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Il crescente egoismo sociale


appecundria

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1 minuto fa, iBan69 ha scritto:

Può esistere un egoismo sociale, senza un egoismo individuale? 
Sono due facce della stessa medaglia? 

ma sono entrambe manifestazioni di un gruppo di persone affini.

i singoli si alleano per avere e matenere un vantaggio nel privato.

 

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10 minuti fa, appecundria ha scritto:

Sono teorie economiche, più che ideologie sono metodologie di organizzazione della produzione e della ripartizione degli utili

Certamente, ma quanto hanno inciso sul concetto di comunita/societa' ed i loro effetti negativi, sul nostro benessere??

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6 minuti fa, extermination ha scritto:

Non mi è ben chiaro, in termini di principio, se sia cosa buona e giusta che: tutti corrano ( opzione A) corra solo chi ha imparato a correre ( opzione B) non corra nessuno ( opzione C) 

D)

corra chi abbia voglia e se ne è capace?

invece chi sceglie il misticismo non deve necessariamente correre, ma manco chiedere a chi abbia corso in sua vece?

o invece può,  anzi deve per placare la sete di giustizia?

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La priorità della comunità e una sottile diffidenza verso l’individuo era radicata negli uomini nelle donne fino a pochi secoli addietro. La storiografia filosofica attribuisce l’inizio della modernità a Cartesio. Di Cartesio chi ha studiato filosofia ricorda la frase latina “Cogito, ergo sum”, che è della traduzione latina, mentre il saggio da cui è tratta, il “Discorso sul metodo”, fu scritto in francese.

Scrive Cartesio: “Ma, subito dopo, mi resi conto che, nel momento in cui volevo pensare che tutto era falso, bisognava necessariamente che io, che lo stavo pensando, fossi qualcosa. E notando che questa verità: penso, dunque sono, è così ferma e salda che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non erano capaci di farla vacillare, giudicai di poterla accogliere, senza scrupoli, come primo principio della filosofia che cercavo”.

Cartesio ribalta la prospettiva del mondo antico e medievale, la priorità diviene il proprio io, non è più la comunità di cui quell’io fa parte. Anzi indirettamente è la comunità ad essere messa in dubbio, mentre l’io è certo.

Il “Discorso sul metodo” è la rappresentazione, fatta peraltro nella forma di dialogo dell’autore con se stesso, dell’individualismo borghese.

Inconsapevolmente consideriamo l’individuo e l’individualismo come fatto del tutto naturale, che non ha avuto origine.

Riteniamo che da sempre l’individuo sia stato considerato il fondamento della realtà sociale, mentre è una convinzione che ha una sua origine storica relativamente recente.

 

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12 minuti fa, nullo ha scritto:
20 minuti fa, extermination ha scritto:

Non mi è ben chiaro, in termini di principio, se sia cosa buona e giusta che: tutti corrano ( opzione A) corra solo chi ha imparato a correre ( opzione B) non corra nessuno ( opzione C) 

D)

corra chi abbia voglia e se ne è capace?

E) corre solo chi ne ha voglia possibilmente senza rottura di testiculi da parte delle "comunità" dei corridori e dei non corridori.

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28 minuti fa, extermination ha scritto:

buona e giusta che: tutti corrano ( opzione A) corra solo chi ha imparato a correre ( opzione B) non corra nessuno ( opzione C) 

Ma è riferito alla famosa vecchia che deve correre?

La domanda contiene già in sé la risposta, la A, perché nasce da un pregiudizio, quello che vede gli altri come sanguisughe del suo sedicente faticato benessere.

Ovviamente si tratta del ben noto disagio della misantropia, il disprezzo patologico della natura umana.

Nella realtà è un proverbio, forse toscano e forse medioevale, come teoria economica è agile ma un poco superficiale. Però per il medioevo era tanta toba.

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23 minuti fa, extermination ha scritto:

Non mi è ben chiaro, in termini di principio, se sia cosa buona e giusta che: tutti corrano ( opzione A) corra solo chi ha imparato a correre ( opzione B) non corra nessuno ( opzione C) 

Daresti un problema matematico universitario ad un bimbo in prima elementare?

No, il bambino deve crescere, imparare, sviluppare la propria mente, cadere per poi rialzarsi....

Tutti corrono, ma ognuno ha i suoi tempi.

Che devono essere rispettati.

Nessuno viene lasciato indietro.

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briandinazareth
16 minuti fa, appecundria ha scritto:

Nella realtà è un proverbio, forse toscano e forse medioevale, come teoria economica è agile ma un poco superficiale. Però per il medioevo era tanta toba.

 

anche perché non è assolutamente vero. 

mediamente la gente non corrre di più in condizioni di bisogno, anzi è un parametro del tutto secondario in questo ambito. ad esclusione ovviamente di situazioni molto estreme, ma non di quelle parliamo.

ed è una cosa misurabile nei fatti ed è stato fatto molte volte con esiti molto chiari. 

però che bello semplificare tutto in una frasetta che contiene anche l'autoesaltazione, un po' adolescenziale, del poprio ego, come se i traguardi fossero indipendenti dal contesto. 

anche sull'egoismo ed altruismo soggettivo e  sociale, relazione con la società, genetica ed altro, vi consiglio un libro molto bello, anzi 2 che vale la pena leggere.

innate di kevin mitchell e behave di sapolsky, soprattutto il secondo tratta l'argomento in modo ampio e molto acuto, ovviamente parte dai dati e fatti, non è un testo filosofico ma più scientifico.

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Esauditi i bisogni primari, il benessere e’ una

questione personale, affascinante e misteriosa e prescinde largamente dal possesso dei gadget rifilati dal consumismo.

Spendere 26 mila euro per una borsa e dannarsi di lavoro per ottenere questo modesto trofeo e’ operazione saggia o no?

Domando per un’amica :classic_biggrin:

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briandinazareth
10 minuti fa, Martin ha scritto:

Non ditemi che le vecchie non trottano, mi cade un caposaldo:classic_biggrin:

 

quando le cose suonano molto semplici e rotonde spesso sono false :classic_biggrin: 

ci sono 3 cose, generalmente credute vere ma facilmente dimostrabili false con i dati e i fatti:

- il bisogno non fa trottare di più, le società con meno protezione sociale non garantiscono maggiore impegno o velocità di trotto. anzi, tendono a creare meno mobilità sociale, insomma il contrario. 

- le tasse sul reddito hanno pochissimo impatto e non facilmente prevedibile, sulla crescita di un paese. l'idea che se abbassi le tasse fai crescere l'economia non è confortata dai fatti. 

- il valore di un'azione contiene già tutte le informazioni disponibili pubblicamente, quindi, ad esclusione di insider tradign o di entità che possono infuenzare il mercato, non esistono quelli che hanno il fiuto per le azioni.. (è sempre un tiro di dadi ma, fortunatamente, in un gioco statisticamente vantaggioso per che investe). 

 

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17 ore fa, appecundria ha scritto:

Chi si illude di poter vivere al di fuori di una comunità o è al di sopra o è al di sotto dell'uomo: o è una bestia, o è un dio.

Aristotele. 

Ciao, bella osservazione, però attenzione credo che il discorso sia strettamente legato al concetto di "comunità locale" (cioè gruppi più o meno piccoli, caste, a volte persino elite) e non di "comunità universale" (umanità intera). In ogni caso l'uomo "ha bisogno" di una comunità nella quale integrarsi che a sua volta meglio definisce l'individuo, il problema è che una volta che il "gruppo" soddisfa le proprie necessità tende ad infischiarsene degli "altri" (spesso considerati "alieni", "avversari" e "nemici").

Perché succede questo?

Secondo me l'essere umano in generale è fortemente egoista , e con questo si spiegano le cose che si vedono in giro per il mondo, tipo barriere per bloccare i flussi migratori, guerre, invasioni, disastri ambientali, clima impazzito...

Ma tranquilli, probabilmente tra non molti anni o un'epidemia o l'intelligenza artificiale, potrebbero spazzarci via senza rimpianti.... A meno che l'uomo non cambi completamente rotta.

Non credo che ce la farà....

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