Alpine71 Inviato 27 Maggio 2021 Inviato 27 Maggio 2021 Il 19/5/2021 at 20:02, Iohannes ha scritto: in cui appare quasi più gouldiano di Gould: vero, verissimo. Sokolov, che dire: ha un cesello che ogni volta riesce a sorprendermi; ha sempre qualcosa di suo da esprimere, in tutte le composizioni che suona. Alla fine del preludio non avevo mai sentito il mordente, è presente nello spartito? Dopo aver visto il programma chopiniano di Pletnev, rammaricandomi del fatto che non suona l'Op. 59 vi dedico la n. 3 nella registrazione RCA di Horowitz. A tuttoggi, per quelle che ho sentito io e per il mio gusto, nessuno si avvicina al colore, allo stile rapsodico unito alla bellezza del ritmo che riesce a far sprigionare dal pianoforte il mitico Volodia. In confronto il grande e unico Arthur Rubinstein, da me amato visceralmente da adolescente, suona il compitino. Buon ascolto 1
Iohannes Inviato 28 Maggio 2021 Autore Inviato 28 Maggio 2021 20 ore fa, Alpine71 ha scritto: Alla fine del preludio non avevo mai sentito il mordente, è presente nello spartito? A me non risulta...però lo trovo molto bello e appropriato. Magnifica l'esecuzione di Horowitz, che fa emergere, come sempre, la sua riconoscibilissima personalità sonora. 1
Gabrilupo Inviato 3 Giugno 2021 Inviato 3 Giugno 2021 Approfitto di questo spazio per un piccolo OT di omaggio. Dopodomani Martha Argerich compirà ottant'anni. Il seguente video non dirà niente di nuovo a chi la conosce bene ma mi piace far rilevare, verso la fine, le considerazioni dell'autore sui nuovi virtuosi supportati dall'editing e quello che "Martita" ha sempre fatto "nature" e che continua a fare, si vedano gli spezzoni di concerti più recenti.
maverick Inviato 3 Giugno 2021 Inviato 3 Giugno 2021 2 ore fa, Gabrilupo ha scritto: e quello che "Martita" ha sempre fatto "nature" e che continua a fare, si vedano gli spezzoni di concerti più recenti. eh già, .. immensa la grande Martita, assolutamente mostruosa nel suo talento e nell'essersi mantenuta a livelli altissimi ( pur con gli inevitabili alti e bassi, .. ma pensiamo che è stata anche a lungo seriamente malata) fino a 80 anni. Emozionante come pochi, ricordo ogni suo concerto dal vivo come un'esperienza travolgente e unica.
Grancolauro Inviato 3 Giugno 2021 Inviato 3 Giugno 2021 Visto che si è parlato all’inizio del thread di Shura Cherkssky, volevo aggiungere questa registrazione della trascrizione di Godowsky di un celebre pezzo di Saint-Seans. Il modo in cui la suona Shura è davvero magistrale, per la capacità di “far cantare” il pianoforte, per la tecnica del legato sopraffina, per la separazione delle voci, per la qualità del suono. Tutto meraviglioso. Che poi questo piccolo brano sembra facile da suonare e invece non lo è proprio per niente 1
tarantolazzi Inviato 4 Giugno 2021 Inviato 4 Giugno 2021 Sempre a proposito del "far cantare" il pianoforte, degli esempi IMHO imprescidibili e che pero' sono stati evitati come la peste da schiere di pianisti (o se volete frequentati soprattutto da eccentrici) sono gli Schubert-Liszt. E imprescindibile in questo imprescindibile terreno di espressione credo sia Vladimir Sofronitzky. A differenza dell'ultimo esempio linkato da Grancolauro, qui non si gioca tanto sulla differenziazione timbrica e dinamica tra canto e non-canto (pur disponendo di una tecnica della differenziazione timbrica anche lui di prim'ordine, come si sente), quanto sulla caratterizzazione declamatoria della melodia, i cui connotati espressivi gia' forti ed espliciti negli originali vengono ancora amplificati. Scuriti ed ingranditi, come se la lieve e malinconica "terzieta'" schubertiana (il saper-sapersi guardare almeno un po' dall'esterno anche nei contesti tristi e/o disperati di alcuni lied come il primo del video, Der Muller und der bach, o il secondo, Aufenthalt) sia negata e tutto sia invece tragicamente immanente e immersivo. Insomma gia' la scrittura di Liszt addensa e scurisce, qui poi il (grande, forse quello che piu' mi chiama tra tutti) pianista ci si mette anche lui......per dire, alla fine di sottili sottointesi o di elementi decorativi o anche normalmente "neutri" non ne resta l'ombra. 2
Questo è un messaggio popolare. Panurge Inviato 5 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Giugno 2021 A proposito di Sofronitzky 3
Alpine71 Inviato 6 Giugno 2021 Inviato 6 Giugno 2021 Ecco il programma del concerto di cui ho scritto sopra. Direi niente male considerando che, nel 1995, aveva 84 anni…. 1 1
Grancolauro Inviato 7 Giugno 2021 Inviato 7 Giugno 2021 @Alpine71 che stano programma, con la sonata di Bartok tra Handel e Anton Rubinstein, e poi Chopin nel secondo tempo. Non ne capisco il senso francamente. Comunque davvero impressionante per un pianista di quell'età, niente da dire.
