mm). Non so come suona in vinile, che penso sia disponibile almeno come usato, né come suona in CD, ma appunto in HiRes è, fra le tre, la registrazione più bella e “di impatto”.

 

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Inviato

Fra le versioni di mio riferimento “non ‘mmericane”, ce n’è una che è considerata la migliore registrazione dai critici della rivista Grammophone ed a ragione.

Previn, che dirige dal piano la sua (ne era a capo in quegli anni prima dell’arrivo di Abbado) London Symphony. Andrè Previn, tetesco di chermania di nascita ma poi di cittadinanza ‘mmericana per lunga parte della vita, nasce come pianista jazz e solo dopo fa il salto nella classica.

Ed è per questa sua “vera” doppia natura che la registrazione è molto acclamata. 
A mio avviso la parte del pianoforte è davvero notevole, ma la London Symphony di “jazzistico” ha poco, non si cala benissimo nella parte della jazz band…rimane troppo composta, troppo “british”… ma, wè, questa è una mia personalissima impressione, e..io chi sono davanti ai critici musicali di Grammophone? Nessuno!

Di questa registrazione conosco solo come suona in CD, e suona comunque molto bene..immagino sia lo stesso su vinile ..

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Ho invece sempre considerato, fin dal primo ascolto, la registrazione BIS fatta da Freddy Kempf al piano con l’orchestra di Bergen guidata da Litton una registrazione di qualità artistica straordinaria.

Nessuno degli “attori” è americano ma si calano tutti “nella parte” che è una meraviglia: c’è ritmo, c’è atmosfera, c’è allegria…e c’è una registrazione audiofila di qualità superlativa, in formato 24/96.

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E segnalo infine un album recente recente registrato da un giovane pianista inglese che è una star nascente e anzi già affermata del panorama musicale della classica (se ne parlava con @Grancolauro per la sonata di Liszt), Benji Grosvenor, che nella Rapsodia sfodera una stile da improvvisatore jazz assolutamente inatteso e di grandissima classe. E anche l’orchestra di Liverpool, diretta dall’inglese Judd, sfodera un suono molto americano e molto jazzistico…

Insomma una registrazione tutta British ma che fa concorrenza a quelle USA DOC…

 

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  • Melius 1
Inviato
29 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

a mia versione preferita è quella del vecchio Bernstein a Los Angeles anni ‘80( meno “istrionico” del più giovane alter ego a New York anni ‘60).

 

 

Tutta la vita il Bernstein, giovane e "vecchio". E non solo lui. Una battuta per ora, tra un attimo dovrò chiudere, alle prossime.

Inviato

Questo mio escursus giusto per dare un panorama delle migliori registrazioni disponibili della Rapsodia in Blue in vista del centenario, anche per un confronto con quella proposta all’inizio di Bollani con Chailly a Lipsia.

Come dicevo all’inizio, l’interpretazione di Bollani, l’ho trovata molto molto azzeccata, forse condizionato dal fatto che ho ascoltato millanta volte dal vivo Bollani ed è “per lui” che ho iniziato ad ascoltare Jazz..

Ma appunto della sua registrazione con Chailly che è il tema del Thread (in occasione del Centenario, è vero..)poi ne riparleremo …

antonio_caponetto
Inviato

Grazie molte delle indicazioni, @SimoTocca, sono molto incuriosito dalla esecuzione “filologica” di Anima Eterna

Inviato

Tra i migliori interpreti di Gershwin non va dimenticato Tilson Thomas. Si parlava di incisioni su strumenti originali, la prima con la jazz band e con i piano rolls di Gershwin. 

  • Amministratori
Inviato
Il 14/9/2023 at 00:50, antonio_caponetto ha scritto:

non ha prezzo

non dare idee canagliesche ai dicografici, son capaci di fare una versione limitata di colore blu intenso e venderla a 10 volte tanto

Inviato
Il 17/9/2023 at 11:10, SimoTocca ha scritto:

Il pianista improvvisa molto, ogni tanto sembra che voglia uscire dalle righe quando, ecco..l’orchestra di Brema interviene per ristabilire..ordine! 😆😉

Grazie della segnalazione, versione interessante in effetti quella di Rantala e dei musicanti di Brema 🙂.

Però dai: quel clarinetto all’inizio non si può proprio sentire!! Perché va così lento sul glissando, che senso ha??? Poi Rantala fa tutto bene a parte le note ribattutte dove tira insopportabilmente indietro invece che spingere in avanti… perché??? Non si capisce. Comunque preferisco le sue improvvisazioni alla fedeltà assoluta allo spartito di Erald Wield.
Lo so, sono un rompico@lioni… si fa per chiacchierare ovviamente

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