Max440 Inviato 24 Ottobre 2023 Inviato 24 Ottobre 2023 Ah... la quinta di Mahler... riaffiora sempre nel corso della vita ... Per la mia "anima", è un po' come la quinta di Shostakovich ... E via, verso altri mondi ... 1
Questo è un messaggio popolare. Memé Inviato 24 Ottobre 2023 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 24 Ottobre 2023 19 Ottobre 2023, ore 20:00 Berliner Philharmoniker, Gustav Dudamel, Sinfonia n.5 di Gustav Mahler, Berlin Philharmonie. L'esperienza dei contrasti. Per la prima volta dal vivo mi ritrovo davanti i drappi svettanti della tenda dorata di Sharoun; quel bagliore prezioso e caldo contrasta con il freddo/gelo pungente della serata che mi fa salire le spalle intorno al collo e desiderare di essere dentro, nel tepore, al più presto. Sbagliamo ingresso, ci ritroviamo sparuti in quello secondario, che pur sembra il principale, in ragione della scritta "PHILHARMONIE" che brilla nella notte. Quel mal orientarsi porta i suoi frutti: vediamo uscire i musicisti che di li a poco avremmo potuto apprezzare in sala. Stephan Dohr, il primo corno, Joaquin Garcia, viola, alcuni volti conosciuti ma senza nome. Scoprire che "sono persone normali", agganciano qualcosa alla bici, parlottano col compagno, tranquilli, persone come me, che incontri per strada, pensarle ancora più eccezionali per questo. Raggiungiamo dunque l'ingresso giusto, girando intorno il perimetro della Philharmonie: nel tragitto noto minimali "pouf" di pietra di forma pentagonale a delimitare e tracciare i percorsi. All'inizio non ci facevo caso: questo pentagono simbolo che sempre ricorre...Ma perché? Cos'è? Questa geometria moltiplicata anche nelle grafiche della Digital e in ogni dove berlinerese. Lo capirò dopo. L'ingresso principale è come l'imbocco della caverna di Alì Babà: un piccolo squarcio che nasconde immense cavità piene di bellezze. Riconosco ogni anfratto visto nelle riprese della digital ma dal vero tutto ha una dimensione più intima. Si percepisce lo stile datato, anni 60, ma se ne apprezza l'incredibile modernità forse proprio per questo. Pentagoni ricorrenti, cura estrema dei dettagli, corrimani, vetrate inclinate, scale, banconi. Nulla di quello che è presente in questo spazio è preso da catalogo, tutto è stato pensato, progettato, studiato, realizzato su disegno, voluto, scelto, nato per essere li e solo li. I berlinesi, negli outfit molto più sobri dei viennesi o dei salisburghesi, hanno questa incantevole predisposizione alla quiete e al silenzio. La hall si riempie inesorabilmente eppure non c'è chiasso, non c'è stortura, siamo noi italiani ad eccedere coi decibel. Sono di fronte ad un pubblico di intellettuali poco attenti all'apparire, ma comunque eleganti nel loro minimalismo. Suona il dong, la campana dal timbro inconfondibile che mille volte aveva risuonato dal mio iPad per ogni live sulla Digital in arrivo. E' bello che le campane coprano kilometri e kilometri di distanza, è bello che quella campana l'abbia potuta sentire nell'istante del suo rintocco. Entriamo nella Sala da Concerto. Il nostro posto è dietro l'orchestra, frontali al podio di Dudamel. E finalmente lo vedo, il pentagono. Il palcoscenico ne ricalca la forma, e tutto il resto della sala lo accerchia duplicandosi anch'essa pentagonalmente. Noto che le distanze sono straordinariamente colmate in ogni punto dello spazio e non c'è un posto che sia veramente lontano o veramente sacrificato. Scoprirò altre verità durante il concerto: l'acustica assolutamente perfetta della sala, che perfino ad orchestra rovesciata ha reso il mio ascolto eccezionale sotto ogni punto di vista e infine una figura mitologica di cui non credevo ci fosse l'esistenza: la seduta comoda. Ah, quindi, è concesso al povero devoto ascoltatore di star seduto comodo in adorazione di Mahler o chicchessia! Ma poi entra Dudamel...Cala