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Melius Club

Magie di suono pianistico


Iohannes

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Inviato
Il 19/5/2021 at 20:02, Iohannes ha scritto:

in cui appare quasi più gouldiano di Gould:

vero, verissimo. Sokolov, che dire: ha un cesello che ogni volta riesce a sorprendermi; ha sempre qualcosa di suo da esprimere, in tutte le composizioni che suona.

Alla fine del preludio non avevo mai sentito il mordente, è presente nello spartito? 

Dopo aver visto il programma chopiniano di Pletnev, rammaricandomi del fatto che non suona l'Op. 59 vi dedico la n. 3 nella registrazione RCA di Horowitz. A tuttoggi, per quelle che ho sentito io e per il mio gusto, nessuno si avvicina al colore, allo stile rapsodico unito alla bellezza del ritmo che riesce a far sprigionare dal pianoforte il mitico Volodia. In confronto il grande e unico Arthur Rubinstein, da me amato visceralmente da adolescente, suona il compitino. Buon ascolto

 

  • Melius 1
Inviato
20 ore fa, Alpine71 ha scritto:

Alla fine del preludio non avevo mai sentito il mordente, è presente nello spartito? 

A me non risulta...però lo trovo molto bello e appropriato.

Magnifica l'esecuzione di Horowitz, che fa emergere, come sempre, la sua riconoscibilissima personalità sonora.

  • Thanks 1
Inviato

Approfitto di questo spazio per un piccolo OT di omaggio. Dopodomani Martha Argerich compirà ottant'anni.

Il seguente video non dirà niente di nuovo a chi la conosce bene ma mi piace far rilevare, verso la fine, le considerazioni dell'autore sui nuovi virtuosi supportati dall'editing e quello che "Martita" ha sempre fatto "nature" e che continua a fare, si vedano gli spezzoni di concerti più recenti.

 

Inviato
2 ore fa, Gabrilupo ha scritto:

e quello che "Martita" ha sempre fatto "nature" e che continua a fare, si vedano gli spezzoni di concerti più recenti.

eh già, .. immensa la grande Martita, assolutamente mostruosa nel suo talento e nell'essersi mantenuta a livelli altissimi ( pur con gli inevitabili alti e bassi, .. ma pensiamo che è stata anche a lungo seriamente malata) fino a 80 anni.

Emozionante come pochi, ricordo ogni suo concerto dal vivo come un'esperienza travolgente e unica.

Grancolauro
Inviato

Visto che si è parlato all’inizio del thread di Shura Cherkssky, volevo aggiungere questa registrazione della trascrizione di Godowsky di un celebre pezzo di Saint-Seans. Il modo in cui la suona Shura è davvero magistrale, per la capacità di “far cantare” il pianoforte, per la tecnica del legato sopraffina,  per la separazione delle voci, per la qualità del suono. Tutto meraviglioso. Che poi questo piccolo brano sembra facile da suonare e invece non lo è proprio per niente

 

  • Melius 1
tarantolazzi
Inviato

Sempre a proposito del "far cantare" il pianoforte, degli esempi IMHO imprescidibili e che pero' sono stati evitati come la peste da schiere di pianisti (o se volete frequentati soprattutto da eccentrici) sono gli Schubert-Liszt.

E imprescindibile in questo imprescindibile terreno di espressione credo sia Vladimir Sofronitzky.

A differenza dell'ultimo esempio linkato da Grancolauro, qui non si gioca tanto sulla differenziazione timbrica e dinamica

tra canto e non-canto (pur disponendo di una tecnica della differenziazione timbrica anche lui di prim'ordine, come si sente), quanto sulla caratterizzazione declamatoria della melodia, i cui connotati espressivi gia' forti ed espliciti negli originali vengono ancora amplificati. Scuriti ed ingranditi, come se la lieve e malinconica "terzieta'" schubertiana (il saper-sapersi guardare almeno un po' dall'esterno anche nei contesti tristi e/o disperati di alcuni lied come il primo del video, Der Muller und der bach, o il secondo, Aufenthalt) sia negata e tutto sia invece tragicamente immanente e immersivo. Insomma gia' la scrittura di Liszt addensa e scurisce, qui poi il (grande, forse quello che piu' mi chiama tra tutti) pianista ci si mette anche lui......per dire, alla fine di sottili sottointesi o di elementi decorativi o anche normalmente "neutri" non ne resta l'ombra.

 

 

  • Melius 2
Inviato

Ecco il programma del concerto di cui ho scritto sopra. 
Direi niente male considerando che, nel 1995, aveva 84 anni….

image.jpg

  • Melius 1
  • Thanks 1
Grancolauro
Inviato

@Alpine71  che stano programma, con la sonata di Bartok tra Handel e Anton Rubinstein, e poi Chopin nel secondo tempo. Non ne capisco il senso francamente. Comunque davvero impressionante per un pianista di quell'età, niente da dire.

Inviato

sublime, non trovo altro aggettivo

tarantolazzi
Inviato
Il 7/6/2021 at 13:21, Grancolauro ha scritto:

C'è stato un momento in cui Igor Pogorelich ha raggiunto vette artistiche siderali.

L'ho ascoltato dal vivo otto volte (l'ultima 3-4 anni fa a Cuneo, ma mi fece uno strano effetto, non un altro pianista ma

forse un pianista con diverse pretese) e due su tutte:  nel suo periodo probabilmente piu' brillante, a Bergamo (Granados, Prokofiev, poi i preludi di Chopin), saranno passati trent'anni e mi sembra ieri.

E poi in un cinemino di Chiasso, al suo rientro sulle scene dopo il suo periodo di lutto e di interruzione dei concerti (Rachmaninov, Beethoven), forse era addirittura il primo concerto della ripresa.....

anche questa serata fu memorabile, non avevo mai ne' sentito ne' anche solo immaginato che un pianoforte potesse esprimere sonorita' cosi' telluriche e metalliche, e posizionarsi (o almeno tendere cosi' esplicitamente ad essere) come un medium, un tramite verso dimensioni reali quanto occulte.

Chissa', forse  il Pogorelich del video che linko puo' essere anch'esso esemplare del momento d'oro al quale fai riferimento.

Pogorelich live Napoli   Chopin I Scherzo

 

  • Melius 2
Inviato
7 ore fa, tarantolazzi ha scritto:

Chissa', forse  il Pogorelich del video che linko puo' essere anch'esso esemplare del momento d'oro

Mamma mia... che dire di fronte a una roba così... rimango senza parole. Questa versione dal vivo della Scherzo in si minore mi sembra ancor più straordinaria di quella su disco. La cosa che a me colpisce tantissimo è la capacità di Pogolerich di imprimere tensione e impulso ritmico a questo come ad altri brani. Anche il fraseggio e l’agogica nella prima parte dello Scherzo sono funzionali a questo: generare stacchi ritmici  inesorabili, frenetici, tellurici. Poi nella parte centrale la dilatazione del tempo sembra fatta apposta per rendere il tema e il suo sviluppo a-ritmici, senza tempo quasi, consentendo al suono di dilatarsi libero, senza vincoli. Per poi, nella ripresa, ridare agli impulsi ritmici, in tutte le loro variazioni e intersezioni tra le voci, il ruolo di protagonisti in un crescendo che arriva fino alla fine. Un modo di suonare, questo, primordiale per certi versi, ma al contempo espressione di una immaginazione straordinaria.

grazie molte per questo video che non conoscevo!

  • Melius 2
Inviato

@Iohannes bellissimo intervento che, insieme a quello di @Grancolauro mi spingono verso un ascolto più attento del cofanetto DG a lui dedicato.  
grazie

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