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 7 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 7 Giugno 2021 C'è stato un momento in cui Igor Pogorelich ha raggiunto vette artistiche siderali. Come se fosse avvenuto un allineamento tra i pianeti del sistema solare o una congiuzione delle forze oscure dell'universo, Pogorelich è riuscito a sintetizzare insieme un'immersione totale nella partitura, una padronanza della tastiera eccezionale, una visione artistica originale dei brani che suonava, come pure una voglia di rischiare, di gettare il cuore oltre l'ostacolo per esplorare territori ignoti, che mai poi si è ripresentata in nessun pianista, a mio modo di vedere. In questo periodo magico, durato assai poco in realtà, Pogorelich ha eseguito e inciso brani memorabili. Tra questi, visto che si parla di magie del suono pianistico, inserirei senz'altro la sonata in sol diesis minore di Scriabin. Si tratta di un brano che ha apparentemente un impianto e uno sviluppo classico, ancora appartenente al linguaggio tardo romantico. E partendo da questo assunto, e dagli intenti apparentemente descrittivo-paesagistici di Scriabin, che la descrive come una sorta di "sonata al chiaro di luna" post litteram, così di solito il brano viene eseguito. Pogorelich invece percorre una via completamente diversa: sotto le sue mani la sonata acquista un carattere visionario, enigmatico, simbolista, e questo soprattutto grazie al suono incorporeo che Igor era capace di estrarre dal pianoforte 3
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 8 Giugno 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 8 Giugno 2021 Il 7/6/2021 at 13:21, Grancolauro ha scritto: C'è stato un momento in cui Igor Pogorelich ha raggiunto vette artistiche siderali. Condivido tutto, anche il refuso nel nome (in filologia è un errore di anticipo indotto dal suono -gor- del cognome...). Trovo quel Pogorelich sensazionale. Altra sua registrazione che amo moltissimo il disco brahmsiano: In quegli anni IP percorreva strade tutte sue e raggiungeva vette di espressività che gli altri nemmeno immaginavano...al di là della perizia esecutiva del pianista, queste esecuzioni mi toccano le corde della commozione come poche altre. Un saluto a tutti, Angelo 3
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 11 Giugno 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Giugno 2021 Il suono 'bachiano' di Sokolov è per me qualcosa di meraviglioso. Nel 2006 lo ascoltai per la prima volta dal vivo, dopo che avevo sentito più persone giurare e spergiurare su di lui. Bastò la Suite francese a farmi capire di essere di fronte a un pianista difficilmente confrontabile. Qui propongo questo pezzo: La capacità di rendere la scrittura contrappuntistica è fenomenale: sa gestire benissimo un 'non legato' molto suggestivo. La combinazione velocità, chiarezza, nitore in certi passi è qualcosa di incredibile (penso alla Fuga o al Presto 6.40). E' un pianista che, per arrivare a suonare così con questo suono, deve avere lavorato con determinazione inimmaginabile. A volte non mi piace, ma lo ammiro tantissimo. Un saluto a tutti, Angelo 4
tarantolazzi Inviato 12 Giugno 2021 Inviato 12 Giugno 2021 Il 7/6/2021 at 13:21, Grancolauro ha scritto: C'è stato un momento in cui Igor Pogorelich ha raggiunto vette artistiche siderali. L'ho ascoltato dal vivo otto volte (l'ultima 3-4 anni fa a Cuneo, ma mi fece uno strano effetto, non un altro pianista ma forse un pianista con diverse pretese) e due su tutte: nel suo periodo probabilmente piu' brillante, a Bergamo (Granados, Prokofiev, poi i preludi di Chopin), saranno passati trent'anni e mi sembra ieri. E poi in un cinemino di Chiasso, al suo rientro sulle scene dopo il suo periodo di lutto e di interruzione dei concerti (Rachmaninov, Beethoven), forse era addirittura il primo concerto della ripresa..... anche questa serata fu memorabile, non avevo mai ne' sentito ne' anche solo immaginato che un pianoforte potesse esprimere sonorita' cosi' telluriche e metalliche, e posizionarsi (o almeno tendere cosi' esplicitamente ad essere) come un medium, un tramite verso dimensioni reali quanto occulte. Chissa', forse il Pogorelich del video che linko puo' essere anch'esso esemplare del momento d'oro al quale fai riferimento. Pogorelich live Napoli Chopin I Scherzo 2