il silenzio assoluto (piccola digressione: fu nel silenzio assoluto che Vikingur Olafsson pochi giorni prima aveva performato le sue Goldberg nonostante dietro di me sei tedeschi felpati portassero via mani e piedi uno spettatore che aveva perso improvvisamente conoscenza). Si inizia con la Fanfara di Brachel. Pochi minuti in cui corni, trombe e tromboni sparsi per la sala, perfettamente udibili e toccanti hanno preparato il terreno per ciò che mi avrebbe aspettata dopo. Dopo la rapida prima di un brano contemporaneo, inizia la Quinta di Mahler. Gustav condivide il nome e non solo, con quest'ultimo. In qualche modo forse lo deve sentire particolarmente scorrere nelle sue vene. L'ho visto ondeggiare, l'ho visto sobbalzare, l'ho visto oscillare sinuosamente dai piedi fino ai capelli come una lamina di alluminio nel seguire esattamente un fraseggio musicale; tutto a memoria, senza partitura, mai un calo di concentrazione o di energia. Più lento ritmicamente in alcuni movimenti rispetto a quanto fossi abituata ad ascoltare, più veloce in altri passaggi laddove mi aspettavo il contrario. Sempre sorridente ed estasiato nel padroneggiare un suono perfetto: per scrupolo sabato ho riascoltato la terza rappresentazione live sulla Digital e non ho avuto la stessa impressione, alcune sbafature già inizialmente alla tromba, alcune imperfezioni orchestrali...Niente di tutto questo era giovedi sera. L'adagietto che sempre avevo assimilato come il lamento malinconico di un cuore spezzato li mi è sembrato il fremito incerto ed emozionato di un cuore che si sta innamorando, tutto l'opposto di quanto avessi mai percepito da Mahler. La marcia funebre, il solo del corno, ogni frase, ogni insieme musicale è risuonato e riverberato nell'aria come se fosse appartenuto all'aria stessa. Collocata dietro le percussioni, ho potuto notare il difficile compito dei piatti e quella rincorsa temporale millimetrica necessaria per battere a tempo; e il gran da fare dei timpani, l'orecchio sempre teso alla membrana per regolarne l'intonazione dopo ogni colpo; 75 minuti volati nella metà del tempo percepito, nell'assoluta contemplazione generale. Sull'onda di un entusiasmo bambino ho saccheggiato lo shop per avere un pezzettino di quel pentagono della felicità. Blomstedt mi aveva commosso fino alle lacrime, lui o forse Bruckner o entrambi insieme, vai a sapere. A Berlino non ho pianto perché Dudamel ha troppo vigore e verve per circuire poeticamente i punti deboli dell'animo; a Berlino ho partecipato della perfezione. A Salisburgo Harding con i Wiener, un suono totalmente diverso, mi hanno resa partecipe della grandezza musicale. Berlino e Dudamel, qualcosa di ancora diverso, di loro posso dire questo: Berlino, i Berliner, la Philharmonie, sono un sodalizio inscindibile, un tutt'uno, un'icona inscalfibile nella quale di volta in volta si incastona il direttore di turno (o Kirillino) per potenziarne, come fosse un amuleto, l'impressionante magia. 6 4
Memé Inviato 24 Ottobre 2023 Autore Inviato 24 Ottobre 2023 ps. non avrei mai potuto e nemmeno sperato di poter raggiungere presto, per come è la mia vita attualmente, un traguardo del genere senza il contributo generoso e prezioso di un "Maestro"che mi ha guidato pazientemente e premurosamente attraverso sogni (Berliner) e paure (il volo). In poco più di 12 mesi ho conosciuto Vienna, Salisburgo e Berlino sotto l'ala protettiva e saggia di un musicista appassionato, capace e veramente innamorato della musica. Permettetemi di omaggiarlo qui, dove ci legge con discrezione, per mostrargli la mia immensa gratitudine per ogni cosa, anche la più piccola, che ho potuto scoprire e conoscere grazie a lui e insieme a lui. Mille grazie @emdr 1
garmax1 Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 La reazione data a questo post poco sopra è incomprensibile. (?)
