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Melius Club

La bellezza della scrittura musicale


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Inviato
15 minuti fa, maxnalesso ha scritto:

Ecco,  volevo aggiungere questo mio punto di vista,  ovvero il fatto che la scrittura musicale si adatta più o meno anche alla nostra personalità,  sia a livello di lettura/esecuzione sia a livello di ascolto/comprensione.

 

Sono senz'altro d'accordo con te. Anche questo è un aspetto importante. Come dicevo nel post precedente, tuttavia, credo ci siano anche degli aspetti oggettivi, per così dire, che rendono un certo tipo di scrittura musicale più facile o più difficile per un esecutore, aspetti che non sono necessariamente legati all'aspetto interpretativo. Quella di Mozart, ad esempio, è una scrittura estremamente naturale, apparente semplice nel suo svolgimento per il corpo, eppure tutti i brani di Mozart sono estremamente difficili da interpretare al pianoforte perché richiedono delle capacità di tocco che solo pochi hanno. Per converso, a me sembra che alcune fughe di Bach (penso a quelle del II libro del Clavicembalo ben temperato) siano obbiettivamente difficili da eseguire perché il loro sviluppo armonico e contrappuntistico richiede una approccio alla tastiera, un tipo di articolazione delle dita e di movimento della mano, che non è, appunto, naturale per il pianista. Forse questo dipende in parte dal fatto che questi pezzi sono stati scritti per uno strumento diverso e tu, da organista prima ancora che pianista, hai un approccio alla tastiera che si discosta dal quello tipicamente pianistico. Ma è solo una ipotesi, non so. Mi viene semplicemente da pensare che per un organista e un clavicembalista Bach sia più "facile" da eseguire per il peculiare rapporto che c'è tra la scrittura di Bach e questi strumenti.

Per converso, pur amando enormemente Bach, Chopin a me viene più "facile" da suonare (si fa per dire...) proprio per come è fatta la partitura. Mi è capitato proprio in questi giorni di ripendere in mano, dopo tanto tempo, la Ballata in sol minore e ho ritrovato dentro lo spartito degli schemi che mi ero fatto tanti anni fa per memorizzare il brano. Ogni blocco di questo pezzo è in realtà costruito attorno a delle posizioni e a dei movimenti specifici della mano ricorrenti, attorno ai quali quel blocco si sviluppa, per poi passare al blocco successivo che pone problemi differenti. Insomma, è come se ci fosse un progetto architettonico fatto non solo di modulazioni armoniche e di temi che ritornano, ma anche da movimenti del corpo ricorrenti in sequenza tra di loro. Come se fosse anche il corpo, i suoi movimenti, a dettare l'evolversi della musica e non viceversa.

 

Inviato
1 minuto fa, Grancolauro ha scritto:

hai un approccio alla tastiera che si discosta dal quello tipicamente pianistico

 

MI hai fatto venire in mente alcuni fatti,  che cito in ordine sparso,  ma che hanno attinenza col 3d e con la "predisposizione" ad un certo tipo di scrittura musicale.

1) ho un carissimo amico che,  pur leggendo solo in modo superficiale le partiture, ha una capacità di improvvisare musica jazz/blues con una tale naturalezza della mano da lasciarmi sbalordito:  se quella musica fosse scritta su una partitura,  io probabilmente ci metterei mesi, se non anni, ad assimilarla ...

2) quando studiavo pianoforte (prima di passare ad organo),  io trovavo estremamente piacevole ed appagante studiare le invenzioni a 3 voci,  le suite francesi e inglesi, il clavicembalo ben temperato ... altri compagni di classe, invece, lo facevano quasi solamente... perché obbligati (!),  ma non trovavano sintonia,  preferendo di gran lunga affrontare Schumann, Schubert, Chopin, Brahms ...

