Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 14 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 14 Giugno 2021 9 ore fa, Carlo ha scritto: Filisteo! Confesso che anch'io, come @Iohannes, appartengo alla schiera dei filistei. Dopo il suo ritorno sulle scene, non sono più andato a un concerto di Pogorelich. Un po' per preservare intatto il ricordo del suo periodo d'oro, un po' perché alcune registrazioni del nuovo corso che mi era capitato di ascoltare, in particolare una dei Tre movimenti da Petrushka, mi avevano lasciato attonito, incapace di capire se quel modo così anticonvenzione di suonare fosse frutto di una ritrovata genialità oppure il sintomo di un decadimento tecnico irrefrenabile e di una perduta lucidità mentale. Nel dubbio, ho evitato pavidamente di fare i conti col nuovo Pogorelich, che forse in fondo tanto nuovo non è. Ma in realtà sono doppiamente filisteo, perché già tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90, durante il suo periodo artisticamente migliore, sono arrivato a detestare questo pianista. Col suo fare da bello e dannato, sempre sopra le righe, sempre al di là del bene e del male, mi sembrava un artista il cui unico obbiettivo era quello di stupire il pubblico con gesti acrobatici, interpretazioni forzate, pose da divo, effetti speciali usati a manbassa. Il fatto che fosse poi il protetto della grande musa argentina, che in quel periodo apparteneva alla stretta schiera di chi aveva diritto di vita o di morte sui pianisti di tutto il mondo, mi irritava ancora di più. Ma la mia era probabilmente soltanto invidia, neanche tanto malcelata, e preferivo ascotare altro. Ho riscoperto Pogorelich soltanto molti anni dopo, dopo essere cambiato io, ed è stata una vera rivelazione. Inevitabile, imprescindibile. Forse anche per questo faccio fatica oggi a tornarlo ad ascoltare; chissà che non arrivi prima o poi l'occasione anche per me di vincere questa ultima resistenza. Il confronto con Pogorelich, comunque avvenga, ti costringe a maturare sotto il profilo musicale, in un modo o nell'altro. Di questo bisogna dare atto a questo grande artista. 3
maverick Inviato 15 Giugno 2021 Inviato 15 Giugno 2021 12 ore fa, Grancolauro ha scritto: Il fatto che fosse poi il protetto della grande musa argentina, che in quel periodo apparteneva alla stretta schiera di chi aveva diritto di vita o di morte sui pianisti di tutto il mondo, mi irritava ancora di più beh, .. non era giusto, .. però bisogna ammettere che su Pogorelich ( a cui non ho mai risparmiato critiche) la grande Martita aveva ragione. Forse senza tutto il baillame scaturito dallo Chopin 1980, avremmo avuto meno occasioni di sentire le sue interpretazioni; e in molti casi sarebbe stato un vero peccato. 1
Grancolauro Inviato 15 Giugno 2021 Inviato 15 Giugno 2021 @maverick sono d’accordo. In altre occasioni Martha è stata meno obbiettiva coi suoi protetti diciamo
Iohannes Inviato 19 Giugno 2021 Autore Inviato 19 Giugno 2021 Per tornare a ravvivare la discussione, propongo la meraviglia del suono di Sokolov in Couperin: https://www.youtube.com/watch?v=So8LsmIVTsg Sokolov qui mostra la delicatezza di una farfalla in volo...eppure è pianista perfettamente a suo agio anche con sonorità colossali. Un saluto a tutti, Angelo 1
Grancolauro Inviato 22 Giugno 2021 Inviato 22 Giugno 2021 @Iohannes I trilli di Sokolov sono in effetti uno spettacolo: cristallini, senza corpo, eterei, e al contempo come scolpiti sulla roccia. Potrebbe passare una serata a fare solo quelli e il pubblico andrebbe in visibilio 🙂. Un altro grande mago del suono pianistico che mi sembra non sia stato ancora ricordato è Radu Lupu. Posto qui sotto una sua versione della Waldstein di Beethoven, un vero classicone si potrebbe dire, che non può riservare sorprese. Eppure Lupu, come se fosse un illusionista, riesce a produrre una varietà infinita di sottili sfumature timbriche ad ogni frase, trasformando la Waldstein in una specie di caleidoscopio sonoro. Davvero magistrale, in particolare, la capacità di Lupu di usare il pendale di risonanza per modificare il timbro dello strumento e la tessitura del suono. 2