giorgiovinyl Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Il 23/10/2023 at 20:25, mozarteum ha scritto: A Roma ricordo che doveva dirigerla Abbado con i giovani venezuelani. Lui si limito’ alla prima parte del concerto. Nella seconda con pubblico visibilmente deluso fece salire sul podio il giovanissimo Dudamel. La stessa cosa successe al Teatro Massimo di Palermo. All'inizio un po' di delusione alla fine bellissimo concerto... 1
mozarteum Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Aggiungo che il valore aggiunto di un’orchestra e’ dato dal luogo abituale in cui suona. In tournee’ difficilmente si raggiunge la stessa intensita’. Questione di bilanciamento di suono in sale diverse, di un po’ di routine inevitabile (nelle tournee’ il medesimo programma e’ ripetuto tante volte). Gli stessi Berliner come suonano alla Philarmonie non suonano altrove. I Wiener stessa cosa: Konzerthaus, Musikverein o Festspielhaus. Peraltro i Wiener sono piu’ umorali quando la bacchetta e’ top non hanno rivali altrimenti come il grande Omero ogni tanto dormicchiano pur mantenendo uno standard generale molto alto. 2
Memé Inviato 25 Ottobre 2023 Autore Inviato 25 Ottobre 2023 @mozarteum esatto! è stato l’insieme BBP (Berlino Berliner Philharmonie) ad avere un impatto tanto incredibile. Con noi c’erano musicisti che li avevano già ascoltati ma in trasferta e hanno confermato che in “casa” l’impatto è stato molto più forte. 1
giorgiovinyl Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Sono stato sia a Vienna che a Berlino (con tanto di concerto alla Philharmonie) due città bellissime per niente grigie. Berlino più moderna Vienna fascinosa.
Max440 Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Io non sono mai stato né a Vienna né a Berlino... al massimo a Rimini e Riccione, pazienza ...
Rimini Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 24 minuti fa, Max440 ha scritto: al massimo a Rimini e Riccione, pazienza ... Dove, nel ricostruito Teatro Galli, si tengono spettacoli e concerti niente male.
Memé Inviato 25 Ottobre 2023 Autore Inviato 25 Ottobre 2023 @cactus_atomo @giorgiovinyl la mia sfortuna sarà stata visitarle in autunno coon pioggia e nuvolosità pressocchè costanti. spero che non me ne vogliate per percezioni soggettive dei luoghi. Riporto la mia esperienza senza nulla togliere a quelle altrui. ci tornerò ♥️ col sole 1
Idefix Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 Visitai Berlino quando ancora c'era il Muro. Scintillante e occidentale l'ovest, cupa e angosciante l'est. "Attraversare il Muro", terrificante.
giorgiovinyl Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 12 ore fa, Memé ha scritto: la mia sfortuna sarà stata visitarle in autunno coon pioggia e nuvolosità pressocchè costanti. spero che non me ne vogliate per percezioni soggettive dei luoghi. Riporto la mia esperienza senza nulla togliere a quelle altrui. ci tornerò ♥️ col sole A prescindere che tu fai benissimo ad esprimere le tue percezioni soggettive, distinguerei tra il clima e l'atmosfera della città. Quando sono stato a Berlino non era inverno e c'era bel tempo, questo sicuramente ha aiutato, ma l'atmosfera era moderna e pieno di giovani, almeno nei posti dove sono andato io, potevi assaggiare qualunque tipo di cucina come avviene nelle grandi metropoli, ricordo un buonissimo ristorante thailandese e anche uno turco. A Vienna sono andato per capodanno c'era freddo e neve, ma anche se meno cosmopolita di Berlino e più mitteleuropea e con fascino d'antan non la ricordo assolutamente grigia. 1
mozarteum Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 Ho le stesse sensazioni di Giorgio. a Berlino si respira un’aria d’avanguardia colta. Cosmopolita piena di giovani, ha l’unico difetto che cammini per ore e non succede niente dal punto di vista urbanistico/architettonico. Facile stancarsi senza costrutto visivo (parlo delle strade e dei quartieri non certo dei musei e luoghi ricreativi). Ma io sono abituato a Roma quindi non faccio testo. Vienna -che per me e’ il Ring e cio’ che vi e’ di rimpetto- e’ una citta’ di extralusso a misura di pigro come me. In due passi vai ovunque e seduto in un caffe’ del Graben godi anche dello struscio di uno splendido passeggio, come all’Ortigia. Ho la sensazione che sia meta di donne bellissime (soprattutto dell’est europa e baltiche) alla ricerca del magnate azzurro
garmax1 Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 17 ore fa, Max440 ha scritto: Io non sono mai stato né a Vienna né a Berlino... al massimo a Rimini e Riccione, pazienza Quindi tu solo "Ostia,Fregene Rimini Riccione"? Comunque non capisco il paragone , a Vienna e Berlino non c'è il mare. Ps: comunque per un musicista come te , una visitina a quelle città è d'obbligo. Neanche il grande organo di Notre Dame ?