3) Anche negli esami di teoria,  questa differente predisposizione era evidente:  qualcuno portava a termine i compiti di contrappunto e fuga con una certa "naturalezza" (presente), qualcun'altro con molta fatica,  preferendo mille volte l'improvvisazione estemporanea su tema libero.

Ecco,  solo per dire,  che... non so se nasce prima l'uovo o la gallina,  ma ritengo che l'oggettiva bellezza di molta scrittura musicale (cito alcuni autori che nessuno metterebbe in dubbio da questo punto di vista: Palestrina, Bach, Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, Brahms, Debussy, ecc.ecc.) si adatti poi in qualche modo alla soggettiva personalità dell'interprete, ed anche dell'ascoltatore,  per diventare un "unicum" nel momento dell'esecuzione/ascolto.

E' un argomento davvero interessante...

 

Inviato

Uno dei thread piu’ belli di questi ultimi tempi. Grazie a tutti e a Grancolauro in particolare.

Inviato

Stokhausen è stato un grande innovatore della scrittura musicale! Tra le altre cose, ha usato il pentagramma per sviluppare una concezione spaziale delle frequenze sonore, come in questo caso, dove a diventare esecutore è un computer

 

 

analogico_09
Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Uno dei thread piu’ belli di questi ultimi tempi. Grazie a tutti e a Grancolauro in particolare.

+ 1

Inviato
17 minuti fa, maxnalesso ha scritto:

ma ritengo che l'oggettiva bellezza di molta scrittura musicale (cito alcuni autori che nessuno metterebbe in dubbio da questo punto di vista: Palestrina, Bach, Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, Brahms, Debussy, ecc.ecc.) si adatti

 

Mi sembra una sintesi molto efficace. La condivido senz'altro! Anche se a volte è la scrittura ad avere la meglio sulla personalità dell'interprete, oppure il punto di vista dell'interprete a rivelarsi incompatibile con un certo tipo di scrittura musicale.

Pensiamo a Glenn Gould e al suo strano modo di stare alla tastiera. Molto si è scritto su questo: forse era solo un vezzo, un atteggiamento da avanspettacolo, il sintomo di una mente disturbata, o altro ancora. A me sembra plausibile pensare, invece, che è la scrittura musicale di Bach ad aver "costretto" Gould a suonare in quel modo. Grazie a quella posizione, Gould riusciva ad articolare le dita e il polso in un modo del tutto particolare, quell'unico modo che rendeva possibile, per lui, suonare Bach nel modo in cui pensava dovesse essere suonato. Non a caso poi Gould arrivò a suonare qualsiasi cosa (Beethoven, Mozart, Hindemith) come se fosse stata scritta dal "suo" Bach. Qui è stata forse la scrittura musicale a modellare i gesti e la personalità dell'artista. Un caso opposto è forse quello di Richer, al quale faceva riferimento @Iohannes. Ricther non si riteneva adatto a suonare Mozart forse proprio perché la scrittura musicale mozartiana era incompatibile con la sua impostazione tecnica. La scuola da cui Richter proveniva aveva una impostazione ben precisa, fatta di regole ferree per stare alla tastiera, regole che consentono di poterla dominare, di controllarla dall'alto, così da raggiungere le velocità di esecuzione e i volumi di suono che la letteratura russa, e in generale romantica e tardo-romantica, richiedono. Ma le cose non funzionano così con Mozart. La scrittura musicale di Mozart pone estrema resistenza a questo tipo di impostazione, perché il suono perde quella qualità timbrica senza la quale Mozart non è Mozart. Nel caso di Richer, forse, fu l'incapacità un po' dogmatica di adattare il corpo alla scrittura musicale a impedirgli di suonare Mozart. In compenso, Richter ci ha lasciato esecuzioni meravigliose di moltissimi altri autori.

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato

 

Passaggi "intermedi" ...

Prologo dell'Orfeo di Monteverdi

 

Orfeo_libretto_prologue.jpg

Notazione moderna... quantum mutatus ab illo...

1604393337?v=1

Inviato
3 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Non a caso poi Gould arrivò a suonare qualsiasi cosa (Beethoven, Mozart, Hindemith) come se fosse stata scritta dal "suo" Bach.

 

Bellissima questa considerazione!  E' una tua valutazione o lo hai letto su qualche testo di critica/analisi musicale?

Grazie,

 

analogico_09
Inviato

Io credo che il particolare interesse dell'interprete per specifici autori piuttosto che per altri dipenda da fattori di affinità elettive cosa che determina l'interesse o il disinteresse ad approfondire le tecniche e l'estetica degli autorin stessi, cosa che corrisponde, detto in soldoni, all'interesse che l'interprete ha di "studiare" a meno i diversi, diversissimi, a volte antitetici eppur "vicini" - paesaggi compossitivi che richiedono "indagini" conoscitive di diversa natura. A meno che, scusate il bisticcio di parole, l'interprete non sia convinto che si possa interpretare ogni autore di ogni tempo e luogo, ogni distinta forma musicale nello stesso modo.., dove  chi non avrà ad esempio approfondito la musica e il "tempo" estetico di Bach suonerà la musica del Kantoer alla bel e meglio omologatore.., picavolmente s'intende, in modo raffinato.., ma la musica non è solo piacevolezza, raffinatezza e piacevolezza.., è, o dovrebbe essere, soprattutto "impegno" e "sofferenza" per quanto di "eversivo, spesso destabilizzante, la musica ci pone davanti. La musica, come tutte le arti, è contraria agli ordini e alle idee costituite, uniformate ed omogeneizzate.., a ciò che sia buono per tutto indiscriminatamente; l'arte è rivoluzione e ci "costringe" spesso dolorosamente a mettere in discussione, sempre,  tutte le care, rassicuranti e "dolci geometrie apprese"...

analogico_09
Inviato
4 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Non a caso poi Gould arrivò a suonare qualsiasi cosa (Beethoven, Mozart, Hindemith) come se fosse stata scritta dal "suo" Bach.

Non avevo letto questo tuo passaggio prima di postare il mio ultimo messaggio che non era riferito quindi specificamente allo stesso... Ciò che scrivi è molto intrigante.., forse diversamente interpretabile, se ne potrebbe discuterne a lungo... 

Inviato

@my2cents 

@my2cents  I neumi originali della musica sacra occidentale (poi divenuta canto gregoriano), sono tra le cose più affascinanti che si possano studiare nell'ambito del linguaggio musicale. Tra i miei trascorsi da studente (quando ci davo dentro veramente...), ho passato 5 bellissimi anni all'Istituto Pontificio di Musica Sacra,  dove studiai con questo signore qui ..:

https://www.fulviorampi.it/

Quante cose si capiscono dell'evoluzione della musica, del ritmo, dei tempi, della scritura... andando a ritroso nel passato.

Poi,  ovvio,  Beethoven è Beethoven, e quello che lui ha scritto ci stava tutto nella partitura settecentesca:  ma certe sfumature vocali della notazione chironomica sono davvero affascinanti ...

 

Inviato

@Grancolauro

Grazie per aver riproposto questa straordinaria discussione (che da ignorante totale leggo come un avvincente racconto).

Inviato

@CarloCa Io non ho fatto niente... Grazie invece all’amministrazione del forum per aver recuperato una parte di questa discussione. Pensavo fosse andato tutto in fumo. Chissà che questo sia di buon augurio per continuare la discussione col contributo di chiunque voglia partecipare!

  • Melius 1
  • Thanks 1
oscilloscopio
Inviato

@Grancolauro  Anche se non è evidente l'amministrazione si stà impegnando a fondo per cercare di recuperare il più possibile...

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

Da semplice amante della Musica, e privo di qualsiasi bagaglio culturale.... sentitamente ringrazio @Grancolauro e @maxnalesso per la condivisione della loro "scienza" con parole cariche di passione!

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