Iohannes Inviato 23 Giugno 2021 Autore Inviato 23 Giugno 2021 @Grancolauro Condivido il giudizio su Radu Lupu. E' un pianista dal quale ho sentito recital strepitosi, soprattutto nel primo decennio del nuovo secolo. Negli anni successivi l'ho visto più in difficoltà, con problemi alla schiena che hanno inficiato le sue possibilità. E' forse il pianista dal quale ho trovato il massimo spread tra quanto sentito in disco e la performance dal vivo. Gli ascolti live mi hanno mostrato un pianista abilissimo nelle alchimie sonore, con un uso del pedale assai poco convenzionale, capace di presentare soluzioni timbriche molto suggestive...ascoltato in disco appariva un pianista più 'normale'. Tra le cose migliori sentite, un recital strepitoso a Le Chatelet di Parigi: in programma una sonata di Schubert (D 664), le Ballate op. 10 di Brahms e una selezione di 7 preludi di Debussy. Schubert bellissimo: me l'aspettavo. Brahms: pazzesco, l'esecuzione più bella mai sentita. Debussy: una meraviglia, una magia di colori incredibile e un'abilità luciferina nei giochi di velature, nel creare timbri vaporosi, nel muoversi sul crinale tra suono e silenzio. Un interprete debussiano strepitoso: a Cremona ho sentito il I libri dei preludi di Debussy. Eppure non ha mai voluto fissare queste interpretazioni in disco. Nel 2006 l'ho sentito in programmi dedicati a Schumann: le Scene dal bosco e l'Humoreske da commozione. Meno clamoroso nella Sonata n. 1, non tanto per demerito suo, ma perché una decina di giorni dopo sentii lo stesso pezzo da Sokolov che, avendo più dinamica e trovandosi più a suo agio oltre a una certa soglia di decibel, riusciva più efficace in certi passi. Qualche anno prima lo sentii nella Sonata op. 5 di Brahms: molte note false, ma un senso infinito di umanità. Un saluto a tutti, Angelo 2
nirazz Inviato 23 Giugno 2021 Inviato 23 Giugno 2021 Il 27/5/2021 at 15:09, Alpine71 ha scritto: . In confronto il grande e unico Arthur Rubinstein, da me amato visceralmente da adolescente, suona il compitino. Buon ascolto Ho confrontato le due interpretazioni di Rubinstein e Horowitz della Mazurka op59 n°3 e concordo pienamente con le osservazioni fatte da Alpine 71. A discolpa di Rubinstein rilevo che la presa del suono nell'incisione EMI è pessima ed inoltre penso che un conto è suonare una mazurca preparata per un concerto pubblico ed un conto è suonarne 51 per un contratto firmato con la EMI per farne un album discografico di tutte le mazurche. Grazie e complimenti per il bellissimo argomento. 1
Alpine71 Inviato 23 Giugno 2021 Inviato 23 Giugno 2021 @nirazzle tue considerazioni sono centrate e confermate da una breve corrispondenza che ebbi con Alessandro Deljavan, ottimo pianista che ha registrato l’integrale da pochi anni. “Le Mazurche sono splendide ma hanno un unico problema: sono tante…”.
tarantolazzi Inviato 27 Giugno 2021 Inviato 27 Giugno 2021 Il 23/6/2021 at 09:18, Iohannes ha scritto: E' forse il pianista dal quale ho trovato il massimo spread tra quanto sentito in disco e la performance dal vivo. Proprio cosi! Sarebbe un interessante thread.....quelli che suonano peggio dal vivo, quelli che al contrario nei live danno il meglio, quelli che piu' o meno..... Ma nel gruppo "quelli che dal vivo e' una cosa e poi nei dischi...." Radu Lupu sarebbe anche per me primo facile. E questo apre anche a questioni tecnico-estetiche non da poco......in questo caso non e' certo la volonta' di rischiare meno dal vivo, di non azzardare soluzioni piu' ricercate ma piu' rischiose; sembrerebbe anzi il contrario, quasi che la registrazione ufficiale appartenesse ad un altro ambito, e chiamasse ad un'impostazione diversa. Il disco per la storia, il concerto per lo stupore e le conoscenze esoteriche della serata?
tarantolazzi Inviato 27 Giugno 2021 Inviato 27 Giugno 2021 Solo alcune impressioni tra gli ascolti pianistici recenti Gli Studi op. 8 del geniale (per quanto mi riguarda, tra i primi 2-3 del novecento) russo spesso anche ligure.... Non saranno gli Studi di Chopin, guarderanno con troppa simpatia agli stessi, va bene, ma NON li definirei opere minori. Trascurati, ma non da tutti. Oltre alle storiche e imprescindibili registrazioni del parente acquisito Sofronitzki, e in subordine di Richter (non integrali), il solito n.12 di Horowitz e qualche singolo studio qua e la' (Pogorelich ad esempio), che gia' masticavo e rimasticavo, mi sono imbattuto in un CD con unlive italiano di Nikita Magaloff: seconda parte tutta occupata dall'integrale di tale raccolta. Il CD e' questo https://www.ebay.com/itm/NIKITA-MAGALOFF-CD-Album-1994-Glinka-Scriabin-Liszt-Chopin-Mozart-/312806166337 la versione degli Studi, considerato il contesto live, e' sontuosa. Anche la ripresa del suono e' convincente e naturale. Esiste anche, sempre dell'ottimo Magaloff, l'integrale di tutti gli studi, in studio (sic). https://tidal.com/browse/album/70272819 Mentre che c'ero, sono andato a cercarmi alre integrali. Tra tutte le 7-8 che ho saggiato, mi e' sembrata degna del massimo interesse (anche qui la qualita' della registrazione fa il paio con quella dell'interpretazione) quella di Olli Mustonen https://tidal.com/browse/album/13403042 Sul fronte schumanniano mi sono dedicato alle Novellette (intese come integrale), caplolavoro trascurato, senza trovare nulla che mi convincesse piu' delle consuete versioni di Dino Ciani (qulla DG e il live, con una preferenza per la prima). Anche qui 9-10 versioni passate in rassegna, ma....tutti professionisti serissimi e da ammirare, ma nulla di impressionante o memorabile. Darei pero' una chance alla particolare versione live di Michel Block https://tidal.com/browse/album/95454316 Incapace (o deciso piuttosto a evitare) gli sdilinquimenti "tendenza Eusebio", qui invero meno rilevanti che altrove in Schumann, proprio frettoloso e impossibilitato a suonare piano piu' di 4 battute......Pero' che maestria strumentale, che controllo pur nell'impeto e nellla continua ricerca dell'impulso frenetico contestuale ad una pronuncia scolpita e ad un Forte e piu' (cioe' quasi sempre) marmoreo, comunque non sgraziato o inutilmente ruvido. Ripresa molto ravvicinata, forse troppo, ma non abbastanza da rovinare l'insieme. Infine un album del giustamente rinomato pianista italiano Roberto Prosseda dedicato a pagine originali per pianoforte solo e a semplici trascrizioni di temi per il cinema di Ennio Morricone. Beh, non avevo amato quella toccata virtuosistica ne "La leggenda del pianista sull'oceano", inoltre trovavo la celebrazione delle indubbie qualita' compositive di Morricone un po' esagerate. Sara' che sono un fan, nel genere, di Michel Legrand, anch'egli scomparso recentemente. Beh, quella toccata nel CD https://tidal.com/browse/album/188590516 c'e', e continua a sembrarmi francamente fuori luogo nel contesto storico-musicale del film. Ma, per quanto mi riguarda......che bello TUTTO IL RESTO dell'album, e anche quella toccata presa di per se'. La veste pianistica raffinata, ne' dimessa ne' invadente, rende un eccellente servizio sia alle pagine che nascevano per pianoforte solo sia alle trascrizioni, valorizzando adeguatamente materiali musicali nobilissimi, ora inquadrabili stilisticamente in un novecentismo sobrio ma attento alle esigenze comunicative, ora in una sorta di neo-barocco, ora in un tematismo di impronta romantica. Chapeau al compositore, al pianista, e anche ai responsabili della registrazione, inappuntabile. 2
davenrk Inviato 19 Settembre Inviato 19 Settembre Il 14/05/2021 at 16:14, Grancolauro ha scritto: Rilancio la proposta del thread con una registrazione del Rondò op. 16 di Chopin, qui sotto eseguito da Pletnev. Per chi non lo conoscesse, il Rondò è un'opera giovanile di Chopin difficile da interpretare. Nel periodo in cui compose questo brano, Chopin era da poco arrivato a Parigi ed era animato dal desiderio di "adattarsi" allo stile parigino allora in voga, dominato dalle opere "da salon" di Moscheles, Thalberg, Herz. Un desiderio che era al contempo una esigenza professionale, per chi come lui viveva facendo il pianista-compositore: ottenere un ingaggio significava, spesso e volentieri, arrivare o meno a fine mese. Il Rondò è forse anche per questo un'opera molto eterogenea nello stile e nei contenuti espressivi, con frequenti cambi di tono alternati a momenti vituosistici che sembrano, talvolta, fini a se stessi. Sta di fatto che Pletnev trasforma questo brano, ancora stilisticamente molto acerbo, in un'opera meravigliosa. Il piananista russo riesce ad assecondare le diverse "anime" tecnico-stilistiche del Rondò producendo al pianoforte sfumature timbriche diversissime. Quello che fa qui Pletnev è per me davvero pura magia. Questa esecuzione è contenuta in questa edizione? grazie https://www.pianistdiscography.com/discography/pianistLabel.php?cdnum=8741&labRich=2&PIANIST=36
Grancolauro Inviato 19 Settembre Inviato 19 Settembre @davenrk escludo che l’esecuzione nel video sia quella incisa. Ma il brano è quello e pure il pianista. Quindi direi che ci siamo
davenrk Inviato 20 Settembre Inviato 20 Settembre 8 ore fa, Grancolauro ha scritto: escludo che l’esecuzione nel video sia quella incisa. Ma il brano è quello e pure il pianista. Quindi direi che ci siamo si intendevo il brano ti risulta contenuto anche in altre edizioni singole?
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