Max440 Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 12 minuti fa, garmax1 ha scritto: Neanche il grande organo di Notre Dame ? E' in calendario ... come quello di Passau Questa estate 2024 mi decido a girare un po' ... 1
analogico_09 Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 Il 24/10/2023 at 18:29, Memé ha scritto: fu nel silenzio assoluto che Vikingur Olafsson pochi giorni prima aveva performato le sue Goldberg Molto interessante e "contagioso" il racconto del tuo viaggio dentro e fuori gli scintillanti luoghi della musica. Grazie alla tua vivida prosa mi sono sentito catapuntato nei momenti e nei "luoghi" dello sgradevole spaesamento e della rassicurante gioia interiore da te vissuti. Ma, purtroppo, nel riaprire gli occhi, svanito il sogno, è un rendersi conto di non essere stato lì, di non aver potuto ascoltare le musiche che hanno scaldato il cuore e la mente di una viaggiatrice attenta e instancabile, capace di vivere il disagio e la "gloria" come parti di un'unica meravigliosa realtà esistenziale e spirituale. E poi in fondo la realtà di un luogo, di una sensazione, di uno stupore non è sempre uguale a se stessa bensì mutevole in funzione di come e perchè la si viva, la si respiri, la si osservi e la si "senta". Non c'è fors'anche nella(e) sinfonia(e) di Mahler analogo frastagliamento formale, emozionale, sonoro e visivo, una mutevolezza di tratti, di pa(e)(s)saggi e di raccordi del sentimento nei quali si rispecchia l'"inquietudine" e il "trionfo" dell'ascoltatore che attraverso la musica "ricongiungitrice" cerca se stesso. Forse non avrai vissuto la Berlino più "corrente" , la più nota e "prevedibile", quella di ogni giorno, non per questo non magnifica, avendo pur tuttavia colto nel brivido di freddo che fa alzare il bavero del pastrano una sottile, ineffabile, intesa poesia "elettiva". E allora mi viene spontaneo chiederti di parlarci un poco più delle musiche ascoltate, di quando, affievolitesi le luci sulle ricche "cornici" della sala da concerto la musica si impone come protagonista assoluta "costringendo" l'ascoltatore a dimenticare ogni contorno per restare solo in compagnia della sola essenza musicale. Sulla sinfonia di Mahler ti sei già soffermata, mi piacerebbe leggere - se ne avrai voglia e tempo - qualche impressione anche sulla performance di Vikingur Olafsson alle prese con Bach suonato con uno strumento così profondamente lontano dalla forma, dal contenuto, dall'espressione, dallo spirito musicale e partituriale, dalla psiche, dalla cultura, dall'"invenzione" somma del genio di Eisenach. Vorrei poter sperare che dal vivo non si sia ascoltata la mortificazione della musicalità avvewrtibile a mio modesto avviso nelle registrazioni discografiche molto più celebri e frequentate. 1
garmax1 Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 13 minuti fa, analogico_09 ha scritto: se ne avrai voglia e tempo - qualche impressione anche sulla performance di Vikingur Olafsson alle prese con Bach Qua la situazione si complica adesso 😏 14 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Vorrei poter sperare che dal vivo non si sia ascoltata la mortificazione della musicalità avvewrtibile a mio modesto avviso nelle registrazioni discografiche molto più celebri e frequentate. Il tuo parere qua l'hai già dato in modo abbastanza netto
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