Grancolauro Inviato 12 Giugno 2021 Inviato 12 Giugno 2021 7 ore fa, tarantolazzi ha scritto: Chissa', forse il Pogorelich del video che linko puo' essere anch'esso esemplare del momento d'oro Mamma mia... che dire di fronte a una roba così... rimango senza parole. Questa versione dal vivo della Scherzo in si minore mi sembra ancor più straordinaria di quella su disco. La cosa che a me colpisce tantissimo è la capacità di Pogolerich di imprimere tensione e impulso ritmico a questo come ad altri brani. Anche il fraseggio e l’agogica nella prima parte dello Scherzo sono funzionali a questo: generare stacchi ritmici inesorabili, frenetici, tellurici. Poi nella parte centrale la dilatazione del tempo sembra fatta apposta per rendere il tema e il suo sviluppo a-ritmici, senza tempo quasi, consentendo al suono di dilatarsi libero, senza vincoli. Per poi, nella ripresa, ridare agli impulsi ritmici, in tutte le loro variazioni e intersezioni tra le voci, il ruolo di protagonisti in un crescendo che arriva fino alla fine. Un modo di suonare, questo, primordiale per certi versi, ma al contempo espressione di una immaginazione straordinaria. grazie molte per questo video che non conoscevo! 2
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 14 Giugno 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 14 Giugno 2021 Il 12/6/2021 at 17:46, Grancolauro ha scritto: La cosa che a me colpisce tantissimo è la capacità di Pogolerich di imprimere tensione e impulso ritmico a questo come ad altri brani. Anche il fraseggio e l’agogica nella prima parte dello Scherzo sono funzionali a questo: generare stacchi ritmici inesorabili, frenetici, tellurici. @Grancolauro Analisi perfetta, che condivido in toto. Anch'io trovo stupendo questa esecuzione dello Scherzo. Propongo anch'io un'esecuzione risalente agli anni d'oro di Pogorelich: Quello che stupisce è la qualità del suono, la capacità di curare la dinamica e la timbrica, la tensione ritmica, l'esaltazione che sa creare il pianista nell'ascoltatore. Il mio problema, con il Pogorelich del nuovo millennio, è proprio la mancanza di tensione e impulso ritmico, che lascia l'impressione di distorsione e deformazione del pezzo eseguito. Nel 2008 (o giù di lì) lo ascoltai a Brescia in un programma Chopin (Notturni e Sonata op. 58), Skrjabin (Sonata n. 4), Rachmaninov (Sonata n. 2). Fu un concerto che lasciò un'impressione enorme, indelebile, sebbene le emozioni fossero negative, di stanchezza mista a desolazione. La più impressionante fu l'esecuzione di Rachmaninov: lentezza abnorme, ma non era questo, alle mie orecchie, il vero problema...era la mancanza di pulsazione ritmica. Ogni frase sembrava sospesa in un continuo ripiegamento interiore: si perdevano quelli che per me dovevano essere i punti culminanti, i personali punti di riferimento del pezzo. E mi lasciò disorientato come in un labirinto, come in una selva oscura: non riuscivo nemmeno più a capire in quale movimento fosse! Il suono inoltre era tutto suo, non bello, rotondo, ma spesso duro, aspro, urtante: alternava un sottovoce, a dei fortissimi taglienti e metallici. Qualcuno del pubblico riteneva che questo modo di suonare fosse provocatorio...ripensandoci Pogorelich appariva invece quasi un oracolo-sciamano, che riferiva voci provenienti da dei, demoni, da un'ispirazione proveniente da chissà dove...C'era di fondo un'idea di interpretazione inedita, forse con l'idea che il pezzo dovesse rappresentare il mondo interiore dell'interprete. Le note erano di Rachmaninov, la musica di Pogorelich, che forse se ne serviva per mostrare se stesso e tutto il suo dolore. E io non riuscivo, o meglio, non ero più disposto a seguirlo. Un saluto a tutti, Angelo 4
Alpine71 Inviato 14 Giugno 2021 Inviato 14 Giugno 2021 @Iohannes bellissimo intervento che, insieme a quello di @Grancolauro mi spingono verso un ascolto più attento del cofanetto DG a lui dedicato. grazie
Questo è un messaggio popolare. Carlo Inviato 14 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 14 Giugno 2021 5 ore fa, Iohannes ha scritto: E io non riuscivo, o meglio, non ero più disposto a seguirlo. Filisteo! se c'è un compositore che tollera quel tipo di approccio e se c'è un suo pezzo che lo ispira più che altri, quello è proprio il Rachmaninoff della Seconda Sonata. Per tutto il resto c'è Ashkenazy che basta e avanza e, alla fine, ristagna. Ciao C 3
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora