Questo è un messaggio popolare. mariovalvola Inviato 30 Settembre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Settembre 2023 Una lieve pedanteria: il single ended, avendo un solo dispositivo finale (anche quando ne esiste più di uno tra loro in parallelo), non può che essere in classe A. Scusate ma questa storia della classe A fa sorridere e ne sono pieni pure i depliant di ampli noti. Per tornare alla domanda, dipende da cosa si vuole. Un Neiro usato costa 15.000 Eur. Questo ignoto cinese dall'aspetto accattivante, Costa circa 4000€ con trasporto ma devi aggiungere il 22-24% tra dazi e IVA. Arriviamo a circa 5000€ a scatola chiusa. Non ti piace dopo un mese. A quanto lo rivendi? Ma lasciando anche perdere questi soliti alibi commerciali, dovremmo sapere molto di più di questi ampli. Da quello che si legge, si sa che non c'è feedback, l'alimentazione dei filamenti pare curata ( cosa non scontata) il rumore di fondo è molto basso, i tubi finali sono piuttosto tirati. Dei trasformatori di uscita, si sa solo che hanno lamierini E+I . (correggo qui: non so se ero in coma o se è intervenuto il correttore ma il nuovo materiale magnetico che citavo nella discussione chiusa oggi, si chiama Finemet). Non sostengo che le misure indichino il suono di un ampli ma, in un monotriodo senza trucchi (leggi feedback), alcuni test mirati sui trasformatori, aiutano molto a capire il livello qualitativo dell'ampli. Lo ripeto anche in questo "confronto": in un ampli single ended convenzionale, quindi con pochi componenti, per ottenere un buon livello complessivo ( ammesso e non concesso che ciò sia possibile ) ogni parte deve avere una qualità altissima. I tubi, i trasformatori ( uscita interstadio ingresso alimentazione ecc.). Se acquisti ISO, Hashimoto, Tamura, Hirata Tango, Silk, Lundahl (alcuni), inizi con il piede giusto. Si può andare oltre ma già arrivare a certi loro prodotti, richiede sforzi importanti. Ora, di questi cinesi, si sa poco. E' facile imbrogliare sui ferri. La risposta in frequenza a 1W può rimanere decente ma come si comportano a 30Hz alla piena potenza? Come si comportano fino a 200KHz? (non ho aggiunto uno zero), che induttanza primaria hanno? ( anche questo fa franare il comportamento alle basse frequenze). in rete, trovate un test di molti ferri di uscita commerciali e artigianali ). E' incredibile la diversità. https://www.diyparadiso.com/lundahl/etf transformer test.pdf Il trasformatore di uscita, è il collo di bottiglia più evidente e, purtroppo, anche molti amplificatori commerciali, soffrono. Purtroppo chi non è autocostruttore, si ritrova in balia di un mercato non trasparente, ed è difficile trovare oggetti che realmente sono quello che dichiarano ( emblematico il caso di un ampli privo di feedback ma con DF =100!!! ). Se non ho dati seri sui trasformatori di uscita impiegati, io, lascerei perdere. Va evidenziato che sono oggetti difficilmente realizzabili in piccola serie. I costi del materiale, sono altissimi, i costi e i tempi per un cablaggio in aria fatto bene sono esorbitanti. Aggiungeteci un legittimo margine e i prezzi alti si legittimano senza problemi. Molti credono che essendo ampli con pochi componenti, siano ampli semplici da realizzare. Posso assicurarvi che, in realtà, le cose sono un poco più complesse. Per fare un oggetto dignitoso, se spendi in componenti, qualcosa di buono viene fuori. Per arrivare al grande piatto, non bastano i componenti "buoni" devi avere di più. E' un poco come il pane: farina, sale, lievito, acqua ( e olio o altro grasso). Anche a casa si può preparare un pane decente ma per farlo davvero perfetto, devi selezionare le materie prime e saperci lavorare. La differenza, sarà enorme anche se gli ingredienti sono sempre gli stessi. Io ritengo che sia giusto comprendere perché questi contradditori amplificatori abbiano un senso ( almeno per qualcuno ). Consiglierei, di leggere i numeri dell'Audiophile di Hiraga. Se avete problemi a trovarli, scrivetemi in PM. @Max440 la potenza e il prezzo non necessariamente devono andare a braccetto. Buona continuazione 7 1
Berico Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 @Gici HV la penso come te, o si è molto affascinati dal progetto e dall’ altissima efficenza oppure si va su prodotti economici , comunque è bell’ascoltare, secondo impiantino, intimo , simply italy😀
Gici HV Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 @Berico io ho avuto un Gabris in classe A (sono a mezz'ora da casa mia), non era un monotriodo, i suoi 25w per i miei ascolti a volte erano in affanno..
Berico Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 @Gici HV devi costruirgli l’impianto attorno ovviamente, il mio simply lo collegavo pure alle ma silver, nessun problema. Certo sui grosso concerti sembrava una denon 103, ma c’è chi usa la denon 103, ma su jazz e musica da camera uno spettacolo.
Gici HV Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 @Berico ma io sono un rockettaro classico, niente metal e nuovi filoni rauchi, i diffusori erano da 96dB..
Questo è un messaggio popolare. mariovalvola Inviato 30 Settembre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Settembre 2023 Ecco, l'intervento di @Gici HV, evidenzia un problema: le abitudini di ascolto. Io mi godo la musica a livelli molto molto bassi. Le casse hanno una sensibilità superiore a 96 dB. Difficilmente supero i 90 dB di picco. Ho il vantaggio di avere un ambiente silenziosissimo. (35/38 dB di rumore). Altri ascoltano a livelli molto maggiori. Purtroppo è da qui che si deve partire. 5
Berico Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 @Gici HV forse non il pane giusto per i suoi denti, comunque Bon in quell’articolo molto interessante non poneva limiti in termini di db di efficenza ma di progettualità dei diffusori, anzi troppo efficienti si rischiava di fare peggio.
mariovalvola Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 Per chiarire ancora meglio, i limiti dei monotriodi ( classici) economici si riscontrano nell'esasperazione dei problemi fisiologici di questi ampli. Il comportamento a alle basse frequenze e a potenze un poco più alte. Quelli più costosi e dotati, riescono a minimizzare questi difetti. Per monotriodi classici intendo amplificatori che impiegano come finale un triodo a riscaldamento diretto. Se si vogliono abbassare i costi, lascerei perdere le 845 e 211.
audio2 Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 però da quel che ho sentito io, che non è certo tutto, le 845 e le 211 sono proprio quelle che suonano meglio in rapporto alla potenza erogata, sotto ci stanno le 300b e le 2a3. secondo me.
mariovalvola Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 Certamente le 845 e le 211 sono tubi grandiosi e sovrastano gli altri. Purtroppo, anche solo per ottenere potenze modeste da questi tubi, ogni cosa, è più complessa. I trasformatori di uscita sono molto più impegnativi ( molto davvero soprattutto per una 211 ). L'alimentazione anodica diviene più costosa e complessa, l'alimentazione dei filamenti non è un giochino random con il torio tungsteno. Lo stadio driver per la 845 deve essere molto lineare e gestire tensioni di segnale sopra i 100V rms ( anche di più )- Per la 211, deve governare decentemente la griglia quando diviene positiva funzionando benissimo in A2. E' già difficile avere costi bassi con una 300B. Con una 845 aumentano e salgono ancora di più con una 211.
audio2 Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 @mariovalvola una volta credo di aver visto un finale a tubi con una 211 che pilotava una 845 ( o viceversa, non ricordo ). è possibile o sto sognando ?
mariovalvola Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 come tubo driver la 211 è ottima. Ha un alto coefficiente di amplificazione per essere un DHT e una Rp , comunque non esagerata. Con la 845 finale, anche se funge tendenzialmente in A1, andrebbe impiegato un bel ferro interstadio. Mi pare che i Viva più costosi, abbiano una struttura simile 1
Max440 Inviato 30 Settembre 2023 Autore Inviato 30 Settembre 2023 @mariovalvola Negli States, da moltissimi anni, si parla assai bene di questo integrato: https://caryaudio.com/products/cad-300sei/ Cosa ne pensi?
pro61 Inviato 30 Settembre 2023 Inviato 30 Settembre 2023 La domanda che mi faccio è: ma 60-70 anni fa, nell'epoca d'oro delle valvole, c'erano comunque tutte queste difficoltà sulla scelta dei materiali, penso soprattutto ai condensatori e ai ferri vari. Non esistevano ancora i materiali sofisticati di oggi. Come facevano, avevano prestazioni peggiori?
Questo è un messaggio popolare. Tronio Inviato 30 Settembre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Settembre 2023 36 minuti fa, pro61 ha scritto: Come facevano, Non avevano internet, quindi si godevano la musica senza farsi tante pippe mentali sui forum... 4
Questo è un messaggio popolare. mariovalvola Inviato 1 Ottobre 2023 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Ottobre 2023 9 ore fa, pro61 ha scritto: La domanda che mi faccio è: ma 60-70 anni fa, nell'epoca d'oro delle valvole, c'erano comunque tutte queste difficoltà sulla scelta dei materiali, penso soprattutto ai condensatori e ai ferri vari. Non esistevano ancora i materiali sofisticati di oggi. Come facevano, avevano prestazioni peggiori? Scusami. Gli amplificatori single ended, con quella che viene considerata l'epoca d'oro dei tubi ( dal 1947 ), c'entrano molto poco. L'ampli single ended ha origine dai primissimi ampli per cinema (a ben guardare, anche il mitico WE91, aveva feedback... ognuno tragga le sue conclusioni). Già nel 1936, veniva spesso soppiantato da più potenti ampli push-pull. Allocchio Bacchini, per esempio, proponeva in quegli anni, un mostruoso ampli pushpull da 50W . Anche allora il single ended era "superato". L'età d'oro dei tubi in audio, si è creata, forse, con lo studio di Williamson pubblicato da Wireless World nell'aprile del 1947. "THE WILLIAMSON HIGH-QUALITY AMPLIFIER D T N Williamson" L'articolo descriveva con moltissimi particolari ( alla faccia dei nuovi costruttori audio che non inventano nulla ma secretano tutto ), un amplificatore pushpull "fortemente" controreazionato ma stabilissimo e molto prestazionale. 15W, KT66 a triodo, classe A ( vera ) non quella dei depliant. Erano anni fertili, Walker in Quad, Leak con la serie Point One, erano tutti studi per ottenere ottime prestazioni strumentali e potenze confortevoli per uso domestico. Se andiamo a vedere i cataloghi dei migliori produttori di trasformatori, inglesi e americani, si notano tantissime proposte per ampli pushpull e solo per scopi quasi didattici qualche ferro per single ended. Era già un fiorire di leghe nobilissime. UTC, Peerless offrivano autentici gioielli in case bellissimi. In sintesi, il single ended, non esisteva più. Era relegato a essere una linea evolutiva chiusa. Chiusa in tutto il mondo tranne che in Giappone dove i migliori costruttori, hanno sempre offerto amplificatori finiti e trasformatori molto ben pensati proprio per gli ampli single ended. Hiraga, verso la fine degli anni '70, con la sua rivista, ha contagiato l'Europa e gli USA con i tubi al tempo quasi dimenticati proponendo spesso amplificatori single ended di scuola smaccatamente giapponese. Le loro riviste specializzate di questi ultimi cinquant'anni, sono ricchissime di circuiti di ampli single ended. Probabilmente non conoscono stupidamente il dotto parere di qualche forumer di Melius. In Italia, la moda sbocciò con gli articoli di Chiomenti, la scuola napoletana, Camorani, ecc. Bisogna comprendere che per definizione gli ampli single ended sono dei dinosauri contradditori. Sono oggetti estremi poco propensi alle logiche industriali. 8 4
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